automobilisti Vs ciclisti (ancora)

Vi sentite meno sicuri ogni volta che uscite in bici rispetto al passato?

  • Si

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  • No

    Voti: 108 22,3%

  • Votanti
    485
Stato
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bradipus

Vendicatore Mascherato e motore di ricerca
23 Luglio 2009
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Bugliano
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Bici
qualunquemente
nel 1985 feci il mio primo lungo viaggio in moto in giro per l'Europa: Svizzera, Germania fino ad Amburgo, Olanda, Belgio e poi tutta la costa della Francia, da Calais a Bordeaux; quindi rientro a casa.
dopo 6.000 chilometri in tranquillità, appena passato il confine italiano ebbi paura a guidare; mi ero disabituato alla legge della giungla.
non è la crisi o la rabbia latente, è che da noi educazione stradale e rispetto per il prossimo sono due cose sconosciute ai più.
 

EMAC

Scalatore
18 Gennaio 2010
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italia
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Bici
Trek Emonda
nel 1985 feci il mio primo lungo viaggio in moto in giro per l'Europa: Svizzera, Germania fino ad Amburgo, Olanda, Belgio e poi tutta la costa della Francia, da Calais a Bordeaux; quindi rientro a casa.
dopo 6.000 chilometri in tranquillità, appena passato il confine italiano ebbi paura a guidare; mi ero disabituato alla legge della giungla.
non è la crisi o la rabbia latente, è che da noi educazione stradale e rispetto per il prossimo sono due cose sconosciute ai più.
Bisognerebbe vedere cosa succede se investì un ciclista o se guidi ubriaco negli altri paesi che hai citato.Secondo me oltre che l'educazione stradale da noi manca anche la certezza di una pena seria. Ho sentito ad un dibattito che mentre in tutta Europa se ti pizzicato ubriaco sei tu che eventualmente devi dimostrare il contrario, da noi in caso di contestazione l'onere sta alle forze dell'ordine e con decine di cavilli é possibile sfangarla.
 

sembola

Velocista
22 Aprile 2004
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Siena
www.sembola.it
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verde
Bisognerebbe vedere cosa succede se investì un ciclista o se guidi ubriaco negli altri paesi che hai citato.Secondo me oltre che l'educazione stradale da noi manca anche la certezza di una pena seria. Ho sentito ad un dibattito che mentre in tutta Europa se ti pizzicato ubriaco sei tu che eventualmente devi dimostrare il contrario, da noi in caso di contestazione l'onere sta alle forze dell'ordine e con decine di cavilli é possibile sfangarla.
in nessun paese del mondo civile sei tu a dover dimostrare di non aver commesso un crimine o un'irregolarità.

Semplicemente le procedure sono più semplici, vedi in Svizzera dove prima paghi la multa e poi, se è il caso, la contesti.

Solo che le procedure più semplici tutti le invocano ma nessuno le vuole. Pensa se in Italia fosse obbligatorio pagare una multa e solo dopo contestarla, come in quel paese totalitario di là dal lago di Como, o se non fosse più possibile per chi ne ha le risorse economiche e politico-sociali, di tirar di lungo i processi fino alla prescrizione.
 

sembola

Velocista
22 Aprile 2004
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Ad ogni modo torno a dire che l'interpretazione economico-sociale non mi convince. Ho già detto di Grecia e Spagna, in Francia di recente non ho percepito neppure un centesimo dell'acredine verso i ciclisti che c'è da noi, e parliamo della Francia dei gilet jaunes e dei manifesti che invocano la Frexit. Stesso atteggiamento in Vallonia, che non se la passa certo bene e dove ho girato a lungo, e stesso atteggiamento delle Fiandre e dell'Olanda, paesi che invece hanno una situazione economica diversa.

