Olimpico di Policastro 2019, il riscatto
Si, riscatto, perchè il ritiro dell’anno scorso non lo avevo proprio digerito e per questo, nonostante una condizione non al top, ho voluto fortemente questa gara, l’obiettivo era di chiuderla anche ultimo, e invece è andata meglio di quanto pensassi. E’stata una gara dura a causa delle condizioni meteo, vento teso, mare brutto, temperatura 33°C, le frazioni swim e run hanno fatto una selezione spietata, diversi ritiri e intervento dei medici per malori. Ecco i miei risultati:
Tempi:
- swim: 00:31:01
- Bike: 01:09:00
- Run: 00:56:24
- T1: 00:02:47
- T2: 00:02:53
Classifica:
- 67° assoluto su 111 concorrenti rimasti in gara
- 5° di categoria (M4) su 13 concorrenti rimasti in gara
Swim
Vento teso verso terra, mare molto increspato e con una forte corrente, gli organizzatori devono rivedere il percorso avvicinando le boe a riva, 2x150 + 450 invece che 2x300 + 150, abolita l’uscita all’australiana, il riposizionamento di una boa che si è spostata per la corrente presagisce una frazione tosta.
14:30 start, mi tuffo quasi in coda al gruppo e stavolta, invece di menare, imposto subito un ritmo regolare, i primi 150m sono i più duri, forte corrente frontale, impossibile mantenere un assetto pulito, le increspature alte e ravvicinate nascondono le boe e per traguardarle devo dare un colpo a rana per alzarmi, però stavolta nessun senso di panico, al primo giro di boa il gruppo è diviso in due tronconi, io mi trovo nel mezzo e riesco ad agganciare qualche buona scia, al secondo giro di boa la corrente mi scarroccia e sono costretto a raggiungere la terza boa di bolina, poi di nuovo altri 150m di sofferenza, nel frattempo il mare è ulteriormente salito e bevo continuamente per le onde in faccia, all’ultimo tratto sempre di bolina cerco di spingere di più ma sono stanco, è una lotta contro il mare, la boa finale sembra non avvicinarsi mai, devo correggere continuamente la rotta, esco a metà del gruppone (4° degli M4) con un tempo di 31’01, sono esausto, frazione selettiva con diversi ritiri.
Bike
In T1 ho ancora la testa che gira, sbaglio slot e pasticcio un po' con la muta, tempo biblico di 2’47, però l’uscita dalla ZC è da manuale, infilo le scarpe fissate con gli elastici (prima volta) e inizio a pedalare, ci sono 850m prima di immettersi sul circuito di 5 giri da 750m, butto giù una barretta di gelatina anche se ho lo stomaco chiuso, giunto sulla statale intercetto subito due che tirano bene, il primo è una locomotiva, con il secondo ci alterniamo, quando lui molla io riempio il buco per non perdere la scia, impossibile dare il cambio alla locomotiva, viaggia sul filo dei 40.
La strada è in falsopiano con due strappi spezza gambe da 1Km al 5%, le gambe girano e gestisco bene i rilanci in salita, facciamo tre giri a tutta birra tra i 37 e i 40Km/h, al terzo giro di boa un ingorgo di cretini mi fa perdere i due, rimango solo, aggancio qualcuno ma va troppo piano, poi sento l’inconfondibile rumore di un gruppone che si avvicina da dietro, aspetto un po’ e lo aggancio, faccio il 4° giro full gas, al quinto giro sento l’avantreno che non va… cazzo, ho bucato! Mancano ancora 2,5 km, cambiare camera d’aria significherebbe buttare tutto il lavoro fatto, vado avanti finchè possibile, la gomma si sgonfia lentamente e cerco di mantenere la velocità alta per mantenere un minimo di pressione, ma è equilibrismo puro, la bici nelle curve è inguidabile, praticamente un'anguilla, sono costretto a farle seduto con “la mazza in c...”, porca miseria… riesco a terminare la frazione con il cerchio a terra, ho perso diversi minuti e la media è andata, peccato perchè me la sono giocata bene, finisco con 1h09’, ma potevo chiudere tranquillamente in un’ora.
Run
Parliamone per parlarne, perché è stata una tapasciata di sopravvivenza, ho tirato molto sulla bike e sono stanco, faccio una T2 interminabile (02’57), il caldo è opprimente (33°C), il vento che ha rotto le palle a mare qui non c’è, imposto un ritmo blando, il primo Km è sconfortante, le gambe non girano e le spugnature servono a poco, non posso cedere, a costo di trascinarmi devo resistere. Ci sono altri ritiri, qualcuno in autoambulanza, ho visto due ragazzi con l’ossigeno. Al terzo giro sento le gambe andare meglio, durerà poco, al quarto giro inizio a cedere con la testa, butto giù un gel e resisto il 5° giro, taglio il traguardo con un’espressione stravolta, mi mettono al collo la medaglia di finisher che manco me ne rendo conto… è davvero finita… tempo alto, 56’24” ma dentro c’è la mia anima.
Sintesi
Tempi non straordinari, molta tattica in bike, per una gara preparata praticamente in due settimane non posso recriminarmi nulla, se avessi avuto più tempo per fare allenamenti di qualità, senza la foratura, e visti i cronometraggi dei primi tre M4, forse il terzo posto potevo giocarmelo, ma le gare non si fanno con i se e con i ma e quindi va bene così. Devo curare di più le transizioni e la svestizione della muta, per la corsa non intravedo grossi margini di miglioramento, e questo significa che devo guadagnare di più nelle frazioni swim e bike dove sono più forte, con un allenamento mirato è un obiettivo che posso perseguire.
Nonostante la stanchezza e le difficoltà mi sono divertito un sacco, sono migliorato rispetto allo sprint di Trani 2018 (128° assoluto e 12° di categoria), ma con distanze doppie e condizioni più dure, questo vuol dire che sto lavorando bene e maturando esperienza, un buon viatico per il futuro.