Premessa,
@CHIAPPA poi dimmi se ti basta eh!
Con estremo dono della sintesi e vista la richiesta a più voci dai lettori della rubrica, Vi voglio deliziare con le mie paturnie.
Aggiungo prendete pure patatine e birra e sedetevi bene per leggere.
Come sempre una bella esperienza e tante situazioni "simpatiche" e alcune strane viste e da conservare nei ricordi ciclistici, ne ricordo solo "un paio" qui per condividere con i pochi che leggono il 3d, anche per capire se qualche lettore può rispondere a qualche domanda.
Non so se è solo la mia impressione, ma quest'anno qualche piccola pecca nella proverbiale ottima gestione della 9 colli l'ho trovata:
1. scelta in fase di iscrizione la maglia gadget di taglia S, alla consegna del sabato del pacco gara mi viene detto che la taglia S era già finita. Ma dico che me la fai scegliere a fare se poi non la prepari inserendola nel pacco gara?!?
Volevo prendere una XS, ma alla prova le signore del cambio maglie con qualche smorfia evidente, mi hanno persuaso a prendere una M e addirittura una sciura mi aveva consigliato di prendere la L, giusto per stare più comodo; ho glissato e con un sorriso ho chiuso il simpatico siparietto.
2. come sempre partito dalla coda delle griglie, questa volta ancora la nera (stavolta la penultima griglia) e quindi in continuo affanno da recupero. Partito bene e agganciato per strada un ciclista del team De Rosa, di cui non ricordo il numero, (tanti i numeri che annotavo a mente e che alla fine (troppi) sono svaniti) e che menava molto ma molto bene, passando a destra e a manca diversi ciclisti, mi ritrovo alla prima rotonda con tappetino di controllo ad accorgermi con la coda dell'occhio che mi aveva portato ad imboccarla dalla parte sbagliata e quindi a saltare il primo controllo, ho subito rallentato, pensando fossimo solo in due, invece avevamo tirato dietro un bel codazzo di ciclisti, che erano a breve distanza ma non attaccati a noi e quindi in pochi millesimi di secondo quasi fermo al bordo strada nell'indecisione se tornare a riprendere il tappetino o continuare per la gloria, mi sono visto in diretta una grossa ammucchiata di ciclisti con un gran botto e accartocciarsi di telai e
ruote.
Che scena apocalittica, primo brutto segnale di una giornata particolare. Altra pecca organizzativa, ma chiudere con transenne l’imbocco privo di tappetino o mettere qualcuno a presidiare almeno quella grande rotonda, noooo!!!
Il tizio della De Rosa si era fermato anche lui poco più avanti immagino con il mio stesso quesito e sospetto, ma probabilmente visto e sentito il botto e la confusione mi sembra sia andato via, senza tornare indietro, chissà se poi si sia classificato ed insieme a lui in tantissimi che in quel mio gesto di tornare indietro, percorrendo l'erba della ampia rotonda, per passare sul tappetino di controllo, ho visto una marea di ciclisti fare il mio stesso percorso ed infischiarsene della rilevazione al tappetino.
Sarei curioso di sapere chi fosse il De Rosa e se poi è stato classificato, perché mi viene il dubbio che il controllo al tappetino fosse solo di facciata.
@
PORFI o @
Leoncin0 avete un’idea di chi potesse trattarsi?!? Magari dai racconti che ci si scambia a fine gara?
3. Mai viste nelle passate edizioni tante fermate dovute ai muri di persone che facevano da tappo.
Finora dalle ultime file ci si fermava per pochi minuti al primo tappo al 14% sul Polenta, ma domenica oltre a quello mi sono fermato quasi su tutte le salite percorse per muri umani in salita.
E per non farci mancare nulla, io e il gruppo in cui mi trovavo ho ricevuto uno stop prolungato in discesa all’ingresso di Mercato Saraceno dai volontari e prima di affrontare il temuto Barbotto e non ho ancora capito il perché. Ho solo visto che riprendendo c’erano delle strisce pedonali ed ho pensato ridendo: “avranno fatto passare una nonnina col bastone ed il cagnolino”. Bho, roba da matt.
Viste le fermate non me ne sono fatta mancare l’ultima, proprio quasi in cima al Barbotto e prima dello scollino e relativa foto ricordo, mi sono fermato piede a terra, anzi tutte e due i piedi a terra, per sistemare i capelli (si fa per dire) e la cravatta per la foto (spero sia venuta bene).
Insomma non riuscivo a procedere tra le fila serrate dei ciclisti che mi circondavano, battiti alle stelle e RPM a 33 giri al minuto, proprio da vecchio LP (e i vecchietti capiranno la citazione).
