News La Giant TCR della CCC

SimonB

Gregario
8 Settembre 2018
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Taranto
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Trek
A me pare di capire che ci sono almeno un paio di predominanti che condizionano le scelte di un mezzo (questo leggendo i vari post):
C’è chi bada alla sostanza e chi invece predilige l’apparenza o quantomeno che quest’ultima appaghi più l’occhio che non le gambe.
 
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bicilook

Ammiraglia
15 Giugno 2008
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Colnago C60
Cmq la bici in carbonio nera con la scritta bianca è sempre bella...semplice ed essenziale...certo dal total arancio CCC degli scorsi anni,ci si aspettava qualcosa di meno sobrio e più personalizzato...ma,vedremo,magari poi gli danno quelle verniciate.
 
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mlongoni

Pignone
4 Novembre 2007
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giussano (MB)
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look 585
Proviamo a ribaltare la prospettiva: gli uffici marketing usano dividere i consumatori in fasce. Nel caso dei ciclisti si potrebbe ipotizzare una fascia, intorno al 20 per cento, che si potrebbe definire entusiasti, oppure innovatori, sono quelli per i quali ogni novità è di per sé desiderabile perché, nel loro immaginari,o rappresenta sempre un passo in avanti rispetto a quello che c'era prima, anzi ogni novità rende di per sé obsoleto il modello precedente o il modello senza tale, imprescindibile, innovazione, chi non la possiede è out, vecchio, superato. Per questi consumatori il nuovo è sempre il meglio. Sono quelli che si sono buttati subito sul carbonio, sul cambio elettronico, sui freni a disco ecc, senza nemmeno aspettare che l'innovazione si consolidasse. Poi c'è un'altra fascia, i tradizionalisti per i quali quello che c'era prima era meglio. Preferiscono le bici in acciaia a quelle in carbonio, il cambio elettronico non va bene perché ti lascia per strada, i freni a disco sono per quelli che non sanno guidare la bicicletta. Amano il vintage e affollano le manifestazioni folkloristiche come le strade bianche.
Infine, per fortuna, c'è una fascia intermedia, che si sforza di ponderare i vantaggi dell'innovazione e quelli della tradizione. Sono i consumatori più avveduti, non hanno fretta di cambiare la bicicletta ogni volta che esce una novità, ma nemmeno rifiutano le innovazioni se si dimostrano valide. Sono quelli che fanno i numeri più consistenti del mercato, ma anche i più difficili da accontentare perché non spendono soldi senza una ragione valida, non si sentono inferiori agli altri se pedalano su una bici di 7 o 8 anni e non si fanno abbindolare più di tanto dagli slogan inventati dagli uffici marketing e dalle mode.
Sapere a quale fascia ciascuno appartiene consente di non drammatizzare la diversità dei punti di vista, inevitabili, perché i criteri valutativi di ognuno di noi sono diversi da quelli degli altri.
 

pilade66

Pedivella
20 Gennaio 2013
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In salita, in curva
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Italiana, americane, svizzera.
Proviamo a ribaltare la prospettiva: gli uffici marketing usano dividere i consumatori in fasce. Nel caso dei ciclisti si potrebbe ipotizzare una fascia, intorno al 20 per cento, che si potrebbe definire entusiasti, oppure innovatori, sono quelli per i quali ogni novità è di per sé desiderabile perché, nel loro immaginari,o rappresenta sempre un passo in avanti rispetto a quello che c'era prima, anzi ogni novità rende di per sé obsoleto il modello precedente o il modello senza tale, imprescindibile, innovazione, chi non la possiede è out, vecchio, superato. Per questi consumatori il nuovo è sempre il meglio. Sono quelli che si sono buttati subito sul carbonio, sul cambio elettronico, sui freni a disco ecc, senza nemmeno aspettare che l'innovazione si consolidasse. Poi c'è un'altra fascia, i tradizionalisti per i quali quello che c'era prima era meglio. Preferiscono le bici in acciaia a quelle in carbonio, il cambio elettronico non va bene perché ti lascia per strada, i freni a disco sono per quelli che non sanno guidare la bicicletta. Amano il vintage e affollano le manifestazioni folkloristiche come le strade bianche.
Infine, per fortuna, c'è una fascia intermedia, che si sforza di ponderare i vantaggi dell'innovazione e quelli della tradizione. Sono i consumatori più avveduti, non hanno fretta di cambiare la bicicletta ogni volta che esce una novità, ma nemmeno rifiutano le innovazioni se si dimostrano valide. Sono quelli che fanno i numeri più consistenti del mercato, ma anche i più difficili da accontentare perché non spendono soldi senza una ragione valida, non si sentono inferiori agli altri se pedalano su una bici di 7 o 8 anni e non si fanno abbindolare più di tanto dagli slogan inventati dagli uffici marketing e dalle mode.
Sapere a quale fascia ciascuno appartiene consente di non drammatizzare la diversità dei punti di vista, inevitabili, perché i criteri valutativi di ognuno di noi sono diversi da quelli degli altri.
Hai perfettamente ragione.
 
