Bici Endurance - gioie e dolori

falberto1960

Novellino
28 Agosto 2010
3
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torino
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Bici
scott foil 20
bhè, mi stupisce che percepisci una "reattività" inferiore: i valori STW non sono poi così distanti da una "race"
con un set di ruote? forse delle R0 Fulcrum riescono a farti percepire più solidità generale.
Ciao premetto non sono un esperto, per reattività intendo una bici più pronta in salita più prestante, quella attuale che ho monta ruote che pesano intorno a 1800 gr. che che volte mi sembrano piantate a terra ad esempio quando mi alzo sui pedali. Mi domandavo se con ruote piu leggere magari fulcrum r0 db che suggerisci e che pesano attorno a 1590 gr avrei potuto sentire la bici più performante in salita.
 

ValeXX

Apprendista Cronoman
15 Luglio 2009
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Eh sì, perché le bici endurance, secondo i costruttori che le stanno promuovendo, sono le nuove “bici totali”, quelle con cui si può fare tutto al meglio, ma le cose non stanno esattamente così. Le parole con cui le presentano sono un perfetto esempio di marketing: ne vengono decantate le doti di confort, vengono evocate intere giornate passate in sella senza fatica e senza dolori, si evidenzia la possibilità di passare indenni su strade disastrate, ma si omette anche molto di quello che queste bici non sono.
Gioie, certo, ma anche dolori.
Premessa: io, prima di una visita dei ladri in garage, avevo una bici “da salita”. Una Trek Emonda S5 che, a dispetto dei roboanti proclami di Trek sulla “bici di serie più leggera mai prodotta al mondo”, si attestava sui 9 kg in ordine di marcia. Ora poggio le natiche su una Giant Defy Advanced 1, che più o meno pesa uguale, ma è dotata del gruppo Ultegra e di freni a disco, laddove la Trek aveva un 105 con i classici caliper. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. Una bici non è specificata solo dal suo telaio, dai suoi componenti e dal suo peso. Una bici è molto di più: una bici è descritta essenzialmente dal suo carattere.
Tanto per cominciare, la bici endurance è più lunga. TRE centimetri di passo in più, per l’esattezza. E poi la bici endurance è più alta. Il tubo di sterzo è più alto di 2 cm di quello, già non bassissimo, della Trek in geometria H2. Il tubo di sella è di mezzo grado più aperto, e il reggisella (il proprietario D-Fuse, non sostituibile), ha un arretramento di 25 mm, e non di 8mm come il Bontrager precedente. Mettici un manubrio largo 46 cm esterno/esterno, mettici un attacco da 11cm, e la geometria è completamente descritta.
Ma, al di là dei numeri, cosa significa, questo, su strada?
Significa che, come dicono loro, “la posizione in sella è più rilassata e più confortevole”. Aha. Vero, ma non mi avete detto un’altra cosa abbastanza importante: immaginate di essere su una strada di fondovalle, in un trasferimento per andare a fare la vostra salita preferita. Immaginate che soffi un leggero vento contrario. Vi troverete a maledire la vostra “posizione più eretta e comoda” perché vi impedirà di assumere una posizione aerodinamica, a meno di non contorcervi piegando oltremodo le braccia per arrivare ad avere la schiena più o meno parallela al suolo. Per non parlare degli effetti della sella così arretrata, che rende estremamente difficile portarsi in punta di sella per aumentare la velocità.
E qui scopro il primo limite di una bici endurance: non è veloce. Punto. Meglio: non è fatta per andare veloce. Confrontare una Emonda con una Defy è come confrontare un’Audi TT con una A4.
Proprio ieri sera leggevo una recensione di una Defy Advanced SL (che non è la Defy Advanced normale, ma una bici che costa più o meno il doppio) in cui si decantava la possibilità di usarla anche per andare veloci. Diciamo che io, questa capacità, non l’ho vista. Certo, è possibile spingere sui pedali e fare velocità anche con questa, ma non come con una bici da corsa come l’Emonda. Questa è pigra. Lunga. Con un manubrio da 46 che ricorda i volanti dei camion. Con l’impossibilità di sistemarsi sulla sella in modo da spingere sui pedali avanzando con il bacino. Invita quasi esclusivamente ad andature rilassate, e questo lo sapevo, ma diciamo che la immaginavo più eclettica. Pensavo ad una Emonda leggermente più comoda. Invece è proprio un altro approccio.
Ma almeno, la bici endurance mantiene le promesse per cui è stata pensata? Cioè: è comoda? Sì, è comoda. Ma.
Ma il decantato reggisella D-Fuse, secondo me, non si accoppia perfettamente alla forcella anteriore. Il secondo è molto comodo e, in effetti, con una deformazione programmata che dovrebbe arrivare agli 11mm, ammortizza efficacemente le asperità della strada. Ma la forcella anteriore, a me, sembra percettibilmente più solida, forse anche per garantire un buon comportamento in frenata (i dischi sollecitano molto le forcelle in frenata) con il risultato che, sulle sconnessioni, le vibrazioni che arrivano al manubrio sono decisamente maggiori di quelle che arrivano alla sella.
Ma ci sono anche lati positivi?
Certo. La bici è molto stabile, molto rilassante da condurre in discesa. In pianura, considerazioni aerodinamiche a parte, fila che è un piacere, a patto di non accelerare troppo. I freni a disco, ormai li conoscete, sono molto piacevoli da azionare e garantiscono un’azione potente e progressiva in qualunque condizione meteo.
La consiglierei?
Dipende.

