Racing throuh the dark, the fall and rise di David Millar:
purtroppo lautobiografia di Millar non è stata tradotta in italiano, traduco qui di seguito la recensione apparsa su Sport et vie di maggio 2012 (vista la mattina piovosa)
Lautobiografia di Millar tracima di anneddotti e non elude come molte altre largomento doping. Al contrario! In questo libro ha deciso di tutto dire in merito agli usi dellambiente. La maggior parte delle info sono conosciute, ma con dei nomi citati per intero, quelli che una volta sembravano delle voci acquistano ora una certa veridicità. Millar incomincia a parlare della sua scoperta del doping a partire dallanno 1997, quando firmò per Cofidis.
Quellanno, François Migraine, ds di Cofidis, voleva fare le cose in grande. La presentazione della squadra fu fatta sui Campi Elisi. Dopo la cerimonia, i francesi della squadra partirono a far la festa, mentre la maggioranza degli americani ( Armstrong, Livingston, Andreu, Jullich), si eclissarono in vista dello stage previsto il giorno dopo.
Con grande stupore di Millar tutti i pro francesi che venivano da una notte passata in bianco apparivano in gran forma. Capì allora che si erano probabilmente caricati grazie ai medicinali che circolavano in squadra in totale impunità.
La stagione inizia. Guimard lo iscrisse alla Tirreno-Adriatico. Millar racconta che si staccava appena la strada saliva appena. Pure durante gli allenamenti i suoi colleghi pestavano parecchio.
Allepoca si era persuasi inoltre che, andando forte, si eliminava più rapidamente lepo dallorganismo e faceva abbassare lematocrito, quello che diventava un pensiero un problema per i corridori poiché la settimana italiana doveva essere la prima gara dove lUCI avrebbe verificato il limite del 50% deciso nel 97. Demoralizzato Milllar finì 100esimo al prologo e nel gruppetto per tutte le altre tappe. La sera si accorse che tutti i corridori avevano il loro valigiotto dei medicinali: Le iniezioni fanno parte della vita quotidiana del ciclista e in Cofidis, le flebo di recupero si facevano davanti alla tv.
Per meglio conoscere questo ambiente, si avvicina a Rominger e le segue al velodromo di Manchester dove lo svizzero preparava il record dellore col Dottor Ferrari. Durante un pasto, Ferrari parla con Millar delle sue qualità fisiche, del suo peso, del suo VO2 max, poi si alza e gli pinza i bicipiti per apprezzare la sua massa grassa: Non male-dice- ma potresti essere più magro!. Ferrari è appassionato dalle prestazioni ma è soprattutto ossessionato dal peso. E lepo?
Rominger gli confidò che era ancora possibile vincere in una corsa di un giorno senza lormone, ma sicuramente non un grande giro. Poi aggiunse: sono contento di smettere!. Deluso nellaver sentito la verità dal suo mentore, Millar si consola dicendosi che non aveva ancora ottenuto il suo massimo potenziale. Durante la sua prima annata coi pro, abbandona tutte le corse a tappe in cui viene schierato, sfinito. Alla Vuelta non può più e accetta il suo primo recupero. Non è altro che un miscuglio di vitamina B e ferro. Ma già qualcosa cambia. Al Tour de lAvenir, pensa di strappare la sua prima vittoria, ma non succede; è alla fine battuto da Erwann Mentheour, che tutti sapevano essere pieno fino ai capelli e che verrà a scusarsi con lui il giorno dopo.
Poi Millar racconta lAffaire Festina e lassurdo viaggio in nave del Tour del 98 per tornare da Dublino dove si era disputato il prologo. Quando si sa dellarresto di Willy Voet, le squadre in preda al panico si sbarazzano di tutti i farmaci buttandoli a mare. Poveri pesci!