La botta finale quando mi sono fermato sul Barbotto stremato ai bordi della strada, un gran Signore mi ha urlato, “ma cosa vengono a fare alla 9 colli, mica è lo Zoncolan”.
Insomma quella è stata la botta finale che mi ha buttato giù il morale e fatto andare a casa mesto mesto, cappottato come la Lancia in viale Forlanini di stamani.
4. Nello sgomitare durante le salite per passare di posizione, tra le urla di ciclisti che gridavano sinistra – destra – centro, vedo una pulzella che con fare deciso si butta indomita sulla sinistra quasi centrandomi e si pone davanti al mio passo. Ero già al bordo sinistro e le urlo “E alura, ocio sinistra”. Non si sposta. Ri-urlo ma niente, alzo gli occhi e aveva attaccato alle spalle due pettorali, uno con il numero (non lo ricordo giuro) e l’altro scritto a mano, ma a lettere cubitali “NON UDENTE”. Non ho parole, ma possibile una cosa del genere, considerando che era da sola e in balia di 13K di assatanati/e. Troppo rischioso, almeno io non lo avrei fatto e mi è sorto il dubbio che potesse aver escogitato il trucco per non farsi rompere i “maroni” dai tanti troppi ciclisti assatanati che dovevano raggiungere la prestazione. Bho.
5. Capitolo CHIODI, croce e delizia di questa edizione, qualche buontempone si è divertito e allora via il valzer degli scoppi, mai visto tanta gente ai bordi a cercare aiuto per riparare.
Nello stesso tempo ho visto nella prima o seconda discesa una ragazza bionda, quindi senza casco, esanime a terra, assistita per fortuna dai sanitari che mi ha lasciato un po’ scosso e tanti altri ciclisti ho visto più avanti in situazioni più o meno simili. Paura.
Qualcosa avevo intuito e pensando a qualcosa del genere, ho percorso la strada guardando a dove mettevo le ruote, perché anche qui la fortuna era stata dalla mia parte, in quanto avendo i tubeless latticizzati, avrei potuto sfregarmi le mani ed invece uno dei due tubeless nuovo di pacca montati il sabato precedente nell’uscita di domenica mattina mi aveva costretto al rientro solo dopo 10 km per una foratura, che avevo scoperto a casa, trovando il copertone con un profondo taglio. Non avendo né tubeless di scorta, ma solo copertoncino e volendo comunque montare tubeless sulle Spada appositamente predisposte, ho tentato per tutta la settimana di riparare la perdita, senza avere la possibilità di testare su strada se non venerdì sera, ma l’indomani sabato della partenza per Cesenatico, non mi sono fidato della tenuta e quindi ho optato per montare il copertoncino alla ruota anteriore e partire per la 9 colli con situazione ibrida.
Immagina che sorpresa scoprire che c’era possibilità di bucare durante la corsa e con una situazione come la mia.
Insomma ho esposto tutto quanto mi ha reso questa corsa un calvario, ma tutto questo è nulla, sono invece stato proprio svuotato dentro e durante le salite dal termine del Ciola (3 salita) in avanti non ne avevo e tutti/e quelli che passavo in discesa, mi ripassavano inesorabilmente nella successiva salita o strappo.
6. e per finire e non farsi mancare proprio nulla il mio
ETAP che appena acceso comincia a fare i capricci, nel senso che i dati sui rapporti trasmessi al
Garmin facevano la spola, nel senso che apparivano e sparivano e molte volte mostravano dati incongrui.
Insomma basavo la mia prestazione anche su quel dato e non vederlo o vederlo non corretto mi ha dato parecchio fastidio e mi chiedevo a cosa potesse essere dovuto, magari alla presenza di così tanti strumenti elettronici che imballavano quel dato, perché tutti gli altri dati erano presenti e congrui, tanto che ho avuto la lucidità di pensare questo problema durante la scalata del Ciola e mentre pedalavo provvedere a cambiare il nome sul computerino da “ETAP” come lo avevo nominato io (e pensavo anche la miriade attorno a me) ad una serie di caratteri alfanumerici che sono riuscito a digitare in corsa, ma il problema non si è risolto e allora “va a ciapà i rat all’ETAP” ed ho continuato a pedalare senza guardare il dato, ma con due maroni che mi rodevano. Lo dico sempre, alla larga dalla tecnologia e poi ci si cade sempre.
Insomma non per lamentarmi, io scarso ma tanti episodi che mi hanno fatto inghiottire il boccone amaro in questa unica GF dell’anno, ma quello che mi ha colpito di più è stato il punto 4.
Ma dico io, ma come si fa, stima se era vera, ma un po picchiata a fare una cosa del genere!?!
Ma se era tutto falso, quasi peggio dei dopati.