Ciclisti pro di cultura

Ser pecora

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Ciclisti pro di cultura
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bradipus

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qualunquemente
Se non sbaglio anche la ex azzurra Noemi Cantele (argento a crono e bronzo su strada ai mondiali di Mendrisio) si era laureata in Economia mentre correva.
 

martin_galante

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Ragazzi ma state dimenticando la nostra Vittoria Bussi, primatista dell'ora. Un conto è avere una laurea, o ottenere un PhD 'come hobby'. Un conto è fare il percorso accademico della Bussi. Che ha conseguito un PhD competitivo pubblicando molto bene in geometria algebrica. Avrebbe probabilmente potuto continuare un'ottima carriera accademica. Poi ha scelto altro. Credetemi, c'è una bella differenza tra questo tipo di percorso, ed il semplice conseguimento di un dottorato.
 

Ser pecora

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Ragazzi ma state dimenticando la nostra Vittoria Bussi, primatista dell'ora. Un conto è avere una laurea, o ottenere un PhD 'come hobby'. Un conto è fare il percorso accademico della Bussi. Che ha conseguito un PhD competitivo pubblicando molto bene in geometria algebrica. Avrebbe probabilmente potuto continuare un'ottima carriera accademica. Poi ha scelto altro. Credetemi, c'è una bella differenza tra questo tipo di percorso, ed il semplice conseguimento di un dottorato.

Perché tu sai che le lauree o i dottorati dei menzionati siano semplici hobby? Il Phd della Pooley (che ha una carriera ciclistica un po' diversa dalla Bussi...) sarebbe un "semplice" conseguimento di dottorato?
Come far polemica sul niente anche qua.
 
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martin_galante

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Perché tu sai che le lauree o i dottorati dei menzionati siano semplici hobby? Il Phd della Pooley (che ha una carriera ciclistica un po' diversa dalla Bussi...) sarebbe un "semplice" conseguimento di dottorato?
Come far polemica sul niente anche qua.
Ciao non volevo assolutamente fare polemica. Ammiro molto la Pooley. Volevo solo dire che la Bussi è qualcosa di assurdo. Conosco molti che si dedicano anima e corpo, ancor più di un ciclista pro, per conseguire risultati accademici che sono la metà dei suoi. Tutto qui. Non volevo sminuire gli altri.
 

Ser pecora

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Tutto qui. Non volevo sminuire gli altri.

Ecco. Brava sicuramente la Bussi, che non ho menzionato (e sicuramente ne ho dimenticati altri), ma conseguire anche una "semplice" laurea breve per gente che fa il ciclista professionista (livello WT o Conti) con quello che comporta come assorbimento di tempo (pochi sport sono "totalizzanti" come il ciclismo) è comunque un risultato lodevole.
 
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fabiopon

Maglia Rosa
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Specialized Roubaix SL2 + Olmo Zeffiro VCT + Rockraider 5.1
Coplimenti davvero a tutti loro, anche se non bisogna dimenticarsi di tuuuuuuuutti quelli che si sono laureati lavorando 8-10 ore al giorno e magari una famiglia... davvero complimenti!
Ma Pozzovivo non aveva a che fare con la meteorologia?
 
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utah

Maglia Amarillo
18 Dicembre 2006
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E' vero che si è legati al ricordo di un'Italia Post 2 guerra mondiale dove il tasso di analfabetismo era molto alto e di conseguenza si rifletteva su tutta la società.

Vero che probabilmente la percentuale di chi non aveva terza media tra i ciclisti era alta, ma era alta per esempio anche tra imprenditori.. Tolta una piccola nicchia di borghesia impiegatizia legata ad apparati statali. La bassa scolarizzazione era ripartita un po' in tutti gli strati sociali..
Dopo 70 anni il tasso di scolarizzazione è completamente cambiato in Italia, di conseguenza anche tra chi pedala per agonismo..

Per dare giudizio su titoli di studio o percorsi accademici, all'estero non li conosco.. Conosco quelli Italiani..
Invece se da parametrare con Usa.. lascerei stare li ad un proffessionista rilasciano qualsiasi titolo...

