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Randonnées ed Ultracycling
Verona-Resia-Verona 2018
Testo
<blockquote data-quote="Zonzolo" data-source="post: 6186036" data-attributes="member: 28544"><p>Ho partecipato all’ultima Verona Resia Verona e sono rientrato a casa contento come tutte le altre volte.</p><p></p><p>Bello rincontrare dei cari amici con i quali ho condiviso diverse altre randonnée e qualche chilometro di questa (Marco e Armida, ormai andate troppo forte per me!).</p><p>Stupendi i panorami ed il percorso fra il lago di Garda e Resia ed al ritorno fra Resia e Volargne; per me la VRV è probabilmente la più bella randonnée del nord italia.</p><p>Faticosa il giusto con l’inserimento di qualche nuova salita, ma senza stravolgere il percorso, ormai classico.</p><p>Cortesi come sempre gli organizzatori, che hanno saputo rimediare a qualche intoppo logistico e organizzativo.</p><p>Bella la maglia celebrativa, compresa nel prezzo dell’iscrizione di soli 30 €.</p><p></p><p>Unica cosa da rivedere, gli ultimi 40 chilometri del percorso. Dopo aver sfiorato S.Ambrogio, la sede di arrivo, andare fino a Verona, a tratti nel caos del traffico domenicale e poi rientrare fino a S.Ambrogio, passando per stradine talvolta sterrate, con continui cambi di direzione, è stato noioso e a tratti frustrante. Vedere l’arrivo a pochi chilometri e girargli intorno, come un’ape intorno ad un fiore, con quel caldo e dopo 550 chilometri, non è stato il massimo. I posti attraversati nella valpolicella erano molto belli, difficile però goderseli in quelle condizioni.</p><p></p><p>Un discorso a parte merita il comportamento di alcuni randonneur.</p><p></p><p>Nel primo tratto sono partito molto piano e avendo almeno venti persone dietro di me pensavo che presto mi avrebbe raggiunto qualche gruppetto, ma solo dopo oltre venti chilometri in tre mi hanno raggiunto, e tutti gli altri? Temo che invece di andare verso Verona in diversi abbiano peferito andare direttamente verso il Lago di Garda. A Resia in molti hanno preferito passare sulla statale anziché lungo la più impegnativa ciclabile. Almeno un partecipante ha preferito evitare la salita al lago di Caldaro, passando sulla ciclabile lungo Adige. Lo stesso è avvenuto dopo Avio con randonneur che alla bella ciclabile hanno preferito la molto più scorrevole SS12, “tanto è lo stesso…”. Infine all’arrivo, la mia bici impolverata per aver percorso gli sterrati della valpolicella faceva una strana figura vicino a quelle pulite di parecchi altri partecipanti…</p><p></p><p>La mia sensazione è che ovunque si potesse in qualche modo evitare chilometri e salite, in parecchi non si siano minimamente posti il problema se farlo o meno, “tanto è lo stesso… “. L’importante era ritornare prima possibile a S.Ambrogio.</p><p></p><p>Tutto questo, come randonneur, non mi crea il minimo fastidio. Questi giri li faccio per il mio piacere personale e per condividere la fatica e l’avventura con persone che vivono le mie stesse emozioni, degli altri poco mi importa. <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/meditate.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":yoga:" title="Meditate :yoga:" data-shortname=":yoga:" /></p><p></p><p>Mi spiace molto invece come Italiano; possibile che in questo strano paese così tanti non si facciano il minimo problema a barare con se stessi, pur di poter raccontare agli amici di aver compiuto una “impresa” che in realtà è taroccata? Se neppure in una attività così “inutile” riusciamo a rispettare le regole del gioco, che pure abbiamo liberamente scelto, ho paura a pensare a cosa accadrà di fronte ai problemi veri. <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/ac6.gif" class="smilie" loading="lazy" alt="gandalf" title="Ac6 gandalf" data-shortname="gandalf" /></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Zonzolo, post: 6186036, member: 28544"] Ho partecipato all’ultima Verona Resia Verona e sono rientrato a casa contento come tutte le altre volte. Bello rincontrare dei cari amici con i quali ho condiviso diverse altre randonnée e qualche chilometro di questa (Marco e Armida, ormai andate troppo forte per me!). Stupendi i panorami ed il percorso fra il lago di Garda e Resia ed al ritorno fra Resia e Volargne; per me la VRV è probabilmente la più bella randonnée del nord italia. Faticosa il giusto con l’inserimento di qualche nuova salita, ma senza stravolgere il percorso, ormai classico. Cortesi come sempre gli organizzatori, che hanno saputo rimediare a qualche intoppo logistico e organizzativo. Bella la maglia celebrativa, compresa nel prezzo dell’iscrizione di soli 30 €. Unica cosa da rivedere, gli ultimi 40 chilometri del percorso. Dopo aver sfiorato S.Ambrogio, la sede di arrivo, andare fino a Verona, a tratti nel caos del traffico domenicale e poi rientrare fino a S.Ambrogio, passando per stradine talvolta sterrate, con continui cambi di direzione, è stato noioso e a tratti frustrante. Vedere l’arrivo a pochi chilometri e girargli intorno, come un’ape intorno ad un fiore, con quel caldo e dopo 550 chilometri, non è stato il massimo. I posti attraversati nella valpolicella erano molto belli, difficile però goderseli in quelle condizioni. Un discorso a parte merita il comportamento di alcuni randonneur. Nel primo tratto sono partito molto piano e avendo almeno venti persone dietro di me pensavo che presto mi avrebbe raggiunto qualche gruppetto, ma solo dopo oltre venti chilometri in tre mi hanno raggiunto, e tutti gli altri? Temo che invece di andare verso Verona in diversi abbiano peferito andare direttamente verso il Lago di Garda. A Resia in molti hanno preferito passare sulla statale anziché lungo la più impegnativa ciclabile. Almeno un partecipante ha preferito evitare la salita al lago di Caldaro, passando sulla ciclabile lungo Adige. Lo stesso è avvenuto dopo Avio con randonneur che alla bella ciclabile hanno preferito la molto più scorrevole SS12, “tanto è lo stesso…”. Infine all’arrivo, la mia bici impolverata per aver percorso gli sterrati della valpolicella faceva una strana figura vicino a quelle pulite di parecchi altri partecipanti… La mia sensazione è che ovunque si potesse in qualche modo evitare chilometri e salite, in parecchi non si siano minimamente posti il problema se farlo o meno, “tanto è lo stesso… “. L’importante era ritornare prima possibile a S.Ambrogio. Tutto questo, come randonneur, non mi crea il minimo fastidio. Questi giri li faccio per il mio piacere personale e per condividere la fatica e l’avventura con persone che vivono le mie stesse emozioni, degli altri poco mi importa. :yoga: Mi spiace molto invece come Italiano; possibile che in questo strano paese così tanti non si facciano il minimo problema a barare con se stessi, pur di poter raccontare agli amici di aver compiuto una “impresa” che in realtà è taroccata? Se neppure in una attività così “inutile” riusciamo a rispettare le regole del gioco, che pure abbiamo liberamente scelto, ho paura a pensare a cosa accadrà di fronte ai problemi veri. gandalf [/QUOTE]
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