Il ciclismo è il nuovo golf?

Tatil

Cronoman
8 Giugno 2012
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Cosenza
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Bici
Canyon Ultimate CF SL Durace 7900
Ecco svelato il mistero! Premesso che vado in bici da poco più di un anno e con notevole soddisfazione tanto che ringrazio ogni giorno questo sport per le ore stupende che mi ha concesso, che ho 47 anni e che ho praticato equitazione, sci e sono motociclista da molto tempo, ho trovato strano e nel tempo sconcertante l'atteggiamento "puzza sotto il naso" di molti ciclisti che prima ancora di salutarti guardano che bici hai, che ruote hai, che marca é la salopette. Mi aspettavo un mondo di sportivi molto più popolare di quello che invece é. Non conosco tutti i ciclisti e non voglio generalizzare... Ma ecco capisco adesso che dietro la sottile pellicola dello sport popolare si nasconde una certa anima elitaria che certuni incarnano con la puzza sotto il naso. Es. I ciclisti spessissimo incrociandosi non si salutano... I motociclisti si lampeggiano sempre. Chiedo venia perché forse Ot, ma era uno quasi sfogo ... Aggiungo che da quando vado in bici scio molto meno e sto quasi per vendere la moto ormai ferma sul cavalletto.
 

balance

Apprendista Passista
12 Settembre 2011
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biomeccanica
..ho trovato strano e nel tempo sconcertante l'atteggiamento "puzza sotto il naso" di molti ciclisti che prima ancora di salutarti guardano che bici hai, che ruote hai, che marca é la salopette. Mi aspettavo un mondo di sportivi molto più popolare di quello che invece é. Non conosco tutti i ciclisti e non voglio generalizzare... Ma ecco capisco adesso che dietro la sottile pellicola dello sport popolare si nasconde una certa anima elitaria che certuni incarnano con la puzza sotto il naso. Es. I ciclisti spessissimo incrociandosi non si salutano... I motociclisti si lampeggiano sempre.

siamo come i bambini all'asilo. prima ti squadri, mostri i "giochi" che possiedi, poi vieni accettato nel gruppo. cambia poco. se nn possiedi i giochi, devi possedere il fisico (tanto in bici da corsa ci si va x andare piu'forte degli altri, almeno..)

vedo in giro molti toppizzati di gamma incluse le mutande... (senza polemica, che senno' ...)

io che giro col veloce+ alu, mi tolgo subito il pensiero.
nn saluto per primo.:mrgreen:
 

cacciatorino

Scalatore
12 Agosto 2012
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Porto Recanati, ma con l'appennino nel cuore
www.stimarchetti.it
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BTwin Triban 5
Ecco svelato il mistero! Premesso che vado in bici da poco più di un anno e con notevole soddisfazione tanto che ringrazio ogni giorno questo sport per le ore stupende che mi ha concesso, che ho 47 anni e che ho praticato equitazione, sci e sono motociclista da molto tempo, ho trovato strano e nel tempo sconcertante l'atteggiamento "puzza sotto il naso" di molti ciclisti che prima ancora di salutarti guardano che bici hai, che ruote hai, che marca é la salopette. Mi aspettavo un mondo di sportivi molto più popolare di quello che invece é. Non conosco tutti i ciclisti e non voglio generalizzare... Ma ecco capisco adesso che dietro la sottile pellicola dello sport popolare si nasconde una certa anima elitaria che certuni incarnano con la puzza sotto il naso. Es. I ciclisti spessissimo incrociandosi non si salutano... I motociclisti si lampeggiano sempre. Chiedo venia perché forse Ot, ma era uno quasi sfogo ... Aggiungo che da quando vado in bici scio molto meno e sto quasi per vendere la moto ormai ferma sul cavalletto.

forse dipende dalle zone d'Italia. Da me e' il contrario di come racconti.
 

Biofa84

Pedivella
19 Marzo 2008
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Melzo
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Un bel post che spinge la riflessione e la discussione al di fuori della stagnante melma del doping dove sta' marcendo.

Applausi scroscianti.

Mi aggiungo al gruppo.

Dopo un certo numero di commenti mi sembra di distinguere una leggera vena polemica verso i costi di uno Sport che ricordiamoci, e ce lo precisa Ser Pecora all'inizio, e' nato con la camicia.

