Il Quesito con la Susi - Forum edition.
il ciclista X si allena costantemente da anni, anche in assenza di obiettivi specifici; da qualche anno non partecipa a manifestazioni agonistiche e ha un po' ridotto i volumi, ma vorebbe prepararsi per una gara nel 2024, senza particolari ambizioni se non quella di gestirsi dignitosamente, vista la durezza della stessa.
Ha davanti più o meno 10 mesi, durante i quali può allenarsi grosso modo come gli pare, con l'unico inghippo di una
pausa forzata di 2 settimane (vacanza), posta circa 4/5 settimane prima dell'evento; Il target è una gara di durata (>6h), per la quale il ciclista X è già di suo predisposto e non necessita di particolari "adattamenti" se non il normale allenamento.
Posto che il ciclista X è perfettamente cosciente che tale pausa non gli permetterà un avvicinamento ottimale, quali potrebbero essere delle strategie per minimizzare la ovvia perdita di fitness?
Per evitare dispersivi brainstorming, riassumo le soluzioni che trovo più plausibili:
A) riprendere il piano interrotto, iniziando con una settimana di adattamento
B) arrivare al momento della pausa con il carico di lavoro maggiore possibile, considerare la pausa come un mega "tapering" - dopo la pausa riprendere con una progressione in volume nelle prime 2 settimane e alzando i ritmi delle seguenti 2/3
Chiedo ai più tecnici (ad esempio
@all_i_need_is_bike ): qual è il parametro fisiologico che si va a intaccare maggiormente con un periodo di stop di questa durata? Successivamente allo stop, ha più senso concentrarsi (anche se per un breve lasso di tempo come 4 settimane) sul quel parametro che ha perso più consistenza, o prenderne atto e proseguire con l'allenamento "globale"?
So che è una domanda molto generica, ma sono semplicemente curioso di sapere quali potrebbero essere approcci non considerati.
Posto in questa discussione visto che si era appena parlato di TSS/TSB e carichi di lavoro