Ruote per ciclista pesante

gattonero

Princeps Mechanicorum
2 Agosto 2004
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London, Nxxxx
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Cinelli Supercorsa,MysticRats,HotRats,SoftMachine,Proxima ¦Scapin Blato¦Condor W.S.¦Brompton¦Peugeot
Il peso è solo un elemento, più importante è stare tranquillo in bici e forse abbassare leggermente la sella. A volte serve solo un paio di occhiali per fare durare le ruote. Ho un tandem sulla quale ho montato cerchi normali di 19 mm di larghezza e 36 fori che hanno tenuto anche con oltre 200 kg di carico tra pilota, copilota e bagagli. Se invece uno leggero si butta a tutta birra in un fosso puo distrugere anche una ruota a 48 raggi e cerchio da 25 mm di larghezza.

Beh, che delle ruote "normali" tengano su un tandem è fotuna, cmq hai perfettamente ragione sul fatto che lo stile di guida influenza molto la durata delle ruote!
Qui abbiamo un sacco di gente che viene a farsi riparare le ruote (guarda a caso, i più sono AlexRims...!) perchè anzichè sollevare il sedere dalla sella pensano che il reggisella molleggiato debbe fare il lavoro...

Anyway, un paio di consigli:
-Per l'amico pesante direi Mavic CXP23 32fori, DT Swiss Competition 2.0-1.8 incrociati in quarta, mozzi Chorus. Importanti le "rondelle" in ottone da mettere sulla testa del raggio che sabilizzano la giunzione tra la testa del raggio e la flangia del mozzo:
sksp103.jpg

(particolare che pochissim fanno....)

-Per i Tandem
vi consiglio vivamente di non usare V-Brake o simili, ma freni a disco o a tamburo: il surriscaldamento del cerchio in discesa, con conseguente esplosione del pneumatico, è una possibilità quasi certa
... :wacko:

-Gli incroci dei raggi.... argomento lungo ma cercherò di condensarlo in poche righe.
  • radiale: offre la massima stabilità laterale ed una ottima stabilità della ruota nel tempo. Non ha alcuna resistenza alla forza torcente (ecco perchè non è possibilie usarla al posteriore dx, o alla sx in caso di freni a disco o a tamburo), e stresa parecchio le flange del mozzo (che deve essere chiaramente approvato dal costruttore per il montaggio radiale), la ruota è estremamente rigida.
  • in prima/seconda: poco usati, in pratica ogni raggio incrocia un altro per una o due volte. La ruota viene su molto rigida e con una buona stabilità. L'incrocio in prima non ha una grande resistenza al momento torcente, sconsigliato sul post. Dx e sul lato dei freni a disco/tamburo
  • in terza: il più usato, dà alla ruota il giusto compromesso tra rigidità, asosrbimento e stabilità nel tempo. E' forse l'unico incrocio dove (usando parti di qualità) si riesce a dare la giusta -alta- tensione ai raggi con relativa facilità, il che si traduce in una ruota reattiva e stabile nel tempo (per via dei raggi ad alta tensione che non flettono) ma sufficientemente confortevole (per via dell'incrocio fatto dai raggi)
  • in quarta: usata solo in applicazioni gravose dove è richiesta poca rigidità ma alto livello di assorbimento per via dei raggi più lunghi eedel magigore numero di incroci. Consigliata per tandem e bici da carico, non per ruote reattive. Da usarsi con cerchi a basso profilo e raggi di buona sezione, in modo da sfruttare l'elasticità permessa dal sistema
Per la cronaca:
io non sono pesante (70kg) ma le mie ruote da pista, che uso quaotidianamente sulla s/s per andare al lavoro (25-30km) si stanno rivelando più robuste di quanto pensassi. Nel giro di due settimane hanno dovuto subire:
-crash sul marciapiede dovuto alla rottura di entrambi i cavi freno (devo citare in causa ITM per le leve freno di loro produzione)
-tamponamento violento di un deficiente che non sa come stare in scia e dare distanza
Sono fate con mozzi Suzue ProMax da pista, 32 fori a flangia larga; cerchi Ambrosio FCS28 a medio profilo (30mm) e raggi DT Swiss Revolution 2.0-1.5-2.0 con nipples ProLock tesi a 130kg circa. Rigidissime e stabili, a comprarle non basterebbero 400eu...
 

