Visita a Dario Pegoretti

Ser pecora

Diretur
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90 kg di arrosto e niente fumo. Ecco definito Dario Pegoretti, la faccia dell'artigianato italiano all'estero. Non l'arrosto della nonna pero',con la salvia ed il rosmarino, ma un arrosto esotico, cucinato con strane spezie esotiche ed introvabili; spezie che una volta assaggiate fanno sembrare l'officina di Caldonazzo l'isola Chenonc'é, sospesa tra le nuvole basse che scendono dai monti e le brume che salgono dal lago in questo caldo Gennaio.
L'uomo si tradisce continuamente e tutto nel'officina/atelier di Dario tradisce qualcosa di fuori dal normale nell'ambiente: sarà la musica jazz che fuoriesce da uno stereo valvolare ("manie"), sarà per la livrea psichedelica dei responsorium
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(l'ultimo telaio sfornato da Dario) in verniciatura, sarà per il cane Jack che mi segue ovunque e mi annusa sospettoso, sarà per la cucina ricavata in mezzo a banchi di saldatura e dime
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, sarà.....sarà, ma in quel di Caldonazzo c'è qualcosa di diverso.
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Qui le bici nascono in una famiglia particolare, come quelle di quei figli fortunati che si ritrovano genitori artisti e giramondo e senza sforzo conoscono posti, persone e lingue che gli altri devono studiare con fatica e con risultati che non saranno mai gli stessi.
I figli viziati di Dario Pegoretti si chiamano Duende, Big Leg Emma, Love#3, GGM, Marcelo, Responsorium etc... fino ad arrivare a Luigino, che è il figlio primogenito, quello saggio e posato che è anche un po' secondo padre degli altri, quello che ha ereditato tutto e continua la storia di famiglia.
Luigino, come il nome del maestro e suocero di Dario, Luigino Milani, l'uomo che gli ha insegnato "come si fa", secondo i dettami della scuola Veronese, Veneta, Italiana
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Perchè alla fine, ai saloni "dell'hand made"in giro per il mondo, a fare bella figura, a farci fare bella figura ci va lui, il Luigino, mica altri. Perchè alla fine son tutti bravi a parlare di tradizione, artigianato, "fatto a mano"....ma poi conta quello che fai, quello che sai fare, "perchè vendere è difficile, ma prima devi costruire quello che poi vendi" mi dice Dario mentre si beve il 2° caffé in 45 minuti (nel mondo di oggi fatto tutto di "immagine e PR" mi suona strano, ma lui lo dice come se non potesse che essere cosi'...). Se lo beve di fretta il caffè, mentre "frigge" a stare seduto e parlare: si muove, si alza, si gratta. Inquieto. Il tempo della riflessione è di notte, non quando dorme, ma quando si mette alla scrivania e nella quiete della Caldonazzo notturna tira fuori dal cilindro nuove grafiche, nuove idee per vestire i suoi figli viziati (come in questo caso: da delle etichette pasticciate sotto al tavolo, al pc, all'idea finita
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Non é un tipo paziente, come non sono pazienti le sue bici: trasudano voglia di correre, bici "da corsa" per eccellenza; in tutti i sensi. "Bici di corsa", come di corsa è Dario. Mi fa ridere mentre, parlando di un telaio di Darryll McCullogh costruito in 200 ore di lavoro, mi dice: "non ci riuscirei mai, per farcela mi servirebbe il Lexotan". Troppe cose da fare per restare 1 mese su un telaio solo. A Caldonazzo si lavora a ritmo di Jazz sincopato, non di sinfonie wagneriane da 8h.
Ogni strumento nella sua officina/atelier lo fa capire: da l'idea che qualcuno sia appena dovuto scappare per una attaacco aereo dovendo lasciar l'attrezzo che aveva in mano per salvarsi la pelle. Ma a guardar bene si capisce che c'è un ordine. L'ordine dell'impellenza, quella di saldare un telaio alle 4 di mattina se gli gira cosi'.
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E' l'ordine quasi perfetto pero'. Quello di chi sa cosa fa e sa spiegare perchè lo fa e perchè lo fa proprio cosi'. Senza vendere caxxate o con giri di parole, anzi con 2 "porchi" ben piazzati che fanno tenere i piedi ben piantati per terra.
Come mentre mi analizza al computer le foto di un pezzo unico, un Luigino "one of a kind", che sotto una sottile vernice bianco perlato mostra (con numerosi ingrandimenti) delle minuscole imperfezioni. Dario è impietoso: si analizza capendo che quella cosa insignificante è un solco fatto dalla carta vetrata da 600. Si poteva fare meglio? "Si, con la 1000, ma poi mi ci voleva il Lexotan".
Appena Dario mi chiude il portone verde alle spalle dopo avermi salutato il silenzio della sera a Caldonazzo è surreale. Uscire all'officina di Dario Pegoretti è come uscire da un vortice in cui si mischiano colori, ricordi, suoni, emozioni, esperienza, in un mix irripetibile.
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Sembra di uscire da un disco degli Ozric Tentacles. E cosi' che me ne torno a casa mentre intravedo le montagne scure sopra di me ed il lago altrettanto scuro sulla mia sinistra e ripenso alla stretta di mano con cui mi ha salutato Dario e quanto abbiano fatto quelle mani per la tradizione italiana.
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Sembra di uscire da un disco degli Ozric Tentacles. E cosi' che me ne torno a casa mentre intravedo le montagne scure sopra di me ed il lago altrettanto scuro sulla mia sinistra e ripenso alla stretta di mano con cui mi ha salutato Dario e quanto abbiano fatto quelle mani per la tradizione italiana.

Poi sono io l'entusiasta.

Meno male che in questo mondo rarefatto e finto esistono ancora le cose vere.
 

bipbip

Pennutus imperialis iperdotatus
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Cannondale SupersixEvo HM
E tutti, io per primo, continuiamo ad acquistare prodotti ultrapubblicizzati e costruiti su grande scala.
Per poi lamentarci che l'artigianto italiano scompare.;nonzo%
 

Ser pecora

Diretur
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che tristezza,
appena 180 letture di 1 dei post più belli degli ultimi tempi,
chessò si fosse parlato di Basso ne avremmo avute 10 volte tanto...
o tempora o mores

Non c'è niente di triste. L'ho messo in "emozioni" proprio perchè si tratta di comunicare qualcosa che non è "oggettivo" (foto a parte) e che quindi non puo' essere condiviso da tutti. Inoltre visto che Dario frequenta il forum ed è disponibile alla discussione mi sembrava inutile dare informazioni che puo' dare lui direttamente.


Grazie cmq a tutti quelli che hanno "condiviso".o-o
 

utah

Maglia Amarillo
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Non c'è niente di triste. L'ho messo in "emozioni" proprio perchè si tratta di comunicare qualcosa che non è "oggettivo" (foto a parte) e che quindi non puo' essere condiviso da tutti. Grazie cmq a tutti quelli che hanno "condiviso".o-o

;nonzo% Puoi approfondire? Forse mi sbaglio anzi sbaglio, ma sa di snob
Non conosco Pegoretti e forse credo andro' a fargli visita per un telaio, ma ne lui ne il suo lavoro sanno si snobismo.
 

Ser pecora

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;nonzo% Puoi approfondire? Forse mi sbaglio anzi sbaglio, ma sa di snob
Non conosco Pegoretti e forse credo andro' a fargli visita per un telaio, ma ne lui ne il suo lavoro sanno si snobismo.

Le "emozioni", quelle di un incontro, di un'impressione personale sono soggettive e pertanto non condivisibili da tutti o interessanti per tutti.

Più chiaro?