Ho il sospetto che la crisi c'entri poco, o comunque molto meno dell'incultura e dell'egoismo.
 

routa bucata

Cronoman
13 Marzo 2017
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nessuna
Ma la crisi/barra situazione economica non c'entrano nulla, chi e' che tira fuori ste teorie. Siamo a livelli delle scie chimiche. :-)xxxx
 
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j-axl

Passista
29 Maggio 2013
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ce l'ho
Esattamente.
E' questione di educazione e rispetto, cosa che manca in genere alla massa della popolazione italica.
E mi riferisco ad entrambe le categorie, ciclisti ed auto/moto/camionisti.
Pure i pedoni adesso ci si mettono, attraversando e sostando senza manco guardare la strada,
Sai che cacchio te ne fai della ragione dall'alto del cofano di un SUV?
 
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rosetta

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Giant TCR AluxX SL
Personalmente nella mia esperienza che non fa ovviamente statistica ho riscontrato maggior cattiveria da parte di automobilisti su auto "da ricchi' che da parte delle persone che probabilmente sono maggiormente colpite dalla crisi.
Credo sia anche una questione geografica: dalle mie parti a farti dei "peli" pazzeschi e guidare da cani sono soprattutto i conducenti di vetturette economiche, o di media cilindrata vecchiotte, e in generale giovani uomini e donne, di qualunque età.
 

bnclrd

Novellino
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Kuota Kebel 2013
Salve una domenica sono andato a cena in un ristorante con mia figlia. Ho trovato un traffico pazzesco per arrivare a destinazione dovuto al rientro dei turisti che dal "mare" si accingevano a tornare verso le loro rispettive città.
Mi sono accomodato al tavolo e una bella e simpatica cameriera ha iniziato a prendere l'ordine. Nel socializzare piacevolmente ho fatto presente alla cameriera del traffico veramente intenso di quelle ore.
Lei ha annuito e poi senza alcun collegamento con quanto detto ha iniziato ad inveire contro i ciclisti da lei ritenuti una vera piaga arricchendo l'invettiva con epiteti poco simpatici.
Io non ho aperto bocca ma evidentemente e inconsciamente l'espressione del mio volto è cambiata significativamente tanto da portare la cameriera a scusarsi dicendo : "Mi perdoni lei deve essere un ciclista. Non volevo offenderla. Ha fatto una faccia.... Mi scusi non dovevo esprimermi cosi".
Io irrigidito ma sereno l'ho tranquillizzata spiegandole che generalizzare è sempre un errore. Che la categoria degli idioti è trasversale e abbraccia ogni categoria umana. Ovviamente tra i ciclisti c'è qualche elemento che sa rendersi poco amabile in sella alla sua bcd ma la stragrande maggioranza di chi pratica ciclismo ha rispetto per sé stesso per gli altri e per la natura oltre che per la propria e altrui incolumità. Piuttosto ho messo l'accento su gli stili e i ritmi di vita di molti che portano a estremizzare e nevrotizzare i propri comportamenti e a leggere conflittualmente quelli degli altri.
Poi dolcemente le ho chiesto : "Mi dica cosa le cambia nella vita se per sorpassare qualche ciclista, amici che in sella condividono una passione, deve perdere un minuto per aspettare il punto giusto per effettuare il sorpasso".
Lei ha sorriso mi ha toccato una spalla e mi ha ringraziato scusandosi nuovamente.
Ci sono molti luoghi comuni su chi pratica ciclismo. Forse una campagna di sensibilizzazione aiuterebbe molte persone che proprio come quella ragazza possono realizzare in un attimo, pacificamente, che il problema non sono i ciclisti ma lo stress quotidiano.
Saluti.