Lanerossi

Maglia Iridata
22 Settembre 2004
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-Per i Tandem
vi consiglio vivamente di non usare V-Brake o simili, ma freni a disco o a tamburo: il surriscaldamento del cerchio in discesa, con conseguente esplosione del pneumatico, è una possibilità quasi certa
... :wacko:

Hai esperienza di tandem?
Io ho fatto qualche discesa lunga e tecnica, sopra i 10km per intenderci, in un caso anche su una strada piena di buchi (peggio di uno sterrato, molto peggio...), con due tandem diversi, freni Dura Ace in entrambi i casi (anni '90 e 2007), ma nessun genere di problema. Non credo sia solo fortuna, perchè la mia amica Silvana che va in tandem da una vita e ci ha fatto pure le Olimpiadi non mi ha mai parlato una sola volta di camere d'aria esplose, e non è proprio una che ama la pianura...
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
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Si, di Tandem ne ho visti parecchi, e diverse volte gli utilizzatori hanno lamentato il problema. E non mi viene difficile crederci.
Infatti qui si trova ancora il "mitico" tamburo posteriore Arai
 

ciclista statunitense

Apprendista Scalatore
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Beh, che delle ruote "normali" tengano su un tandem è fotuna, cmq hai perfettamente ragione sul fatto che lo stile di guida influenza molto la durata delle ruote!

è tutto e solo là. Non c'è fortuna. Vado in tandem da quasi trent'anni e ho fondato un club per solo tandem. A partire da 36 fori in su, il numero di fori ha meno influenza che il modo di andare.

un paio di consigli:
-Per l'amico pesante direi Mavic CXP23 32fori, DT Swiss Competition 2.0-1.8 incrociati in quarta, mozzi Chorus. Importanti le "rondelle" in ottone da mettere sulla testa del raggio che sabilizzano la giunzione tra la testa del raggio e la flangia del mozzo:
sksp103.jpg

(particolare che pochissim fanno....)

Le rondelle non servono assolutamente a niente se uno ha scelto bene i raggi. Raggi diversi hanno curve diverse alla testa che si inseriscono i flangi diversi. Di solito se c'è spazio ad inserire le rondelle vuol dire che no ha scelto il raggio più adatto.

-Per i Tandem
vi consiglio vivamente di non usare V-Brake o simili, ma freni a disco o a tamburo: il surriscaldamento del cerchio in discesa, con conseguente esplosione del pneumatico, è una possibilità quasi certa
... :wacko:

E' evidente che non hai mai fatto molto tandem e non capisci le forze che vengono trasmessi da freni a disco e/o a tamburo. Questi freni non possono assolutamente essere presi in considerazione come freni principali su un tandem. Il loro solo impiego dovrebbe essere come freno supplementare. Sulla mia tripletta, funzionano perfettamente bene due soli freni cantilever. Infatti quando l'ho presa aveva i due cantilever oltre a due freni a disco, che ho smontato in quanto l'azionamento di due freni con una sola leva era ineffettuale. La frenata con due soli freni con uno ciascuno azionato da ciascun leva è di molto superiore a 4 freni azionati due per leva.

-Gli incroci dei raggi.... argomento lungo ma cercherò di condensarlo in poche righe.
  • radiale: offre la massima stabilità laterale ed una ottima stabilità della ruota nel tempo. Non ha alcuna resistenza alla forza torcente (ecco perchè non è possibilie usarla al posteriore dx, o alla sx in caso di freni a disco o a tamburo), e stresa parecchio le flange del mozzo (che deve essere chiaramente approvato dal costruttore per il montaggio radiale), la ruota è estremamente rigida.
  • in prima/seconda: poco usati, in pratica ogni raggio incrocia un altro per una o due volte. La ruota viene su molto rigida e con una buona stabilità. L'incrocio in prima non ha una grande resistenza al momento torcente, sconsigliato sul post. Dx e sul lato dei freni a disco/tamburo
  • in terza: il più usato, dà alla ruota il giusto compromesso tra rigidità, asosrbimento e stabilità nel tempo. E' forse l'unico incrocio dove (usando parti di qualità) si riesce a dare la giusta -alta- tensione ai raggi con relativa facilità, il che si traduce in una ruota reattiva e stabile nel tempo (per via dei raggi ad alta tensione che non flettono) ma sufficientemente confortevole (per via dell'incrocio fatto dai raggi)
  • in quarta: usata solo in applicazioni gravose dove è richiesta poca rigidità ma alto livello di assorbimento per via dei raggi più lunghi eedel magigore numero di incroci. Consigliata per tandem e bici da carico, non per ruote reattive. Da usarsi con cerchi a basso profilo e raggi di buona sezione, in modo da sfruttare l'elasticità permessa dal sistema

