Visita a Colnago

danny

Apprendista Scalatore
27 Maggio 2004
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Arezzo
www.danny.it
guarda che la tecnica monoscocca non è affatto più cara di altre, anzi se si riesce a lavorare sui grandi numeri può risultare addirittura la soluzione più economica.

ma cosa dici? vuoi forse paragonare i costi di avere 1) macchina cnc per taglio tessuti di carbonio 2) costruzione stampi per ogni taglia 3) tempo per posizionare le varie pezze sugli stampi 4) costo autoclavi

contro invece comprare i tubi già fatti tagliarli e incollarli e fasciarli?

non credo proprio abbia gli stessi costi.
 

crock

Ammiraglia
16 Aprile 2004
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Lomaniga
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quello che non mi piace è che chi come colnago produce telai non monoscocca abbia prezzi in linea con il mercato di chi magari fà telai monoscocca.

hai presente una congiunzione colnago?!?
è fatta monoscocca, con stampo a perdere...e non è per nulla semplice come fasciare "due tubi".
Tra l'altro anche i tubi 3prs non sono propriamente economici da realizzare!!!

Se il clx e il cx1, che sono monoscocca, costano meno dell'eps, un motivo ci sarà...
 

ezio79

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4 Aprile 2007
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sbt
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Bici
di ogni tipo
ma cosa dici? vuoi forse paragonare i costi di avere 1) macchina cnc per taglio tessuti di carbonio 2) costruzione stampi per ogni taglia 3) tempo per posizionare le varie pezze sugli stampi 4) costo autoclavi

contro invece comprare i tubi già fatti tagliarli e incollarli e fasciarli?

non credo proprio abbia gli stessi costi.
come Ti ho detto sui grandi numeri può anche rappresentare la soluzione più economica.
Poi non dimentichiamo che la maggior parte dei monoscocca in carbonio escono dalle fabbriche del sud-est asiatico intorno ai 100$+ forcella ...
quindi non mi sembra che i costi di produzione siano così elevati.
 

W LA RAZA!!!

Pignone
12 Aprile 2007
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come Ti ho detto sui grandi numeri può anche rappresentare la soluzione più economica.
Poi non dimentichiamo che la maggior parte dei monoscocca in carbonio escono dalle fabbriche del sud-est asiatico intorno ai 100$+ forcella ...
quindi non mi sembra che i costi di produzione siano così elevati.

Il servizio di Ser pecora è davvero interessante e mi affascina da appassionato del settore, aggiungo però che è un pò triste pensare che un pezzo così importante della storia italiana (e non è l'unico), per continuare a competere nel mercato mondiale debba far realizzare i suoi prodotti all'estero per contenere i costi.
Finchè non ci saranno riequilibrature a livello mondiale...:angrymod:
 

Clodovico

Mago di Otz
30 Ottobre 2006
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Feathery Princess & Dark Mistress
Il servizio di Ser pecora è davvero interessante e mi affascina da appassionato del settore, aggiungo però che è un pò triste pensare che un pezzo così importante della storia italiana (e non è l'unico), per continuare a competere nel mercato mondiale debba far realizzare i suoi prodotti all'estero per contenere i costi.
Finchè non ci saranno riequilibrature a livello mondiale...:angrymod:
Come detto e ribadito decine di volte, e come ampiamente documentato qui e sui video di cyclingnews, i top di gamma sono made in cambiago con tubazioni made in Colonella da parte della Atr. Dove sia l'estero non lo vedo.
 
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Pignone
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Come detto e ribadito decine di volte, e come ampiamente documentato qui e sui video di cyclingnews, i top di gamma sono made in cambiago con tubazioni made in Atr. Dove sia l'estero non lo vedo.




Non ho letto tutti i post su colnago, mi sono basato su alcuni shop-online italiani, dove la CX1 (per fare un esempio) viene presentata come Made in Taiwan (se occorre posso postare il sito), e su un forum trovato su internet, in inglese, dove all'estero si parla dei telai CX1 e C50 come telai made in Taiwan e poi venduti a prezzi molto alti dalle loro parti.
Solo questo.
Il mio non vuole essere un giudizio morale, solo un parere personale.

Paolo

o-o
 

Clodovico

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Non ho letto tutti i post su colnago, mi sono basato su alcuni shop-online italiani, dove la CX1 (per fare un esempio) viene presentata come Made in Taiwan (se occorre posso postare il sito), e su un forum trovato su internet, in inglese, dove all'estero si parla dei telai CX1 e C50 come telai made in Taiwan e poi venduti a prezzi molto alti dalle loro parti.
Solo questo.
Il mio non vuole essere un giudizio morale, solo un parere personale.

Paolo

o-o
Il CX1 e' made in Taiwan come la stessa Colnago correttamente dice. Il C50, Extreme Power, Extreme-C e ECS (i top di gamma) sono made in Cambiago/Colonella.
 

crock

Ammiraglia
16 Aprile 2004
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Non ho letto tutti i post su colnago, mi sono basato su alcuni shop-online italiani, dove la CX1 (per fare un esempio) viene presentata come Made in Taiwan (se occorre posso postare il sito), e su un forum trovato su internet, in inglese, dove all'estero si parla dei telai CX1 e C50 come telai made in Taiwan e poi venduti a prezzi molto alti dalle loro parti.
Solo questo.
Il mio non vuole essere un giudizio morale, solo un parere personale.

