E' un pezzo di storia abbastanza recente di quando Scapin faceva veri capolavori. Ce l'ha mio cognato, l'Epta uscì nel periodo in cui il top di gamma Scapin era la serie EOS, e si posizionò subito nella fascia più alta, era il top del top come telaio. Fu se non ricordo male anche il primo anno che Scapin brevettò e montò sui suoi telai il sistema eccentrico ROTO, quindi l'innovazione fu dobbia: da un lato i foderi asimmetrici con quello al lato ruota libera sdoppiato, dall'altro la possibilità di personalizzare la posizione del mov. centrale sia in vertiale che in orizzontale. Ciò permetteva di trovare il giusto assetto di pedalata, di modificare le geometrie della bici nel caso ce ne fosse stato bisogno a seconda delle caratteristiche di un percorso. Sulla carta è così, poi mio cognato ha trovato la sua posizione ideale e lì è rimasto. L'ho anche provata e devo dire che è stato un piacere, da un lato la classica geometria scapin con carro corto, dall'altro il telaio in acciaio con il doppio fodero, ciò creava un mix di giusta reattività (grazie alla geometria) sempre addolcita dalle tubazioni in acciaio e dai foderi alti curvati. Una bici che in discesa va come se fosse su un binario e perde qualcosina nei rilanci da seduti nei saliscendi, ma è trascurabile vista la qualità del prodotto: è un telaio da lunghe percorrenze che non fa sentire lo stare in sella. Montata poi senza badare al peso (il telaio di per sè non era da record), mio cognato ha optato per forcella wound-up e
ruote a basso profilo easton in alluminio, che hanno contribuito a dare un po' di reattività a tutto l'insieme. La colorazione blu notte poi era da manuale, ottima la verniciatura, per non dire dei dettagli del collarino sella integrato nel telaio, le guide rivettate sul telaio per il passaggio cavi, etc. etc. Non trascurabile il fatto che si possa montare con serie sterzo tradizionale.
Insomma, se il telaio è nuovo sarebbe da prendere al volo a mio avviso.