Un'altro positivo al Tour

Maurice

Apprendista Velocista
2 Maggio 2007
1.739
2
San Miniato (PI)
Visita sito
1) Organismo internazionale non legato a interessi nazionali o di sponsor a dirigire i controlli antidoping.
2) Per i dopati squalifica a vita (senza possibilità di correre neppure a livello amatoriale) con obbligo di restituire premi in denaro e stipendio.

Utopia?

Allora doping libero.
 

Redoute

Maglia Amarillo
31 Maggio 2007
8.529
301
Lazio
Visita sito
Bici
2
1) Organismo internazionale non legato a interessi nazionali o di sponsor a dirigire i controlli antidoping.
2) Per i dopati squalifica a vita (senza possibilità di correre neppure a livello amatoriale) con obbligo di restituire premi in denaro e stipendio.

Utopia?

Allora doping libero.


Condivido, aggiungendo che sarebbe opportuno un anno di stop per riscrivere tutte queste regole e per metabolizzarle bene da parte di tutti gli addetti ai lavori.
 

Maurice

Apprendista Velocista
2 Maggio 2007
1.739
2
San Miniato (PI)
Visita sito
lo paghi tu?
chi decide chi ne fa parte?

Michele

Il problema soldi non esiste, sponsor che vogliono legarsi ad un ciclismo pulito si trovano, vi rendete conto quanta gente guarda il Tour in tutto il mondo nonostante tutto?
Chi ne debba far parte è invece un problema serio: medici non macchiati dal doping? Se ne trovano?
....ma tanto è un'utopia....
 

tykos

Pignone
31 Agosto 2006
233
0
Faenza, Romagna!
Visita sito
Il problema soldi non esiste, sponsor che vogliono legarsi ad un ciclismo pulito si trovano, vi rendete conto quanta gente guarda il Tour in tutto il mondo nonostante tutto?

cioè dovresti trovare uno sponsor, mettiamo la barilla, che non sponsorizza una squadra con cui vincere le corse, ma che spende un'infinità di soldi in più per controlli, ricerche, personale, eccetera per fare l'antidoping?

bah...

Michele
 

carini70

Passista
6 Gennaio 2006
4.101
18
Cadore
www.bdc-forum.it
Bici
SL3-S5 Team
oh ma di meglio da fare non avete mica, eh?
mi sembrate peggio delle perpetue più becere, inacidite dagli anni e dall'invidia.

E tu invece hai meglio da fare?

guarda che si bombano per non perdere le ruote del gruppo...
e per non finire fuori tempo massimo
altrimenti la " paghetta" non arriva

Carriera finita.

:asd:

ne leggo di cotte e di crude.....son tutti con le mani nella marmellata.....

di GH però!!!!

:asd:
 

vivabruseghin

Pignone
12 Luglio 2007
258
0
Visita sito
C'è una serie di differenze sostanziali che legano questo sport "povero" sotto tutti i punti di vista, anche strutturali rispetto ad altri sport di squadra e individuali:

1. le squadre, non hanno il "cartellino" del corridore. di conseguenza non succede come nel calcio, che una volta che un atleta giovane cresce, si valorizza e lo vendono e con quei soldi creano una squadra di altri atleti promettenti. Guardate gli esempi di Grosso che dal Palermo è passato all'Inter (e dopo se ne è andato dopo un anno cosi cosi): chi l'ha "allevato" hai poi "incassato" dalla vendita alla grande squadra e quindi è ritornata dell'investimento e lo ha fortemente valorizzato. Cosi dovrebbe essere nel ciclismo. Squadre con brava gente che da una vita sbarca il lunario e investe su corridori giocani come Reverberi (Panaria) e Savio (Selle Italia), poi faticano, perchè quando arriva una squadra Top piena di soldi, gli sfilano il campioncino e a loro non va nulla. Si dovrebbe trovare un qeuilibrio che permetta maggior introiti alle squadre, senza che debbano dipendere di soli sponsor. Ditemi, Ballan non lo voleva nessuno quando è passato prof. Ora la Lampre, probabilmente non potrà tenerlo per l'ingaggio alto per il prossimo anno, e non avrà nessun guadagno dopo averlo lanciato in questi anni. Vi pare giusto?

