La Rai e il Giro (commenti, critiche...)

fabiopon

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Non lo metto in dubbio, ma perché non nominarlo proprio più? Non potrebbe essere ancora covid? Dopo tutto i sintomi sono quelli.
Può darsi, tieni conto che sono tirati al massimo con percentuali di grasso corporeo al minimo che li espone alle malattie molto più di noi comuni mortali.
 

tubus

Apprendista Passista
10 Dicembre 2009
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Là, dove osano le nutrie
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Made in Taiwan ma velò francais
Continuano gli exploit di Fabretti, che sta conducendo una battaglia personale contro RCS già da quando è rientrato (ahimè ) nel mondo del giro. Memorabili gli scontri dello scorso anno con Vegni dopo l' ammutinamento del gruppo, zuppo di pioggia , dove proponeva di fare tappe cortissime per non fare addormentare lo spettatore per poter regalare all' utente RAI corridori che si scannavano, tra uno spot televiso e l' altro.... Oggi in particolare ce l' aveva con la Gazzetta dello sport che, in una repubblica fondata sul calcio, si permette di non fare educazione sportiva in quanto non sbatte in prima pagina Jonathan Milan quando vince, a differenza degli amati cugini francesi che hanno l' Equipe che incensa i ciclisti transalpini e li incorona in prima pagina.... qualcuno gli ha detto che l' italiano medio si ritiene uno sportivo (purtroppo !!! ) quando non si perde una puntata dei programmi lanciati dal processo del lunedì di Biscardi ? E che ci sono TV che su 90 minuti di una partita di calcio ci campano una settimana ? E che la Gazzetta è (purtroppo !!) costretta a fare 20 pagine di calcio per vendere poche copie ? Persino l' aziendalista Garzelli gli ha fatto notare che sulla Equipe campeggiava in bella vista, oltre che il vincitore Paret-Peintre, lo sponsor francese Decathlon...e Reverberi gli ricordava che in Italia vige il campionismo, uno sport diventa famoso e meritevole della prima pagina della Gazzetta solo quando ti chiami Tomba, o Pantani, Valentino Rossi ..e guarda caso proprio mamma RAI ( la tv di Fabretti, ma guarda un pò) è quella che, alla faccia della promozione dello sport in senso lato, faceva e fa della venerazione dei campionissimi il proprio cavallo di battaglia.
Ma non basta: oggi il secono focus dell' ineffabile Fabretti era sapete contro chi ? Contro l' auto del direttore di corsa ( sempre RCS ) che quando comincia la tappa è seguito a millimetri dai corridori che sgomitano.. e se attraversasse la strada un gatto, un cane, un bambino, ma ci pensate che tragedia ne verrebbe fuori ? L'unico incidente che nei grandi giri e nelle corse non è mai successo è proprio questo ...Meglio prevenire , teniamo i corridori a 5 metri dall' auto RCS ....e qui è venuta fuori, nuovamente , l' anima aziendalista di Garzelli .... si in effetti potrebbe succedere .... Passerò una notte insonne pensando a cosa partorirà questa notte la mente di Fabretti
 
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Continuano gli exploit di Fabretti, che sta conducendo una battaglia personale contro RCS....
Come ho avuto modo di scrivere già l'anno scorso, dubito che sia una "battaglia personale". Un vicedirettore di rete non fa "battaglie personali" dalle quali non guadagnerebbe nulla: è molto più plausibile che si tratti di "battaglie" aziendali, perchè ormai da quanlche tempo è chiaro che c'è dell' attrito tra RAI e RCS e che gli interessi degli uni e degli altri vanno talvolta in collisione, basta pensare alla polemica sulla trasmissione della Tirreno-Adriatico su RaiDue.

La mia personale opinione è che in Rai stia crescendo l'insofferenza per certe condizioni del "pacchetto" ciclismo. Soprattutto perchè in RAI c'è una schizofrenia di fondo, per cui devi trasmettere il Giro (e la T-A, ed il trofeo vattelapesca) ma poi vieni valutato in base all' audience: se sei servizio pubblico l'audience viene (molto dopo), se guardi al mercato la T-A va su Raisport e se non va bene non va proprio in onda. Per dire, qua in Belgio quest'anno la televisione nazionale ancora non ha fatto vedere nulla del Giro, lo scorso anno feece vedere la prima tappa (di sabato...) perchè partecipava Evenepoel, poi più nulla. Salvo dare la notizia del ritiro per covid in apertura del tg...



Passerò una notte insonne pensando a cosa partorirà questa notte la mente di Fabretti
Pensa a me, che devo seguirlo (quando posso) su Eurosport in francese o in fiammingo ;-)
 

