È arrivata l'ora del freno a disco? ( abbiamo bisogno di frenare di più?)

È necessario avere freni a disco in bicicletta??

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never give up!

max_good
9 Gennaio 2010
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Quello che trovo inopportuno è farlo passare per un esigenza tecnica, che davvero, non c'è.
in linea di massima posso essere d'accordo su quanto scritto, solo un appunto su quello riportato, che è, IMHO, parzialmente vero.
se non è un esigenza tecnica per te, non è detto che per altri non sia una esigenza voluta e ricercata...ci sono stili di guida differenti, usi differenti, ecc...
inoltre il mercato non è solo italico....non è composto solo da chi fa GF....ecc...
 

stambecco

Maglia Gialla
14 Giugno 2005
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si
Esatto, direi persino ovvio. C'è una sorta di "teoria complottista" attorno al merketing, che sarebbe in grado di costruire il mercato a proprio piacimento, decidendo quali prodotti debbano avere successo e quali no. Ovviamente non è così, alla peggio il marketing coglie esigenze inespresse ma già presenti in un mercato di riferimento. .



una trentina di anni fà, quando andavo alle medie, il marketing era agli albori, ricordo che nella libreria di mio padre c'erano 5 libri tutti della stessa raccolta dedicati al marketing
questo per dire che in realtà il marketing è un qualcosa di molto ampio e ramificato e si occupa di entrambe le cose di cui parli, ovvero coglie eventuali esigenze inespresse per eventualmente coprirle ed al tempo stesso crea esigenze. se qualcuno ne ha voglia digita la parola su google e si passa qualche ora a leggere che cosa sia e di cosa si occupa.

nel caso specifico del ciclismo io credo che abbia creato un'esigenza e non soddisfatto una richiesta, testimone ne è la reticenza dei pro al loro utilizzo se non obbligati. per quanto riguarda l'utenza comune diciamo che il togliere le bici rim da catalogo per proporre solo le disc è una imposizione e non una scelta.
con grande gioia di molti qui dentro che, e non sono sincero, non ho ancora capito perchè gioiscano così tanto della sparizione di un sistema in favore di un altro.
 
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2 Ottobre 2018
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nel caso specifico del ciclismo io credo che abbia creato un'esigenza e non soddisfatto una richiesta, testimone ne è la reticenza dei pro al loro utilizzo se non obbligati. per quanto riguarda l'utenza comune diciamo che il togliere le bici rim da catalogo per proporre solo le disc è una imposizione e non una scelta.
con grande gioia di molti qui dentro che, e non sono sincero, non ho ancora capito perchè gioiscano così tanto della sparizione di un sistema in favore di un altro.

A parte i pro, che a mio parere ci azzeccano nulla (per motivi che anche in questa discussione sono stati già esposti da altri e su cui non tornerò) l'idea stessa che i responsabili marketing di tutte le aziende del settore, settore assai frazionato, ricco di proposte differenti e senza vere posizioni dominanti in senso assoluto, abbiano deciso di fare cartello per riuscire ad imporre al mercato un prodotto che di suo il mercato non chiederebbe, ed anzi rifiuterebbe, a me fa un po' sorridere e lo ritengo parte di quel "complottismo" cui accennavo.
Basta che una delle grandi aziende, dei marchi che vendono meglio o godono di miglior fama diciamo, non stia al gioco ed ecco che tutti gli scontenti del disco, qualora le motivazioni di scontento siano sufficientemente forti e diffuse, potrebbero far crescere in modo anche esplosivo le vendite di quel marchio. I prossimi anni ci diranno chi aveva ragione, alcuni modelli di gamme differenti con i RIM credo esistano ancora giusto? Se questi aumenteranno le vendite esponenzialmente anche i marchi che hanno già virato al disco potrebbero fare un forzato passo indietro.
A me sembra, sembra, che stia accadendo il contrario, ovvero che chi non offre i dischi ci stia già rimettendo in quote di mercato e quindi stia correndo ai ripari. Togliere i rim dal mercato invece che mantenerli affiancando i dischi è un altro discorso ancora, credo che dipenda molto dai costi che questa scelta comporterebbe.
 

