Rieccomi dopo le ferie e dopo i miei dubbi che mi hanno assalito prima di partire http://www.bdc-forum.it/showthread.php?t=49272, ma devo dire che per me è andata bene.
E' un pò lungo come post e me ne scuso, ma mi piace condividere con Voi le mie emozioni, poi se non avete il tempo o la voglia di leggere, grazie lo stesso per esservi interessati.
Piccola premessa, quando dico che è andata bene, mi rivolgo alle mie prestazioni riferendomi al mio grado di allenamento.
Andiamo con ordine:
Come programmato il primo giro è stato, con partenza da Pozza di Fassa, San Pellegrino-Fedaia. La partenza non prestissimo, intorno alle 7.30 visto che ho aspettato l'apertura del ristorante per la colazione, fuori temperatura di 14° quindi con il giubbetto felpato non si stava male. Le prime rampe del San Pellegrino mi sono servite per capire che non sarebbe stata una giornata da sgambatina, ma questo già lo sapevo. Poi però sono salito in agilità veramente bene senza grossi affanni fino in cima al Passo. (A proposito, ma chi è che posiziona i cartelli dei passi un km prima della fine della salita?) Invece quello che mi ha "spaventato" è stata la discesa dal San Pellegrino verso Falcade, scendevo giù a 80 kmh senza pedalare,e che pedalavo a fare poi, e potevo toccare punte anche maggiori se non mi dovevo fermare per far passare una mandria di mucche che stava attraversando la strada. Il mio pensiero era rivolto all'eventuale terzo giro che comprendeva il San Pellegrino dal bivio del Valles e che mi ha fatto pensare ad eventuali alternative. Fino a Cencenighe è praticamente tutta discesa, poi inizia a salire verso Alleghe, utile per riprendere un pò di gamba addormantata dal poco pedalare. Da Alleghe ci sono circa 7km di strada in piano che preparano al peggio dove ne ho approfittato per levarmi il giubbetto e prepararmi spiritualmente, tanto che mi hanno superato alcuni ciclisti e non ho fatto nulla nemmeno per star loro a ruota, un pò per risparmiare energie ed un pò, scusate la presunzione non perchè sia un fenomeno tutt'altro, dando una rapida occhiata alle loro gambe che non erano di quelle da prendere in considerazione per accodarsi e farsi trainare ed il mio pensiero è stato " se fanno il Fedaia li riprendo tutti". A Caprile iniziano le danze i primi km non li ho trovati duri e, come volevasi dimostrare, avevo già superato tutti, tranne uno, di quelli che mi avevano passato sul piano. Arrivato a Rocca Pietore giro per i Serrai che sono veramente suggestivi, unico neo troppa gente che frena l'andatura, ma del resto è una passeggiata pedonale, ed il trenino che ho avuto davanti per un pò di strada e che sono riuscito a superare in uno dei pochi punti della strada che si "allargava". L'immissione sulla statale decretava il vero inizio delle ostilità. Testa bassa che guarda l'asfalto e poco dopo mi ritrovo in compagnia di quattro olandesi e poco più avanti l'ultimo di quelli che mi avevano superato in piano. Trovo la forza di scambiare quattro chiacchiere con uno degi olandesi, visto che gli altri tre si erano nel frattempo staccati e dopo esserci dati reciprocamente del pazzo ad affrontare queste salite, al tizio cade l'occhio sui miei rapporti e mi chiede con cosa stia salendo, alla mia risposta "39x26" mi elegge re dei pazzi, lui saliva con un 30 e poco dopo si staccava anche lui. Continuo imperterrito a guardare tutti i sassolini dell'asfalto che scorrono lentamente sotto di me e con mio stupore mi accorgo di avere finito il rettilineo, ma ahimè un cartello e, poco dopo un altro, indicano che le prossime pendenze saranno al 15% e, puntualmente, il computer della bici confermano. Poco prima del passo sorpasso un tizio che è salito con gli sci con le rotelle e che avevo lì davanti da un bel pò. L'arrivo al passo è stato come un sogno, il riconoscere luoghi visti in tv solo in occasione del passaggio del giro mi ha riempito di emozione, certo la fatica è stata tanta, ma se potessi ripartirei subito per affrontarlo di nuovo. Il ritorno a Pozza è stato molto piacevole con il sorriso stampato sulle labbra.