Mi permetto una breve postilla: qualcuno negli ultimi post lamentava giustamente l'assenza della pista. Ridiamogli l'onore che merita. E' dalla pista appunto che prendo spunto.

I pistard sicuramente conoscono la genesi di una delle discipline piu' amate dagli appassionati. In breve...

...quando a Desgrange viene l'idea del Tour, il giovane imprenditore, e' segretario di un Club chiamato Omnium, un associazione da vere elites, creata ed accessibile esclusivamente da e per gentiluomini dell'alta borghesia, la creme de la creme della societa'.

L'Omnium aveva come scopo la promozione del ciclismo su pista, turistico e sportivo in generale. Lo sport di per se' era praticato da gente con piu' pila che peli. Alle gare e agli incontri vari si beveva shampagna lor signori. Mica birrozze o vin de pais. Contava tra gli iscritti baroni, conti, duchi e persino il principe di Mosca.

Questo nel 1896.

Oggi e' il nome con cui si ragruppano 6 eventi su pista.

E' tempo di sfatare il falso mito che vuole il ciclismo avere origini popolari.

Il ciclismo in quanto sport non solo e' il nuovo golf ma lo e' gia' stato,
nasce nei salotti, conosce uno sviluppo tra la nobilta' ed e' solo con l'avvento dell'automobile che viene poi brutalmente "de-classato".

..to be continued.

Concordo.
Non sono un esperto in materia ma per quel poco che so l'attività sportiva è nata in ambienti elitari. I primi alpinisti / escursionisti (che si facevano portare in vetta da "sherpa" del posto), i canottieri, ecc... chi poteva avere soldi e tempo per svolgere attività ludiche se non i benestanti?
 

merak

Apprendista Scalatore
23 Ottobre 2007
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SAN BARTOLOMEO AL MARE
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Canyon Aeroad CF PRO
Ciclismo sport 'povero'.... Stamattina quando ho aperto il mercatino ed ho visto una banale cassetta pignoni a 250 euro (mezzo milione del vecchio conio) chissà perché ho pensato subito a questa discussione
 

iannuz

Apprendista Passista
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Va detto che una bici costa più di un pallone: è una banalità ma vale la pena rifletterci. Quando ero bambino, mio padre non si è mai neppure lontanamente sognato di mettermi su una bici da corsa e io giocavo con gli altri ragazzini del mio quartiere, in un vecchio parcheggio o in un vicolo, mettendo 2 sassi a terra per segnare i pali e con 1 straccio addosso giusto per coprire i genitali, a volte scalzo, in estate...
Nel quartiere dove sono cresciuto non si è mai visto un ciclista, ricordo bene certi discorsi fuori a certe vetrine: "per comprare quella, ci vogliono i soldi"... dove per "i soldi" si intendeva "tanti soldi": una condizione che nessuno di noi aveva mai conosciuto.

Ho potuto iniziare il ciclismo solo dopo, nell'ordine: 1-essere cresciuto, 2-essere "emigrato", 3-aver conseguito una laurea, 4-aver trovato un lavoro, 5-aver trovato un lavoro migliore, 6-aver trovato un lavoro ancora migliore, 7-aver comprato una bici da corsa.

Il ciclismo è uno sport "povero"? No, non credo proprio, e per me non lo è mai stato, a meno che non si definisca bene il termine "povero" che per me ha e ha sempre avuto una accezione ben chiara.

Il ciclismo è uno sport "elitario"? Si, lo è, se inteso come "granfondismo".

...detta fuori dai denti, io sono convinto che lo è solo perchè ce lo facciamo diventare noi con le nostre paturnie...
Credo che il "granfondismo", con tutte le spese che orbitano intorno a questa attività, è (questo si) uno sport "elitario".
Specie se praticato con pretese da livello medio-alto a salire. Ma il ciclismo in se, pur non essendo affatto uno sport "povero", può serenamente essere praticato dai più senza troppe pretese da "avrei sempre voluto volare, ma la mamma non mi ha fatto le ali"...
 

Ser pecora

Diretur
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Il ciclismo è uno sport "povero"? No, non credo proprio, e per me non lo è mai stato, a meno che non si definisca bene il termine "povero" che per me ha e ha sempre avuto una accezione ben chiara.

