LeMond, veleno su Armstrong e sull' UCI

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15 Dicembre 2006
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Fonte Gazzetta

LeMond, veleno su Armstrong
L'americano tre volte vincitore del Tour accusa il connazionale (7 trionfi) di ripetute minacce. E aggiunge: "Senza doping impossibile arrivare nei primi 50". Nel mirino anche all'Uci, che replica
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LeMond (sinistra) e Armstrong nel 1999. Ap


MILANO, 25 giugno 2006 - L'ex campione ciclistico americano, Greg LeMond, attacca pesantemente il connazionaleLance Armstrong, con una serie di accuse destinate a riaprire grandi polemiche. "Lance mi ha minacciato. Ha minacciato me, mia moglie, i miei affari, la mia vita", ha spiegato a L'Equipe il tre volte vincitore del Tour de France per giustificare la testimonianza rilasciata, nell'ottobre 2005, in un processo arbitrale tra Armstrong e una compagnia assicurativa. LeMond ha raccontato delle pressioni esercitate da Armstrong e dal suo entourage dopo le dichiarazioni del 2001, nelle quali l'ex campione Usa s'era detto deluso del fatto che il suo vecchio amico fosse seguito dal dottor Michele Ferrari, implicato in questioni di doping. LeMond ha spiegato all'Equipe che le minacce sono continuate dopo il 2001 e che la "più grande" era quella costituita dalla minaccia - da parte di Arsmtrong - di "trovare 10 persone per testimonaire che io prendevo Epo".
LeMond non si dice stupito delle rivelazioni fatte nei giorni scorsi dal quotidiano francese Le Monde (che citava le testimonianze rilasciate nel corso di un procedimento tra Armstrong e la sua compagnia di assicurazione dal ciclista Frankie Andreu, ex compagno di squadra di Armstrong, e da sua moglie Betsy), secondo cui nel 1996 Armstrong avrebbe ammesso di aver assunto eritropoietina, ormone della crescita, steroidi anabolizzanti e testosterone: "Lo sapevo già, me lo aveva raccontato. Per me è stata una grandissima delusione, visto che proprio in quel periodo il Tour era reduce dal caso-Festina: ci sarebbe voluta una grande opera di pulizia, invece...".
LeMond passa poi ad attaccare l'Uci, affermando che "i principali responsabili dell'uso di doping" nel ciclismo sono i dirigenti dell'Unione ciclistica internazionale e gli organizzatori del Tour de France, mentre i corridori sono solo "vittime". "Il problema di fondo è la corruzione - ha detto - L'Uci non pone le basi affinchè le corse siano veramente pulite. L'Uci è il vero problema. Puoi avere anche un grandissimo talento, ma se corri pulito non puoi vincere il Tour de France e nemmeno finire tra i primi 50". LeMond ha anche chiesto una specie di commissariamento dell'organizzazione, alla cui testa - secondo l'ex campione - andrebbe messo il canadese Dick Pound, presidente dell'Agenzia mondiale antidoping (Wada).
L'UCI REPLICA - Immediata la replica dell'Uci alle accuse di LeMond. "Non possiamo accettare - ha dichiarato il portavoce dell'Unione ciclistica internazionale - che l'integrità e l'onestà di una federazione internazionale come l'Uci siano messe in dubbio in questo modo". "Si sono superati i limiti", ha detto l'Uci, che intende prendere le misure adeguate per difendersi: "Ciascuno deve essere pronto ad assumersi la responsabilità delle proprie affermazioni e dei propri comportamenti".