La bici da corsa, per me, è un’altra cosa.

Il post è vecchiotto ma visto che è stato commentato di recente aggiungo la mia opinione.
Quello che dici secondo me è frutto di una scelta taglia non molto studiata.
Cerco di spiegarmi.
In casa Giant ci sono TCR e Defy, una molto race e l'altra endurance... Cambiano rispetto al TCR angoli, lunghezze, stack e reach e probabilmente la costruzione del telaio studiato per avere un pizzico di comfort in più e di conseguenza sarà presumibilmente meno reattivo, non un telaio da circuito insomma, nè da salita con scatti rabbiosi stile classiche del nord, o meglio, meno adatto a questi scopi rispetto al tcr.

Però, la nostra posizione in bici, se ben studiata, dovrebbe essere la medesima su entrambi i telai, salvo idee/progetti diversi. Altrimenti certo che vengono fuori i problemi che dici.
In teoria bisognerebbe prima capire la posizione che si vuole ottenere e magari capire il tipo di uscite che si fanno e poi scegliere il telaio e posizionarsi di conseguenza.
Nella fattispecie su un TCR io dovrei prendere una M con attacco da 100 ed il reggisella dovrebbe avere un offset di non più di 1.5 per avere un'estetica decente, in più dovrei mettere un paio di cm di spessori.
Su una defi dovrei andare su una S con regisella con offset da 2.5 e pipa da almeno 110, se prendessi una M con pipa da 100 avrei una sella credo molto avanzata ma sopratutto avrei una piega troppo alta e corta, e dovrei ricorrere a pipe con angoli molto negativi tipo -17 oppure mi troverei come succede a te con una posizione troppo poco aerodinamica quando c'è da spingere in piano...
Infine la piega, io so di trovarmi bene con la 44 e non mi importa cosa monta la bdc di serie, io voglio la 44, tassativamente FSA che stringe a 42 sui comandi perchè è la soluzione ergonomicamente migliore PER ME, così come voglio la 50x34, così come voglio la pedivella da 170.

Certamente tra defy e tcr la prima sarà sempre un filo più comoda, la seconda scattante ed agile, però se scegliamo bene taglie ed assetti dubito le differenze saranno abissali, certo, uguali non saranno.
Spendo poi una parola sulle ruote... Delle RZero per esempio sono in grado di estrarre gli artigli a qualsiasi telaio, altre ruote tipo neutron sono in grado di rilassare qualsiasi telaio, occhio poi a quello che fa l'80% della comodità, copertoni giusti, di sezione giusta ed alla giusta pressione... ;)

Tutto ciò IMHO... ;)
 
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