Questo è un rugurgito di idee storiche che non hanno alcuna dimostrazione nei fatti. Le ruote radiali sono da sconsigliare per qualsiasi impiego dove non vi sia stato un progetto apposto per cerchi e mozzi. Si puo solo perdonare l'uso sulle bici da crono dove il movimento del ciclista è al minimo.
In prima ed in seconda sono soluzioni che potrebbero essere necessari con ruote con pochi raggi (meno di 28 raggi) ma altrimente da sconsigliare.
In terza è la soluzione ideale per 28, 32, 36 e 40 raggi.
In quarta, la differenza di lunghezza del raggio è meno di 2%, pertanto ineffluente. Invece l'area di appoggio del raggio contro la flangia del mozzo aumenta di oltre il 10% ed è qui chi il rischio di usura e rottura del raggio si crea. E' solo quando si va sul 40 o 48 raggi che costruire in quarta diventa utile.
 

gabrio

Apprendista Velocista
25 Febbraio 2007
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Fondriest Domino Plus - FM006 - Allumino muletto
ciao a tutti,
ho un amico che pesa 88 kg. (95 ad inizio stagione) e sfortuna sua è alla ricerca di un paio di ruote resistenti, in quanto sinora 2 paia di ruote l'hanno abbandonato per rottura raggi e altro.
Sinora ha avuto un paio di Ksyrium Elite e un paio di Ksyrium SL.

Quale ruota consigliate per il mio amico ?
l'importante che sia resistente e robusta.

x Campagnolo 10V.

grazie



io peso anche un pò piu del tuo amico, dopo averne cambiato 2 tipi di ruote (rottura raggi, scentratura ecc) ho provato le nuove fulcrum 5 evolution.....ottime le ho gia da tempo (aprile , 3000km) e sono perfette centrate e vanno che è una bellezza.
 

Maurizio69

Pedivella
9 Marzo 2006
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Cannondale Synapse
ciao
peso sui 90-95 kg (altezza 193) sono un vero e proprio passistone!
io uso le MAVIC COSMIC ELITE -
sono a medio profilo e tengono la centratura in maniera fenomenale.

Macino chilometri e la mia bici ha fatto percorsi su tutti i tipi di terreni! MAI ROTTO UN RAGGIO
secondo me le trovi in giro ad un prezzo ragionelvole

anche io 193x88 kg uso le mavic ksyrium elite e mai nessun problema
 

kaiserjan86

Maglia Iridata
2 Agosto 2007
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Colnago C64 Disc - Campagnolo Record - Campagnolo Scirocco Disc (provvisorie)
Bah, da inizio anno ho perso 20 kg, eppure anche quando ero oltre i 90 (96/97 kg ad Aprile quando ho comprato la mia Bianchi Evo Xl2), ho sempre viaggiato su una coppia di Mavic Ksyrium SSC SL senza riscontrare mai il benchè minimo problema :wacko:eppure adesso peso 90 kg,quindi :-Do-o
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
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....
Le rondelle non servono assolutamente a niente ...

...


Questo è un rugurgito di idee storiche che non hanno alcuna dimostrazione nei fatti. ....

Toh, uno che mi vuole insegnare il mestiere.
Io il prossimo mese vado a fare il DT Master Wheelbuilder (perche' devo solo raffinare alcune cose), e tu?
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
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"lui" fa il meccanico da tipo 30-40 anni, stavolta mi sa ce hai preso un granchio :mrgreen: non è l'ultimo arrivato (come il sottoscritto), di sicuro!

Beh, allora e' ora che dimostri un po' di umilta' e non vada a dire che le "teorie" non sono supportate dai fatti: queste sono le cose che i consulenti tecnici della DT dicono, e direi che ne sanno molto piu' di lui e me messi assieme.

Poi scusa, questo qua' mi attacca senza dare alcuna prova ma dicendo in pratica quel che ho detto io... boh... se s'e' svegliato male e' colpa sua :-x
 

Lanerossi

Maglia Iridata
22 Settembre 2004
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Sicuramente entrambi siete molto compotenti a riguardo di ruote e bici in generale, tuttavia risulta evidente che avete due approcci molto diversi.

Tu lavori partendo dalla "teoria", Steven dalla "pratica".
O, se vogliamo, con "coefficienti" di sicurezza molto diversi, il tuo preso in modo da essere in piena sicurezza, Steven limando con l'esperienza di tanti anni che gli ha rivelato che certi accorgimenti (non so quali, non mi addentro nella questione) posso essere evitati senza problema alcuno.

