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Testo
<blockquote data-quote="AndreaMorelli" data-source="post: 903522" data-attributes="member: 6696"><p>Tutto è possibile oggigiorno.</p><p>Io ho la fortuna di avere un ottimo ortopedico a "disposizione" e siccome so che non è semplice trovarne disponibili e preparati in ambito sportivo mi rivolgo a lui spesso.</p><p>Sul discorso delle refertazioni sicuramente ci sono delle verità, il problema è la professionalità della "trafila".... dal tecnico che effettua l'esame a chi redige il referto ed a chi lo riceve, interpreta e lo confronta con gli esami che ha in mano.</p><p>E poi la capacità di fare un esame posturologico "ben fatto" è sicuramente importante. Da questo punto di vista sono tranquillo quando presento i dati dell'analisi in bicicletta, li confronto con l'esame posturale e si discute sulle modifiche da fare.</p><p>Molte volte chi viene a fare un analisi della posizione in bici fatica a capire certi aspetti che sono legati anche alla vità di relazione. Pensa che i problemi che ha in bicicletta sono solo dovuti alla bicicletta... ma la macchina uomo è molto complessa, sui ciclisti "amatori" il tempo passato in sella è una piccola percentale rispetto a quello passato in piedi nella ità di tutti i giorni, e le problematiche in bicicletta la maggior parte delle volte sono da ricercare nella situazione posturale generale.</p><p> </p><p>Quello che voglio far passare è che ci sono figure professionali che hanno le conoscenze, le capacità ed il diritto (dettato dalla legge) di fare diagnosi e prescrizioni. Sento ogni giorno ciclisti che si sono visti diagnosticare "questo o quello" , prescrivere bite, plantari, spessori sotto le tacchette, cunei o altre cose da persone che di professionale non hanno nulla.</p><p>Anche il mercato ha le sue colpe, cerca sempre di lanciare nuovi prodotti, sempre più tecnici, sventagliando studi e ricerche per dare una parvenza scientifica, che sono solo uno specchietto per le allodole e quando approfondisci il discorso o cerco dati reali non trovo nulla....</p><p> </p><p>Andrea</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="AndreaMorelli, post: 903522, member: 6696"] Tutto è possibile oggigiorno. Io ho la fortuna di avere un ottimo ortopedico a "disposizione" e siccome so che non è semplice trovarne disponibili e preparati in ambito sportivo mi rivolgo a lui spesso. Sul discorso delle refertazioni sicuramente ci sono delle verità, il problema è la professionalità della "trafila".... dal tecnico che effettua l'esame a chi redige il referto ed a chi lo riceve, interpreta e lo confronta con gli esami che ha in mano. E poi la capacità di fare un esame posturologico "ben fatto" è sicuramente importante. Da questo punto di vista sono tranquillo quando presento i dati dell'analisi in bicicletta, li confronto con l'esame posturale e si discute sulle modifiche da fare. Molte volte chi viene a fare un analisi della posizione in bici fatica a capire certi aspetti che sono legati anche alla vità di relazione. Pensa che i problemi che ha in bicicletta sono solo dovuti alla bicicletta... ma la macchina uomo è molto complessa, sui ciclisti "amatori" il tempo passato in sella è una piccola percentale rispetto a quello passato in piedi nella ità di tutti i giorni, e le problematiche in bicicletta la maggior parte delle volte sono da ricercare nella situazione posturale generale. Quello che voglio far passare è che ci sono figure professionali che hanno le conoscenze, le capacità ed il diritto (dettato dalla legge) di fare diagnosi e prescrizioni. Sento ogni giorno ciclisti che si sono visti diagnosticare "questo o quello" , prescrivere bite, plantari, spessori sotto le tacchette, cunei o altre cose da persone che di professionale non hanno nulla. Anche il mercato ha le sue colpe, cerca sempre di lanciare nuovi prodotti, sempre più tecnici, sventagliando studi e ricerche per dare una parvenza scientifica, che sono solo uno specchietto per le allodole e quando approfondisci il discorso o cerco dati reali non trovo nulla.... Andrea [/QUOTE]
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