Se invece si va a vedere chi pratica ciclismo, si.. negli anni la fascia sociale di chi lo pratica, probabilmente si è spostata verso fasce diciamo piu' borghesi..? ( non è piu'proibito il termine..:-) ) Si probabilmente si... Ma credo che il fenomeno sia iniziato già dagli anni 70...
 

renato53

Novellino
5 Settembre 2016
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scott
Non voglio assolutamenta rinfocolare la questione, ma semplicemente fare osservare che per formulare un giudizio o anche un semplice parere, bisognerebbe avere una minima esperienza o perlomeno dei riscontri oggettivi. Conseguire una laurea, sia essa triennale o magistrale, non è sicuramente mai un passatempo. Richiede un impegno sia mentale che fisico, dal momento che l'università va frequentata, sia per seguire le lezioni che per sostenere gli esami, oltre che per incontrare quando serve i docenti. Poi c'è lo studio, che per essere proficuo deve essere fatto in condizioni ottimali, anche dal punto di vista ambientale. L'università scelta poi non è detto che sia facilmente raggiungibile, e anche questo è un disagio.
Un discorso parallelo si può fare per certi sport, ma credo tutti a livello agonistico, che richiedono un impegno pressochè totale (nuoto, ciclismo per citarne solo due), sia per gli allenamenti che per le gare, magari con trasferte in giro per il mondo.
Conciliare le due attività, studio e agonismo, non è cosa facile, anzi.
Ultima cosa. Io per studiare partivo da casa il lunedì mattina e rientravo il sabato, non dico altro.
 

palmer

Apprendista Scalatore
20 Ottobre 2005
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Due in carbonio, una in titanio, ma sette in acciaio
Non voglio assolutamenta rinfocolare la questione, ma semplicemente fare osservare che per formulare un giudizio o anche un semplice parere, bisognerebbe avere una minima esperienza o perlomeno dei riscontri oggettivi. Conseguire una laurea, sia essa triennale o magistrale, non è sicuramente mai un passatempo. Richiede un impegno sia mentale che fisico, dal momento che l'università va frequentata, sia per seguire le lezioni che per sostenere gli esami, oltre che per incontrare quando serve i docenti. Poi c'è lo studio, che per essere proficuo deve essere fatto in condizioni ottimali, anche dal punto di vista ambientale. L'università scelta poi non è detto che sia facilmente raggiungibile, e anche questo è un disagio.
Un discorso parallelo si può fare per certi sport, ma credo tutti a livello agonistico, che richiedono un impegno pressochè totale (nuoto, ciclismo per citarne solo due), sia per gli allenamenti che per le gare, magari con trasferte in giro per il mondo.
Conciliare le due attività, studio e agonismo, non è cosa facile, anzi.
Ultima cosa. Io per studiare partivo da casa il lunedì mattina e rientravo il sabato, non dico altro.
Sono d'accordo con te Renato, io ho lavorato (era l'attività, peraltro in proprio con tutto ciò che ne consegue, che mi dava da mangiare e con cui mantenevo la famiglia) e contemporaneamente studiato (corsi serali per anni e centinaia di week end sui libri).
Quando ho finito mi sembrava di avere un'infinità di tempo a disposizione, all'inizio ero addirittura disorientato: avere la testa impegnata in due attività è particolarmente stressante, dunque doppi complimenti a questi atleti professionisti che ce l'hanno fatta.
 

Gzaf

Apprendista Passista
25 Giugno 2010
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Wilier Izoard XP 105 R7 (2012)
Ragazzi ma state dimenticando la nostra Vittoria Bussi, primatista dell'ora. Un conto è avere una laurea, o ottenere un PhD 'come hobby'. Un conto è fare il percorso accademico della Bussi. Che ha conseguito un PhD competitivo pubblicando molto bene in geometria algebrica. Avrebbe probabilmente potuto continuare un'ottima carriera accademica. Poi ha scelto altro. Credetemi, c'è una bella differenza tra questo tipo di percorso, ed il semplice conseguimento di un dottorato.
E sticazzi, senza nulla togliere a Vittoria Bussi che non conosco e che avrà una carriera accademica altrettanto di rispetto, fallo tu un PhD al MIT, a Berkeley o al ETH e poi ci racconti quanto è stato un hobby. Le persone con cui ho parlato io non lo definivano proprio così. Non capisco perché per lodare qualcuno si debba sempre sminuire gli altri. Sono tutta gente che si è fatta il mazzo per ottenere quei risultati, riga. Il resto è solo fanatismo da fanboy e celhopiulunghismo.
 

Ser pecora

Diretur
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16 Aprile 2004
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Non capisco perché per lodare qualcuno si debba sempre sminuire gli altri. Sono tutta gente che si è fatta il mazzo per ottenere quei risultati, riga. Il resto è solo fanatismo da fanboy e celhopiulunghismo.

