Libri di Ciclismo

luc.ele

Pedivella
23 Novembre 2009
396
8
Milano
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Bici
Bianchi Infinito Athena 12-29 R3
Ho letto pochi giorni fa "Piccolo elogio della bicicletta" (ediz. it. 2009) di Eric Fottorino, scrittore e direttore di "Le Monde".
Lo sfondo è quello francese ed alcune pagine risultano per noi sfocate. Interessante però la rilettura di alcune classiche, di alcuni grandi corridori (nessuno italiano), del Tour e della corsa "Midi Libre" cui Fottorino partecipò col permesso UCI insieme con i professionisti. Non ricordo una descrizione dall'interno (voglio dire dal punto di vista di chi pedala per passione) così illuminante. Ho scoperto che il ciclismo ripreso in TV non è raccontato a sufficienza. Iniziare una discesa vedendo nelle lontananze, oltre la cattedrale nella valle, l'ultima storica dura salita: scendere sentendosi un animale condotto al macello.
 

accinson

Passista
1 Novembre 2007
3.937
79
Arcata, CA
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a dog in a hat.

consigliato a chi piace leggere in inglese.

e anche quello dell'amico di armstrong, paul kimmage, a rough ride.

ora sto leggendo quello di kribbe, the rider, che in italiano non si sa perche' e' diventato la corsa. e' un bel libro.
 

lupo solitario

Ammiraglia
3 Febbraio 2008
20.282
356
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Bici
Quelle che testo.
io ho letto i seguenti libri in tema ciclistico:

1) Ugo Riccarelli- L'angelo di Coppi, una raccolta di brani dedicati ai grandi dello sport, tra cui spicca quello di Coppi;
2) Gianni Brera - Coppi e il Diavolo, la storia del campione scritta mirabilmente dal grande e compianto Brera, un capolavoro;
3) Il diario del gregario di Marco pastonesi, i diari di Noè, Bruseghin e Scarponi, scritti durante la loro partecipazione al giro d'italia delle passate edizioni, una lettura esilarante ma utile;
4) Leo Turrini, Bartali, un bel libro che ci fa conoscere l'uomo-campione che salvò l'Italia pedalando ( attentato di Togliatti);
5) Marco Pantani. Una vita da pirata di Beppe Conti;
6) Un Uomo in fuga di Ronchi/Josti.

Il mio motto è : Chi legge, pedala meglio.
 

luc.ele

Pedivella
23 Novembre 2009
396
8
Milano
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Bici
Bianchi Infinito Athena 12-29 R3
io ho letto i seguenti libri in tema ciclistico:

1) Ugo Riccarelli- L'angelo di Coppi, una raccolta di brani dedicati ai grandi dello sport, tra cui spicca quello di Coppi;
2) Gianni Brera - Coppi e il Diavolo, la storia del campione scritta mirabilmente dal grande e compianto Brera, un capolavoro;
3) Il diario del gregario di Marco pastonesi, i diari di Noè, Bruseghin e Scarponi, scritti durante la loro partecipazione al giro d'italia delle passate edizioni, una lettura esilarante ma utile;
4) Leo Turrini, Bartali, un bel libro che ci fa conoscere l'uomo-campione che salvò l'Italia pedalando ( attentato di Togliatti);
5) Marco Pantani. Una vita da pirata di Beppe Conti;
6) Un Uomo in fuga di Ronchi/Josti.

Il mio motto è : Chi legge, pedala meglio.

Condivido pienamente il tuo motto, aggiungendo: "vede di più e pedalando pensa meglio" (soprattutto quando crede di non pensare).

In genere nella letteratura ciclistica si parla dell'oggetto (il corridore, la corsa, le memorie, la tecnica, la storia che il ciclismo ha più lunga di quasi ogni altro sport - forse quanto il rugby, il baseball) del fenomeno e non della cosa in sè (scusate il kantismo), della sua struttura trascendentale e fenomenologica. Fottorino solo in parte illumina questo aspetto, ci sarebbe tanto altro da dire. P. e., chi è il ciclista, come vede e qual è il suo mondo, quale rapporto ha con l'ambiente (non nel senso dei verdi) col quale così fisicamente "si accoppia"? Come è modificata la sua cinestesi dalla bici-protesi, macchina che potenzia quella umana senza imporsi? Che cosa succede quando la cinestesi del singolo si mischia al gruppo? Insomma, ce n'è a sufficienza per una piccola filosofia della bicicletta.
 

