Tour De France 1998: il giorno della verità

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Apprendista Velocista
15 Ottobre 2012
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Lance Armstrong
Lo scandalo Festina esplose pochi giorni prima del via del Tour de France 1998.
La squadra ciclistica, sponsorizzata dalla ditta di orologi, venne estromessa dalla Grande Boucle di quell'anno, vinta poi da Pantani.
Il motivo che portò all'esclusione riguarda il "doping di squadra", ovvero non semplicemente doping di singoli atleti all'interno di una formazione ma sostanze proibite somministrate sistematicamente dai medici del team a tutti i ciclisti in corsa.
Dunque lo scandalo Festina 98 fece tanto scalpore perché coinvolse una squadra intera compresa di direttori sportivi, massaggiatori e medici. Fu uno dei rarissimi casi di doping in cui nessun corridore venne trovato positivo ad un controllo ma un’intera squadra venne cacciata via dalla corsa.


L'INIZIO
L’8 luglio 1998 fu l’inizio della fine per una delle squadra professionistiche più forti del ciclismo: all’alba di quel giorno, Willy Voet, massaggiatore della Festina, fu fermato alla dogana svizzera con in macchina una quantità spropositata di sostanze dopanti : 234 dosi di Epo, 80 flaconi di Gh(ormone della crescita), 160 capsule di ormoni maschili e di testosterone, 60 di Asaflow(un farmaco che fluidifica il sangue). La procura francese aprì subito un’inchiesta, Voet venne interrogato per ore: di fronte a prove evidentissime, non solo non negò ma chiamò in causa il direttore sportivo Roussel e il medico della squadra Erik Ryckaert.
I viaggi di Voet erano viaggi su commissione, i “mandati” erano Roussel e Ryckaert.


GLI ARRESTI
Alla Gran Boucle fu il caos.
I fermi vennero trasformati in arresti e, per la prima volta nella storia del ciclismo, l’UCI inflisse a Roussel una sospensione a tempo indeterminato dalle sue funzioni di direttore sportivo.
Non era mai successo.
In quella squadra c’erano corridori come Zulle, Brochard e il capitano, Richard Virenque.
Loro dichiararono fino all’ultimo di voler continuare la corsa, appellandosi al fatto che non c’era nessuna positività effettiva dei corridori, al di là delle dichiarazioni scottanti di Voet e compagnia.
Si parlò addirittura di uno sciopero degli atleti.
Jean Marie Leblanc, a quel punto, per evitare proteste, decise per la sospensione dell’intera squadra.


LE CONFESSIONI
Quale fu il bollettino di guerra?
Laurent Brochard, il campione del mondo su strada del 1997, alla Festina dal 1995 al 1999, ammise l’uso di sostanze dopanti e fu squalificato per 4 mesi.
Alex Zülle, campione del mondo a cronometro nel 1996 e vincitore di due Vuelte, arrivato alla Festina proprio nel 1998, confessò le pratiche di doping “di squadra” e fu fermato per 9 mesi.
L’ultimo ad arrendersi fu Richard Virenque: il sette volte vincitore della maglia a pois al Tour si dichiarò estraneo ai fatti con tanto di lacrime in diretta tv, scrisse un libro per raccontare la sua verità (e la sua innocenza), ma, nel 2000, crollò inesorabilmente e venne squalificato per un anno.