Direi che più che sminuire è stato un modo molto obliquo di dire che fa parte del mondo accademico :-)

Mondo accademico che è molto competitivo, tanto quanto quello sportivo. Quindi con tutto il celolunghismo e complessi vari che ci vanno assieme.

Comunque il topic voleva solo dare un'idea come siano cambiati i costumi e far sapere qualcosa che forse non tutti sapevano. Fine.
 

utah

Maglia Amarillo
18 Dicembre 2006
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Pampas Lacustre.
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In effetti nel ciclismo c’è un altissimo tasso di ignoranza. Fa piacere che i giovani dedichino tempo anche agli studi.

Non so se ci siano dei dati raccolti che possano validare questa narrazione..
Sono portato a pensare piu' ad un luogo comune..

Probabilmente sono molto di piu' i calciatori delle giovanili ad abbandonare prematuramente gli studi.. Magari allettati da guadagni che li sistemino anche per il dopo carriera.

Nel Ciclismo invece questa condizione praticamente non esiste.. se non per 1 su 1000? 10000? Quindi la maggioranza dei ciclisti che aprocciano il professionismo sanno che entro i 30 anni devono entrare nel mercato del lavoro da una condizione di non previlegiati.
 

zippx53

Novellino
8 Giugno 2011
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San Donà di Piave
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merida,ridley, scott, parkpre, dedacciai
In effetti nel ciclismo c’è un altissimo tasso di ignoranza. Fa piacere che i giovani dedichino tempo anche agli studi.

Non so se ci siano dei dati raccolti che possano validare questa narrazione..
Sono portato a pensare piu' ad un luogo comune..

Probabilmente sono molto di piu' i calciatori delle giovanili ad abbandonare prematuramente gli studi.. Magari allettati da guadagni che li sistemino anche per il dopo carriera.

Nel Ciclismo invece questa condizione praticamente non esiste.. se non per 1 su 1000? 10000? Quindi la maggioranza dei ciclisti che aprocciano il professionismo sanno che entro i 30 anni devono entrare nel mercato del lavoro da una condizione di non previlegiati.
Basta frequentare il mondo delle gare amatoriali x confermare questa cosa. Se guardi le categorie dei 35-50 in sù è gente che vive di pane e bici e non sanno fare un discorso a senso compiuto. Il ciclismo è uno sport a cui devi dedicare mooooolto piu tempo rispetto tipo al calcio. E quindi quando vai a scuola, il tempo da studiare è decisamente minore rispetto a un calciatore. E lo
dico x certo perché da ragazzino ho giocato a calcio e io facevo tipo 3 allenamenti alla settimana da max 2 ore piu partita domenica, i ciclisti, 4 ore ogni gg e domenica gara lunga. Certo la percentuale di ciclisti praticamanti è minore rispetto ai calciatori (riferito ai ragazzini) ma io mi riferivo alla percentuale dei ciclisti in sè.
Cn questo non voglio dire che chi fa altri sport siano dei geni, dico solo che a proporzione di tempo di allenamento, un ciclista è molto piu impegnato negli allenamenti e ha meno tempo di studiare.
 

amarone

Pedivella
14 Aprile 2009
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Valpolicella, dopo 9 anni a Madrid
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Orbea M20Team2021; Cube Nuroad C 62 2023. MeridaCx 5 2009 alu Ciclotour. Grandis acciajo1996(rullo)
Incontrato in aereo Manuel Quinziato e scambiate 2 chiacchiere. Ha anche un ottimo livello sia di inglese che di spagnolo (d'altronde abita a Madrid), e in più ha il patentino per il tedesco. Persone così fanno solo bene al ciclismo
 

garbino82

Apprendista Velocista
20 Febbraio 2011
1.400
937
Saraghinaland
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bellissime
Veramente tanto di cappello a quegli atleti che con lo studio si sono creati le basi per un futuro professionale dopo la carriera...
Pensare che io per conseguire laurea e specializzazione ho dovuto interrompere la mia "brillante" :sborone:carriera da amatore (scarso)...:oops:
 
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Mauro1988

Passista
31 Gennaio 2011
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Cannondale SystemSix
semplice, il ciclismo permette a pochi fenomeni di "sistemarsi" una volta abbandonato l'agonismo...la maggior parte non ha guadagni cosi alti da farsi una pensione e al giorno d'oggi è facile smettere entro i 30 anni...una laurea e quasi d'obbligo se no vai a cercar lavoro dicendo "facevo il professionista e andavo in bici".