Io ho sempre detto e ne sono convinto ancora che la frequenza di pedalata in salita é una dote naturale e non bisogna "toccarla".
Si possono fare certi aggiustamenti per esempio in gare lunghe per salvarsi la gamba ecc. ma in generale se sto nei limiti minimali non mi sembra un idea buona di cambiare la frequenza allenandosi proprio per quello.
Se per esempio leggi quello che Chris Carmichael scrive, secondo lui il metodo migliore in salita sarebbero 90-110 pedalate e sempre in sella, o almeno evitando di alzarsi sui pedali.
L'ho provato per una stagione allenandomi proprio su quello, e dopo quella stagione ho capito che per un ciclista come me (alto 1.70 e 60 chili) quel metodo é contraproducente perche perdevo di potenza e alla fine salivo molto meno veloce che con un rapporto piu lungo e fuori sella.
I pro' non li prendo nemmeno in considerazione. Sono di un altro pianeta e seguire i loro consigli - secondo me - è più controproducente che altro.
Quello non veramente, non mi stancavo prima o di più peró avevo perso un po la capacitá di spingere su una salita, magari in un uscita corta con solo una salita, ero troppo abituato a rimanere in sella e a pedalare agile e non riuscivo piú cosí facilmente ad alzarmi sui pedali a rilanciare ed a spingere forte.
Adesso cmq di solito pedalo agile nelle salite un po meno ripide, cioé tra il 5-8% e nel mio metodo "naturale" fuori sella e rapporto più lungo nelle salite ripide con pendenze sopra il 8%.
L'agilitá può essere utile ma bisogna capire che tipo di "scalatore" si é per capire dove e quando è meglio salire con l'agilitá e quando meglio di no.
Stesso problema mio di quando ho iniziato ad andare agile. Frulli, frulli, sei uno spettacolo, hai una capacità aerobica pazzesca, ma in sostanza? Ti ritrovi con un deficit di potenza notevole.
Meglio pedalare un po' meno agile, ma con più sostanza, cioè sviluppando più potenza.