Dici "poco"....
Il bello del ciclismo praticato a livello amatoriale è che ognuno lo può vivere in mille sfaccettature diverse, con diversi obiettivi e a diverse velocità. Ma nonostante questo la fatica, e la gioia nel realizzare ciò per cui ci si impegna, è uguale per tutti. Se non sbaglio qualcuno diceva "il ciclismo è il più democratico degli sport". E per me si dovrebbe aggiungere che il ciclismo va ben oltre lo sport, perchè è una scuola di vita.
Io non mi definisco un granfondista, perchè di gare nell'anno ne faccio ben poche, e perchè non traggo particolare piacere dallo sfogliare una classifica. Sono semplicemente un ragazzo che ama la bicicletta...
La Coppi per me è una ricorrenza che una volta l'anno mi permette di riavvicinarmi a mio papà e mio nonno, che ormai non ci sono più purtroppo, e che hanno pedalato a loro tempo questa gara mitica. Nel 2016 quando ho completato per la prima volta il lungo, prima Coppi senza mio papà che tanto era felice di vedermi in bici, ho pianto a dirotto sotto gli occhiali lungo la discesa del Fauniera... Ormai era fatta (vabbè mancava "solo" il Colletto ancora). Ho pianto perchè pensavo all'arrivo in Piazza Galimberti e nulla mi importava di come mi sarei classificato, ma non avrei voluto nulla più di mio papà ad aspettarmi e dirmi "bravo!".
I sacrifici, il sudore, il dolore e la fatica.... Tutto ciò lo si fa, a mio modo di vedere le cose, per l'
emozione.
I numeri, i tempi, le classifiche, i record... Non mi appartengono.
E quel poco poco poco del mio tempo che riesco a dedicare a questo evento è fatto per questo... Per riuscire a regalare a qualcun altro quel pò di emozione immensa che è per me la Coppi.