News Lettera aperta dei corridori sulla protesta del Giro

BDC-MAG.COM

Apprendista Cronoman
18 Febbraio 2014
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La CPA, associazione dei corridori professionisti, ha pubblicato una lettera aperta "alla famiglia del ciclismo", spiegando le proprie ragioni riguardo la protesta avvenuta al Giro. Riportiamo qui la versione italiana: Cara famiglia del ciclismo, in merito a quanto accaduto in occasione della terz’ultima tappa del Giro d’Italia 103 vogliamo spiegare...
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23 Ottobre 2015
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Cube, Specialized
In linea di principio possono aver ragione, ma, come si dice da queste parti “Ogni ofelè fa el so meste ” (ognuno fa il suo lavoro).
Quindi i corridori corrono, gli organizzatori organizzano e le squadre gestiscono i corridori.
Poi in accordo con la federazione si fissano le regole di sicurezza e di come devono essere le gare.
I percorsi si conoscono in anticipo, quindi se si accetta di partecipare ad una gara, implicitamente si accetta anche il percorso.

Se i corridori venissero coinvolti nella scelta delle tappe si creerebbe una specie di cortocircuito.
 
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EliaCozzi

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Opinioni s'intende: letta così non mi sento di criticarli. La situazione va valutata nel contesto di questo momento, la tappa accorciata avrebbe potuto cambiare le sorti di un giro che alla fine è risultato spettacolare? La risposta non la sapremo mai, però la tappa pianeggiante sarebbe servita solo di transizione tra il giorno precedente e il seguente, con ore sotto l'acqua per arrivare a uno sprint finale.
Sarebbe stata come la SanRemo: non succede nulla fino a 20km dalla fine, e i 250km servono solo a consumarti le energie per rendere più incerta la volata finale. Certo, tutto avrebbe potuto succedere, fughe, ventagli, ecc., ma anche un arrivo a gruppo compatto.

Dispiace per chi aveva organizzato di andare a vederlo, per quelli a cui non è passato sotto casa, però i ciclisti non sono gladiatori che vogliamo veder morire nel Colosseo.

L'organizzazione, che tanto si è lamentata in diretta TV del comportamento dei corridori, è esattamente la stessa che al Giro di Lombardia non ha messo una protezione su quel ponte dove qualcuno è volato di sotto, e che ha fatto fare l'ultima tappa del giro 2018 sulle strade di Roma che sembrano quelle di Beirut o Sarajevo.

Chi è senza peccato scagli la pirma pietra.

Poi ci sta che Vegni vada in televisione incavolato nero per questa decisione improvvisa, ci sta che reagisca d'impulso, ci sta anche che Alessandra De Stefano tiri fuori il leone che c'è in lei (giusto per restare al Colosseo), ma in quel momento quella è stata la decisione giusta da prendere. Eliminare una tappa inutile ai fini della classifica per poter rendere il Giro spettacolare fino all'ultimo, con rispetto per chi ci fa emozionare in sella a una bici e che tutti noi vorremmo essere al loro posto.
 

sembola

Velocista
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Mi pare che sentendo le varie campane si possa anche vedere la cosa sotto un altro aspetto che non le sparate a zero dal comodo del divano.
Un passaggio mi ha colpito: "non veniamo mai ascoltati".
Il problema è tutto qua. Non esiste alcuna fase in cui la componente degli atleti venga ascoltata, neanche in modo generico e consultivo.
E' "colpa" degli organizzatori, che non amano essere disturbati nei loro (legittimi) affari, ma anche dei corridori che molto raramente assumono una posizione comune e condivisa, ma anche dell' UCI che riconosce solo la CPA e non vuole correre alcun rischio che gli equilibri di potere possano cambiare a suo danno.
 
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simo911

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Il problema è tutto qua. Non esiste alcuna fase in cui la componente degli atleti venga ascoltata, neanche in modo generico e consultivo.
E' "colpa" degli organizzatori, che non amano essere disturbati nei loro (legittimi) affari, ma anche dei corridori che molto raramente assumono una posizione comune e condivisa, ma anche dell' UCI che riconosce solo la CPA e non vuole correre alcun rischio che gli equilibri di potere possano cambiare a suo danno.
Hanno preso più acqua aspettando i bus che in sella....
 

samuelgol

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Credo sia giunta l'ora per i ciclisti di organizzarsi in modo serio per far valere le loro ragioni.
La mia idea è che nel caso del giro si siano sbagliati i tempi e i modi facendo passare in secondo piano le ragioni che tutto sommato potevano esere anche comprensibili. o-o
Esattamente. Modi e tempi tardivi, ragioni sacrosante. Ed è ora che li si ascolti. Prima....e prima che loro decidano di far saltare qualche altra corsa.
 