Per fare un esempio colorito: la casa dove è nata mia nonna ha 300 e passa anni. E' fatta di sasso e (poca) calce... La calce costava, per ottenerla si mettevano a cuocere per 10 giorni sassi di calcare e poi si sbriciolavano con la mazza. Lavoro immane, per cui la si usava con parsimonia.

Ecco, oggi un capomastro o un ingegnere che si ritrovasse a dover fare una casa con materiali del genere direbbe che è impossibile.
Il muratore-contadino di allora, che sapeva dosare il tutto al limite, c'è riuscito a farla sta su egregiamente qualche secolo. Forse l'esempio è un po' esagerato, ma credo possa rendere l'idea di cosa voglio dire. o-o
 

gattonero

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Ma guarda, io vengo da una generazione di operai che l'abilità se l'è fatta col lavoro (iniziando all'età di 15 anni), chi era meccanico, chi falegname, chi sarta etc etc. Ed io seguo sempre questo approccio.
E credo fermamente in quello che faccio e che viene provato sul campo, specialmente quando questo coincide con quello che persone tecnicamente molto preparate affermano (con dati alla mano).
Questo diventa inconfutabile, non perchè lo dico io; ma perchè chi produce le cose, dati alla mano, trova riscontri nelle cose che faccio.
Per quanto riguarda l'assemblaggio delle ruote è forse una delle cose che preferisco (insieme ad i mozzi Sturmey Archer etc), e per l'attività che svolgo ne ho fatte veramente di tutti i tipi! dalle Mtb alle bici da carico, ai tricicli, ogni misura da 16 a 28 pollici; col Rohloff, con i mozzi Sturmey e Nexus, con freni a tamburo, con mozzi da pista (molto gettonati ultimamente...).
Questo non significa che penso di essere infallibile, tutt'altro! Mi piace molto il mio lavoro perchè mi porta a confrontarmi ogni giorno con cose nuove, e la parola "aggiornarsi" per me non esiste, visto che è una cosa automatica :mrgreen:
Certo che avere vissuto gli anni d'oro della MTB, dove tutta l'evoluzione che si trova oggi nella BDC è stata "adottata", mi ha aiutato non poco come background!
 

ciclista statunitense

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Ma guarda, io vengo da una generazione di operai che l'abilità se l'è fatta col lavoro (iniziando all'età di 15 anni), chi era meccanico, chi falegname, chi sarta etc etc. Ed io seguo sempre questo approccio.
E credo fermamente in quello che faccio e che viene provato sul campo, specialmente quando questo coincide con quello che persone tecnicamente molto preparate affermano (con dati alla mano).
Questo diventa inconfutabile, non perchè lo dico io; ma perchè chi produce le cose, dati alla mano, trova riscontri nelle cose che faccio.
Per quanto riguarda l'assemblaggio delle ruote è forse una delle cose che preferisco (insieme ad i mozzi Sturmey Archer etc), e per l'attività che svolgo ne ho fatte veramente di tutti i tipi! dalle Mtb alle bici da carico, ai tricicli, ogni misura da 16 a 28 pollici; col Rohloff, con i mozzi Sturmey e Nexus, con freni a tamburo, con mozzi da pista (molto gettonati ultimamente...).
Questo non significa che penso di essere infallibile, tutt'altro! Mi piace molto il mio lavoro perchè mi porta a confrontarmi ogni giorno con cose nuove, e la parola "aggiornarsi" per me non esiste, visto che è una cosa automatica :mrgreen:
Certo che avere vissuto gli anni d'oro della MTB, dove tutta l'evoluzione che si trova oggi nella BDC è stata "adottata", mi ha aiutato non poco come background!

Andrea,

Non sono stato io ad iniziare a fare il sapientone con dichiarazioni che sembravono emanere del cielo. Ho risposto col tuo stesso tono, con lo stesso livello di prove. Adesso che hai messo le tue carte in tavolo, metto pure io le mie carte. Ho costruito le mie prime ruote prima della tua nascita. Ne ho costruite migliaia. Infatti, mi sono pagato gli studi universitari costruendo ruote. Solo nella mia collezione personale di bici, ho bici con ruote (da me assemblate) che vanno da un Alex Moulton (ruota da 18") fino da una Rudge del 800 (ruota da 54"). Ho pure tricicli, tandem, tripletta e tutto quello che vuoi. Ho ruote con raggi radiali, in seconda, in terza, in quarta ed in sesta. Si hai letto bene, in sesta! Ho costruito con disegno crow's foot, con ranelle, con rondelle, con cerchi in legno, con doppio cerchio (un triciclo con due ruote posteriore, ciascuna con cerchi radoppiati). Ho pure saldato telai...

