Trovate le differenze. (guerciotti gravel vs bottecchia gravel carbon)

rapportoagile

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Io mi meraviglio che ci sia qualcuno che crede ancora che in Italia (ma potrei scrivere Europa) si producano telai in composito. Non lo fanno i grossi marchi, vuoi che piccole aziende marginali abbiano l'operaio specializzato che incolla manualmente pelli di carbonio? Maddai... Io non credo a Babbo Natale da anni...

Io non ho elementi per sostenere che qualche artigiano realizzi in Italia telai in composito, ma se così fosse mi vien da pensare: " perché un artigiano italiano, nella sua bottega, sarebbe in grado di realizzare telai migliori, più performanti, più robusti di un colosso oriantale con tanto di macchinari all'avanguardia e tanta esperienza?
Tanto per dire: Ho un MTB in titanio Paduano (marchio artigianale umbro, che credo abbia chiuso i battenti) comprata usata ma in ottimo stato una decina di anni fa. Allora pensai:" vabbè, non è leggerissima, ma è una bici "eterna". E poi vuoi mettere il fascino di un prodotto aritigianale italiano?...... Beh, proprio recentemente lavandola, ho scoperto una grossa crepa sul tubo verticale in prossimità del movimento centrale, che crede se non me ne fossi accorto nel giro di qualche uscita mi sarei trovato col sedere per terra. Per fortuna che qui a Bolzano c'è REWEL, che produce (lui sì artigianalmente) telai in titanio, che me l'ha saldata e rinforzata.
 
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garbino82

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bellissime
Io non ho elementi per sostenere che qualche artigiano realizzi in Italia telai in composito, ma se così fosse mi vien da pensare: " perché un artigiano italiano, nella sua bottega, sarebbe in grado di realizzare telai migliori, più performanti, più robusti di un colosso oriantale con tanto di macchinari all'avanguardia e tanta esperienza?
Tanto per dire: Ho un MTB in titanio Paduano (marchio artigianale umbro, che credo abbia chiuso i battenti) comprata usata ma in ottimo stato una decina di anni fa. Allora pensai:" vabbè, non è leggerissima, ma è una bici "eterna". E poi vuoi mettere il fascino di un prodotto aritigianale italiano?...... Beh, proprio recentemente lavandola, ho scoperto una grossa crepa sul tubo verticale in prossimità del movimento centrale, che crede se non me ne fossi accorto nel giro di qualche uscita mi sarei trovato col sedere per terra. Per fortuna che qui a Bolzano c'è REWEL, che produce (lui sì artigianalmente) telai in titanio, che me l'ha saldata e rinforzata.
Quindi come penso anch'io se uno volesse un telaio bdc veramente made in Italy sono convinto che debba orientarsi solo sul metallo ove è rimasto qualche ottimo artigiano tra i vari citati ... Tra i vari top brand ex italiani come Ciolnago, Cinarello, De Cosa ecc, di italiano ci sono rimaste le bandierine tricolori sulle decals (forse...)
 

alespg

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Quindi come penso anch'io se uno volesse un telaio bdc veramente made in Italy sono convinto che debba orientarsi solo sul metallo ove è rimasto qualche ottimo artigiano tra i vari citati ... Tra i vari top brand ex italiani come Ciolnago, Cinarello, De Cosa ecc, di italiano ci sono rimaste le bandierine tricolori sulle decals (forse...)
Colnago la C64 la fa in Italia, poi, liberi di non considerarla un top di gamma... Sarto, WR, Tittici, RDR fanno telai da corsa spettacolari, in Italia. Cippollini mi pare cche i telai li faccia costruire in Slovenia. Volendo, la scelta c'è.
 

alespg

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Io non ho elementi per sostenere che qualche artigiano realizzi in Italia telai in composito, ma se così fosse mi vien da pensare: " perché un artigiano italiano, nella sua bottega, sarebbe in grado di realizzare telai migliori, più performanti, più robusti di un colosso oriantale con tanto di macchinari all'avanguardia e tanta esperienza?
Tanto per dire: Ho un MTB in titanio Paduano (marchio artigianale umbro, che credo abbia chiuso i battenti) comprata usata ma in ottimo stato una decina di anni fa. Allora pensai:" vabbè, non è leggerissima, ma è una bici "eterna". E poi vuoi mettere il fascino di un prodotto aritigianale italiano?...... Beh, proprio recentemente lavandola, ho scoperto una grossa crepa sul tubo verticale in prossimità del movimento centrale, che crede se non me ne fossi accorto nel giro di qualche uscita mi sarei trovato col sedere per terra. Per fortuna che qui a Bolzano c'è REWEL, che produce (lui sì artigianalmente) telai in titanio, che me l'ha saldata e rinforzata.
Il Titanio è una brutta bestia da saldare, incorpora idrogeno che dà quei problemi a distanza di anni, Rewel sicuramente sà il fatto suo e conosce bene il materiale. lo stesso problema lo danno gli Oval Master di Colnago.... ma questo è OT.
 