fabiopon

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Continuano gli exploit di Fabretti, che sta conducendo una battaglia personale contro RCS già da quando è rientrato (ahimè ) nel mondo del giro. Memorabili gli scontri dello scorso anno con Vegni dopo l' ammutinamento del gruppo, zuppo di pioggia , dove proponeva di fare tappe cortissime per non fare addormentare lo spettatore per poter regalare all' utente RAI corridori che si scannavano, tra uno spot televiso e l' altro.... Oggi in particolare ce l' aveva con la Gazzetta dello sport che, in una repubblica fondata sul calcio, si permette di non fare educazione sportiva in quanto non sbatte in prima pagina Jonathan Milan quando vince, a differenza degli amati cugini francesi che hanno l' Equipe che incensa i ciclisti transalpini e li incorona in prima pagina.... qualcuno gli ha detto che l' italiano medio si ritiene uno sportivo (purtroppo !!! ) quando non si perde una puntata dei programmi lanciati dal processo del lunedì di Biscardi ? E che ci sono TV che su 90 minuti di una partita di calcio ci campano una settimana ? E che la Gazzetta è (purtroppo !!) costretta a fare 20 pagine di calcio per vendere poche copie ? Persino l' aziendalista Garzelli gli ha fatto notare che sulla Equipe campeggiava in bella vista, oltre che il vincitore Paret-Peintre, lo sponsor francese Decathlon...e Reverberi gli ricordava che in Italia vige il campionismo, uno sport diventa famoso e meritevole della prima pagina della Gazzetta solo quando ti chiami Tomba, o Pantani, Valentino Rossi ..e guarda caso proprio mamma RAI ( la tv di Fabretti, ma guarda un pò) è quella che, alla faccia della promozione dello sport in senso lato, faceva e fa della venerazione dei campionissimi il proprio cavallo di battaglia.
Ma non basta: oggi il secono focus dell' ineffabile Fabretti era sapete contro chi ? Contro l' auto del direttore di corsa ( sempre RCS ) che quando comincia la tappa è seguito a millimetri dai corridori che sgomitano.. e se attraversasse la strada un gatto, un cane, un bambino, ma ci pensate che tragedia ne verrebbe fuori ? L'unico incidente che nei grandi giri e nelle corse non è mai successo è proprio questo ...Meglio prevenire , teniamo i corridori a 5 metri dall' auto RCS ....e qui è venuta fuori, nuovamente , l' anima aziendalista di Garzelli .... si in effetti potrebbe succedere .... Passerò una notte insonne pensando a cosa partorirà questa notte la mente di Fabretti
Devono pur riempire quello spazio di qualcosa...anche di aria...altrimenti ciaooooo.
 

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Devono pur riempire quello spazio di qualcosa...anche di aria...altrimenti ciaooooo.
Il problema è anche quello. Le dirette lunghe, a che servono televisivamente parlando? come fanno a trattenere davanti allo schermo un ascoltatore che non sia davvero appassionato o praticante (e che probabilmente a quell'ora lavora...) se non succede praticamente nulla? A che serve oggi uno spazio come il processo, quando quel ruolo lo svolgono ormai i social?
 

fabiopon

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Il problema è anche quello. Le dirette lunghe, a che servono televisivamente parlando? come fanno a trattenere davanti allo schermo un ascoltatore che non sia davvero appassionato o praticante (e che probabilmente a quell'ora lavora...) se non succede praticamente nulla? A che serve oggi uno spazio come il processo, quando quel ruolo lo svolgono ormai i social?
Perchè lo spettatore tipo del Giro è un generalista e vuole i "processi" stile calcistici :cry:
 
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bradipus

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Il problema è anche quello. Le dirette lunghe, a che servono televisivamente parlando? come fanno a trattenere davanti allo schermo un ascoltatore che non sia davvero appassionato o praticante (e che probabilmente a quell'ora lavora...) se non succede praticamente nulla? A che serve oggi uno spazio come il processo, quando quel ruolo lo svolgono ormai i social?

Perchè lo spettatore tipo del Giro è un generalista e vuole i "processi" stile calcistici :cry:
Credo sia piuttosto perché lo spettatore tipo del Giro sia piuttosto anziano, non lavora in quanto pensionato, e per motivi di età non frequenta granché i social.
 

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Credo sia piuttosto perché lo spettatore tipo del Giro sia piuttosto anziano, non lavora in quanto pensionato, e per motivi di età non frequenta granché i social.
Verissimo. Poi però gli ascolti sono bassi, il che dovrebbe sollevare qualche dubbio sulla formula.

Il punto è che talvolta sembra che nessuno voglia rendersi conto che il mondo è cambiato, che la società non è più quella degli anni '60, che il ciclismo di oggi non è quello dei tempi di Adorni o Gimondi e che i giornalisti in giro non sono più dei Brera o dei Mura (e non parliamo degli ascoltatori...).

Per dire, prendiamo gli argomenti usati da Fabbretti sulla lunghezza delle tappe. E' abbastanza ovvio che scorciare le tappe cambierebbe (probabilmente molto) l'essenza dei GT, farebbe emergere maggiormente le doti di "esplosività" e meno quelle di recupero e di "durability" come si dice oggi. Ma se guardiamo agli sport odierni, sono tutti cambiati rispetto a quarant'anni fa, a partire dal calcio al volley al motociclismo alla F1. la società è cambiata, il pubblico è cambiato, gli atleti son cambiati, è davvero cdel tutto assurdo ragionare su quali cambiamenti si possano fare per adeguarsi alle condizioni al contorno? Per dire, che senso ha continuare ad osannare la tappa del Gavia quando oggi con condizioni neanche lontanamente paragonabili non si corre?

Poi intendiamoci, il "processo alla tappa" lo fanno anche sui canali Eurosport in francese ed in fiammingo, ma con toni ed argomenti, per quello che riesco a capire, abbastanza diversi.