Alfredo Panzini

Pignone
16 Giugno 2009
189
4
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Esiste un vasto numero di opere ed un altrettanto consistente numero di autori che, anche per una sola volta durante il corso della loro carriera, si sono occupati della bicicletta.
La comparsa del mezzo meccanico nella letteratura italiana coincide con il passaggio dal XIX° al XX° secolo, quando alcuni poeti e prosatori, cominciano a considerare questo oggetto innovativo, ed ancora esclusivo, degno di attenzione letteraria.
Oltre alle pedalate aristocratiche dei vari Oriani, Guerrini e Panzini, che hanno fatto della bicicletta una filosofia ed una ragione di vita, si aggiungono letterati, non necessariamente appassionati, nei quali la due ruote compare solo come il "veicolo" (è proprio il caso di dire) di sensazioni, sogni, amori e avventure di vario genere.
Topòi ed un corredo linguistico e metaforico alquanto smile, tra le varie opere, possono far sospettare l'attinenza ad una linea programmatica. Ma non è così.
Mai, nessun poeta o prosatore, ha fissato le regole per il connubio tra bicicletta (o ciclismo) e letteratura cosicchè, le frequanti analogie tematiche legate alla due ruote, risultano essere del tutto occasionali.

Il mezzo meccanico è stato cantato come l'oggetto che riporta la giovinezza nell'animo e nel corpo di chi lo usa; il pedalare, l'esercizio tramite il quale si oblìa la dura realtà.
Grazie alla bicicletta è possibile stabilire un salutare contatto con la natura (le campagne percorse sulla due ruote sono quasi sempre identificate con un'Arcadia incontaminata), la sensazione di leggerezza che si ha scorazzando veloci lontano dal traffico cittadino è tale che il ciclista si sente un Icaro che vola nel cielo o un Orlando sul suo ippogrifo.
Anche la scorrevolezza, i colori e la lucentezza della bicicletta sono stati fonte d'ispirazione poetica, come pure la simbiosi uomo-macchina espressa tanto nella personificazione del mezzo quanto nella meccanizzazione del pedalatore.
 

Alfredo Panzini

Pignone
16 Giugno 2009
189
4
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Ricorrente è l'antitesi con altri mezzi di locomozione: a cominciare dal cavallo. di cui la bicicletta è considerata la naturale erede, l'anticavallo per eccellenza, passando dall'automobile per giungere fino a treni, piroscafi ed aereoplani.
"la bici è poesia" [...] "i paracarri attenti cronometrizzano la corsa. Il mio corpo raccolto e compatto si geometrizza secondo i piani e le forze della bicicletta; ne vive la precisione meccanica di gambe-bielle salire scendere instancabili cocciute. (Essere una macchina precisa infallibile annusatrice predatrice di velocità, godere cantare tutto il poema nascosto nelle molecole d'acciaio), in uno scenario dove tutte le ombre della notte raccolte chinate attorno a me si protendono dietro le mie spalle guardando curiose e meravigliate un ciclista che rigonfia di poesia un nuovo pneumatico-ideale"*.
*Filippo Tommaso Marinetti, Teoria e invenzione futurista, Milano, Modadori, 1968 Tomo 8, p.245.

Saluti, AP
 

luc.ele

Pedivella
23 Novembre 2009
396
8
Milano
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Bici
Bianchi Infinito Athena 12-29 R3
Bene. Però mi sembrano un po' datate le considerazioni meccaniche del futurismo o post-romantiche dei fondatori del Touring Club (gran borghesi che, quando si accorsero che pedalare è gran fatica, passarono la passione ai garzoni dei fornai e ad altri già abituati a faticare dall'alba al tramonto).
Alla fine rimane solo lo sport? L'ideologia della natura? La nostalgia delle strade polverose percorse di notte? C'è niente di più recente, che parli del nostro tempo, delle bici attuali, pur senza dimenticare la storia del ciclismo che è in noi quando pedaliamo (quali altri sport si confrontano con la storia come il ciclismo? a parte il baseball che consente confronti statistici precisi, ma un po' neutri, da un secolo all'altro?).
Bene, e questa è la letteratura. E la filosofia?
Perché sono convinto che pedalare sia - o possa esserlo - una forma di filosofare.
 

