Posto qui le mie modeste esperienze (in quanto ciclista modesto rispetto a tanti che scrivono qui e che vanno come moto).
Pedalo (anche) su bici a disco da fine 2014.
Ho avuto nell'ordine una
Specialized Diverge, una
Trek Boone, una Litespeed in titanio, una Planet X.
Eccetto la Litespeed, che ho tutt'ora, le altre sono tutte bici
gravel o da ciclocross che ho usato (ed uso) su strada.
Ho avuto i seguenti impianti frenanti a disco.
* Avid bb5, monopistone meccanico (a filo)
*Trp Spyre , due pistoni azionati meccanicamente a filo.
*Juine R1 , due pistoni idraulici azionati a cavo
*
Shimano ST RS505 idraulico (precursore dell'ultegra idraulico)
*
Sram etap disc.
Ho montato pastiglie semimetalliche e metalliche su ogni tipo di disco (avid, Shimano e Ashima)
Penso quindi di poter fare una breve recensione sui materiali che ho via via testato.
Avid meccanico. Discreto sull'anteriore con disco da160, abbastanza male in post mount per la curva che il cavo deve fare fino alla pinza: la frenata al posteriore è spugnosa e mai decisa. Impossibile arrivare a bloccare la ruota (che non è detto essere un male). Sulle discese bagnate comunque meglio dei freni rim.
Sull'asciutto invece peggio, meno potenza rispetto ad un Ultegra o DuraAce ben regolato e con pattini non vetrificati (ovviamente parlo di
ruote carbon, con quelle moderne a pista in alu, non c'è storia).
TrP Spyre. La sorpresa. Regolazione facilissima, potenza da vendere in ogni situazione (il doppio pistone è molto più efficiente rispetto al mono Avid), frenata progressiva, silenziosa ed efficace in ogni condizione. Forse la meno "traumatica" passando al mondo disc da una rim.
Le sensazioni sono le stesse dei rim ma con maggior affidabilità in ogni condizione meteo (fatte diverse GF piovose e sempre con ottimi risultati, riferiti ovviamente alla frenata).
Juine ibridi idraulici con azionamento meccanico. Solo vantaggi pur a fronte di una regolazione più cervellotica rispetto agli altri freni a cavo. (Oltre al registro di tensione cavo c'è anche una vitina da girare con la quale si regola la pressione dell'
olio; ecco per una frenata ottimale va trovata "la quadra" tra i due regolatori. Qui a differenza dei meccanici puri la frenata sente già "la botta" della compressione idraulica. Le pinze sono le più leggere ed esteticamente graziose. Ti puoi tenere il vecchio gruppo (specie se ha valore) e hai una bici che frena bene, anzi molto bene, anche sotto l'acqua.
Shimano idraulico. Altro pianeta. Una botta (potenza frenante) fin troppo secca al punto che la tanto decantata "modulabilità" della frenata io proprio non l'ho sentita. Anzi. Molto marcato l'effetto on off (forse dovuto alla primordialita' del modello che ho usato e posseggo tutt'ora) e poco regolabile il gioco della leva prima dell'azionamento della frenata. Pro: scendi forte prendi rischi e non sei affaticato a polsi e mani. Ovviamente la frenata è costante, prevedibile ed affidabile anche sotto il diluvio. E questo, in gara, ma anche in allenamento o a diporto fa tutta la differenza del mondo per chi come me è pauroso in discesa e soffre cronicamente il freddo alle mani.
Sram etap disc. Meno "potente" di Shimano, ma molto più "modulabile" (questo si) più silenzioso (le pastiglie sono le stesse) zero sfregamenti e massima prontezza nel rientro dei pistoni anche a fine discesa tortuosa e ripida. Insomma se non la perfezione, quasi. Sulla strada non serve (a mio giudizio) troppa potenza. Anzi a volte può essere controproducente nelle frenate d'emergenza dove il limite di grip se non agevolato da coperture più generose può essere pericolosamente superato senza accorgersene e senza volere.
Se tornerei indietro ai freni rim?
Beh io i rim non li ho mai abbandonati, ho appena finito di allestire una bici under 6kg a poco prezzo. Per un risultato così a disc avrei dovuto vendere l'automobile...
La vera differenza per me, e per il mio modo di andare in bici, la si ha sul bagnato e in generale con condizioni meteo ostili.
I freni a disco rendono più sicura, più divertente e più performante qualsiasi uscita in tali condizioni (pensate solo a quanto tempo si può recuperare in discesa sul bagnato senza l'assillo di anticipare la frenata sulle ruote in carbonio per asciugare quel minimo la pista frenante) o anche solo avere la sicurezza di arresto laddove con ruote bagnate non è affatto garantito...)
Sull'asciutto io non ho rilevato particolari vantaggi. I freni buoni a rim, se ben manutenuti e ben regolati, fanno ancora il loro sporco lavoro.
L'estetica è soggettiva. A me i freni a disco subito non piacevano per nulla, poi pian piano ci ho fatto l'abitudine ed ora non mi dispiacciono. Anzi. Mi piacciono proprio per la pulizia che riescono a donare al telaio (orrendo il cavo esterno alla forcella Trek Boone)
In generale, per come sono fatto e per il carattere che ho, penso che se tutti adottassero freni a disco io terrei a distinguermi usando qualcosa di diverso cercando di anticipare nuove (o vecchie) tendenze. Questa però è una mia inclinazione che ha poco a vedere con i pregi o difetti dei freni a disco se non per la loro attuale appetibilità di tendenza (che non è detto rimanga tale una volta massivamente diffusa).