Lieuwe Westra ammette di aver migliorato le proprie prestazioni con le TUE

Il quotidiano olandese Leeuwarder Courant ha pubblicato un estratto del libro autobiografico di Lieuwe Westra, ex corridore del Team Astana, ora ritirato. In questo libro il doppio campione nazionale olandese a cronometro (2012, 2013) ammette di aver ricorso più volte ai corticoidi durante la propria carriera.

“Se volevi stare con i corridori forti era necessario andare al limite di ciò che è permesso“. Per Westra questo ha significato ricorrere al cortisone grazie a dei certificati medici forniti dal medico della squadra (le note TUE, esenzioni a scopo terapeutico) in modo da migliorare le proprie prestazioni.
“Ho avuto dei problemi alle ginocchia durante questi anni. Questo mi ha permesso di prendere cortisone prima dei momenti importanti della stagione. Per noi è necessario essere performanti. I nostri dirigenti se ne infischiano finché non ci si fa prendere. Non sapere gli rende le cose facili”.
Posso parlare apertamente del cortisone perché sento di non aver fatto realmente niente di sbagliato….se volete cercare i colpevoli meglio guardare ai medici nel ciclismo. Facilitano questo comportamento grazie ai certificati“.
Allo stesso tempo Westra, nel proprio libro, si dichiara contento di non aver fatto parte della generazione precedente di ciclisti, che andava ad EPO e trasfusioni.
Appena queste dichiarazioni sono diventate pubbliche, grazie alla traduzione dall’olandese del sito Dopeology.com non si è fatto attendere il comunicato del Team Astana, il quale recita:
Siamo scioccati nel leggere riguardo l’uso di droghe di Lieuwe Westra durante il suo contratto con l’Astata Pro Team, in quanto la squadra non gli ha mai fornito alcun medicinale menzionato nei media oggi. Siamo scioccati riguardo queste notizie e vogliamo rendere chiaro che l’Astana Pro Team proibisce le sostanze dopanti e non ne ha mai fornite ai propri corridori.
 In caso l’utilizzo di medicinali proibiti abbia realmente avuto luogo l’Astana Pro Team si riserva il diritto di chiedere una compensazione economica da parte del corridore, in quanto l’uso di doping è proibito dalle regole interne della squadra, controfirmate da ogni corridore.
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