17 Dicembre 2017
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Erba
www.recyclistbikeshop.com
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Pedemonte Aurata Superleggera RS
Proviamo a ribaltare la prospettiva: gli uffici marketing usano dividere i consumatori in fasce. Nel caso dei ciclisti si potrebbe ipotizzare una fascia, intorno al 20 per cento, che si potrebbe definire entusiasti, oppure innovatori, sono quelli per i quali ogni novità è di per sé desiderabile perché, nel loro immaginari,o rappresenta sempre un passo in avanti rispetto a quello che c'era prima, anzi ogni novità rende di per sé obsoleto il modello precedente o il modello senza tale, imprescindibile, innovazione, chi non la possiede è out, vecchio, superato. Per questi consumatori il nuovo è sempre il meglio. Sono quelli che si sono buttati subito sul carbonio, sul cambio elettronico, sui freni a disco ecc, senza nemmeno aspettare che l'innovazione si consolidasse. Poi c'è un'altra fascia, i tradizionalisti per i quali quello che c'era prima era meglio. Preferiscono le bici in acciaia a quelle in carbonio, il cambio elettronico non va bene perché ti lascia per strada, i freni a disco sono per quelli che non sanno guidare la bicicletta. Amano il vintage e affollano le manifestazioni folkloristiche come le strade bianche.
Infine, per fortuna, c'è una fascia intermedia, che si sforza di ponderare i vantaggi dell'innovazione e quelli della tradizione. Sono i consumatori più avveduti, non hanno fretta di cambiare la bicicletta ogni volta che esce una novità, ma nemmeno rifiutano le innovazioni se si dimostrano valide. Sono quelli che fanno i numeri più consistenti del mercato, ma anche i più difficili da accontentare perché non spendono soldi senza una ragione valida, non si sentono inferiori agli altri se pedalano su una bici di 7 o 8 anni e non si fanno abbindolare più di tanto dagli slogan inventati dagli uffici marketing e dalle mode.
Sapere a quale fascia ciascuno appartiene consente di non drammatizzare la diversità dei punti di vista, inevitabili, perché i criteri valutativi di ognuno di noi sono diversi da quelli degli altri.

Direi che per le case produttrici di bici e componenti la prima fascia da te citata rimane linfa vitale. Sia chiaro ognuno spende i propri averi come vuole, ma se non ci fossero i soggetti che vogliono avere l’ultimissimo modello di ruote o telaio, le aziende avrebbero dei grossi cali. Personalmente guardo sempre i numeri che possono portare l’utilizzo di un componente o meno. Per esempio, sicuramente da un telaio specialized del 2005 a un tarmac SL6 ci saranno miglioramenti incredibili. Non capisco invece chi passa dal SL5 all’SL6. Questo dal punto di vista dei numeri alla mano sul fattore miglioramento. Poi se uno ha la possibilità di cambiare telaio ogni anno, beato lui [emoji5]
 

Ser pecora

Diretur
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16 Aprile 2004
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dove capita
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Direi che per le case produttrici di bici e componenti la prima fascia da te citata rimane linfa vitale. Sia chiaro ognuno spende i propri averi come vuole, ma se non ci fossero i soggetti che vogliono avere l’ultimissimo modello di ruote o telaio, le aziende avrebbero dei grossi cali.

Dipende da cosa produci. Se sei un produttore di materiale di sola alta gamma si, ma se sei un produttore più trasversale (come sono tutti quelli grossi) l'alta gamma non rappresenta certo il grosso del fatturato. E' solo vetrina per vendere le gamme inferiori.
 
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Pedemonte Aurata Superleggera RS
Dipende da cosa produci. Se sei un produttore di materiale di sola alta gamma si, ma se sei un produttore più trasversale (come sono tutti quelli grossi) l'alta gamma non rappresenta certo il grosso del fatturato. E' solo vetrina per vendere le gamme inferiori.

Verissimo! Ma penso che cambiare anche un medio gamma ogni anno non so quanto senso abbia
 

giuli68

Pignone
10 Gennaio 2012
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V2R
Ragazzi,
diciamo che a queste biciclette, così semplici e pratiche, che oltretutto ci fanno pagare uno sproposito, se gli togliete le scritte e le verniciate tutte dello stesso colore non le riconosce nessuno, compresi voi.
Sono tutte uguali, viene tristezza solo a guardarle.
.


su alcune cose siamo d'accordo, ma anche le bici aero che hanno presentato a settembre e che possiamo considerare "attuali" secondo la tua distinzione, non puoi negare che siano tutte uguali, carro basso, manubrio ed attacco integrato, dimensioni dei tubi più o meno generose e spigolose, cavi nascosti, freni a disco, ecc
se vai indietro nel bdc-mag mi ricordo che ne hanno presentato 3 a distanza di pochi giorni (cannondale giant ed altre non ricordo) e invertendo l'ordine o coprendo le scritte erano facilmente intercambiabili fra loro
Verissimo e concordo pienamente
 

ulau75

Apprendista Cronoman
11 Settembre 2008
3.075
662
Provincia Veronese
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Bici
Bianchi OltreXr4
Vabbé, non stiamo parlando del kilo di pane per sfamare i figli. Si parla di acquisti di beni voluttuari il cui senso ognuno se lo trova da se o-o

Io so solo che la gente quando si tratta di spendere per gli hobbies non capisce più nulla, tutto è imponderabile.
@Ser pecora hai finito di montare la tua cervelo r3 disc giallo fluo ?
 