Ripeto, pertanto che le rondelle non servirebbero a niente se un avesse scelto bene i raggi addatti al mozzo. Se quale amante dei raggi DT, si mettono raggi DT con mozzo Sturmey Archer in metallo è chiaro che servono, ma raccomandare le rondelle come hai fatto te è di per se sbagliato, non sbagliatissimo. Se ti credi esperto di costruzione di ruote dovresti sapere questo e non diresti quello che hai detto senza chiarimenti. Lo stesso per quanto riguarda il tuo 'consiglio' di utilizzare freni a disco e freni a tamburo. Possono essere utili ma non sono una panacea magica. Devono essere utilizzati con criterio, e devono fare parte del progetto della bici sin dal primo momento. Visto che quasi nessuno si fa un progetto per una bici col criterio di utilizzare i mozzi col freno, è assai raro che sia una buona idea su una bici già in possesso di qualcuno. Poi del punto di vista strutturale, i freni al mozzi tendono ad indeblire la robustezza del telaio in modo alarmante. E' solo nel caso di impieghi estremi come downhill, tandem e tricicli che possono avere un impiego valido.

Essendo poi uno studioso della storia delle bici, mi fa un po' sorridere quando leggo: "Certo che avere vissuto gli anni d'oro della MTB, dove tutta l'evoluzione che si trova oggi nella BDC è stata "adottata", mi ha aiutato non poco come background!" Mi farebbe piacere sentire una sola cosa che fu sviluppato nel settore MTB e poi adottato sulle bici da corsa. Se ti metti a studiare un po' ti renderesti conto che c'è ben poco di veramente nuovo nel settore bici negli ultimi 50 anni. Migliorie si, ma novità assoluta quasi niente. Per lo più, le migliorie sono frutto del miglioramento dei materiali e non del design.

Voglio solo dire che nel settore bici, di assoluto non c'è niente, tutto è questione di compromesso. Nel mondo perfetto, le rondelle per raggi non dovrebbero mai essere una soluzione, ma mancando la perfezione, possono spesso servire. La teoria da solo non è mai maestro di ogni situazione e serve spesso di più una buona dose di buonsenso con poco teoria che non tutta la teoria con poco buonsenso.
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
2 Agosto 2004
8.997
174
49
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Bici
Cinelli Supercorsa,MysticRats,HotRats,SoftMachine,Proxima ¦Scapin Blato¦Condor W.S.¦Brompton¦Peugeot
Ok, cominciamo la discussione...

In effetti avresti parzialmente ragione, per il solo motivo se non avessi specificato i componenti. Ma ho detto "mozzi Chorus".
Ora, sitamo parlando di un ciclista pesante ma non di ruote da DH, quindi non userei certo gli Alpine da 2,3.
Saprai bene che i mozzi Chorus hanno il foro da 2,4mm, ergo un raggio da 2.0 ha il suo bel "gioco. Se avessimo usato mozzi Phil Wood con la flangia bella spessa allora le rondelle non servono, ma sul Chorus ti accorgi che il raggio ha il suo gioco. Questo non è il massimo in caso di utilizzo gravoso.
Saprai benissimo anche tu che l'avere i raggi alla massima tensione ammissibile minimizza i cicli di compressione e trazione a cui il raggio è soggetto, e la rondella in ottone ha proprio lo scopo di evitare il gioco della testa del raggio sul mozzo, punto critico per le rotture. Inoltre, cosa non da poco, protegge le flange del mozzo dalla pressione dei raggi:
hubflange1.jpg

Io mi sono sempre torvato benissimo con questo metodo, ho i ricontri delle dozzine di ruote che ho fatto nell'ultimo periodo, ed io stesso le uso sia selle ruote da pista della s/s che uso ogni giorno e su una delle mie MTB.

Questa poi la devo dire....
"Essendo poi uno studioso della storia delle bici, mi fa un po' sorridere quando leggo: "Certo che avere vissuto gli anni d'oro della MTB, dove tutta l'evoluzione che si trova oggi nella BDC è stata "adottata", mi ha aiutato non poco come background!" Mi farebbe piacere sentire una sola cosa che fu sviluppato nel settore MTB e poi adottato sulle bici da corsa. Se ti metti a studiare un po' ti renderesti conto che c'è ben poco di veramente nuovo nel settore bici negli ultimi 50 anni. Migliorie si, ma novità assoluta quasi niente. Per lo più, le migliorie sono frutto del miglioramento dei materiali e non del design."

