generazioni a confronto

Luke86

Gregario
23 Settembre 2010
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Bologna
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Bici
Cannondale Topstone Sora
Non parliamo di generazioni di ciclisti ma di biciclette, perchè dopo anni a pedalare su una bellissima bici in acciaio sono passato anche io al carbonio pochissimo tempo fa.
Un "rapporto" iniziato male viste tutte le piogge di Maggio subito dopo l'acquisto e anche per via di un trasferimento per cambio lavoro che mi ha costretto a lasciare la bici a quasi 200km di distanza.
In poco più di due mesi, davvero pochissimi km percorsi in sella al nuovo ferro ma finalmente, grazie alle ferie, ho potuto cominciare a godermelo sul serio.

Il primo giorno un giretto sulle colline per "riscaldare" la gamba, il secondo volevo mettermi alla prova e strafare con una sparata di 160km e parecchio dislivello dato che c'era un monte di mezzo.
E sinceramente ero sicuro del fatto che il mezzo attuale fosse talmente superiore al vecchio che mi avrebbe permesso di compiere le imprese che facevo con la mia Daccordi, ma questa volta con allenamento quasi zero.

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Anche dopo le numerose discussioni lette in questo forum riguardo al "contano solo le gambe" e similari, volevo vedere se fosse realmente così, insomma avevo voglia di mettermi sul serio alla prova e testare anche la nuova bici.

Parto da Senigallia verso le 8 con le tasche stracariche di cibo, giornata fresca e soleggiata e mi spingo subito verso l'entroterra cercando percorsi pianeggianti ma piacevoli. Il paesaggio è molto bello, con campi di girasoli sterminati che si risvegliano pian piano e già qualche ciclista in giro. Faccio un pezzo di strada con un ragazzo su una bella Colnago in acciaio, facendogli prendere un pò di scia e continuo sulla mia strada.

I monti lontani iniziano ad avvicinarsi, rimango più possibile in presa bassa e mi godo il paesaggio scorrere. La gamba gira molto bene e ne approfitto per tenere una buona andatura, mangio qualche barretta durante il viaggio senza fermarmi con l'idea di arrivare prima possibile senza fare la scalata al monte alle 14 che sarebbe stato un suicidio.

Incontro altri ciclisti fra cui un amichevole signore con una Roubaix che mi fai i complimenti per la mia Tarmac e facciamo un tratto insieme. Poi ritorno a pedalare da solo e finalmente lo scenario si apre sulla bellissima vallata montuosa con le vette del famoso trittico marchigiano che spiccano davanti e la strada inizia a salire.

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Ma per chi conosce le zone, chiaro che questo sia solo l'antipasto. Però noto subito che, se con la Daccordi dovevo mettermi lì con pazienza e andare agile, con questa vado su molto più deciso e trovo molto più facile azzeccare i rapporti giusti. Parliamo comunque di 11 pignoni contro gli 8 della vecchia e un 50/34 contro il 52/39 che avevo prima. Insomma un altro mondo per me.

Aggiungiamo il fatto che la sento molto più reattiva e leggera (e non di poco) e finisce che mi divoro quel tratto senza faticare nemmeno troppo, anche abbastanza stupito di me stesso perchè ancora mi sentivo fresco nonostante i già 60km nelle gambe.

Arrivo a Cagli, alla base del monte e come da tradizione decido di andare alla sorgente poco fuori il paese. Riempio la borraccia, mangio, mi do una bella rinfrescata, qualche foto e riparto. IMG_20190804_105639.jpg IMG_20190804_105651.jpg

Inizia l'ascesa. Dentro il 34 e decido di tenermi buoni due rapporti "salva gamba". Vado su in piedi sui pedali sulle prime rampe belle impegnative e la strada entra lentamente nel bosco lasciandosi la civiltà alle spalle.

