ROMA - "Mi hanno offerto il Cera, ma ho rifiutato". Così il campione del mondo Alessandro Ballan davanti agli inquirenti dell'inchiesta padovana (30 indagati, 10 ciclisti professionisti e 5 medici) nata dalle rivelazioni di
Emanuele Sella, il dominatore delle tappe Dolomitiche al Giro 2008, poi pizzicato positivo al Cera, l'epo di terza generazione, con relativa squalifica finita appena di scontare.
All'iridato di Varese gli inquirenti sono arrivati attraverso la lunga serie di intercettazioni effettuate nell'inverno 2008 (novembre-dicembre) sull'utenza di Priamo, il compagno di squadra che Sella indicò come fornitore della fialetta per cui poi risultò positivo al test. A sua volta Priamo era in contatto con tale Paolo Bonin, ex dilettante, oggi cicloamatore, uno dei due punti di riferimento del ct della nazionale serba Under 23 Aleksandar Nikacevic, recentemente arrestato (e tutt'ora in agli arresti domiciliari) nell'ambito della stessa inchiesta. Dalle indagini risulterebbe che Nikacevic forniva il Cera a Bonin, che fungeva da "piazzista" per i ciclisti della provincia. Comprava il Cera a 350 euro la fiala e rivendeva a 700.
Nelle intercettazioni fra Bonin e Nikacevic l'ex dilettante si fa vanto di conoscere molti professionisti. E di fatto li conosce. Non solo: ma addirittura, come risulterebbe dalle indagini, li incontra, pedala con loro:
"Stavo suonando il campanello sotto casa di Tosatto (un collega che milita nella Quick Step, compagno abituale di allenamento e che abita a Riese Pio
X, n. d. r.) - questo risulterebbe dal racconto di Ballan agli inquirenti - quando mi si avvicinò Bonin e mi chiese se volevo il Cera. Io rifiutai".
Incontro casuale, dunque, anche se Bonin non sembra essere uno sconosciuto per l'iridato, che, da dilettante avrebbe corso addirittura con lui e, a quanto risulta dall'inchiesta, avrebbe confermato di avere il suo numero nella memoria del proprio telefonino. Nell'ambito dell'indagine è stato sentito anche Filippo Pozzato, atleta di punta della Katusha, nonché vincitore della "Sanremo" del 2006.
Anche lui avrebbe ammesso di conoscere Bonin, incontrato durante un allenamento. I due corridori sono stati sentiti come persone informate dei
fatti. Nessuna accusa e nessun addebito nei loro confronti, naturalmente.
Ciò che è più grave è che nell'inchiesta sarebbe finito anche il fresco campione italiano juniores, A. Z., fermato dalla Federciclismo perché trovato con valori ematici sballati. Risulterebbe essere frequentatore dello studio di Enrico Lazzaro, il famigerato medico cui si rivolgeva Davide Rebellin, l'argento di Pechino, poi positivo anche lui al Cera. Un medico già condannato
per doping, ma sempre attivo, come dimostra l'inchiesta del pm Benedetto Roberti che ha rivelato come nel suo studio si facessero pratiche che l'
accusa sostiene essere dopanti perfino nei confronti di una nuotatrice appena sedicenne. Trasfusioni di sangue arricchito con l'ozono, sotto gli occhi del padre, addirittura.
La nuova frontiera del doping, diffusissima,
sembra, anche a livello amatoriale. "Il trattamento con l'ozono - spiegano i prof. Dario D'Ottavio e Benedetto Ronci che hanno compilato la perizia tecnica per il pm Roberti - stimola l'emoglobina a ossigenare di più i
tessuti. Una pratica vietata ma non rilevabile ai test. Una sorta di epo irrintracciabile".
http://www.repubblica.it/2009/08/sport/ciclismo/ballan-21-ago/ballan-21-ago/ballan-21-ago.html