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samuelgol

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Cavoli, io che tutti i giorni rischio di essere contagiato perché vado al lavoro, che tutte le mattine mi sveglio alle 4:00 per andare al lavoro cosa sono? Io ho il mio lavoro e faccio fatica 365 giorni all'anno per farli al meglii e ne vado fiero. Altri dubito
Il diritto di sciopero è consentito a (quasi) tutte le categorie. La tua no? Peccato. Chi sciopera non viene pagato il giorno dello sciopero. Loro quel giorno non sono stati pagati da Vegni. La loro categoria non rientra fra quelle precettabili.
 

GhidoRen

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Il diritto di sciopero è consentito a (quasi) tutte le categorie. La tua no? Peccato. Chi sciopera non viene pagato il giorno dello sciopero. Loro quel giorno non sono stati pagati da Vegni. La loro categoria non rientra fra quelle precettabili.
Vero, hai ragione. Voglio vedere se il tuo datore di lavoro (semprr che tu possa) fai sciopero perché le merendine sono finite...
Battute a parte, lo sciopero se ha motivazioni valide ci sta. In sto caso hanno lamentano situazioni che possono avere chiunque.... Battuta per battuta, calcio compreso
 

everybodylovestommi

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"Probabilmente abbiamo sbagliato i tempi, avremmo dovuto confrontarci prima con l’organizzazione e la giuria, ma finora, ogni volta che lo abbiamo fatto, non siamo stati ascoltati."
La butto lì: ma se sbagliano modi e tempi per confrontarsi con l'organizzazione, ma se nessuno li ascolta quando cercano un confronto...sarà che debbano mettere in discussione i loro organi di rappresentanza?
Poi ovvio, io sto sul divano e loro per strada però mi è sembrato ci fosse una grande confusione nel capire chi fossero i promotori di questa richiesta, chi abbia colto il tutto con favore e chi invece fosse contrario.
 

sembola

Velocista
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Hanno preso più acqua aspettando i bus che in sella....
Non è questo il problema, come non erano gli 11° citati da Salvato o le difese immunitarie tirate in ballo da Kelderman.

Il problema è che ci si illude di fare spettacolo con la difficoltà, con i dislivelli e con le pendenze, nonostante che la realtà dica il contrario, anche perchè non sono più i tempi delle benzine con tanti (troppi) ottani. E che a queste difficoltà si aggiungono (anche in anni "normali) le problematiche dei trasferimenti, che in questa circostanza si sono aggravate per via delle necessità/difficoltà di alloggio.

L'ho già scritto nell'altra discussione: liberissimi UCI e organizzatori a considerare i corridori come muli senza diritti, poi però se una volta ogni tanto capita l'ammutinamento lo prendi e lo porti a casa.
 
23 Ottobre 2015
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Cube, Specialized
Che è, mutatis mutandis, come dire a @GhidoRen qua sopra che se non vuole rischiare di contagiarsi per andare al lavoro può starsene a casa .
Non proprio.
Quando avrebbero voluto esporre le loro perplessità?
Alla presentazione del giro e dopo nessuno ha detto nulla, i commenti sono come sempre troppe o troppo poche tappe di montagna, discesa, per velocisti, crono, etc...
Quindi come possono i corridori entrare nel merito della creazione dei percorsi?
Chi ascoltano?
Quintana che vuole le salite?
Ganna le crono?
Sagan le volate?
Gilbert le tappe vallonate?
(solo per prendere alcuni nomi/esempi).

Poi ne esce un giro bilanciato con una tappa pianeggiante e lunga di trasferimento come tante altre, ma il giorno della tappa piove.
Però i corridori hanno accettato il percorso...

A cosa è servita la protesta?
 
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samuelgol

Flughafenwächter
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Non è questo il problema, come non erano gli 11° citati da Salvato o le difese immunitarie tirate in ballo da Kelderman.

Il problema è che ci si illude di fare spettacolo con la difficoltà, con i dislivelli e con le pendenze, nonostante che la realtà dica il contrario, anche perchè non sono più i tempi delle benzine con tanti (troppi) ottani. E che a queste difficoltà si aggiungono (anche in anni "normali) le problematiche dei trasferimenti, che in questa circostanza si sono aggravate per via delle necessità/difficoltà di alloggio.

L'ho già scritto nell'altra discussione: liberissimi UCI e organizzatori a considerare i corridori come muli senza diritti, poi però se una volta ogni tanto capita l'ammutinamento lo prendi e lo porti a casa.
Quello che troppi divanari non hanno capito è che se si vuole lo spettacolo, questo non può aversi per sfinimento. Se sono freschi (nei limiti del possibile) e lucidi, se le suonano. Se alla partenza sono cadaveri tutti, chi più e chi meno, magari vince il meno cadavere....ma i divanari stiano pur sicuri che non si diverte nessuno, nemmeno loro sul divano, perchè tutti si trascinano al traguardo alla meno peggio.