Millar parla anche su altri episodi poco gloriosi della storia del ciclismo, in particolare sulla deriva tossicomane di certi corridori di Cofidis, sotto linfluenza di due corridori dalla forte personalità: Franck Vandenbroucke e Philippe Gaumont. Piuttosto calmi e riservati nella vita quotidiana, si trovavavno a volte in stati deliranti mescolando lalcol (soprattutto champagne) e medicinali (stilnox e royphnol). Era capitato che prendessero il pulman della squadra per andare al bordello più vicino. La vigilia della Liegi del 98 che vide VDB vincitore, seppe che si era ingurgitato 11 compresse di Stilnox, cosa che non gli impedì di salire sulla Redoute col 53, cosa che non era mai riuscita a Millar, neanche in allenamento. Luso di Stilnox era normale nelle serate dei corridori di Cofidis. Nel 1999, durante uno stage sui Pirenei, Millar finì per accettarne una compressa per festeggiare il compleanno: Mescolato allalcool, questo ipnotico (come il Valium) provoca delle profonde alterazioni della percezione. Come gli altri ne diventerà dipendente. Una sera volle raggiungere la sua camera ed ebbe lidea di entrarvici dalla finestra cadde e si fratturò il tallone, cosa che gli compromise buona parte della stagione. Allavvicinarsi della Vuelta 2001, gli fecero capire che tutte le speranze della squadra erano su di lui e che, in queste condizioni, bisognava pensare a prepararsi per bene ciò che significava prendere dellEPO. Così accetta e sparisce, domiciliandosi da Lelli in Toscana che gli consiglia 10.000 unità (UI) di epo alla settimana, dose considerata come moderata. Allepoca certi corridori si iniettavano 4000 UI al giorno! La cura doveva fermarsi 10 giorni prima dellinizio della Vuelta. Lepo era nascosta nelle lattine di coca-cola nel frigorifero. Lelli si procurava lEPO alla farmacia dellangolo (che faceva tutti i suoi guadagni col giro dei ciclisti) o grazie ad un amico che stava in ospedale. Millar vinse il prologo e scoprì che la vittoria non ha lo stesso sapore barando.. pazienza
Bisogna farlo dal momento che le corse sono sempre più veloci. Allepoca i corridori della Once avevano fatto montare la corona con 55 denti! Il gruppo poteva filare ai 56km/h per 180 km col vento contro, come nella tappa di Saragozza dove Millar si fece ingannare. Riuscì poi a rimontare da solo andando a più di 60 km/h per 20 minuti con uuna frequenza di 115 rpm. Il suo corpo divenne capace di sforzi che la testa non giudicava possibili fino ad allora. Ciò lo inebria completamente. Si aggiunsero i servizi del Dottor Jesu Losa, medico dellEuskaltel che gli chiese 12000 euro allanno per un programma personalizzato, più una percentuale sui punti uci vinti. Epo in intravena (perché sparisce prima), testosterone e cortisone: non si fa mancare nulla. Millar diventa campione del mondo a crono nel 2003 in Canada. Ma la passione sparisce "
CONTINUA
purtroppo lautobiografia di Millar non è stata tradotta in italiano, traduco qui di seguito la recensione apparsa su Sport et vie di maggio 2012 (vista la mattina piovosa)
Lautobiografia di Millar tracima di anneddotti e non elude come molte altre largomento doping. Al contrario! In questo libro ha deciso di tutto dire in merito agli usi dellambiente. La maggior parte delle info sono conosciute, ma con dei nomi citati per intero, quelli che una volta sembravano delle voci acquistano ora una certa veridicità. Millar incomincia a parlare della sua scoperta del doping a partire dallanno 1997, quando firmò per Cofidis.
Quellanno, François Migraine, ds di Cofidis, voleva fare le cose in grande. La presentazione della squadra fu fatta sui Campi Elisi. Dopo la cerimonia, i francesi della squadra partirono a far la festa, mentre la maggioranza degli americani ( Armstrong, Livingston, Andreu, Jullich), si eclissarono in vista dello stage previsto il giorno dopo.
Con grande stupore di Millar tutti i pro francesi che venivano da una notte passata in bianco apparivano in gran forma. Capì allora che si erano probabilmente caricati grazie ai medicinali che circolavano in squadra in totale impunità.
La stagione inizia. Guimard lo iscrisse alla Tirreno-Adriatico. Millar racconta che si staccava appena la strada saliva appena. Pure durante gli allenamenti i suoi colleghi pestavano parecchio.
Allepoca si era persuasi inoltre che, andando forte, si eliminava più rapidamente lepo dallorganismo e faceva abbassare lematocrito, quello che diventava un pensiero un problema per i corridori poiché la settimana italiana doveva essere la prima gara dove lUCI avrebbe verificato il limite del 50% deciso nel 97. Demoralizzato Milllar finì 100esimo al prologo e nel gruppetto per tutte le altre tappe. La sera si accorse che tutti i corridori avevano il loro valigiotto dei medicinali: Le iniezioni fanno parte della vita quotidiana del ciclista e in Cofidis, le flebo di recupero si facevano davanti alla tv.