Lo è stato a livello professionistico. Sia agli esordi (come scritto nell'articolo) che poi. I vari campioni del passato venivano dalle classi sociali meno facoltose e non avevano stipendi da favola.
Spesso, anche ai grandi giri, dormivano in palestre o convitti, non in hotel.

Ed anche rispetto altri sport hanno sempre guadagnato meno.

Più o meno il grosso cambiamento è arrivato con l'entrata in gruppo degli americani: Lemond prima (il primo ciclista a guadagnare 1 milione di $ a stagione) e poi con LA, che hanno portato tutto il sistema "showbiz" nel ciclismo.

Però nell'articolo si intendeva vedere dove sta andando il mercato, ed i pro, ovviamente non si comprano la roba, quindi è chiaro che si parla degli amatori.
 

warsaw

Passista
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Tannhäuser
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Ben8
Però nell'articolo si intendeva vedere dove sta andando il mercato, ed i pro, ovviamente non si comprano la roba, quindi è chiaro che si parla degli amatori.

che questo sport stia contagiando anche le classi alte è solo un vantaggio per tutti, perché girano più soldi.

Un nababbo in più in gruppo non crea problemi, anzi lo mette al livello di noi plebei :asd: e lo rende più simpatico...

fortunatamente è uno sport dove l'attrezzatura conta poco, chi ha un budget superiore non fa la differenza.

E soprattutto lo può praticare anche un ragazzino con una bici da 400 euro e un completino del fratello, mentre il Golf, anche solo per entrare nel club, è molto più selettivo...

direi che il ciclismo mette d'accordo tutti dal disoccupato al capitano d'industria, sui pedali e in salita si è tutti uguali... anzi il disoccupato sicuramente sarà più allenato :mrgreen:
 

balance

Apprendista Passista
12 Settembre 2011
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biomeccanica
che questo sport stia contagiando anche le classi alte è solo un vantaggio per tutti, perché girano più soldi.
si..pero', visto dal vivo, parte anche l spirito di emulazione..e le rate e i debiti, piccoli o grandi che siano.

Un nababbo in più in gruppo non crea problemi, anzi lo mette al livello di noi plebei :asd: e lo rende più simpatico...

vero


fortunatamente è uno sport dove l'attrezzatura conta poco, chi ha un budget superiore non fa la differenza.

verissimo



direi che il ciclismo mette d'accordo tutti dal disoccupato al capitano d'industria, sui pedali e in salita si è tutti uguali... anzi il disoccupato sicuramente sarà più allenato :mrgreen:

:mrgreen::mrgreen:..e di questi tempi tanti hanno ripreso ad andare forte...
 

solometallo

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20 Aprile 2012
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Viner Aeternum by Bertoletti
E certo che il ciclismo cerchi di imporsi verso le fasce più abbienti, e che volete che cerchi di dragare tra gli sciagurati? E chi glieli comprerebbe poi i computer mega da 500 euri o i completini che costano come un abito di Caraceni!
 

iannuz

Apprendista Passista
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S-Works Tarmac
Lo è stato a livello professionistico. Sia agli esordi (come scritto nell'articolo) che poi. I vari campioni del passato venivano dalle classi sociali meno facoltose e non avevano stipendi da favola.
Spesso, anche ai grandi giri, dormivano in palestre o convitti, non in hotel.

Ed anche rispetto altri sport hanno sempre guadagnato meno.

Più o meno il grosso cambiamento è arrivato con l'entrata in gruppo degli americani: Lemond prima (il primo ciclista a guadagnare 1 milione di $ a stagione) e poi con LA, che hanno portato tutto il sistema "showbiz" nel ciclismo.

Però nell'articolo si intendeva vedere dove sta andando il mercato, ed i pro, ovviamente non si comprano la roba, quindi è chiaro che si parla degli amatori.

Ciao Ser,

Infatti io avevo inteso il discorso riferito al mondo amatoriale.
Chiaro che parlando di pro il discorso cambia di molto, ma cambia anche parlando di epoche diverse dalla nostra, quando i vari Binda, Girardengo, Guerra, Bottecchia, facevano (agli esordi) vite che noi neppure immaginiamo.