Garfield

Apprendista Passista
15 Maggio 2004
892
5
Dark side of the Moon
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Bici
Viner Mitus Plus '10
Ho letto pochi giorni fa "Piccolo elogio della bicicletta" (ediz. it. 2009) di Eric Fottorino, scrittore e direttore di "Le Monde".
Lo sfondo è quello francese ed alcune pagine risultano per noi sfocate. Interessante però la rilettura di alcune classiche, di alcuni grandi corridori (nessuno italiano), del Tour e della corsa "Midi Libre" cui Fottorino partecipò col permesso UCI insieme con i professionisti. Non ricordo una descrizione dall'interno (voglio dire dal punto di vista di chi pedala per passione) così illuminante. Ho scoperto che il ciclismo ripreso in TV non è raccontato a sufficienza. Iniziare una discesa vedendo nelle lontananze, oltre la cattedrale nella valle, l'ultima storica dura salita: scendere sentendosi un animale condotto al macello.

L'ho letto anche io ed in effetti mi è piaciuto molto.
Ho letto anche un libro di cui non ricordo il titolo che parla del Giro d'Italia 1914 (mi sembra sia quello l'anno) molto bello, narra un ciclismo che non esiste più (tutte tappe over 400 km con partenze a notte fonda ecc...), lo consiglio vivamente.
 

luc.ele

Pedivella
23 Novembre 2009
396
8
Milano
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Bici
Bianchi Infinito Athena 12-29 R3
L'ho letto anche io ed in effetti mi è piaciuto molto.
Ho letto anche un libro di cui non ricordo il titolo che parla del Giro d'Italia 1914 (mi sembra sia quello l'anno) molto bello, narra un ciclismo che non esiste più (tutte tappe over 400 km con partenze a notte fonda ecc...), lo consiglio vivamente.

La cosa che continua a sorprendermi, considerando strade, bici, attrezzature, alimentazione, regole di gara autarchiche dell'epoca è il chilometraggio pazzesco di certe corse: 5-600 chilometri. Soltanto gente che lavorava i campi dall'alba al tramonto tutta la vita o non vedeva mai il sole perché tutto il giorno in miniera poteva entusiasmarsi correndo a quelle condizioni, evidentemente ritenute normali (uscire che è buio, tornare che è buio: non facevano tutti così, quelli che lavoravano?). Ritorno al punto, però: qual è oggi la filosofia della bicicletta?
 

oltre

Apprendista Velocista
14 Ottobre 2004
1.414
29
Roma/Torino
tubirinforzati.wordpress.com
Bici
B'TWIN Ultra 720 AF, Cannondale Caad10, Cinelli Gazzetta, Viner Pro Team, Pinarello Stelvio

Sergio Servadio

Apprendista Scalatore
23 Marzo 2006
2.341
43
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L'idea é sicuramente buona, ma prima di aprire una sezione vediamo se ci sono i contenuti e l'interesse per riempirla.
Intanto si puo' aprire un topic in domandoni od emozioni e provare con quello.
o-o

Arrivo qui in ritardo, e a notte fonda, seguendo una labile traccia indicatami in privato da Valentina.
Eccovi una indicazione meritevole di essere seguita.

Leggete 'La Bicicletta e il Sol dell'Avvenire', che tratta della visiione che della bicicletta avevano i benpensanti socialisti.
Praticamente di come la biciletta fosse considerata strumento di perdita di tempo, anzi di perdizione, non adatto alle masse proletarie.

La mia copia l'ho prestata, a tempo indeterminato, a Benjo Maso.

Sergio
Pisa
 

minaroby

Maglia Iridata
24 Febbraio 2007
12.070
287
ai domiciliari
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Bici
con rotelle
ho appena finito di leggere un libro regalatomi da un caro amico (gaetano) e adesso lo sto rileggendo perchè mi è piaciuto molto,sia nel modo che nelle massime che ha utilizzato l'autore.
COPPI E BARTALI-G.P.ORMEZZANO.
bello leggere quello che ci stava dietro le quinte,dietro quello che si raccontava,della diversità tra i due e delle sinonimie politiche religiose utilizzate dall'autore,grazie all'aiuto dei figli marina ed andrea.
bello vedere e leggere della grande amicizia che legava i due.
bel libro che consiglio a tutti.