Il silenzio è rotto da qualche moto nella vallata e da numerose macchine che salgono la montagna. La salita si fa bella dura e tolgo un altro rapporto anche se ancora mi sentivo bene. E pensare che con la Daccordi ero già col 39x26 e non cambiavo mai per tutta la salita, spingendolo quasi sempre in piedi a cadenze abbastanza basse (e non molto salutari credo)

Con questa vado su quasi sempre in piedi ma comincio a grondare di sudore. Il tubo orizzontale fradicio...inizio a pensare che non era così "facile" come pensavo, ma probabilmente la bici conta davvero fino a un certo punto poi ci sono le gambe e l'allenamento (come dicevo, quasi nullo). Essendomi anche irrobustito parecchio fisicamente (non di panza per fortuna) su salite del genere pagavo il peso in più, mentre in tutti gli altri frangenti mi sentivo quasi andare con un "filo di gas" rispetto a prima.

Mi supera un altro ciclista che andava su con un gran rapportone come facevo io una volta, con una bici in carbonio di una marca (apparentemente italiana) mai sentita ma di cui non ricordo il nome. Io chiaramente tengo il mio passo perchè già stavo alla canna del gas ma in qualche modo trovo il mio ritmo e continuo l'ascesa.

La strada finalmente esce dal bosco e dai numerosi "dritti" che ho sempre odiato e inizia il tratto con i tornanti. Bellissimo e con un panorama assolutamente spettacolare. La pendenza cala leggermente e ritrovo un pò di forze. Tutto sembrava andare ormai per il meglio fino a che non sento una puntura a una gamba...probabilmente un tafano o qualche tipo di mosca strana...non ne ho idea (non era una vespa o ape), ma mi segue ronzandomi intorno per almeno 1 chilometro mentre cerco di allontanarla con le mani e intanto continuare la salita...stava tornando a essere un incubo anche perchè iniziavo ad accelerare senza volerlo.

Finalmente mi molla e torno a pedalare in pace. Cerco di bere più possibile...i tornanti si susseguono ma ricomincia la crisi: un paio di volte ho pensato di mollare e tornare giù, anche con l'altra a volte mi capitava...ma non mi ero mai azzardato ad arrivare lassù partendo da casa senza allenamento.
Sento quasi il monte sussurrare: "chi ti credi di essere? non è che dai gas e vai...sei comunque su una bici, stolto!" Il 34x28 era dentro da ormai più di metà salita, solo raramente mi alzavo sui pedali per cambiare e riposare le chiappe almeno.

Quando ormai anche la testa e lo stomaco iniziavano a dare brutti segnali, ero al terzo tornante e ormai era quasi fatta...con uno sprizzo di grinta riesco ad arrivare in cima. Aria bella fresca come mi aspettavo, camper e macchine ovunque, il ristorante in cima strapieno e vado verso il monumento dedicato Michele.

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Riparto dopo aver contemplato il paesaggio ad aver asciugato tutto il sudore...in discesa fantastica, ma anche la vecchia lo era.
Mi fermo a fare giusto un paio di altre foto:
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E torno verso casa, la gamba come al solito dopo la discesa deve risvegliarsi e piano piano sento di nuovo il sangue scorrere. Mi alimento di nuovo, sosta alla sorgente e ritorno abbastanza duro per via di un vento contro molto fastidioso (sembrava contro anche all'andata, ma non troppo odioso) e alcuni pensieri in testa.
Pausa al solito minimarket dove vado di solito e di nuovo asfalto sotto le ruote...pianura pianura e pianura ma sono a casa prima delle 18, rimbambito dal vento nelle orecchie ma senza nessun dolore particolare.

A distanza di due giorni (e altre pedalate) non sento la spossatezza che avevo le altre volte: i rapporti penso siano la cosa che incide di più in assoluto ma comunque la differenza fra i due mezzi e i 30 anni di evoluzione tecnologica si sentono parecchio e possono "salvare" in situazioni simili.

Un saluto a tutti
 
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