albertissimo

Apprendista Cronoman
1 Settembre 2008
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nella mtb come nella cx non e' successo, stessa cosa avverra' nella bdc, il mercato e lo sviluppo delle rim e' saturo e decotto sarebbe antieconomico investire ancora in un sistema che nessuno compra.
Carissimo,
come hai sicuramente colto, il mio era un paradosso usato per illustrare il personale pensiero sul punto.
Ovvero, lo esplicito, che una parte di questo cambiamento è dovuto al progresso tecnologico che interessa anche le nostre amate bici ed un altro alla necessità del settore di proporre qualcosa di nuovo che possa indurre gli amatori/cicloturisti a cambiare il proprio mezzo.
Con palmari ragioni di ordine economico (per le ditte e non ovviamente per le tasche del malcapitato).
Chi come me non ama cambiare la compagna di mille avventure ed emozioni convive nel mercato con chi invece ama provare le novità vuoi per sfoggiarle vuoi perché realmente interessato agli innegabili benefici (e qualche sparuto "contro", leggi zin-zin vari e la necessità di ricorrere alla mano di un tecnico) del nuovo sistema.
Far desiderare qualcosa di nuovo (nella fattispecie un nuovo "giocattolo per adulti") è l'obiettivo delle case.
Poi chi è più e chi meno sensibile a queste sirene tentatrici.
Quello che contesto, pur senza scendere in piazza a protestare con il forcone, è che non ci lascino la scelta per le bici alta gamma quali quelle su cui mi oriento io al momento della scelta.
La vedo come una sincera costrizione della mia libertà in ambito ciclistico.
Dopodiché, ammetto che non so come sarà la mia prossima bici, dal momento che non ho in previsione alcun acquisto e che spero di cambiarla il più tardi possibile.
Anche a costo di risultare antipatico (me ne rendo conto) ma solamente con l'obbiettivo di non sembrare la volpe (io) con l'uva (la bici disc), evidenzio che potrei tranquillamente cambiare bici ogni anno se volessi.
Ma sono un inguaribile romantico (che ci volete fare?) e soprattutto (direbbero alcuni detrattori) un taccagno senza eguali.
Ad maiora
 
2 Ottobre 2018
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E' invece è così, ma senza complotti, tutto alla luce del sole.
Le aziende, in questa società, hanno solo un obiettivo: vendere. E per vendere devono fare in modo che il loro cliente senta l'esigenza di cambiare il prodotto in loro possesso per acquistarne un altro nuovo.
Ad esempio l'obsolescenza programmata è figlia di questa mentalità, notizia di oggi è che Samsung ha detto che se approvano leggi CONTRO l'obsolescenza programmata, questo porterà ad un AUMENTO del costo dei prodotti (stesso discorso fece anni fa la Apple).

https://www.androidworld.it/2019/09...rischio-quello-vedere-aumentati-costi-661367/

Vedi, negli anni 50 si costruivano le cose per durare, chi si ricorda i vecchi frigoriferi praticamente eterni?
Oggi si deve cambiare (non riparare) il prodotto dopo un tot di anni.
Le bici sono prodotti come altri e quindi sottostanno a queste legge, il problema e che è difficile innovare (nelle mtb è più facile).

Ora, e qui voglio essere chiaro. In questo non ci vedo nulla di male, se lo si prospetta per quello che è, cioè la necessità indotta di cambiare oggetto PERCHE' CI PIACE.
Non c'è nulla di male, anzi.... ma scherziamo? Io spendo i soldi come voglio ed è bello spenderli per qualcosa che piace.
Quello che trovo inopportuno è farlo passare per un esigenza tecnica, che davvero, non c'è.

Per nulla d'accordo. Anche quello dell'obscolescenza programmata è un tema più complesso di così. Anche a prescindere dal fatto che programmare l'obsolescenza di un frigorifero è un po' "complicato", mentre di un cellulare è semplce :mrgreen: anche in questo caso il mercato di riferimento fa un bel po' di differenza. Nel campo degli elettrodomestici più semplici, anche frigoriferi, ci sono un bel po' di aziende premiate dal mercato proprio perchè offrono ancora prodotti tendenzialmente più durevoli di altre. Miele, Braun, Liebherr, Bosch, per sparare qualche marchio che mi viene in mente al volo. Il mercato dei cellulari invece premia che propone nuovi modelli di continuo.
 