Petgold969

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Non è la prima volta che Bottecchia marchia telai orientali open mould.
Anni fa acquistai il doppiacorsa in cina prima ancora che uscisse quello di bottecchia :mrgreen: :mrgreen:
Guerciotti ha fatto sempre la stessa cosa ma è comprensibile visto che si tratta di un piccolo marchio che non credo abbia la forza e i numeri per opzionare un telaio. Ci stao-o
 
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Ser pecora

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A me quello che mi infastidisce è quando produttori -e politici- italiani, invitano caldamente a comprare il MADE IN ITALY, salvo poi far produrre in Cina, ma solo per lucrarci il più possibile.

Non fare di tutta un'erba un fascio. Ci sono gli Open Mould, ovvero telai che alcuni terzisti cinesi offrono a catalogo e che possono poi essere acquistati da più aziende che li commercializzano. Ci sono progetti proposti e poi acquistati in esclusiva. E ci sono progetti dedicati che vengono realizzati in oriente su specifiche, progetto e supervisione del committente. E ci sono vari tipi di terzisti orientali con varia qualità. Da garage nel sottoscala ad aziende che oltre ai telai di bici fanno pezzi per satelliti di telecomunicazioni.
Ogni cosa ha un costo diverso, che varia molto.

Poi certo, c'è a legge che consente di apporre la scritta "Made in Italy":

Per prodotti industriali ed artigianali, è consentito apporre il marchio d’origine “Made in Italy”:
se tutte le parti sono fabbricate all’estero ma vengono successivamente assemblate in Italia per ottenere il prodotto finale,
oppure
se tutte le parti sono fabbricate in Italia e vengono successivamente assemblate all’estero ma senza che le parti fabbricate in Italia non subiscano trasformazioni o lavorazioni sostanziali


Cosa che potrà anche sembrare "scorretta", ma che consente anche a tante* ditte di stare sul mercato e conservare posti di lavoro, etc.etc...senza rubare a nessuno.

*basti pensare a tutto il settore di calzature ed abbigliamento, ben più corposo di 4 telai di bici

io devo essere massacrato dalla dogana se acquisto un telaio da 400 euro e le grandi ditte Italiane, importano dalla Cina a prezzi ridicoli e ricaricano sui prodotti pagati una miseria delle cifre esagerate.

È inutile paragonare il comprare qualche pezzo dalla Cina come privato con il commercializzare dei prodotti.
Per capirlo basta provare: importi ruote o telai o quello che ti pare dalla Cina e poi provi a venderli pagandoci sopra tutto il dovuto di tasse, permessi e balzelli italici. Poi vediamo.
Al netto che il mercato è stra-saturo e per vendere i tuoi o li vendi sottocosto o ti sveni pure di "marketing" con risultati tutti da vedere...

Ovviamente si possono criticare i marchi italiani che spendono la loro storia e blasone (l'unico vero valore aggiunto) comprando Open Mould, ma oggi fare diversamente è molto molto difficile, perché la tecnologia non c'è, visto che nessuno ha investito da 20 anni nel settore del carbonio, ed i costi di produzione in EU mettono i prodotti in una nicchia al limite del fuori mercato. Basti vedere i recenti fallimenti di Carbon Sports e Time (telai).

Perchè poi, ricordo, "della filiera" fanno parte anche i consumatori, che sono anche quelli che vanno a provare le scarpe in negozio per poi comprarle su internet, che cercano di inculare le aziende sulle garanzie per la crepetta della vernice con somma gioia, che comprano cloni cinesi illegali, che giustificano in ogni modo le proprie scelte ed i propri pre-concetti, etc..
 

rapportoagile

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Cosa che potrà anche sembrare "scorretta", ma che consente anche a tante* ditte di stare sul mercato e conservare posti di lavoro, etc.etc...senza rubare a nessuno.

