Le bici di Kona

Gamba_tri

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Si, sono scelte commerciali il cui razionale (sperando che ci sia) è difficile da valutare, il risultato però è che il mercato OEM, quello oggi più sostanzioso, è andato quasi tutto in mano a Shimano.

Pensa che nel 2008 il catalogo prevedeva ben cinque gruppi e con differenze tecniche a volte minime, come tra Xenon e Mirage o Chorus e Record, forse meno scelta e una strategia più oculata avrebbe prodotto risultati migliori.

Sulla MTB in pratica non ci sono mai entrati, la coppia di leve freno per flat bar presente sui cataloghi pre 2008 erano ridicole.
se mi sentono i fan mi spellano, ma in Campagnolo di marketing non capiscono nulla.
A fine novanta fece due gruppi da MTB pesantissimi, invece che correggere il tiro abbandono' il mercato.
Nei primi duemila aveva investito molto nel triathlon, ma hanno sempre fatto un errore madornale, che SRAM non ha fatto: il corpetto ruota libera proprietario invece che Shimano compatibile. Questo ha sempre voluto dire dover cambiare ruote per provare Campy e tener conto della minore scelta disponibile sul mercato. Altro errore avere tre gruppi di alto livello sovrapponibili, Super Record, Record e Chorus che sviliscono quello medio, oggi il Potenza, che dovrebbe contrastare l'Ultegra, che in gamma Shimano è secondo, non quarto. Campagnolo si ritrova con costi di magazzino alti, quattro gruppi nello stesso segmento di mercato, senza avere un'offerta ampia come Shimano. Campagnolo dovrebbe essere il Davide che agisce di furbizia contro il Golia Shimano, inventando nuove soluzioni, vede monocorona e Gravel SRAM, non provare a batterlo per potenza di fuoco, ovviamente non paragonabile.
 

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qualcuno che segue il ciclismo da tanti anni mi saprebbe spiegare come ha fatto campagnolo a suicidarsi cosi?
mi pare che negli anni 80 avesse quasi il monopolio, no?
da amante del marchio riassumerei in snobbismo, senso di superiorità che non ha fatto valutare attentamente l'ingresso di un concorrente come Shimano, finendo per andare a ruota su tutto, invece che anticipare. Tanto per dire il primo prototipo di cambio elettrico, escluso il Mavic, era di Campagnolo, ma non se ne è più saputo nulla fino a quando Shimano ha tirato fuori il Di2.
 

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Wilier
Dai su è ovvio che Campagnolo sprofonda ed è scelto da poche persone, ok che molti ciclisti spendono e spandono ma 3000 euro per un gruppo? Scherziamo?
E' ovvio che la gente prende il Dura Ace che costa la metà ed è perfetto.
E chi non ha molti soldi ma vuole un buon prodotto prende l'Ultegra con 6-700 euro ed ha un gruppo altrettanto perfetto solo un pò più pesante.
 
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Darius

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Non voglio rimettere in campo una discussione trita e ritrita e già affrontata nel forum con morti e feriti, mi limiterò a fare questa considerazione:

La storia di Campagnolo è una delle tante storie imprenditoriali italiane il cui destino è legato da un unico fil rouge, siamo stati leader fino al tardo dopoguerra non solo in campo ciclistico ma in molti molti altri... ora siamo alla ruota quasi su tutto.

Questione di scelte? Si, ma anche di mentalità, la realtà e che siamo ancora fermi ad un modello di società chiusa, faziosa e contradaiola: campagnolisti contro shimanisti, colnaghisti contro pinarellisti etc. etc., insomma tutti contro tutti chiusi in un pensiero campanilistico di stile medioevale e oramai obsoleto.

Nonostante l'evidenza dica il contrario, abbiamo ancora la presunzione di essere i migliori solo perchè abbiamo fantasia e inventiva, ma nella società odierna ciò non basta senza una seria imprenditorialità, e mentre ci coccoliamo in questo pensiero gli altri ci mangiano il mercato con ottimi prodotti a costi contenuti, e nel migliore dei casi si comperano le meglio aziende nazionali in crisi.