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andreawake

Novellino
22 Aprile 2013
37
8
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Bici
cannondale synapse HM
Ne ho viste di brutte ma come questa solo la addict forse.....mi fanno morire i detrattori delle bici "moderne", come se i foderi del carro bassi, gli angoli di sterzo più aperti o addirittura i dischi, siano solo delle menate commerciali e non abbiano degli effettivi vantaggi, percepibili anche per noi comuni mortali. Una bici più comoda, o una bici più stabile in discesa, o che freni meglio, penso che sia apprezzabile anche per il ciclista della domenica, no? Ma quelli che continuano a disprezzare il disco, ma l'avete provata una bici a disco in discesa? Parliamo di lana e seta....
 

bicilook

Ammiraglia
15 Giugno 2008
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Colnago C60
Dipende da cosa produci. Se sei un produttore di materiale di sola alta gamma si, ma se sei un produttore più trasversale (come sono tutti quelli grossi) l'alta gamma non rappresenta certo il grosso del fatturato. E' solo vetrina per vendere le gamme inferiori.
Secondo me in Italia il grosso delle vendite dei grandi costruttori è dato dall'alta /altissima gamma...all'estero dove si usa la bici anche molto come mezzo di trasporto, non lo so...ma la bassa gamma e la bici da passeggio ,o da bambino,secondo me in Italia, la gente la compra da Decathlon piuttosto che ai grandi magazzini
 

bicilook

Ammiraglia
15 Giugno 2008
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Colnago C60
Ne ho viste di brutte ma come questa solo la addict forse.....mi fanno morire i detrattori delle bici "moderne", come se i foderi del carro bassi, gli angoli di sterzo più aperti o addirittura i dischi, siano solo delle menate commerciali e non abbiano degli effettivi vantaggi, percepibili anche per noi comuni mortali. Una bici più comoda, o una bici più stabile in discesa, o che freni meglio, penso che sia apprezzabile anche per il ciclista della domenica, no? Ma quelli che continuano a disprezzare il disco, ma l'avete provata una bici a disco in discesa? Parliamo di lana e seta....
Se parli con un telaista di quelli che i telai li saldano,ti dice che i foderi attaccati bassi,non vanno bene e danno meno stabilità al telaio...
Poi io non lo so...le bici le uso e non le costruisco...Secondo me i freni a disco vanno benissimo senza neanche averli provati,sono ormai i freni più usati su qualunque mezzo che si muova e abbia bisogno di essere frenato,compresi certi modelli di passeggini da bambino...la bici da corsa mi piace però ancora per la sua semplicita',con il cambio meccanico e i freni tradizionali,senza batterie o vaschette dell'olio...
 
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andreawake

Novellino
22 Aprile 2013
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Ne ho viste di brutte ma come questa solo la addict forse.....mi fanno morire i detrattori delle bici "moderne", come se i foderi del carro bassi, gli angoli di sterzo più aperti o addirittura i dischi, siano solo delle menate commerciali e non abbiano degli effettivi vantaggi, percepibili anche per noi comuni mortali. Una bici più comoda, o una bici più stabile in discesa, o che freni meglio, penso che sia apprezzabile anche per il ciclista della domenica, no? Ma quelli che continuano a disprezzare il disco, ma l'avete provata una bici a disco in discesa? Parliamo di lana e seta....
Se parli con un telaista di quelli che i telai li saldano,ti dice che i foderi attaccati bassi,non vanno bene e danno meno stabilità al telaio...
Poi io non lo so...le bici le uso e non le costruisco...Secondo me i freni a disco vanno benissimo senza neanche averli provati,sono ormai i freni più usati su qualunque mezzo che si muova e abbia bisogno di essere frenato,compresi certi modelli di passeggini da bambino...la bici da corsa mi piace però ancora per la sua semplicita',con il cambio meccanico e i freni tradizionali,senza batterie o vaschette dell'olio...
Se parli con un telaista di quelli che i telai li saldano,ti dice che i foderi attaccati bassi,non vanno bene e danno meno stabilità al telaio…
E grazie, sono 30 anni che li fanno sempre uguali....foderi bassi, carro più corto, bici più reattiva e maneggevole. Poche pippe, lo capirebbe anche un criceto. Discorso cambio meccanico, sfondi una porta aperta, ho due bici top di gamma entrambe con il meccanico, l'elettronico lo trovo semplicemente superfluo. Un red o un durace lo regoli una volta l'anno....