2 Ottobre 2018
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Carissimo,
come hai sicuramente colto, il mio era un paradosso usato per illustrare il personale pensiero sul punto.
Ovvero, lo esplicito, che una parte di questo cambiamento è dovuto al progresso tecnologico che interessa anche le nostre amate bici ed un altro alla necessità del settore di proporre qualcosa di nuovo che possa indurre gli amatori/cicloturisti a cambiare il proprio mezzo.
Con palmari ragioni di ordine economico (per le ditte e non ovviamente per le tasche del malcapitato).
Chi come me non ama cambiare la compagna di mille avventure ed emozioni convive nel mercato con chi invece ama provare le novità vuoi per sfoggiarle vuoi perché realmente interessato agli innegabili benefici (e qualche sparuto "contro", leggi zin-zin vari e la necessità di ricorrere alla mano di un tecnico) del nuovo sistema.
Far desiderare qualcosa di nuovo (nella fattispecie un nuovo "giocattolo per adulti") è l'obiettivo delle case.
Poi chi è più e chi meno sensibile a queste sirene tentatrici.
Quello che contesto, pur senza scendere in piazza a protestare con il forcone, è che non ci lascino la scelta per le bici alta gamma quali quelle su cui mi oriento io al momento della scelta.
La vedo come una sincera costrizione della mia libertà in ambito ciclistico.
Dopodiché, ammetto che non so come sarà la mia prossima bici, dal momento che non ho in previsione alcun acquisto e che spero di cambiarla il più tardi possibile.
Anche a costo di risultare antipatico (me ne rendo conto) ma solamente con l'obbiettivo di non sembrare la volpe (io) con l'uva (la bici disc), evidenzio che potrei tranquillamente cambiare bici ogni anno se volessi.
Ma sono un inguaribile romantico (che ci volete fare?) e soprattutto (direbbero alcuni detrattori) un taccagno senza eguali.
Ad maiora

Uno degli interventi anti-disco, per modo di dire, più ragionevoli che abbia letto. Qualora tu dovessi decidere, alfine, di cambiare bici, spero che cercherai un modello top di gamma che offra ancora i rim, fosse pure l'unico esistente. Tante teste che ragionano in questo modo fanno, o faranno, il mercato di domani. Il permanere in commercio dei rim dipende solo da voi.
 
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2 Ottobre 2018
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Oggi anche il più basilare dei frigoriferi ha dell'elettronica e quindi rientra facilmente nell'obsolescenza programmata, così come accaduto alla mia bella lavatrice che dopo 3 anni ha visto la scheda elettronica bruciarsi .

L'esperienza personale ci sta, ci mancherebbe. La mia lavatrice farà 21 anni a dicembre, ha già un bel po' di elettronica, nonostante l'età, ed ha anche funzioni programmabili da tastierino. Funziona come il primo giorno. Evidentemente l'azienda non fa parte del cartello mondiale dell'obsolescenza programmata.
 
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pantera

Passista
5 Marzo 2009
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da corsa
...ci sono stili di guida differenti, usi differenti, ecc...
inoltre il mercato non è solo italico....non è composto solo da chi fa GF....ecc...
Il peso in più per un amatore è ininfluente finalmente questa verità è stata sdoganata ci sono volute le bici disc per dirlo,ma sembra che oggi gli amatori debbano fare tutti le staccate tipo moto GP magari sotto al diluvio, oggi per andare forte devi avere i dischi
 