Allora, torniamo indietro alla fine anni '80 ed inizio '90.
Su strada si andava ancora con i telai in acciaio brasati con le congiunzioni, attacchi microfusi, s/sterzo filettate, comandi sul traversone, ed antichità varie.
A parte qualche sporadica eccezzione (senza mercato, questi infatti sono pezzi rari) di bici da strada, il resto era così.
Poi venne la mountain bike.
-i telai in alluminio che tutti usano ebbero la grande diffusione con la Mtb
-idem per la saldatura tig, guardata inizialmente con "sospetto" dagli "stradisti"!
-Ed i comandi integrati Shimano dove iniziarono? Sulla BDC nel '91, in Mtb due anni prima, se non erro...
-ed i pattini freno "lunghi"?
-ed il forcellino cambio sostituibile?
-e le selle superleggere? (la Flite divenne uno status in Mtb mentre su strada tutti usavano ancora la Turbomatic o la Rolls)
-ed i canotti sella a regolazione micrometrica?
-e le s/sterzo Ahead set?
-e le gomme in Kevlar con gomma a bassa densità?
-e la viteria in Ergal e Titanio non si iniziò forse ad usare sulle Mtb "super stock"?
-e l'uso massiccio di raggi a doppio spessore?
-e gli sganci rapidi Ringlè, i capostipiti, non si usarono forse prima su Mtb?

Potrei continuare all'infinito, ma l'unica cosa che mi viene in mente ora che sia stata passata dalla BDC alla Mtb sono i pedali a sgancio...
Non travisiamo: nelle tue ricerche potrai anche trovare casi di BDC con tutte le cose che ho elencato, magari anche qualche anno prima; ma tutti sanno che è stata la Mtb a portare l'innovazione in massa, perchè c'era assoluto bisogno di performance.

"La teoria da solo non è mai maestro di ogni situazione e serve spesso di più una buona dose di buonsenso con poco teoria che non tutta la teoria con poco buonsenso."

Beh, se parli con gente tipo Alex Moulton e Mike Burrows (saprai bene chi sono) non la pensano così. E se permetti, io ho il massimo rispetto di queste due figure importantissime nel design della bicicletta.


...questa discussione mi ricorda, nel nostro piccolo, quei duel tipo Coppi-Bartali... :-)
 

ciclista statunitense

Apprendista Scalatore
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Ok, cominciamo la discussione...

In effetti avresti parzialmente ragione, per il solo motivo se non avessi specificato i componenti. Ma ho detto "mozzi Chorus".
Ora, sitamo parlando di un ciclista pesante ma non di ruote da DH, quindi non userei certo gli Alpine da 2,3.

Ho scritto che non servono rondelle se si scegliono bene i raggi. Per i mozzi Chorus, ci sono raggi migliori dei DT, che hanno il gomito giusto per il spessore. Sei te stesso a confermare che i raggi DT non sono il massimo quando scrivi:

sul Chorus ti accorgi che il raggio ha il suo gioco. Questo non è il massimo in caso di utilizzo gravoso.

Questa tua descrizione porta alla luce anche un altro errore: non è il diametro del foro che richieda l'uso delle rondelle, bensì lo spessore della flangia. Se guardi poi la foto che hai allegato, vedrai che i fori per i raggi nelle flange sono sfasate a cuneo ("countersunk" in inglese) per combacciare al meglio con la forma della testa del raggio. Quando usi le rondelle, anche fatte di un materiale cedevole del tipo ottone, la testa del raggio non ha la stessa superficia di appoggio di una flangia ed il raggio giusto.


Saprai benissimo anche tu che l'avere i raggi alla massima tensione ammissibile minimizza i cicli di compressione e trazione a cui il raggio è soggetto, e la rondella in ottone ha proprio lo scopo di evitare il gioco della testa del raggio sul mozzo, punto critico per le rotture.

La massima tensione aiuta si in certi cose, ma fa anche grossi danni altrove. Se stringi troppo si possono rompere gli occhielli del foro del cerchio od il cerchio stesso (lo vedo spesso con le ruote costruite da dilettanti che credono che più tensione è sempre meglio). Puo inoltre portare al cedimento della flangia (forse il caso della tua foto?). Una rottura del cerchio o del mozzi è molte volte peggio della rottura di un raggio. Nella tua frase quà sopra, deduco che hai inserito la parola 'ammissibile' per poi poter dire che non avresti strinto così tanto per impedire rotture di cerchio e mozzo, ma a quel punto ripeto che con i raggi scelti bene e tensione giusta, non dovrebbe presentarsi gioco eccessivo della testa del raggio.