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Shinkansen

Xeneize
20 Giugno 2006
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Colnago 50 Anniversary
Salve una domenica sono andato a cena in un ristorante con mia figlia. Ho trovato un traffico pazzesco per arrivare a destinazione dovuto al rientro dei turisti che dal "mare" si accingevano a tornare verso le loro rispettive città.
Mi sono accomodato al tavolo e una bella e simpatica cameriera ha iniziato a prendere l'ordine. Nel socializzare piacevolmente ho fatto presente alla cameriera del traffico veramente intenso di quelle ore.
Lei ha annuito e poi senza alcun collegamento con quanto detto ha iniziato ad inveire contro i ciclisti da lei ritenuti una vera piaga arricchendo l'invettiva con epiteti poco simpatici.
Io non ho aperto bocca ma evidentemente e inconsciamente l'espressione del mio volto è cambiata significativamente tanto da portare la cameriera a scusarsi dicendo : "Mi perdoni lei deve essere un ciclista. Non volevo offenderla. Ha fatto una faccia.... Mi scusi non dovevo esprimermi cosi".
Io irrigidito ma sereno l'ho tranquillizzata spiegandole che generalizzare è sempre un errore. Che la categoria degli idioti è trasversale e abbraccia ogni categoria umana. Ovviamente tra i ciclisti c'è qualche elemento che sa rendersi poco amabile in sella alla sua bcd ma la stragrande maggioranza di chi pratica ciclismo ha rispetto per sé stesso per gli altri e per la natura oltre che per la propria e altrui incolumità. Piuttosto ho messo l'accento su gli stili e i ritmi di vita di molti che portano a estremizzare e nevrotizzare i propri comportamenti e a leggere conflittualmente quelli degli altri.
Poi dolcemente le ho chiesto : "Mi dica cosa le cambia nella vita se per sorpassare qualche ciclista, amici che in sella condividono una passione, deve perdere un minuto per aspettare il punto giusto per effettuare il sorpasso".
Lei ha sorriso mi ha toccato una spalla e mi ha ringraziato scusandosi nuovamente.
Ci sono molti luoghi comuni su chi pratica ciclismo. Forse una campagna di sensibilizzazione aiuterebbe molte persone che proprio come quella ragazza possono realizzare in un attimo, pacificamente, che il problema non sono i ciclisti ma lo stress quotidiano.
Saluti.
Certo che dare la colpa al traffico per colpa dei ciclisti fa capire quanto siamo messi male.
 

bradipus

Vendicatore Mascherato e motore di ricerca
23 Luglio 2009
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qualunquemente
Il bello è che se i ciclisti sparissero dalle strade il traffico rimarrebbe.
la frase che dico di solito ai contestatori dei ciclisti è "pensa se, ogni ciclista che vedi, andasse in auto: ogni ciclista sarebbe una macchina in più in coda davanti a te, ed un concorrente in più per il parcheggio".
in genere li fa riflettere...
 

Shinkansen

Xeneize
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Colnago 50 Anniversary
la frase che dico di solito ai contestatori dei ciclisti è "pensa se, ogni ciclista che vedi, andasse in auto: ogni ciclista sarebbe una macchina in più in coda davanti a te, ed un concorrente in più per il parcheggio".
in genere li fa riflettere...
Il tuo discorso mi trova d'accordo solo parte, perché noi siamo principalmente ciclisti sportivi e un amatore non rinuncia alla macchina, semplicemente usa il suo tempo libero per spostarsi in bicicletta. E non è detto che nel momento in cui siamo a piedi, prendiamo la macchina. Potremmo tranquillamente utilizzare i mezzi pubblici. Ma è anche vero il contrario, nel momento in cui non ci alleniamo possiamo prendere noi stessi la macchina e contribuire al traffico di cui si lamentava la cameriera di @bnclrd.
Il tuo ragionamento lo vedo più rivolto a chi usa la bicicletta come mezzo di trasporto. Lì, sì, che c'è il vantaggio di occupare meno strada, meno parcheggi, avere meno inquinamento e così via.
A Genova e dintorni, chi usa la bici quale mezzo di trasporto sono casi sporadici, abbiamo troppe salite per ciclisti di quel tipo. Anche se, ultimamente, si cominciano a vedere e-bike. Ancora troppo poche, ma qualcosa si sta muovendo.
 

routa bucata

Cronoman
13 Marzo 2017
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Bici
nessuna
In effetti le e-bike hanno "invaso" i sentieri (quei sentieri che gli si addicono ovviamente) ed e' diventato un bell'affare per i negozi di sport delle vallate, fanno bei soldi immagino. Di sicuro gliene entrano tanti di soldi, poi i costi onestamente non so quantificarli e quindi non so dire quanti gliene rimangono in tasca.
 
Stato
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