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stambecco

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A parte i pro, che a mio parere ci azzeccano nulla (per motivi che anche in questa discussione sono stati già esposti da altri e su cui non tornerò) l'idea stessa che i responsabili marketing di tutte le aziende del settore, settore assai frazionato, ricco di proposte differenti e senza vere posizioni dominanti in senso assoluto, abbiano deciso di fare cartello per riuscire ad imporre al mercato un prodotto che di suo il mercato non chiederebbe, ed anzi rifiuterebbe, a me fa un po' sorridere e lo ritengo parte di quel "complottismo" cui accennavo.
Basta che una delle grandi aziende, dei marchi che vendono meglio o godono di miglior fama diciamo, non stia al gioco ed ecco che tutti gli scontenti del disco, qualora le motivazioni di scontento siano sufficientemente forti e diffuse, potrebbero far crescere in modo anche esplosivo le vendite di quel marchio. I prossimi anni ci diranno chi aveva ragione, alcuni modelli di gamme differenti con i RIM credo esistano ancora giusto? Se questi aumenteranno le vendite esponenzialmente anche i marchi che hanno già virato al disco potrebbero fare un forzato passo indietro.
A me sembra, sembra, che stia accadendo il contrario, ovvero che chi non offre i dischi ci stia già rimettendo in quote di mercato e quindi stia correndo ai ripari. Togliere i rim dal mercato invece che mantenerli affiancando i dischi è un altro discorso ancora, credo che dipenda molto dai costi che questa scelta comporterebbe.



in realtà non è complottismo, è che fanno un pò tutti le stesse cose, chi più chi meno.

dire che un produttore se continuasse a fare rim esploderebbe è poco probabile secondo me; primo perchè a nessuno piace comprare "per esclusione" sopratutto se mette fuori dei quattrini; secondo perchè comunque buona parte delle "masse" è malleabile, non ha le idee chiare su quello che vuole/gli serve (e non lo dico in tono polemico, semplicemente ci sono persone a cui và bene sia una cosa sia l'altra) e quindi segue la maggioranza o meglio i famosi "mercheti" :mrgreen:. a forza di ripetere cento mille volte la stessa cosa si finisce per crederci

sono d'accordo che nei prossimi anni si avranno le idee più chiare sull'evoluzione, anche ammettendo un eventuale passo indietro delle case (improbabile ma non impossibile) qualche anno di diminuzione vendite possono sopportarlo perchè compensato dall'aumento dei prezzi
 
R

RedCaad

Guest
Esatto, direi persino ovvio. C'è una sorta di "teoria complottista" attorno al merketing, che sarebbe in grado di costruire il mercato a proprio piacimento, decidendo quali prodotti debbano avere successo e quali no. Ovviamente non è così, alla peggio il marketing coglie esigenze inespresse ma già presenti in un mercato di riferimento. Il fatto che molte aziende puntino in questa direzione deriva soltanto dal fatto che i primi ad averlo fatto hanno avuto successo e stanno guadagnando vantaggio competitivo, erodendo quote di mercato, quindi gli altri tendono ad adeguarsi. Altre aziende forse faranno la scelta opposta, e decideranno di continuare a presidiare la fascia di mercato occupata dalle bici con freni classici, sempre che gli scontenti del disco siano un target numericamente appetibile anche fuori dalle chiacchiere da forum.

è per questo che esistono gli influencer e compagnia bella, ad alimentare l'HYPE, e farti pensare che quella cosa è indispensabile!!

che sia il pelapatate che sbuccia 4kg di patate in 1 minuto... ho l'ultimo ritrovato tecnologico...

vedesi i "regalini" che vengono fatti al recensore (youtuber) di turno con relativa sviolinata degli enormi pregi...
 

