Come diceva quel
tizio
"
di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore" .
E' naturale che bombardati come siamo, quotidianamente, da informazioni di carattere economico, spread, bond, bdt, deficit, spending review, 3 x 2, saldi a destra e svuota tutto a manca...aggiungici poi i dati SRM, VAM, il tapering, i Kilobites mensili o settimanali, il G4, l'
Edge 801...
...si e' un po tutti perso il senso della realta' fisica. Siamo ormai astrazioni numeriche. in carne ed ossa. Totalmente succubi dlle cifre. Ci si e' sballata la prospettiva.
In un contesto del genere, se tutto e' calcolabile e riducibile ad un algoritmo, o ad uno scontrino fiscale, allora si, ciclismo e golf sono sullo stesso piano. Ad ognuno il suo, scegliete, provate e spendete a piacimento.
Esiste pero' anche un valore non commerciale, intrinseco pure nelle cose, negli oggetti, non solo nelle persone. Qualcuno lo chiama valore a-ffettivo. Altri e-ffettivo. Lo si riscontra spostando l'attenzione dallo scontrino e concentrandosi di piu' sulle emozioni vissute, la realta' fisica, appunto.
Ci si puo' rendere conto allora che una buca in uno (credo si dica cosi'), anche se ci si riesce dopo anni di tentativi, non e' poi quel grande sballo, o perlomeno non proprio paragonabile ad un ascesa ai 2500mt, spingendo dieci kili sotto le chiappe, magari in compagnia e perche' no, senza traffico. Se non altro perche' poi in bici c'e' da godersi anche la discesa. Nel golf vai a recuperarti la pallina e monti nel Kart.
Il ciclismo a livello amatoriale e' abbordabilissimo. L'andare in bici anche di piu'. Per vivere e sopravvivere la bici ha bisogno di gente che ne comprenda il valore sociale, non che ne analizzi i costi effettivi.