Il secondo giro l'ho potuto fare solo il giovedì in quanto la pioggia ha rovinato un pò i miei piani, e comprendeva l'ascesa del lavazè e poi del costalunga con ritorno a Pozza. Fino a mercoledì sera, parlando con altri ragazzi di Como anche loro li con le bici, confermavo che, salvo pioggia, partivo anche se il tempo fosse stato incerto. La mattina il tempo non era dei migliori, ma ho solo atteso circa 20 minuti in più rispetto a lunedì per cercare di capire l'evoluzione del meteo. Partivo alle 7.50 e fino a Predazzo tutta in lieve discesa, poi saliscendi fino a Cavalese molto utili per far entrare in temeperatura le gambe e da Cavalese inizio a salire verso il Passo di Lavazè. I primi km scivolavano via sotto le ruote poi sono iniziate le prime rampe e dentro l'abitato di Varena, l'acciottolato a listelli, mi faceva slittare la ruota posteriore costringendomi a tornare nella posizione seduta. Fino al bivio per Stava/passo di pramadiccio, la salita continuava severa, ma il peggio doveva ancora arrivare, infatti appena superato il bivio un cartello indica la pendenza del 18%. Nella mia testolina è sorto il dubbio se girare o continuare, ma è stato un attimo, però da quel punto e fino al passo sul mio computer la pendenza segnata non è mai scesa sotto il 10%, ma a dire il vero non ho notato nemmeno quella del 18%, però lo sforzo lo ho quasi paragonato a quello del fedaia. In discesa, tra le nuvole, la temperatura era scesa a 12° ed il freddo e l'umidità si facevano sentire tanto che dovevo mettere mano spesso ai freni per rallentare la velocità nonostante giubbetto, guanti invernali e gambali. Al bivio per il Costalunga iniziavo a salire con un buon passo e solo nell'attraversare Nova Levante incontravo le pendenze più dure poi, sempre con il 26, salivo di buon passo facendo girare le gambe.
La discesa verso Pozza mi diceva che l'indomani difficilmente sarei uscito in bici, ma che comunque avevo centrato gli obiettivi prefissati, certo forse un rapporto più agile mi avrebbe aiutato, però va bene anche così come è andata.
In ultimo per gli amanti delle statistiche e dei numeri:
San Pellegrino da Moena fatto in 54'42"
Fedaia da Caprile fatto in 1h21'27"
Passo di Lavazè da Cavalese fatto in 56'30"
Passo di Costalunga dal bivio del Lavazè fatto in 1h08'40".
Grazie per essere arrivati sin qui a leggere e scusate ancora la lunghezza.
E' un pò lungo come post e me ne scuso, ma mi piace condividere con Voi le mie emozioni, poi se non avete il tempo o la voglia di leggere, grazie lo stesso per esservi interessati.
Piccola premessa, quando dico che è andata bene, mi rivolgo alle mie prestazioni riferendomi al mio grado di allenamento.
Andiamo con ordine:
Come programmato il primo giro è stato, con partenza da Pozza di Fassa, San Pellegrino-Fedaia. La partenza non prestissimo, intorno alle 7.30 visto che ho aspettato l'apertura del ristorante per la colazione, fuori temperatura di 14° quindi con il giubbetto felpato non si stava male. Le prime rampe del San Pellegrino mi sono servite per capire che non sarebbe stata una giornata da sgambatina, ma questo già lo sapevo. Poi però sono salito in agilità veramente bene senza grossi affanni fino in cima al Passo. (A proposito, ma chi è che posiziona i cartelli dei passi un km prima della fine della salita?) Invece quello che mi ha "spaventato" è stata la discesa dal San Pellegrino verso Falcade, scendevo giù a 80 kmh senza pedalare,e che pedalavo a fare poi, e potevo toccare punte anche maggiori se non mi dovevo fermare per far passare una mandria di mucche che stava attraversando la strada. Il mio pensiero era rivolto all'eventuale terzo giro che comprendeva il San Pellegrino dal bivio del Valles e che mi ha fatto pensare ad eventuali alternative. Fino a Cencenighe è praticamente tutta discesa, poi inizia a salire verso Alleghe, utile per riprendere un pò di gamba addormantata dal poco pedalare. Da Alleghe ci sono circa 7km di strada in piano che preparano al peggio dove ne ho approfittato per levarmi il giubbetto e prepararmi spiritualmente, tanto che mi hanno superato alcuni ciclisti e non ho fatto nulla nemmeno per star loro a ruota, un pò per risparmiare energie ed un pò, scusate la presunzione non perchè sia un fenomeno tutt'altro, dando una rapida occhiata alle loro gambe che non erano di quelle da prendere in considerazione per accodarsi e farsi trainare ed il mio pensiero è stato " se fanno il Fedaia li riprendo tutti". A Caprile iniziano le danze i primi km non li ho trovati duri e, come volevasi dimostrare, avevo già superato tutti, tranne uno, di quelli che mi avevano passato sul piano. Arrivato a Rocca Pietore giro per i Serrai che sono veramente suggestivi, unico neo troppa gente che frena l'andatura, ma del resto è una passeggiata pedonale, ed il trenino che ho avuto davanti per un pò di strada e che sono riuscito a superare in uno dei pochi punti della strada che si "allargava". L'immissione sulla statale decretava il vero inizio delle ostilità. Testa bassa che guarda l'asfalto e poco dopo mi ritrovo in compagnia di quattro olandesi e poco più avanti l'ultimo di quelli che mi avevano superato in piano. Trovo la forza di scambiare quattro chiacchiere con uno degi olandesi, visto che gli altri tre si erano nel frattempo staccati e dopo esserci dati reciprocamente del pazzo ad affrontare queste salite, al tizio cade l'occhio sui miei rapporti e mi chiede con cosa stia salendo, alla mia risposta "39x26" mi elegge re dei pazzi, lui saliva con un 30 e poco dopo si staccava anche lui. Continuo imperterrito a guardare tutti i sassolini dell'asfalto che scorrono lentamente sotto di me e con mio stupore mi accorgo di avere finito il rettilineo, ma ahimè un cartello e, poco dopo un altro, indicano che le prossime pendenze saranno al 15% e, puntualmente, il computer della bici confermano. Poco prima del passo sorpasso un tizio che è salito con gli sci con le rotelle e che avevo lì davanti da un bel pò. L'arrivo al passo è stato come un sogno, il riconoscere luoghi visti in tv solo in occasione del passaggio del giro mi ha riempito di emozione, certo la fatica è stata tanta, ma se potessi ripartirei subito per affrontarlo di nuovo. Il ritorno a Pozza è stato molto piacevole con il sorriso stampato sulle labbra.
Il secondo giro l'ho potuto fare solo il giovedì in quanto la pioggia ha rovinato un pò i miei piani, e comprendeva l'ascesa del lavazè e poi del costalunga con ritorno a Pozza. Fino a mercoledì sera, parlando con altri ragazzi di Como anche loro li con le bici, confermavo che, salvo pioggia, partivo anche se il tempo fosse stato incerto. La mattina il tempo non era dei migliori, ma ho solo atteso circa 20 minuti in più rispetto a lunedì per cercare di capire l'evoluzione del meteo. Partivo alle 7.50 e fino a Predazzo tutta in lieve discesa, poi saliscendi fino a Cavalese molto utili per far entrare in temeperatura le gambe e da Cavalese inizio a salire verso il Passo di Lavazè. I primi km scivolavano via sotto le ruote poi sono iniziate le prime rampe e dentro l'abitato di Varena, l'acciottolato a listelli, mi faceva slittare la ruota posteriore costringendomi a tornare nella posizione seduta. Fino al bivio per Stava/passo di pramadiccio, la salita continuava severa, ma il peggio doveva ancora arrivare, infatti appena superato il bivio un cartello indica la pendenza del 18%. Nella mia testolina è sorto il dubbio se girare o continuare, ma è stato un attimo, però da quel punto e fino al passo sul mio computer la pendenza segnata non è mai scesa sotto il 10%, ma a dire il vero non ho notato nemmeno quella del 18%, però lo sforzo lo ho quasi paragonato a quello del fedaia. In discesa, tra le nuvole, la temperatura era scesa a 12° ed il freddo e l'umidità si facevano sentire tanto che dovevo mettere mano spesso ai freni per rallentare la velocità nonostante giubbetto, guanti invernali e gambali. Al bivio per il Costalunga iniziavo a salire con un buon passo e solo nell'attraversare Nova Levante incontravo le pendenze più dure poi, sempre con il 26, salivo di buon passo facendo girare le gambe.
La discesa verso Pozza mi diceva che l'indomani difficilmente sarei uscito in bici, ma che comunque avevo centrato gli obiettivi prefissati, certo forse un rapporto più agile mi avrebbe aiutato, però va bene anche così come è andata.
In ultimo per gli amanti delle statistiche e dei numeri:
San Pellegrino da Moena fatto in 54'42"
Fedaia da Caprile fatto in 1h21'27"
Passo di Lavazè da Cavalese fatto in 56'30"
Passo di Costalunga dal bivio del Lavazè fatto in 1h08'40".
Grazie per essere arrivati sin qui a leggere e scusate ancora la lunghezza.