albertissimo

Apprendista Cronoman
1 Settembre 2008
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Cannondale S6 Dura Ace
Uno degli interventi anti-disco, per modo di dire, più ragionevoli che abbia letto. Qualora tu dovessi decidere, alfine, di cambiare bici, spero che cercherai un modello top di gamma che offra ancora i rim, fosse pure l'unico esistente. Tante teste che ragionano in questo modo fanno, o faranno, il mercato di domani. Il permanere in commercio dei rim dipende solo da voi.
Ti ringrazio innanzitutto per il complimento (almeno così l'ho inteso. Spero di non aver frainteso).
Sarebbe bello fosse così. Ovvero che le scelte dei consumatori orientassero il mercato.
Ma forse le dinamiche di forza sono invertite nella logica consumistica.
Perché volendo chiamare le cose con il loro "rude" nome, di consumismo stiamo parlando.
Nel ritenere obsoleti beni che in realtà non lo sono affatto.
Nel subire passivamente la dinamica dominante che "crea" bisogni più che soddisfarli.
Come ho scritto in totale sincerità, non so come sarà la mia prossima bici.
Potrebbe essere con i dischi i meno, con i fili integrati o meno, con il cambio elettroattuato o meno, con il telaio dell'ultimo materiale che la ricerca aerospaziale avrà elaborato.
L'unica certezza che ho è che il mio modo di andare in bici e di intendere la vita (che a ben pensarci sono la stessa cosa) non cambierà.
O meglio che difficilmente cambierà (non voglio impiccarmi alla coerenza).
Ed altra certezza (diciamo così) che le mie prestazioni (anche qui, diciamo così) in bici diminuiranno in ragione dell'età che avanza inesorabile.
Non so nemmeno se avrò ancora voglia di andare in bici quando la necessità mi porterà a dover cambiare mezzo.
Magari troverò un'altra passione altrettanto vitale.
Oppure prenderò in giro un giovane in discesa superandolo senza appello grazie ai miei freni a disco al plutonio. Fosse anche l'ultima cosa che faccio prima di non frenare in tempo per chiudere il tornante.
Sarebbe sicuramente una fine gloriosa.
In tal caso vi lascio il mio gioiello a 2 ruote e la speranze che conserviate di me un buon ricordo.
(l'ultimo pezzo ho sbracato un po' facendomi prendere la mano dalla tastiera)

p.s. la mia non è una critica ai dischi (ci mancherebbe, ne ho provato solo una decina di bici ma per un'ora soltanto) ma alla costrizione che in astratto potrei subire da parte di un mercato che non mi piace.
Come ho scritto in un recente post, un grosso agente internazionale (lo definisco genericamente così) di un marchio che sponsorizza una squadra World Tour mi ha detto parlando a cena una sera di 2 anni fa che per loro esiste solo il disco. Al Tour de France 2019 la squadra aveva ancora tutte bici rim.
 

green dolphin

Scalatore
3 Gennaio 2008
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è per questo che esistono gli influencer e compagnia bella, ad alimentare l'HYPE, e farti pensare che quella cosa è indispensabile!!

che sia il pelapatate che sbuccia 4kg di patate in 1 minuto... ho l'ultimo ritrovato tecnologico...

vedesi i "regalini" che vengono fatti al recensore (youtuber) di turno con relativa sviolinata degli enormi pregi...

In realtà noi siamo parte del processo ormai, non è più qualcosa di univoco. Sia tu che io che tutti gli altri che acquistiamo online, navighiamo su web, discutiamo sui forum, etc. non facciamo altro che aprire le porte dei nostri gusti, delle scelte, delle esigenze, dei desideri, a chi produce e vende un certo tipo di prodotto. Lo facciamo continuamente, spesso inconsapevolmente lasciando tracce ovunque.

Non sono loro che influenzano noi sui prodotti, ora a mio avviso l'influenza avviene in un modo più circolare, ed è solo la parte finale di un processo che è cominciato magari con il click di un utente in un sito di e-commerce, ma anche vedendo un video di un fantomatico influencer su youtube, perché no? Le strategie sono radicalmente cambiate, non sono più necessarie le indagini di mercato, magari fatte al telefono da operatori, come avveniva un tempo.

In questo momento è il compratore o il possibile compratore (e per il mercato lo siamo tutti) che con le sue scelte influenza chi vende e crea nuovi bisogni. Le aziende devono solo farsi trovare pronte e con il prodotto giusto al momento giusto, il resto del gioco lo facciamo noi. Non è poco, come cambiamento. Anche la pubblicità sta cambiando e si sta adeguando a questo nuovo modo: uno degli esempi è che ci sono sempre sconti e offerte ovunque. A partire da Poltrone e Sofà in TV fino a Chain reaction o compagnia bella su web. Fateci caso: non esistono più solo i saldi canonici a cui eravamo abituati. Ora c'è il black friday, il cyber monday, etc. Ogni occasione è buona per offerte al ribasso. Ed in questo la strategia è molto abile: non si cerca di influenzare il compratore, ma si sa che il compratore sta cercando quella cosa al prezzo più basso (è un po' la filosofia che c'è dietro a TRIVAGO), quindi gli si dà il ribasso, il super sconto. Questa strategia messa in atto a getto continuo, ecco, questa in particolare crea un bisogno che non c'è. Ma non è il bisogno del tale prodotto specifico, è l'esigenza di soddisfare qualsiasi acquisto più o meno compulsivo perché un articolo è scontato.
 