2. stesso discorso per quanto riguarda gli introiti di altra fonte: non si pagano biglietti per vedere le corse (allo stadio e nei circuiti si) e non si incassa da parte delle squadre nessun diritto televisivo (fonte primaria nel calcio e in F.1 ma anche in altri sport). Di conseguenza, si ingrassano gli organizzatori e l'UCI, e i team,...... fanno fatica a pagare gli stipendi. Se poi lo sponsor è insolvente (Aurum con Santoni), salta tutta la squadra. E i corridori alla fine pagano per tutti

3. Non c'è Marketing. Il mondo del ciclismo ha una grossa malattia: sono tutti EX. Tecnici, organizzatori, Team Manager, commentatori, presidenti di associazioni (ce ne sono non so quante)... ma tutti accumunati da un fattore: sono tutti ex cliclisti. Una sorta di casta. Non ci sono personaggi che vengono da fuori, manager di provata esperienza e affidabilità. Si gestiscono budget da 10 milioni di euro, e fino a poco tempo fa........... si correva e magari anche male e dopati! Serve professionalità, competenza, capacità di gestione.... insomma tutto ciò che manca. L'unico che sento parlare alle volte in tali termini è Volpi, che appesa la bici al chiodo, ha preso un master in marketing sportivo.

4. serve maggior visibilità... ma in positivo. Oggi ha vinto un italiano (Bennati) di una squadra italiana (lampre). Nessun TG ne ha parlato. Negli ultimi due gg. per il tris Vino + Moreni + Rasmussen, tutti ne parlavano.... Al di là delle nostre battute, non è con i Sgarbossa che gli sponsor possono investire........ mi spiace.

Tutto ciò per dire, che la riflessione va ben oltre al doping.... il sistema è "malato" a livello strutturale. tanto per iniziare, seriverebbe gente nuova. Se pretendiamo che siano puliti, non possiamo pensare che lo siano quando i Team Manager sono coloro che negli anni 80 e 90 ne hanno fatte di tutti i colori.
 

GiAnFrA

Scalatore
18 Maggio 2004
7.254
51
Torino
Visita sito
Bici
Giant TCR Advanced
quoto vivabruseghin al 20000%

Il ciclismo è uno sport professionistico in mano a dei dilettanti: mancanza di organizzazione, grossolanità, approssimazione e incapacità nel comunicare sono all'ordine del giorno. Si vivacchia nell'attesa di un qualche Eroe che con le sue imprese sappia dare uno sprazzo di luce e di visibilità (positiva)

A sentire certe storie di disorganizzazione (vedi rabobank che non sa dove sia un suo corridore) mi sembra di tornare ai tempi del servizio civile, periodo durante il quale sono stato allenatore di una squadretta di calcio a 11. Nel torneo disputato ogni tanto una squadra non si presentava, oppure mancava l'arbitro oppure gli avversari erano in 6... E magari scappava pure la penalizzazione se, mancando l'arbitro, le due squadre non disputavano lo stesso l'incontro..

Il ciclismo lo vedo poco più "evoluto" ... :wacko:
 

Soccio

Maglia Amarillo
13 Gennaio 2005
8.678
30
47
Anywhere (Earth planet)
Visita sito
Bici
Colnago C60
C'è una serie di differenze sostanziali che legano questo sport "povero" sotto tutti i punti di vista, anche strutturali rispetto ad altri sport di squadra e individuali:

1. le squadre, non hanno il "cartellino" del corridore. di conseguenza non succede come nel calcio, che una volta che un atleta giovane cresce, si valorizza e lo vendono e con quei soldi creano una squadra di altri atleti promettenti. Guardate gli esempi di Grosso che dal Palermo è passato all'Inter (e dopo se ne è andato dopo un anno cosi cosi): chi l'ha "allevato" hai poi "incassato" dalla vendita alla grande squadra e quindi è ritornata dell'investimento e lo ha fortemente valorizzato. Cosi dovrebbe essere nel ciclismo. Squadre con brava gente che da una vita sbarca il lunario e investe su corridori giocani come Reverberi (Panaria) e Savio (Selle Italia), poi faticano, perchè quando arriva una squadra Top piena di soldi, gli sfilano il campioncino e a loro non va nulla. Si dovrebbe trovare un qeuilibrio che permetta maggior introiti alle squadre, senza che debbano dipendere di soli sponsor. Ditemi, Ballan non lo voleva nessuno quando è passato prof. Ora la Lampre, probabilmente non potrà tenerlo per l'ingaggio alto per il prossimo anno, e non avrà nessun guadagno dopo averlo lanciato in questi anni. Vi pare giusto?

