Ciao:) ricordo bene!
La faccenda è meno semplice di cosa si pensa, provo a semplificarla perché per quanto sia un discorso tecnico, c'è di mezzo anche Freud(scherzo eh..ma manco troppo).
Se in linea teorica tu viaggiassi su fondi stradali sempre perfettamente integri e all'improvviso spunta un asperità di qualsiasi tipo, buca o dosso che sia che cosa fai? smonti dalla bici e pensando che dovrai fare un leasing per ricomprarti le
ruote vai con il cuore in gola a controllare quello che è successo.
In sostanza ti accorgi subito.
Invece allo stato attuale, la quantità di buche, buchette e dossi che incontriamo sulle strade è disarmante, tanto che ad ogni uscita possiamo contarne una bella quantità.
Quindi mentalmente "normalizzi" questo aspetto perché sennò scenderesti dalla bici per controllare molte volte ad ogni uscita e affidandoti alla divina provvidenza vieni a casa.
Quindi non controlli se è successo qualche cosa, ma aspetti si verifichi il problema, e nel caso specifico di una crepa sulla pista frenante basta una frenata e il problema si evidenzia subito.
Quindi il non accorgersi della buca non è solo legato all'entità dell'asperità in se, ma al fatto che sei costretto a ritenere "normale" un fondo stradale che di normale non ha nulla.
Questo è l'aspetto psicologico.(e non è uno scherzo eh...)
E allora la domanda è: perché di tutte le buche/dossi che incontro di cui mi accorgo o non mi accorgo ad un certo punto qualche cosa va storto e si spacca il cerchio?
Semplicemente perché chi fa la differenza è la geometria dell'asperità e la situazione specifica del momento..
Un profondo avvallamento progressivo, fa meno danni di una buchetta apparentemente bassa e innocua che però è a spigolo vivo e sollecita la ruota su un fianco e magari nell'entrarci dentro senti poco più che una vibrazione.
Una buca presa in curva sortisce effetti diversi rispetto a quella presa sul piano.
Una buca presa in piedi sui pedali sortisce effetti ancora diversi.
Per fare un esempio semplice ma che ciclisticamente rende bene l'idea devi immaginare quante volte sei passato sui binari di un passaggio a livello e istintivamente ti sei alzato sui pedali per ammortizzare l'urto(meccanicamente parlando dissipi l'energia della collisione sulle braccia e sulle gambe che fanno da veri e propri ammortizzatori).
I binari sono sempre gli stessi, ma la differenza tra prenderli in velocità in piedi sui pedali o seduto a corpo unico con la bici è enorme...e la schiena ne sa qualche cosa:)
Aggiungi ancora un aspetto che tutti trascurano.
A parità di buca, un conto è incontrarla in pianura a cerchio più o meno freddo.
Un conto è incontrarla con il cerchio a 150 gradi subito dopo una frenata.
Un ultima cosa.
Un conto è prendere una buca in allenamento, dove sei solo o magari in 2/3 e il tuo livello di attenzione può recepire il fondo stradale in maniera agevole.
Altra cosa è prendere la stessa buca in mezzo ad un gruppo in una gran fondo di 3000 persone dove la tua attenzione è totalmente incentrata sul non farti salire addosso.
Per ultimo, ma non meno importante è il livello di attenzione dell'utilizzatore finale. Ci son persone che si accorgono del rumorino dell'ultimo atomo del più remoto anfratto del telaio:-) Altri con cui a volte pedalo che non sentono nemmeno che la catena chiede pietà perché priva di
lubrificante.
Un po scherzosamente e volutamente in maniera poco ingegneristica e più ciclistica o cercato di spiegarti e spero di essere stato esaustivo:)