Paolo

o-o
il cx1, legalmente, è fatto in italia. A taiwan è realizzato soltanto il triangolo anteriore monoscocca, che poi arriva da noi e viene incollato al carro, rifinito e verniciato. Per la legge italiana ci sarebbero gli estremi per appiccicare "made in italy"...cosa che colnago non fa, per correttezza verso il cliente.

il c50 viene fatto invece in italia, da sempre e fino a che verrà prodotto.
 
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Clodovico

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il cx1, legalmente, è fatto in italia. A taiwan è realizzato soltanto il triangolo anteriore monoscocca, che poi arriva da noi e viene incollato al carro, rifinito e verniciato. Per la legge italiana ci sarebbero gli estremi per appicciare "made in italy"...cosa che colnago non fa, per correttezza verso il cliente.

il c50 viene fatto invece in italia, da sempre e fino a che verrà prodotto.
Questa si chiama serieta'.
 

W LA RAZA!!!

Pignone
12 Aprile 2007
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il cx1, legalmente, è fatto in italia. A taiwan è realizzato soltanto il triangolo anteriore monoscocca, che poi arriva da noi e viene incollato al carro, rifinito e verniciato. Per la legge italiana ci sarebbero gli estremi per appiccicare "made in italy"...cosa che colnago non fa, per correttezza verso il cliente.

il c50 viene fatto invece in italia, da sempre e fino a che verrà prodotto.


Prendo atto con piacere di questa cosa: sto cercando una bici nuova e sapere che la produzione è effettivamente italiana (e non una mera importazione con una rifinitura o assemblaggio che permetterebbe l'utilizzo del marchio "made in Italy" come purtroppo la legge italiana consente), mi fa propendere per l'acquisto di una Colnago.
Grazie per la precisazione
o-o


Questa si chiama serieta'.


condivido pienamente.

Netta controtendenza rispetto alla moda.
 

porcatrota

Novellino
12 Maggio 2008
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come Ti ho detto sui grandi numeri può anche rappresentare la soluzione più economica.
Poi non dimentichiamo che la maggior parte dei monoscocca in carbonio escono dalle fabbriche del sud-est asiatico intorno ai 100$+ forcella ...
quindi non mi sembra che i costi di produzione siano così elevati.

Parole sacrosante, ma con un errore: fai anche 40-50$ anziché 100$.
Tuttavia, a mio parere, la domanda ficcante non è se costa di più utilizzare una tecnologia o l'altra, che pure è determinante, ma: siamo sicuri che chi oggi col carbonio utilizza una determinata tecnica costruttiva sostanzialmente derivata dall'assemblaggio tradizionale, tubi e giunzioni lo è, anche se al posto del saldatore c'è la colla, il sovralaminato ("fasciato" brrrr), pure lo è, e discende direttamente dalla saldatura testa a testa con fillet brazing, lo faccia perché quuesta è la via migliore per utilizzare il materiale composito oppure perché cerca di applicare la conoscenza che già ha perché non ne ha altre? Oppure, se può andare meglio così: un nuovo materiale, per dare il meglio di sé potrebbe richiedere l'utilizzo di una nuova tecnologia oppure basta quella "vecchia"? Ah, saperlo....
 

Ser pecora

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dove capita
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siamo sicuri che chi oggi col carbonio utilizza una determinata tecnica costruttiva sostanzialmente derivata dall'assemblaggio tradizionale, lo faccia perché quuesta è la via migliore per utilizzare il materiale composito oppure perché cerca di applicare la conoscenza che già ha perché non ne ha altre? Oppure, se può andare meglio così: un nuovo materiale, per dare il meglio di sé potrebbe richiedere l'utilizzo di una nuova tecnologia oppure basta quella "vecchia"? Ah, saperlo....

Io credo che il punto stia nei vincoli del regolamento a cui è subordinata la struttura che è il telaio della bici che forzatamente limita grandi voli pindarici nell'utilizzo del carbonio.
Utilizzare tubi dalle forme particolari o usare un sistema di collegamento piuttosto che un altro non cambia molto il risultato.
A questo aggiungerei che quasi tutte le applicazioni "high-tech" del carbonio sono molto "mirate" nell'ottenimento di una caratteristica (orientamento rigidità). Il luogo comune del "rigido, ma comodo" del carbonio mi pare prometta più di quanto possa mantenere, se non una naturale propensione allo smorzamento di una certa frequenza di vibrazioni, che però è indipendente dall'orientamento delle fibre, etc..