2. stesso discorso per quanto riguarda gli introiti di altra fonte: non si pagano biglietti per vedere le corse (allo stadio e nei circuiti si) e non si incassa da parte delle squadre nessun diritto televisivo (fonte primaria nel calcio e in F.1 ma anche in altri sport). Di conseguenza, si ingrassano gli organizzatori e l'UCI, e i team,...... fanno fatica a pagare gli stipendi. Se poi lo sponsor è insolvente (Aurum con Santoni), salta tutta la squadra. E i corridori alla fine pagano per tutti

3. Non c'è Marketing. Il mondo del ciclismo ha una grossa malattia: sono tutti EX. Tecnici, organizzatori, Team Manager, commentatori, presidenti di associazioni (ce ne sono non so quante)... ma tutti accumunati da un fattore: sono tutti ex cliclisti. Una sorta di casta. Non ci sono personaggi che vengono da fuori, manager di provata esperienza e affidabilità. Si gestiscono budget da 10 milioni di euro, e fino a poco tempo fa........... si correva e magari anche male e dopati! Serve professionalità, competenza, capacità di gestione.... insomma tutto ciò che manca. L'unico che sento parlare alle volte in tali termini è Volpi, che appesa la bici al chiodo, ha preso un master in marketing sportivo.

4. serve maggior visibilità... ma in positivo. Oggi ha vinto un italiano (Bennati) di una squadra italiana (lampre). Nessun TG ne ha parlato. Negli ultimi due gg. per il tris Vino + Moreni + Rasmussen, tutti ne parlavano.... Al di là delle nostre battute, non è con i Sgarbossa che gli sponsor possono investire........ mi spiace.

Tutto ciò per dire, che la riflessione va ben oltre al doping.... il sistema è "malato" a livello strutturale. tanto per iniziare, seriverebbe gente nuova. Se pretendiamo che siano puliti, non possiamo pensare che lo siano quando i Team Manager sono coloro che negli anni 80 e 90 ne hanno fatte di tutti i colori.

finalmente si inizia a leggere qualche messaggio costruttivo continuiamo così...o-o
 

Ser pecora

Diretur
Membro dello Staff
16 Aprile 2004
23.087
23.997
98
dove capita
Visita sito
Il ciclismo è uno sport professionistico in mano a dei dilettanti: mancanza di organizzazione, grossolanità, approssimazione e incapacità nel comunicare sono all'ordine del giorno. Si vivacchia nell'attesa di un qualche Eroe che con le sue imprese sappia dare uno sprazzo di luce e di visibilità (positiva)

Non dei dilettanti, ma come dice giustamente bruseghin, degli EX.
Senza offesa, ma nella maggior parte dei casi è gente che non sa nemmeno da dove cominciare per sfruttare il patrimonio del ciclismo. Gente che gestisce l'immagine di uno sport allo stesso modo in cui si gestiva in gruppo: con la legge delle leggi non scritte.
Il resto come dice gianfra è attesa dell'eroe. E quando non c'è lo si crea.
 

vivabruseghin

Pignone
12 Luglio 2007
258
0
Visita sito
quoto vivabruseghin al 20000%

Il ciclismo è uno sport professionistico in mano a dei dilettanti: mancanza di organizzazione, grossolanità, approssimazione e incapacità nel comunicare sono all'ordine del giorno. Si vivacchia nell'attesa di un qualche Eroe che con le sue imprese sappia dare uno sprazzo di luce e di visibilità (positiva)

A sentire certe storie di disorganizzazione (vedi rabobank che non sa dove sia un suo corridore) mi sembra di tornare ai tempi del servizio civile, periodo durante il quale sono stato allenatore di una squadretta di calcio a 11. Nel torneo disputato ogni tanto una squadra non si presentava, oppure mancava l'arbitro oppure gli avversari erano in 6... E magari scappava pure la penalizzazione se, mancando l'arbitro, le due squadre non disputavano lo stesso l'incontro..

Il ciclismo lo vedo poco più "evoluto" ... :wacko:

Mercì! Comprendiamo quindi che il problema è altrove. Di chi lo dirige in senso generale. A malapena sanno parlare correttamente l'italiano. C'è gente che è ancora al "mamma sono arrivato uno". Cipollini che aveva portato un po' di verve e visibilità, lo hanno fatto fuori subito una volta smesso, non serve più!
ahimè.... e quei pochi bravi (e ce ne sono) fanno fatica ad emergere, perchè il sistema è "chiuso" (e questo, per ammissioni di qualche manager che non proviene dal movimento, ma da fuori).
 
