Ultimamente mi sono capitati due episodi che hanno messo in luce la scarsa comprensione sia del codice della strada, che delle azioni altrui. Sempre al mattino, andando al lavoro, con bici da corsa/trekking con borse, casco, luci accese e gilet ad alta visibilità (anche se era giorno).
- La prima volta sono su un vialone largo che porta in centro città, viale a 4 corsie, due per lato, in mezzo una ampia striscia di verde con alberi etc. larga quanto due corsie dello stesso viale. Sono tutto sulla destra, procedo a velocità spedita, c'è spazio, il traffico è normale. Sennonché mi si affianca una donna e tira giù il finestrino e mi fa: c'è la pista ciclabile sull'altro lato. Ed è così, come darle torto, i due viali hanno una pista ciclabile SOLO su un lato, ed è il lato opposto al mio. Ora, non so quale codice della strada abbia letto, ma che io sappia in un contesto del genere, il ciclista non è obbligato a spostarsi sull'altro lato per utilizzare la ciclabile. Tanto più che non c'era nessun divieto all'inizio del vialone a proseguire con la bici nella direzione che sto percorrendo. Quindi mi domando: ma perché tanto zelo? Perché prendersi la briga di insegnarmi come devo andare in bicicletta e quali spazi occupare, quando lo so benissimo e soprattutto non sto recando problemi a nessuno, sono sulla destra, mi faccio i fatti miei...mah!
- la seconda è stata più spiacevole. Passaggio a livello in città, subito dopo la stazione. Sto arrivando con la bici, e calano le sbarre. Al che scendo, guardo, sono le 8:26, il treno è fermo in stazione, dall'altro lato nulla per km, e quindi attraverso veloce con la bici a mano, tanto so che il treno parte alle 8:28, quindi faccio sì una infrazione, ma non sto correndo rischi, ne sono certo, non ci sono variabili. Qualche pedone fa lo stesso pochi istanti dopo. Al che un tizio tira giù il finestrino e mi fa: "Potevi aspettare, che ti costava!" Al che io taccio, perché so di essere in torto, e monto sulla bici per proseguire e mi sento dire: "Poi fanno bene se vi ammazzano!" Al che mi si è gelato il sangue ed è partito il vaffa.
Ho due amici in rianimazione per incidenti in bici, uno centrato in pieno da una macchina che ha invaso l'altra corsia, a 200 mt. da casa, era appena partito per il suo giro. Preso in pieno da un 20enne che ha dichiarato che non lo aveva visto e non si era accorto di aver invaso l'altra corsia, mentre probabilmente stava facendo cose al telefono. Non posso accettare che una qualsiasi persona che guidi un auto la veda in quel modo, e non è per giustificare la mia infrazione che tale rimane e sono il primo a sostenere che come ciclisti dobbiamo sempre dare l'esempio, ed infatti ho smesso da anni di passare con il rosso, andare in gruppi numerosi, etc. Ma augurare la morte, questo mi pare troppo. Non so, forse voleva attirare la mia attenzione, spero che non pensasse realmente quello che ha detto. Ma questa cosa di voler avere l'ultima parola la trovo odiosa: ero in torto, me lo hai fatto notare, non ho detto niente. Perché non finirla lì? Ci eravamo capiti, mi pare.
Ma non è la prima volta: tempo fa sempre una donna mi aveva invitato ad usare una ciclabile...che non c'era: avevano alzato dei cordoli sul lato della strada, ma era in realtà un marciapiede, c'era solo il simbolo del pedone. Poi dopo avermi redarguito, ha pensato bene di mettere la freccia e sorpassare un auto dove c'era la striscia continua. Fatico a capire questa necessità di fare sempre la morale agli altri anche senza fondamento.