Insomma, se ci fosse libertà totale di stravolgere la forma del telaio credo si potrebbero ottenere cose molto innovative, trovandosi con qualcosa di parecchio differente dalle bici odierne sotto le chiappe però.
Sempre poi che "prestazionalmente" ne valga la pena. Soprattutto dal punto di vista costi/benefici, che già ora nel settore bici gratta il fondo del barile da un pezzo.
 

canzo

Apprendista Velocista
15 Gennaio 2008
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Cannondale r700 Bianchi 603
Io credo che il punto stia nei vincoli del regolamento a cui è subordinata la struttura che è il telaio della bici che forzatamente limita grandi voli pindarici nell'utilizzo del carbonio.
Utilizzare tubi dalle forme particolari o usare un sistema di collegamento piuttosto che un altro non cambia molto il risultato.
A questo aggiungerei che quasi tutte le applicazioni "high-tech" del carbonio sono molto "mirate" nell'ottenimento di una caratteristica (orientamento rigidità). Il luogo comune del "rigido, ma comodo" del carbonio mi pare prometta più di quanto possa mantenere, se non una naturale propensione allo smorzamento di una certa frequenza di vibrazioni, che però è indipendente dall'orientamento delle fibre, etc..

Insomma, se ci fosse libertà totale di stravolgere la forma del telaio credo si potrebbero ottenere cose molto innovative, trovandosi con qualcosa di parecchio differente dalle bici odierne sotto le chiappe però.
Sempre poi che "prestazionalmente" ne valga la pena. Soprattutto dal punto di vista costi/benefici, che già ora nel settore bici gratta il fondo del barile da un pezzo.

a questo punto sorge spontanea una domanda: sarebbe auspicabile la rimozione dei vincoli UCI sulla forma del telaio? O comunque, chi sarebbe disposto a comprare una bici "strana" (ma performante)?
 

canzo

Apprendista Velocista
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Grandissimo Ser Pec...

Ti ripeto che hai del talento, non sprecarlo....

Grazie o-o
In che senso? ;nonzo%

Cercando di utilizzarlo con continuità e non abbandonare la scrittura, coltivando nel contempo buone letture, tipo scrittori italiani del dopoguerra ( o qualunque cosa - purché di qualità - ti piaccia )....

OT: che bella la comunicazione a distanza: @Abu, guarda che Ser nel dopoguerra c'era, non è che abbia bisogno di leggerlo sui libri :mrgreen:
 

Ser pecora

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a questo punto sorge spontanea una domanda: sarebbe auspicabile la rimozione dei vincoli UCI sulla forma del telaio?

Per me no. Tutto sommato non credo si otterrebbero "prestazioni" molto diverse, se non dal punto di vista aerodinamico, però con uno stravolgimento deciso delle forme. Non so se ne valga la pena.
Per me un miglioramento del 1% a fronte di investimenti superiori del 50% non è vera "innovazione" .

O comunque, chi sarebbe disposto a comprare una bici "strana" (ma performante)?

Tutti. E' da un pezzo che il marketing arriva dove l'ingegneria nemmeno si sogna :-)
 

porcatrota

Novellino
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a questo punto sorge spontanea una domanda: sarebbe auspicabile la rimozione dei vincoli UCI sulla forma del telaio?

Assolutamente si, dove si firma? Alla luce di quanto accaduto negli ultimi anni, di può dimostrare che alla UCI hanno la stessa competenza sull'equipaggiamento tecnicoa che può avere una cozza pelosa applicata allo studio di una supernova.
Basti ricordarne una: l'aver stabilito una misura assoluta (e non una proporzionale a qualche segmento corporeo dell'atleta) entro la quale contenere l'estensione manubrio per evitare che si ripetesse la posizione cosiddetta "superman". Il risultato? Che gli atleti di piccola taglia vi si potevano accomodare lo stesso, mentre gli altri no. Ecco dove sono bravi: mettere insieme pirlata e iniquità sportiva in un solo colpo.
Per tornare ai limiti di forma (o perché no, anche di peso), sarebbe sufficiente che si stabilisca che il telaio deve prima passare attraverso un test di laboratorio, utilizzando l'attuale CEN, magari, oppure un apposito protocollo, che ne stabilisca l'assoluta sicurezza per gli atleti che lo dovranno utilizzare, cosa che deve essere SEMPRE garantita primo di ogni altra. Poi via libera alla fantasia. E non si preoccupi (come dice di voler fare l'UCI quando sostiene che allora i paesi poveri non potrebbero tenere il passo con glia ltri nella sperimentazione tecnica), chi pensa che i costi non siano proporzionati ai benefici, c'è sempre qualcuno a cui piace fare lo sponsor. Dobbiamo ricordare Colnago che in piena guerra fredda era accolto come Yuri Gagarin quando atterrava a Mosca (due macchine della polizia lo andavano a prendere appena sotto l'aereo, dice lui), semplicemente perché forniva l'attrezzatura alla nazionale di quel paese?

Avresti dovuto vedere l'incazzatura dei responsabili marketing di Zipp o di Corima (al tempo presidente del COLIBI - lobby dei produttori europei-) e di tanti altri (l'avete mai visto il telaio con il quale ha debuttato Cervelo?), l'indomani dell'approvazione della norma sulla forma obbligata a doppio diamante dei telai!
 
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