Io mi sono sempre torvato benissimo con questo metodo, ho i ricontri delle dozzine di ruote che ho fatto nell'ultimo periodo, ed io stesso le uso sia selle ruote da pista della s/s che uso ogni giorno e su una delle mie MTB.

Di ruote costruite con rondelle, ne ho costruite molto più di una dozzina, ma furono sempre casi di sostituzione del cerchio o del mozzo, dove i raggi giusti non erano disponibili. In fatti i raggi apertamente disponibili oggi non sono i stessi di anni in dietro. Lo stesso con il profilo dei fori e la larghezza delle flangia.

Da tutto quello che hai scritto, si capisce che hai avuto un ottimo inizio e che stai facendo un ottima esperienza, ma il modo che fai le tue dichiarazioni fa presuppore che credi di aver già imparato tutto. La mia critica è voluta essere costruttiva e non voglio insultarti, soprattutto in quanto si capisce che le tue conoscenze sono ben superiore alla media e sei disposto a spartirle. Continua pertanto così.
 

ciclista statunitense

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Allora, torniamo indietro alla fine anni '80 ed inizio '90.
Su strada si andava ancora con i telai in acciaio brasati con le congiunzioni, attacchi microfusi, s/sterzo filettate, comandi sul traversone, ed antichità varie.

In realtà, le bici più usati in quel periodo tra i pro erano le Vitus, con tubi in aluminio incollati. Ci furono anche i primi telai in titanio e carbonio che sono usciti negli anni 70 sempre su bici da corsa. Bici saldata al posto di saldobrasati essisto da sempre. I primi commandi della Campagnolo degli anni 50 erano al manubrio e non sul traversone.


A parte qualche sporadica eccezzione (senza mercato, questi infatti sono pezzi rari) di bici da strada, il resto era così.
Poi venne la mountain bike.
-i telai in alluminio che tutti usano ebbero la grande diffusione con la Mtb

Bici in aluminio esistono da quasi 100 anni. La prima grande diffusione fu in Francia negli anni 30, poi tra i pro era con le bici padovane ALAN. Negli anni 80, prima dell'arrivo dell'onda maggiore delle MTB, ci furono le bici Vitus in aluminio (e carbonio) incollato che furono il modello più difuso in assoluto tra i pro. Poi furono la Cannondale e Klein con le loro bici da cicloturismo e da corsa ad entrare sul mercato con l'aluminio saldato. Io vendevo già tante bici da corsa in aluminio saldato prima di aver anche intravisto una MTB in aluminio.

-idem per la saldatura tig, guardata inizialmente con "sospetto" dagli "stradisti"!

La saldatura al TIG è apparso sulle bici prima della nascita delle bici MTB. Poi, non è altro che altro modo di giungere due tubi. Non è migliore dell'uso di congiunzione, solo diverso. Il fatto di vederlo sulle MTB è legato di più al fatto che le MTB hanno vissuto tantissimi peripezie all'inizio, con variazioni delle geometrie che era impensabile produrre congiunzioni. Esisteva la stessa situazione con i tandem ed i tricicli...

-Ed i comandi integrati Shimano dove iniziarono? Sulla BDC nel '91, in Mtb due anni prima, se non erro...

Non capisco quello che vuoi dire per comandi integrati. Sulle MTB, i comandi freni e cambio sono finora separati. In ogni caso, le prime leve freni con leva del cambio integrato fu della Suntour e non della Shimano, e fu un modello da strada.

-ed i pattini freno "lunghi"?
La Mafac le produceva già negli anni 50. Poi, non le vedo ancora sulle bici da corsa.

-ed il forcellino cambio sostituibile?

La Gios ha brevettato un forcellino sostituibile già negli anni 70. Poi non c'è alcun bisogno di forcellini sostituibili su un telaio in acciaio tradizionale. E' solo l'arrivo di telai in aluminio e carbonio che non si possono riparare facilmente che hanno portato alla necessità del forcellino sostituibile.

-e le selle superleggere? (la Flite divenne uno status in Mtb mentre su strada tutti usavano ancora la Turbomatic o la Rolls)

questo dipende del tutto di quello che definisce come superleggere. Negli anni 50 la Ideale uscì con una sella che abbassava il peso medio di una sella di oltre la metà di quello finora disponibile. Poi avenne lo stesso quando la Unicanitor fece lo stesso con le selle in plastica ricoperta. Poi se guardi bene, le Rolls e Turbo si vedono ancora oggi su alcuni bici dei pro, pertanto non è il peso che sembra essere importante...