VOET RACCONTA COME ELUDEVANO I CONTROLLI
Secondo il racconto di Voet, che è stato rinchiuso a lungo in carcere, le due ruote sono prigioniere da tempo delle pratiche dopanti e della cultura della scorciatoia. Così ad esempio cita gli stratategemmi adottati dai ciclisti per eludere i controlli delle urine. Dal vecchio sistema della peretta nascosta sotto al braccio (svelata da Pollentier nel 1978, quando il maldestro belga fu scoperto al Tour), alla provetta nascosta nel braccio ingessato, a quella appesa alla schiena, per non parlare della cannula infilata nell'ano e contenente un preservativo gonfio di urina "pulita".
Un campionario intero di modi per eludere i controlli a sorteggio di fine gara.
Ma ancora più accurati e collaudati i mezzi per gestire i corridori a cui forniva le sostanze.
Così con le perfusioni di sodio, preparati a base di acqua che servono per far diminuire il tasso di ematocrito nel sangue, cioè la quantità di globuli rossi.
Voet ha raccontato che li faceva avere ai ciclisti avvolte in tovaglioli e cosi venivano tenute pronte sotto ai letti di albergo. In caso di emergenza, leggi controlli improvvisi, potevano essere appese ad un chiodo (al posto dei quadri) e così utilizzate come flebo per smaltire l'ematocrito troppo alto per le soglie stabilite dall'UCI.
Già nel ‘97 inoltre, rivela ancora Voet, i due terzi dei ciclisti possedeva la "lavatrice" che serve ad isolare i globuli bianchi da quelli rossi e controllare così il tasso: un'operazione semplice e rapida resa possibile da quell'apparecchio che gli atleti hanno comprato per corrispondenza e in modo anonimo, facendo l'acquisto spesso a nome della moglie o di un parente.
Ancora più inquietante il particolare del cosiddetto "barattolo belga", un cocktail di sostanze e farmaci. Una specie di intruglio che somministrato in dosi da pochi millilitri assicura un propellente energetico enorme. È composto infatti da analgesici, anfetamine, caffeina, cocaina, eroina e spesso corticoidi. Voet, sul cortisone, denuncia un inquietante verità.
E cioè che quello somministrato ai corridori con un'intramuscolo (iniezione serale, verso le 22) non è rilevabile nel controllo delle urine, mentre in quello ematico è difficile dimostrare che sia di natura esogena perchè viene prodotto in modo naturale dai surreni.
Il prodotto che impiegava Voet già nel 1997 era il Kenacort, assunto in dosi da 10 milligrammi. Insomma, una vera e propria scienza parallela dell'illecito e della scorciatoia che secondo Voet impera da tempo e tutt'ora nel mondo delle due ruote. «I corridori sanno, sanno tutto» ha scritto tra l'altro. «Quando penso che ancora oggi, dopo un controllo positivo, continuano a giurare sulla testa di loro madre che sono stati dopati a loro insaputa...».



Fatta questa premessa, ad oggi l'unico incolpato ufficialmente è L.Jalabert.
Le Monde ha anticipato: Durand, Desbiens, Pantani, Ullrich, Julich, Zabel.

Aggiungo il quarto della generale: Rinero(accusato da Gaumont nel suo libro)e Boogerd(reo confesso con i Rabobank).
Anche se per questi due bisogna vedere se effettivamente i loro campioni di sangue vennero analizzati.
 
28 Gennaio 2013
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trek
mah! il ciclismo è l'unico sport che si sa far male da solo, ma se mcquiad ha detto che la vittoria di pantani non si tocca che senso ha! che in quegli anni molti erano dopati purtroppo non è una novità, ma stiamo parlando di 15 anni fa non ha senso, i prossimo controlli su chi saranno?? sui gladiatori dell'antica roma per vedere se quando combattevano erano dopati??

pantani, ullrich, julich, zabel e sicuramente altri ce ne saranno: ora mi chiedo che senso ha vedere nel nel 98 erano dopati se non gli possono togliere le vittorie?? far vedere a tutti che quelli erano atleti dopati e che tutto quello che hanno conquistato è stato frutto del dopin?? bè ci dovevano pensare 15 anni fa non oggi nel 2013!! questo ha solo queste conseguenza: far allontanare gli appassionati, fargli avere dei bubbi sugli atleti di oggi e far pensare a chi non segue il ciclismo che tutti sono dopati(mi riferisco agli atleti di oggi)!
So che il mio pensiero è l'opposto di molti utenti del forum, ma per me era meglio che questi nomi non fossero usciti e se qualcuno pensa che dico questo per difendere pantani si sbaglia perchè a me dispiace più di zabel che di pantani perchè mi piacciono di più i velocisti che gli scalatori!



 
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