Ma c'è da dire che Tu parli di epoche in cui la bici stessa era un bene di lusso (almeno in certe zone di questo paese, qui forse partiamo da punti di vista diversi perchè, forse, abbiamo conosciuto realtà sociali diverse) e le persone emigravano oltre confine o oltre oceano semplicemente per poter mangiare e mandare a casa il denaro alla famiglia.
Per fare un esempio, all'epoca a cui fai riferimento, in cui il pro dormiva in una palestra guadagnando poco, c'era gente che andava a lavorare in miniera, magari in Belgio, e dormiva in una branda in una capanna di legno insieme a altre 30 persone. In quell'epoca, se uno iniziava a andare in bici da corsa, era perchè almeno per farlo iniziare, qualcuno gliela aveva comprata, oppure l'aveva comprata lui per cui partiva già da un tessuto sociale più avvantaggiato rispetto a suoi coetanei che non potevano neppure permettersi le scarpe, magari di altre zone del paese...

Oggi il discorso è molto simile, secondo me, anche se meno estremo. La soglia della povertà è più spostata "verso l'alto", ma resta il fatto che esistono ancora famiglie che o non possono permettersi di comprare una bici da corsa (e relativo abbigliamento/accessori) al ragazzo (che magari già lavora in nero come cameriere in un bar dopo la scuola e che quindi non avrebbe tempo/voglia per usarla), oppure potrebbe si comprare la bici, ma vivono in ghetti/quartieri che tutto ispirano fuorchè la pratica del ciclismo su strada. Magari molto lontani (anche logisticamente) da i posti dove organizzano le gare che tanto amiamo. Lontani da qualsiasi gruppo o società ciclistica.
A quel punto al ragazzino/a non resta che giocare con una palla in strada, sognando di diventare un calciatore... non sto parlando delle "favelas" ma di realtà molto vicine a noi...

Per questa ragione, personalmente penso che, a livello amatoriale, il calcio è uno sport povero, ma non il ciclismo: che per essere intrapreso necessita di un tessuto sociale più "avvantaggiato" rispetto a altri sport in cui basta una palla e un paio di scarpe (e ripeto: chiaramente a livello professionistico o anche solo dilettantistico, il discorso cambia)...

Si fa per ragionare insieme, eh o-o
 

Ser pecora

Diretur
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E certo che il ciclismo cerchi di imporsi verso le fasce più abbienti, e che volete che cerchi di dragare tra gli sciagurati? E chi glieli comprerebbe poi i computer mega da 500 euri o i completini che costano come un abito di Caraceni!

Gli "sciagurati" fanno numero però, ed è con quelli che si fanno i guadagni per le grosse aziende, quindi il discorso non è così scontato.
Anzi, il punto è proprio quello: si tende a fornire sempre più prodotti e servizi per un target più abbiente proprio per affrancarsi dalla "bassa gamma" (che in EU è anche quella più colpita dalla crisi economica).
Cosa che viene facile nel settore accessori, abbigliamento & c., meno per chi fa biciclette, a meno che non faccia prodotti di nicchia.

Due dati: quasi tutti i produttori di accessori sono in crescita annualmente. Due dei più grossi produttori di bici (per numero di bici prodotte), Merida e Giant, quest anno hanno fatto segnare una % negativa.

Per questa ragione, personalmente penso che, a livello amatoriale, il calcio è uno sport povero, ma non il ciclismo: che per essere intrapreso necessita di un tessuto sociale più "avvantaggiato" rispetto a altri sport in cui basta una palla e un paio di scarpe (e ripeto: chiaramente a livello professionistico o anche solo dilettantistico, il discorso cambia)...

Concordo o-o
 

rapportoagile

Moderatoren
20 Agosto 2008
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Settequerce (Bolzano)
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Bici
Scapin Dyapason
Per questa ragione, personalmente penso che, a livello amatoriale, il calcio è uno sport povero, ma non il ciclismo: che per essere intrapreso necessita di un tessuto sociale più "avvantaggiato" rispetto a altri sport in cui basta una palla e un paio di scarpe (e ripeto: chiaramente a livello professionistico o anche solo dilettantistico, il discorso cambia)...