Posseggo da dieci anni uno splendido gruppo Campagnolo Record Carbon 10V che ancora oggi funziona come un orologio, grazie ad una costante manutenzione programmata non perde un colpo neanche nelle situazioni più critiche, non ho alcuna intenzione di cambiarlo, ma se fossi costretto e Shimano immettesse sul mercato dei comandi più vicini ai miei gusti prenderei in considerazione l'alternativa, e questo perchè al di là del fattore estetico entrambi fanno egregiamente il loro lavoro, e alla fine questo è quello che conta.
 

Darius

Scalatore
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Non mi aspettavo che a livello di ruote Shimano avesse maggior presenza rispetto a Campagnolo, tra l'altro in tutti questi anni trascorsi in bici non ho mai visto una singola persona usare ruote Shimano.

Sulle ruote gli equilibri cambiano, Shimano non è leader e il mercato offre molto più di due tre marche, anche dalle mie parti non se ne vedono quasi, la piazza se la spartiscono interamente Campagnolo, Fulcrum, Miche, Lightweight, Mavic, Marchisio, Zipp etc. senza parlare del mondo delle cinesi, queste ultime poi esclusivamente per il carbonio.

Nel triathlon non andrebbe presa in considerazione la classifica dei marchi di una gara come Kona dove pesano molto le sponsorizzazioni.
 

gipsy

Scalatore
6 Agosto 2004
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Nel triathlon non andrebbe presa in considerazione la classifica dei marchi di una gara come Kona dove pesano molto le sponsorizzazioni.

gli atleti sponsorizzati a Kona sono una cinquantina, gli altri 1900 i materiali se li pagano. c'è da dire che i meccanismi delle slot favoriscono molto gli atleti USA, e di conseguenza marchi come zipp, hed, reynolds...
 
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Darius

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Rimanendo in tema di ruote, Triathlon Time nel riportare la classifica dei materiali usati in Kona evidenzia un enorme balzo in avanti delle ruote no brand alu che passano da 83 del 2016 a 347 del 2017 contro la situazione delle no brand carbon che invece passano in calo dalle 324 del 2016 alle 287 del 2017 (con tutte le tolleranze di rilevazione del caso).

E' una contraddizione che non mi spiego, assumendo che le ruote no brand siano tutte cinesi, considerando che le ruote in alu hanno limiti nell'altezza del cerchio (in media 30mm) mentre il trend delle carbon high profile sul mercato è in salita, tenendo conto infine del costo ridotto di una carbon no brand rispetto a una brandizzata, mi sarei aspettato il contrario.
 

gipsy

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6 Agosto 2004
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Rimanendo in tema di ruote, Triathlon Time nel riportare la classifica dei materiali usati in Kona evidenzia un enorme balzo in avanti delle ruote no brand alu che passano da 83 del 2016 a 347 del 2017 contro la situazione delle no brand carbon che invece passano in calo dalle 324 del 2016 alle 287 del 2017 (con tutte le tolleranze di rilevazione del caso).

E' una contraddizione che non mi spiego, assumendo che le ruote no brand siano tutte cinesi, considerando che le ruote in alu hanno limiti nell'altezza del cerchio (in media 30mm) mentre il trend delle carbon high profile sul mercato è in salita, tenendo conto infine del costo ridotto di una carbon no brand rispetto a una brandizzata, mi sarei aspettato il contrario.

se non ricordo male, nel 2017 ci fu un vento bestiale: evidentemente molti atleti all'ultimo minuto smontarono le alto profilo anteriori per una scelta più prudente, con una basso profilo anteriore. ipotizzo che molti, non avendo a portata di mano basso profilo in carbonio, utilizzarono le proprie ruote da allenamento in alluminio, questo spiegherebbe lo strano "boom" delle no brand in alluminio
 

Darius

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Colnago V1-r
se non ricordo male, nel 2017 ci fu un vento bestiale: evidentemente molti atleti all'ultimo minuto smontarono le alto profilo anteriori per una scelta più prudente, con una basso profilo anteriore. ipotizzo che molti, non avendo a portata di mano basso profilo in carbonio, utilizzarono le proprie ruote da allenamento in alluminio, questo spiegherebbe lo strano "boom" delle no brand in alluminio

Ipotesi concreta, anche perchè nell'articolo è spiegato che la conta avviene per singola ruota e non per coppia, perchè non è raro che gli atleti montino ruote di marche diverse all'anteriore e al posteriore, aggiungo che oggi le ruote a basso profilo in carbonio sono poco diffuse, molto più facile averne in alu nella dotazione.