*basti pensare a tutto il settore di calzature ed abbigliamento, ben più corposo di 4 telai di bici

Se la legge lo consente non è neppure scorretta. Trovo scorretto pontificare che si tratta di Made in Italy quando non lo è.
Personalmente non ho nessun problema ad acquistare prodotti (sportivi, abbigliamento etc) prodotti in Cina, purchè di qualità.
Che male c'è dichiarare il Paese di costruzione?
L'autunno scorso ho acquistato una lavatrice. Ho scelto una SMEG, perché italiana (a Guastalla). Se si apre il sito si legge che produce in Italia dal 1948. Dopo soli 5 mesi un problema mi costringe a chiedere un intervento tecnico, e l'addetto mi confida che la sede è sì, in Italia, ma che la lavatrice viene prodotta in Turchia, in un polo industriale specializzato in elettrodomestici, dal quale attingono praticamente tutte le marche più blasonate del settore (anche tedesche, salvo qualche rara eccezione). Rispulciando il sito SMEG non c'é alcun cenno del Paese di produzione.
Ormai il mondo è così: si produce dove c'é più convenienza (fiscale, salari più bassi): per guadagnare di pIù, o semplicemente per riuscire a sopravvivere e stare sul mercato. Però se si"ricama" con tecnologia italiana, design italiano, che si aggiunga anche, senza nascondersi, Made in Turkey (o China)
 

Ser pecora

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Però se si"ricama" con tecnologia italiana, design italiano, che si aggiunga anche, senza nascondersi, Made in Turkey (o China)

..beh, se la lavatrice (o la bici) è progettata in Italia, disegnata in Italia e commercializzata in Italia (quindi poi con l'azienda tassata in Italia) c'è un tot di italiano no?

Comunque è chiaro che il discorso è spinoso, proprio perché come dici tu c'è una retorica sul "made in" (non solo in Italia, eh) che sembra quasi "compensatoria", nel senso che a volte non si capisce se serva a promuovere o giustificare.
Retorica che per altro si sta sempre più rivelando un'arma politica più che altro. Ma qui si sconfina nella politica, appunto...
 

bradipus

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qualunquemente
in settori tecnologicamente avanzati / complessi, il 'made in...' ha sempre meno significato, visto il numero di componenti e la relativa provenienza.
leggevo tempo fa che per fare un sedile di un'auto americana (non ricordo il marchio) sono coinvolti una ventina di fornitori diversi. per un sedile.
allo stesso modo, ci sono auto tedesche che adottano componentistica italiana (specie di aziende venete e lombarde) per un valore complessivo forse superiore a quello incorporato in auto di produzione 'italiana' ma che hanno componentistica della più disparata provenienza.
 
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Ser pecora

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in settori tecnologicamente avanzati / complessi, il 'made in...' ha sempre meno significato, visto il numero di componenti e la relativa provenienza.

...in ambito scientifico e tecnologico chissà quando l'ha mai avuta...anzi, scoperte ed avanzamenti sono sempre state imprese collettive e "globali". Basti pensare alla matematica di base che è frutto di scoperte di millenni fa in scambi tra paesi arabi, indiani greci, etc...

Magari tra un po', a bocce fredde, sarebbe bello che qualcuno analizzasse quanti danni ha fatto globalmente la retorica del "made in", a cominciare da quella sul cibo...
 
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Petgold969

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Se la legge lo consente non è neppure scorretta. Trovo scorretto pontificare che si tratta di Made in Italy quando non lo è.
Personalmente non ho nessun problema ad acquistare prodotti (sportivi, abbigliamento etc) prodotti in Cina, purchè di qualità.
Che male c'è dichiarare il Paese di costruzione?
L'autunno scorso ho acquistato una lavatrice. Ho scelto una SMEG, perché italiana (a Guastalla). Se si apre il sito si legge che produce in Italia dal 1948. Dopo soli 5 mesi un problema mi costringe a chiedere un intervento tecnico, e l'addetto mi confida che la sede è sì, in Italia, ma che la lavatrice viene prodotta in Turchia, in un polo industriale specializzato in elettrodomestici, dal quale attingono praticamente tutte le marche più blasonate del settore (anche tedesche, salvo qualche rara eccezione). Rispulciando il sito SMEG non c'é alcun cenno del Paese di produzione.
Ormai il mondo è così: si produce dove c'é più convenienza (fiscale, salari più bassi): per guadagnare di pIù, o semplicemente per riuscire a sopravvivere e stare sul mercato. Però se si"ricama" con tecnologia italiana, design italiano, che si aggiunga anche, senza nascondersi, Made in Turkey (o China)

Diciamo pure che spesso si produce in queii posti perchè oltre a quello già citato ci sono norme meno stringenti sotto il profilo dell'inquinamento e dei diritti umani (per dirla in maniera sobria) o-o
 
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..beh, se la lavatrice (o la bici) è progettata in Italia, disegnata in Italia e commercializzata in Italia (quindi poi con l'azienda tassata in Italia) c'è un tot di italiano no?

Comunque è chiaro che il discorso è spinoso, proprio perché come dici tu c'è una retorica sul "made in" (non solo in Italia, eh) che sembra quasi "compensatoria", nel senso che a volte non si capisce se serva a promuovere o giustificare.
Retorica che per altro si sta sempre più rivelando un'arma politica più che altro. Ma qui si sconfina nella politica, appunto...