painkiller92

Apprendista Velocista
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Che poi, il 90% delle persone cosa ci fa col modello nuovo? Quello che faceva col vecchio, foto con piatti di salumi, foto con la faccia da cane, foto col culo di fuori, un po di whatsapp, qualche chiamata, facebook e social vari...nulla che richieda niente di nuovo

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Gamba_tri

via col vento
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Barco Spirit-Xcr - Cannondale Synapse carbon
Leggendovi sembra che oggi la scelta sia molto più ristretta che nel passato, condizionata dal marketing. Ma fino a trent'anni fa esistevano praticamente solo Campagnolo e i tubi Columbus. Shimano, Reynolds erano nicchie esoteriche per "stravaganti ad ogni costo"...

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Ogni tanto vorrei vedere quelli che "è tutto marketing" pedalare con i pedali a cinghietta, 6 velocità, il 53-42, zero carbonio, abbigliamento 100% lana, selle di una volta. Ah, non per l'Eroica, ovviamente :mrgreen:

basta fare attenzione al telefono dai cui mandano le loro perle di saggezza :))):

ma non c'e' problema .... appena samsung e Huawei faranno gli smartphone a disc , prenderanno coscienza!!
 
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Gamba_tri

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basta fare attenzione al telefono dai cui mandano le loro perle di saggezza :))):

ma non c'e' problema .... appena samsung e Huawei faranno gli smartphone a disc , prenderanno coscienza!!
Sinceramente questa non l'ho capita, tu giudichi una persona dal telefono che ha acquistato?

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pietrogrip

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tutte rigorosamente nere
Sinceramente questa non l'ho capita, tu giudichi una persona dal telefono che ha acquistato?

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Penso si riferisse a qualche post fa inviato con un telefono di ultima generazione ove veniva fatto il solito sermone sulla forza del marketing prendendo ad esempio appunto i telefoni. [emoji849][emoji849][emoji849]


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gasht

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con gruppi shimano
i pro c'entrano molto a mio avviso.
se una soluzione fosse veramente migliore l'adotterebbero ad occhi chiusi e su questo non ci piove.
qui siamo con le scott di 3 anni fa preferite a bici nuove.
non so ma citatemi un caso negli ultimi 10 anni dove uno girava col vecchio modello della bici.

per quanto riguarda il mercato. generalmente per beni non di prima necessità questi vengono prima offerti eppoi domandati dal cliente.
non è che ci fosse la fila per domandare i powermeter.
offriamo questa cazzatina al pubblico e vediamo se ce la compra. nel caso del pm l'esperimento ha avuto successo. supply side economics.

le aziende valutano anche il post vendita e secondo me è lì che il disco attualmente offre alle aziende maggiori garanzia.
un cerchio in carbonio ritornato perché surriscaldato da gente che va in bici una volta al mese non è il massimo.
con l'accorgimento disco si levano dalle scatole questo tipo di rogne, oltre ad altre potenzialmente molto pericolose come il carbonio sul copertoncino.

poi se fai le mtb e le gravel disco aggiungi le bici da corsa e magari risparmi qualcosa in termini di ricerca e sviluppo e di produzione.


le sezioni allargate delle ruote sono un aspetto a mio avviso secondario. apparte l'enfasi attuale, oltre un tot di allargamento che permette di apprezzare la frenata non hanno senso, my 2 cents.

tornando ai pro probabilmente con la prossima generazione di gruppi disc qualcosa in meno limeranno raggiungendo livelli di parità come peso ai rim attuali e tutti andranno su disc (me lo auguro per chi ne fa una battaglia ideologica, sarebbe da ridere vedere ancora gli scalatori ai gran tour con le bici di 3 anni prima).

la grande incognita per me è legata alla manutenzione. chi va in bici poco non gli frega nulla ma se comici a fare dislivello il cambio pastiglie diventa un po' una rottura ed un costo.
comunque vediamo.