-ed i canotti sella a regolazione micrometrica?

fu la Campagnolo negli anni 50 ad introdure reggiselle a regolazione infinita. Già negli anni 80 le bici di poco prezzo avevono già la regolazione millimetrica.

-e le s/sterzo Ahead set?

furono presentati già nel '800, poi hanno avuto un altro periodo di popolarità negli anni 50, poi di nuovo a partire degli anni 80.

-e le gomme in Kevlar con gomma a bassa densità?

Furono presentati su gomme da strada per prima dalla Specialized negli anni 80. Lo stesso per le gomme pieghevole.

-e la viteria in Ergal e Titanio non si iniziò forse ad usare sulle Mtb "super stock"?

Si deve tornare agli anni 30 per il lancio della viteria in ergal. In titanio negli anni 60. Già la bici del record dell'ora di Merckx del 1970 aveva tutta la viteria in titanio, oltre al perno del movimento centrale, la serie sterzo...

-e l'uso massiccio di raggi a doppio spessore?

Era la prassi normallissima su tutte le bici da corsa già 100 anni fa. Infatti sul biciclo di un mio amico del 1881 ha i raggi ingrossati. Tutte le mie bici da corsa degli anni 20, 30, 40... le hanno.

-e gli sganci rapidi Ringlè, i capostipiti, non si usarono forse prima su Mtb?

Le Ringlé erano copie migliorate delle Hi-E degli anni 70. Erano simili a quelli in Ergal e titanio offerti di diversi fornitori negli anni 80. (per informazione, sono stati io personalmente ad organizzare la prima importazione di prodotti Ringlé in Europa!)

Potrei continuare all'infinito, ma l'unica cosa che mi viene in mente ora che sia stata passata dalla BDC alla Mtb sono i pedali a sgancio...

Finora non hai fatto acenno neanche ad un solo prodotto che sia passato dal MTB alle bici da corsa. Ma conoscendo personalmente i vari fondatori del settore MTB: quali Joe Breeze, Jeff Lyon, Gar Fisher, Tom Ritchey ecc, ti posso dire che sono arrivati tutti dalle bici da corsa e che è lì che si sono fatti le ossa. Dicono tutti che hanno preso spunto della loro esperienza con le BDC quando si sono lanciati nella creazione del MTB, tirando poi dell'esperienza del settore moto. Solo per informazione, ero tra i primissimi a trattare l'importazione di MTB di alto livello in Europa, già negli anni 80, incluso nomi quale: Yeti, Ibis, Mountain Goat, Ringlé, Control-Tech. In quegli anni, il settore MTB in Europa non esisteva ancora.

Non travisiamo: nelle tue ricerche potrai anche trovare casi di BDC con tutte le cose che ho elencato, magari anche qualche anno prima; ma tutti sanno che è stata la Mtb a portare l'innovazione in massa, perchè c'era assoluto bisogno di performance.

Tutte le cose, fino all'ultima, che hai descritto sopra sono stati presenti su bici da corsa prima di arrivare sulle MTB. L'unica ragione per la quale sembra che siano state le MTB a renderli popolari era che la parte stragrande del mercato delle bici in quel periodo era tra le mani di MTB. Rimane il fatto che la MTB non ha mai portato, a mia conoscenza, alcun novità nel mondo delle BDC.

"La teoria da solo non è mai maestro di ogni situazione e serve spesso di più una buona dose di buonsenso con poco teoria che non tutta la teoria con poco buonsenso."

Beh, se parli con gente tipo Alex Moulton e Mike Burrows (saprai bene chi sono) non la pensano così. E se permetti, io ho il massimo rispetto di queste due figure importantissime nel design della bicicletta.

Conosco Alex Moulton dall'inizio degli anni 80. Il negozio dove lavoravo all'epoca era il rivenditore più importante del mondo delle bici Alex Moulton al di fuori dell'Inghilterra. Se lo conosci, capirai che Alex Moulton è probabilmente uno degli ingeniere che ha avuto più successo ad infrangere le teorie accettate. Quasi tutte le sue idee che hanno avuto successo sono stati realizzate andando a controtendenza. Non mi esprimo si Mike Burrows in quanto non lo conosco personalmente e non posso commentare sul suo modo di sviluppo delle idee.