Sì certo, un po' di Italia ci sarà; anche se i tecnico che ha eseguito l'intervento, e che è stato fisicamente in Turchia, mi ha rivelato che "vendono" con la formula "tutto compreso", nel senso che si occupano pure del design personalizzato per ogni azienda.
Come dicevo, personalmente del "MADE in...." interessa relativamente, anzi proprio poco.Però non mi va essere preso per i ciapet, e pagare un tot di più per un "Made in Italy" che non è! Tutto qui
 

kikhit

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tra torinese e pinerolese, un po' qui e un po' lì
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una bitumiera e altri aggeggi a pedali con due ruote più o meno grasse
...in ambito scientifico e tecnologico chissà quando l'ha mai avuta...anzi, scoperte ed avanzamenti sono sempre state imprese collettive e "globali". Basti pensare alla matematica di base che è frutto di scoperte di millenni fa in scambi tra paesi arabi, indiani greci, etc...

Magari tra un po', a bocce fredde, sarebbe bello che qualcuno analizzasse quanti danni ha fatto globalmente la retorica del "made in", a cominciare da quella sul cibo...

beh l'interessante concetto di 'glocalizzazione' teorizzato da Robertson è molto sfruttato anche al di fuori dell'ambito sociologico, non a caso il marketing recente lo utilizza ampiamente per 'declinare in maniera locale' alcuni prodotti standardizzati e senza specificità locali e culturali, 'inventandosi' di fatto una narrazione in cui queste ultime sono invece protagoniste.
 

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beh l'interessante concetto di 'glocalizzazione' teorizzato da Robertson è molto sfruttato anche al di fuori dell'ambito sociologico, non a caso il marketing recente lo utilizza ampiamente per 'declinare in maniera locale' alcuni prodotti standardizzati e senza specificità locali e culturali, 'inventandosi' di fatto una narrazione in cui queste ultime sono invece protagoniste.
spiega ad una zucca vuota...
tipo mcdonalds? carne italiana, formaggio italiano?????
ma poi hamburger è sempre lo stesso (nel senso che è standardizzato ovunque)
 

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Sì certo, un po' di Italia ci sarà; anche se i tecnico che ha eseguito l'intervento, e che è stato fisicamente in Turchia, mi ha rivelato che "vendono" con la formula "tutto compreso", nel senso che si occupano pure del design personalizzato per ogni azienda.
Come dicevo, personalmente del "MADE in...." interessa relativamente, anzi proprio poco.Però non mi va essere preso per i ciapet, e pagare un tot di più per un "Made in Italy" che non è! Tutto qui
l'open mold non esiste solo nelle bici, nei settori dell'elettronica e degli elettrodomestici è arrivato anche prima.
La fabbrica turca è la Arcelik e commerrcializza propri prodotti a marchio BEKO. Un'altra è la Hisense cinese.
 
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4 Marzo 2011
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paduano fidia
Se vuoi l'artigiano ti fa la bici della misura corretta, comprare un telaio della misura sbagliata lo si può fare sia a catalogo che facendoselo costruire apposta...della misura sbagliata...
Che significa quello che hai scritto? C'è qualcuno che si fa fare un "su misura" sbagliato apposta?
Comunque volevo dire che io non ci trovo nulla di strano su queste bici che alla fine hanno lo stesso fornitore di telai, come magari lo stesso fornitore di ruote. Forse che qualcuno si meraviglia se due bici differenti poi magari hanno vari componenti uguali.
E già che ci siamo rispondo pure ad @Melvin
È diverso tempo che frequento il mondo gravel e mi è capitato di vedere telai spacciati come "su misura", in acciaio ovviamente, che di sartoriale non avevano niente. Per questo dicevo che "meglio queste" di quelle di alcuni artigiani italiani.
Questo è come la penso io,
Invece se l'intento era di buttarla in polemica da me non avrete nessun indizio salvo invitarvi a guardare alcune bici presentate qui e sul forum marrone.
 

Melvin

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@Melvin
È diverso tempo che frequento il mondo gravel e mi è capitato di vedere telai spacciati come "su misura", in acciaio ovviamente, che di sartoriale non avevano niente. Per questo dicevo che "meglio queste" di quelle di alcuni artigiani italiani.
Questo è come la penso io,
Invece se l'intento era di buttarla in polemica da me non avrete nessun indizio salvo invitarvi a guardare alcune bici presentate qui e sul forum marrone.
Grazie per la risposta...
La mia era una semplice domanda dettata dalla curiosità e che per nessun motivo voleva risultare polemica.
 
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