Però anche il ciclismo si può praticare con soddisfazioni con una spesa relativamente bassa: siti di "seconda mano" sono pieni di bici da corsa valide, magari con qualche annetto e non montate al top, ma con le quali si può pedalare benissimo. Alcuni esempi trovati in 3 minuti:

http://www.subito.it/biciclette/bici-da-corsa-carraro-trento-75514584.htm
http://www.subito.it/biciclette/bici-da-corsa-wilier-triestina-trento-75346466.htm
http://www.subito.it/biciclette/bici-da-corsa-bolzano-75778061.htm

Lo stesso dicasi per l'abbigliamento. Insomma con una spesa iniziale di 500-1000 Euro monti in sella e....vai.
Il discorso cambia se ritieni che per stare in gruppo e evitare di venire deriso, devi svenarti per essere il linea con la moda.
Ricordo sempre con piacere un caro amico, scomparso una decina di anni fa, che a 57 anni si faceva oltre 12.000 km all'anno con una bici Moser in acciaio (con quella in carbonio regalatagli dalla moglie non si trovava bene); scalava lo Stelvio in 1 h e 50'; aveva un look totalmente scombinato come colori ...e lui se ne fregava.
 

Marco1_79

Pedivella
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:-)
Alla fine dipende tutto da come lo si vuole praticare.
Se uno vuole uscire da solo o con gli amici i costi sono limitati.
La bici non c'è bisogno di cambiarla tutti gli anni.
Se uno vuole partecipare anche solo a cinque granfondo non dietro a casa costa un capitale.
 

chico81

Pedivella
15 Giugno 2009
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Bici
con il kers
la società dell'apparire. se non si fanno gare o se si gareggia tanto per ... inutile spendere 300 euro di mantellina anti vento. :rosik: chi è babbeo da indebitarsi per ste stronz..ate merita solo di morire di fame. :angrymod:
 

iannuz

Apprendista Passista
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S-Works Tarmac
Però anche il ciclismo si può praticare con soddisfazioni con una spesa relativamente bassa: siti di "seconda mano" sono pieni di bici da corsa valide, magari con qualche annetto e non montate al top, ma con le quali si può pedalare benissimo. Alcuni esempi trovati in 3 minuti:

[url]http://www.subito.it/biciclette/bici-da-corsa-carraro-trento-75514584.htm[/URL]
[url]http://www.subito.it/biciclette/bici-da-corsa-wilier-triestina-trento-75346466.htm[/URL]
[url]http://www.subito.it/biciclette/bici-da-corsa-bolzano-75778061.htm[/URL]

Lo stesso dicasi per l'abbigliamento. Insomma con una spesa iniziale di 500-1000 Euro monti in sella e....vai.
Il discorso cambia se ritieni che per stare in gruppo e evitare di venire deriso, devi svenarti per essere il linea con la moda.
Ricordo sempre con piacere un caro amico, scomparso una decina di anni fa, che a 57 anni si faceva oltre 12.000 km all'anno con una bici Moser in acciaio (con quella in carbonio regalatagli dalla moglie non si trovava bene); scalava lo Stelvio in 1 h e 50'; aveva un look totalmente scombinato come colori ...e lui se ne fregava.

Si sono d'accordo, poi oltre a questi casi c'è secondo me da considerare il "livello di pratica" di questo sport.
Cioè se uno vuole girare autonomamente in strada, consideriamo il solo costo di bici e abbigliamento. Se invece si vuole fare il Granfondista, la spesa della bici diventa solo una delle tante voci, a cui aggiungere: spese di trasporto, alberghi o B&B, iscrizioni alle GF, abbigliamento per tutte le eventualità, manutenzioni, tubolari e catene nuovi ogni 2-3 mesi, integratori, ecc... Poi un conto è fare una gara, una volta l'anno... un altro conto invece è farne 10 (ogni riferimento è puramente casuale), con relative trasferte, magari con costi di iscrizione da €100 o poco meno, che però poi di fatto lievitano di brutto quando ti accorgi che per potere avere "l'onore" di essere "sorteggiato" ti devi sobbarcare tutto un soggiorno turistico nelle migliori "stamberghe" della zona... :bua:

Sto ragionando a ruota libera, perchè si tratta di un argomento che mi sta a cuore, perchè ci rifletto da tempo: ma penso che oggi si è persa di vista la vera anima di questo sport, a favore di uno spirito più consumistico che nel mondo delle due ruote alla fine diventa economicamente micidiale e difficilmente sostenibile.
Ma questa probabilmente è una considerazione che potrebbe essere estesa a tanti altri campi...

E dico questo da ciclista, agonista, granfondista, appassionato di gare e di tecnica e componentistica: quindi diciamo che, in qualche modo, la mia è prima di tutto una autocritica :mrgreen: