Ed eccomi qua, tornato per raccontare un bel giro fatto ieri. Non vi avrei ammorbato con i miei entusiasmi che spesso sono del tutto personali suscitando in chi non ha vissuto l'esperienza solo un barlume di interesse, ma
@CHIAPPA richiede il report come ai vecchi tempi e quindi report sia.
Avevo in canna questo giro già dall'anno scorso ma non avevo trovato il tempo libero combaciante con condizioni meteo accettabili per cui l'avevo tenuto lì in caldo per quest'anno. L'unico rammarico è che quest'anno, causa stop di due mesi a maggio e giugno, sono molto meno in forma dello scorso anno, ma pazienza.
iniziamo con i numeri:
198 km
3811 di dislivello
media 21 km/h
Itineriario: Chiavenna-passo del Maloja-La Punt- passo dell'Albula-Tiefencastel-passo dello Julier-Maloja-Chiavenna
Partenza ore 7:30 da Chiavenna, direzione St. Moritz. Pronti via si sale, anche se abbastanza dolcemente, in direzione Villa di Chiavenna, dove è posta la dogana. Entrato in territorio elvetico, Canton Grigioni, si percorre tutta la Val Bregaglia verso il passo del Maloja. 32 km da Chiavenna, più o meno tutti ascendenti, 1400 di dislivello. Poco dopo il confine si vedono ancora i segni della frana del monte Cengalo. La strada è libera e perfettamente agibile ma mi dicono che ci sono movimenti e ci sono dei semafori che scattano quando vengono rilevati movimenti geologici, speriamo bene, lì sotto ci sono dei paesi…
Salendo il paesaggio si fa via via più maestoso, le montagne incombono sulla valle e la salita si fa più dura ma io tengo sempre un ritmo più che tranquillo e ogni tanto mangio qualcosa, devo dosare le forze perché so benissimo quanta strada e dislivello mi attendono, e nel contempo cerco di tenere il serbatoio pieno. Gli ultimi km sono spettacolari, con i tornanti che diventano più severi e si arrampicano sulla montagna verso il passo, ma alla fino arrivo in cima e tiro il fiato. Il passo del Maloja è anomalo, in pratica ha un solo versante, quello da me percorso, perché arrivati in cima si accede all'altopiano di St. Moritz a quota 1800 circa, per cui la strada spiana. Il cielo è un po' nuvoloso ma non minaccioso, inizio a costeggiare gli spettacolari laghetti verso St. Moritz e via via si susseguono paesini da favola e paesaggi da sogno, peccato che il cielo non sia sereno e i laghi non risplendano, però i riflessi dei monti nelle loro acque sono spettacolari. E così passo da Sils, Silvaplana, arrivo a St. Moritz e proseguo, devo arrivare a La Punt dove attaccherò il secondo passo della giornata, l'Albulapass. Pedalo e forse mi distraggo perché dopo Celerina non mi accorgo di dover svoltare a sinistra ad una rotonda in direzione Samedan e proseguo. Mi ritrovo a Pontresina, con la strada che prosegue verso il passo del Bernina. Capisco di aver sbagliato, chiedo a un tipo che sta lì a bordo strada che mi conferma che devo tornare indietro e girare verso Samedan. Per fortuna qui parlano romancio e quindi l'italiano lo capiscono e lo parlano abbastanza, del resto le scritte in romancio che vedo le riesco a tradurre anch'io senza problemi, in fondo è una lingua latina simile a un dialetto e chi si districa con i dialetti lombardi non fa grossa fatica. Capito l'errore di itinerario, dopo un paio di invocazioni ai Santi del calendario, giro la bici ritornando a riprendere la strada giusta. C'è un vento fastidioso che a volte sposta anche la bici, mentre pedalo mangio e bevo, in giri così alimentarsi è vitale, e finalmente arrivo a La Punt, svolta secca a sinistra e mi ritrovo dal piano al 10% in 3 metri. L'Albula preso da La Punt è lungo 9 km, i primi 6 davvero tossici, media 9% con tratti al 12%, poi diventa più facile, su quelle pendenze cerco di sopravvivere e metto una pedalata dopo l'altra, il vento è cessato e la strada è assolata, inizio ad avere caldo e la salita non molla. Ad un certo punto uno con la maglia della
Scott che avevo visto scendere quando io avevo attaccato la salita mi raggiunge e mi passa a velocità tripla, è sicuramente un pro, non mi spiego altrimenti la velocità che tiene al 10% di pendenza, una macchina da guerra, da paura. Dopo un paio di km lo vedo scendere con un suo compagno di squadra, era andato a raccattarlo…
Via via i km passano, guardo l'altimetria e vedo che guadagno quota, invece non voglio guardare i km altrimenti mi scoraggio. Finiti i primi 6 km tutto diventa più facile ma ormai sono cotto e tiro a campare fino in vetta, a 2300 di quota. Mi fermo un minuto, due foto, metto l'antivento, mangio una barretta e mi butto in discesa, Obiettivo il paese di Tiefencastel. Discesa velocissima di oltre 30 km ma su una strada a tratti non scorrevolissima per cui in molti punti bisogna fare attenzione, e via via che si scende si vedono paesaggi spettacolari, un laghetto alpino, montagne maestose, boschi meravigliosi e pascoli perfetti, manca solo la mucca viola della Milka e ci siamo. Nel finale la discesa diventa più rilassante, in alcuni punti bisogna anche pedalare e arrivo a Tiefencastel, a quota 860 circa, prendo la svolta a sinistra in una rotonda e imbocco la Julierstrasse, la strada che porta allo Julierpass, 35 km di ascesa con ampi tratti che ogni tanto spianano, per arrivare ai 2250 del passo. La tragedia è che trovo un forte vento contrario per tutti i 35 km di ascesa, a parte i tornanti degli ultimi km dove il vento soffia laterale. La salita diventa un vero calvario, ricorro ai gel, mangio
barrette, bevo, ma la lotta contro il vento è sfiancante e mi prosciuga pian piano tutte le energie, anche sui tratti di spiano non riesco a fare velocità, il vento vuole ributtarmi a valle e allora mi metto in modalità risparmio energetico, che tanto anche a spingere come matti si ottiene poco. Arrivato a quota 1400 circa mi prendo anche 20 minuti di pioggia moderata, l'unica della giornata (viste le previsioni meteo è andata bene) che rinfrescandomi per bene non mi dispiace nemmeno. Salgo e mi piacerebbe in questa fatica immane avere un compagno di viaggio con cui farmi coraggio, ma sono solo e devo trovare dentro me stesso la forza per continuare. Trovo da qualche parte le forze e finalmente, davvero stanchissimo, arrivo al passo. Sono al lumicino, ormai sono quasi 3800 i metri di dislivello accumulati, il cielo è coperto e fa anche freddo per cui antivento e manicotti, e giù in discesa verso quota 1800 di Silvaplana. Man mano che scendo le nuvole lasciano spazio al sole e i laghetti giù sotto si illuminano assumendo un colore tra l'azzurro e il verde smeraldo, una favola.
Da Silvaplana mancano circa 10 km per tornare al Maloja e iniziare la discesa verso Chiavenna e già dall'alto, mentre sto ancora scendendo sulla parte finale della discesa dello Julier, vedo i kitesurf inclinati in direzione tale che mi fanno capire che anche quei km saranno controvento, e infatti arrivato ai laghi mi prendo anche lì un vento contrario piuttosto forte.
Ormai pedalo abbastanza per inerzia, il barile è vuoto e sto raschiando il fondo, ma in qualche modo arrivo a Sils e poi finalmente al Maloja con i miei 3811 di dislivello accumulato, che resteranno tali. Da lì giù in picchiata ripercorrendo la strada dell'andata, discesa veloce ma, a parte i primi tornanti stretti, su strada larga e scorrevole con pochi tornanti e anche a raggio abbastanza ampio per cui si tratta solo di guidare la bici bene e la si può lasciare correre ad alta velocità. Ripasso il confine e mi tolgo antivento e manicotti, inizia a fare caldo. Arrivato a Chiavenna mi sembra di entrare in un forno, rispetto a dove ho pedalato fino a pochi km prima fa un caldo bestiale, ma ormai nulla mi può più infastidire, la mia incursione alpina nei Grigioni è terminata, ce l'ho fatta (non ne ero poi così certo), sono molto contento, ho pedalato in posti meravigliosi, ho lottato contro la stanchezza, la mia forma precaria, il vento, i momenti di scoraggiamento e difficoltà che quando sei da solo ogni tanto ti prendono, però la soddisfazione per aver chiuso il giro che volevo fare è davvero grandissima e mi ripaga ampiamente di tutti gli sforzi.
Che dire, una pazzia ogni tanto riesco ancora a farla, son vecchietto ma qualcosa in sella riesco ancora a portare a casa.
Sperando di non avervi annoiato troppo, cari amici CM, vi saluto.
A presto