Per meglio conoscere questo ambiente, si avvicina a Rominger e le segue al velodromo di Manchester dove lo svizzero preparava il record dellore col Dottor Ferrari. Durante un pasto, Ferrari parla con Millar delle sue qualità fisiche, del suo peso, del suo VO2 max, poi si alza e gli pinza i bicipiti per apprezzare la sua massa grassa: Non male-dice- ma potresti essere più magro!. Ferrari è appassionato dalle prestazioni ma è soprattutto ossessionato dal peso. E lepo?
Rominger gli confidò che era ancora possibile vincere in una corsa di un giorno senza lormone, ma sicuramente non un grande giro. Poi aggiunse: sono contento di smettere!. Deluso nellaver sentito la verità dal suo mentore, Millar si consola dicendosi che non aveva ancora ottenuto il suo massimo potenziale. Durante la sua prima annata coi pro, abbandona tutte le corse a tappe in cui viene schierato, sfinito. Alla Vuelta non può più e accetta il suo primo recupero. Non è altro che un miscuglio di vitamina B e ferro. Ma già qualcosa cambia. Al Tour de lAvenir, pensa di strappare la sua prima vittoria, ma non succede; è alla fine battuto da Erwann Mentheour, che tutti sapevano essere pieno fino ai capelli e che verrà a scusarsi con lui il giorno dopo.
Poi Millar racconta lAffaire Festina e lassurdo viaggio in nave del Tour del 98 per tornare da Dublino dove si era disputato il prologo. Quando si sa dellarresto di Willy Voet, le squadre in preda al panico si sbarazzano di tutti i farmaci buttandoli a mare. Poveri pesci!
Millar parla anche su altri episodi poco gloriosi della storia del ciclismo, in particolare sulla deriva tossicomane di certi corridori di Cofidis, sotto linfluenza di due corridori dalla forte personalità: Franck Vandenbroucke e Philippe Gaumont. Piuttosto calmi e riservati nella vita quotidiana, si trovavavno a volte in stati deliranti mescolando lalcol (soprattutto champagne) e medicinali (stilnox e royphnol). Era capitato che prendessero il pulman della squadra per andare al bordello più vicino. La vigilia della Liegi del 98 che vide VDB vincitore, seppe che si era ingurgitato 11 compresse di Stilnox, cosa che non gli impedì di salire sulla Redoute col 53, cosa che non era mai riuscita a Millar, neanche in allenamento. Luso di Stilnox era normale nelle serate dei corridori di Cofidis. Nel 1999, durante uno stage sui Pirenei, Millar finì per accettarne una compressa per festeggiare il compleanno: Mescolato allalcool, questo ipnotico (come il Valium) provoca delle profonde alterazioni della percezione. Come gli altri ne diventerà dipendente. Una sera volle raggiungere la sua camera ed ebbe lidea di entrarvici dalla finestra cadde e si fratturò il tallone, cosa che gli compromise buona parte della stagione. Allavvicinarsi della Vuelta 2001, gli fecero capire che tutte le speranze della squadra erano su di lui e che, in queste condizioni, bisognava pensare a prepararsi per bene ciò che significava prendere dellEPO. Così accetta e sparisce, domiciliandosi da Lelli in Toscana che gli consiglia 10.000 unità (UI) di epo alla settimana, dose considerata come moderata. Allepoca certi corridori si iniettavano 4000 UI al giorno! La cura doveva fermarsi 10 giorni prima dellinizio della Vuelta. Lepo era nascosta nelle lattine di coca-cola nel frigorifero. Lelli si procurava lEPO alla farmacia dellangolo (che faceva tutti i suoi guadagni col giro dei ciclisti) o grazie ad un amico che stava in ospedale. Millar vinse il prologo e scoprì che la vittoria non ha lo stesso sapore barando.. pazienza
Bisogna farlo dal momento che le corse sono sempre più veloci. Allepoca i corridori della Once avevano fatto montare la corona con 55 denti! Il gruppo poteva filare ai 56km/h per 180 km col vento contro, come nella tappa di Saragozza dove Millar si fece ingannare. Riuscì poi a rimontare da solo andando a più di 60 km/h per 20 minuti con uuna frequenza di 115 rpm. Il suo corpo divenne capace di sforzi che la testa non giudicava possibili fino ad allora. Ciò lo inebria completamente. Si aggiunsero i servizi del Dottor Jesu Losa, medico dellEuskaltel che gli chiese 12000 euro allanno per un programma personalizzato, più una percentuale sui punti uci vinti. Epo in intravena (perché sparisce prima), testosterone e cortisone: non si fa mancare nulla. Millar diventa campione del mondo a crono nel 2003 in Canada. Ma la passione sparisce "
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