C'è una serie di differenze sostanziali che legano questo sport "povero" sotto tutti i punti di vista, anche strutturali rispetto ad altri sport di squadra e individuali:

1. le squadre, non hanno il "cartellino" del corridore. di conseguenza non succede come nel calcio, che una volta che un atleta giovane cresce, si valorizza e lo vendono e con quei soldi creano una squadra di altri atleti promettenti. Guardate gli esempi di Grosso che dal Palermo è passato all'Inter (e dopo se ne è andato dopo un anno cosi cosi): chi l'ha "allevato" hai poi "incassato" dalla vendita alla grande squadra e quindi è ritornata dell'investimento e lo ha fortemente valorizzato. Cosi dovrebbe essere nel ciclismo. Squadre con brava gente che da una vita sbarca il lunario e investe su corridori giocani come Reverberi (Panaria) e Savio (Selle Italia), poi faticano, perchè quando arriva una squadra Top piena di soldi, gli sfilano il campioncino e a loro non va nulla. Si dovrebbe trovare un qeuilibrio che permetta maggior introiti alle squadre, senza che debbano dipendere di soli sponsor. Ditemi, Ballan non lo voleva nessuno quando è passato prof. Ora la Lampre, probabilmente non potrà tenerlo per l'ingaggio alto per il prossimo anno, e non avrà nessun guadagno dopo averlo lanciato in questi anni. Vi pare giusto?

2. stesso discorso per quanto riguarda gli introiti di altra fonte: non si pagano biglietti per vedere le corse (allo stadio e nei circuiti si) e non si incassa da parte delle squadre nessun diritto televisivo (fonte primaria nel calcio e in F.1 ma anche in altri sport). Di conseguenza, si ingrassano gli organizzatori e l'UCI, e i team,...... fanno fatica a pagare gli stipendi. Se poi lo sponsor è insolvente (Aurum con Santoni), salta tutta la squadra. E i corridori alla fine pagano per tutti

3. Non c'è Marketing. Il mondo del ciclismo ha una grossa malattia: sono tutti EX. Tecnici, organizzatori, Team Manager, commentatori, presidenti di associazioni (ce ne sono non so quante)... ma tutti accumunati da un fattore: sono tutti ex cliclisti. Una sorta di casta. Non ci sono personaggi che vengono da fuori, manager di provata esperienza e affidabilità. Si gestiscono budget da 10 milioni di euro, e fino a poco tempo fa........... si correva e magari anche male e dopati! Serve professionalità, competenza, capacità di gestione.... insomma tutto ciò che manca. L'unico che sento parlare alle volte in tali termini è Volpi, che appesa la bici al chiodo, ha preso un master in marketing sportivo.

4. serve maggior visibilità... ma in positivo. Oggi ha vinto un italiano (Bennati) di una squadra italiana (lampre). Nessun TG ne ha parlato. Negli ultimi due gg. per il tris Vino + Moreni + Rasmussen, tutti ne parlavano.... Al di là delle nostre battute, non è con i Sgarbossa che gli sponsor possono investire........ mi spiace.

Tutto ciò per dire, che la riflessione va ben oltre al doping.... il sistema è "malato" a livello strutturale. tanto per iniziare, seriverebbe gente nuova. Se pretendiamo che siano puliti, non possiamo pensare che lo siano quando i Team Manager sono coloro che negli anni 80 e 90 ne hanno fatte di tutti i colori.
parole sante!
 

Soccio

Maglia Amarillo
13 Gennaio 2005
8.678
30
47
Anywhere (Earth planet)
Visita sito
Bici
Colnago C60
Non dei dilettanti, ma come dice giustamente bruseghin, degli EX.
Senza offesa, ma nella maggior parte dei casi è gente che non sa nemmeno da dove cominciare per sfruttare il patrimonio del ciclismo. Gente che gestisce l'immagine di uno sport allo stesso modo in cui si gestiva in gruppo: con la legge delle leggi non scritte.
Il resto come dice gianfra è attesa dell'eroe. E quando non c'è lo si crea.

...gente che ha fatto ciclismo in malo modo...e che continua farlo
 

vivabruseghin

Pignone
12 Luglio 2007
258
0
Visita sito
... nel frattempo, giusto per non farci mancare questa brutta abitudine che ormai è diventata quotidiana (finalmente il Tour finisce, e mai avrei pensato di dire una cosa del genere.....) ...... ecco altre novità:

La Provence: c'è un altro caso "importante" di positività La Provence, uno dei più importanti quotidiani del sud della Francia, dà corpo alle voci che da qualche giorno si rincorrono nella carovana del Tour de France. «C'è un altro caso di positività al Tour - scrive il sito internet de La Provence -, si sarebbe registrato negli esami seguiti alla tappa di domenica 22 luglio e riguarderebbe una delle maglie del Tour. L'annuncio definitivo dovrebbe arrivare entro domenica». Per la cronaca quel giorno le maglie erano sulle spalle di Rasmussen (gialal), Contador (bianca), Boonen (verde) e Soler (a pois, indossata quale secondo della classifica alle spalle di Rasmussen).

Sotto a chi tocca... e avanti tutta... nel senso che a questo punto che si faccia più pulizia possibile, team manager e dottori compresi!