Sopravalutazione....del mio stato di forma
Sottovalutazione....del tempo a disposizione rapportato al distanza
**************************************************
Era da tempo che volevo raggiungere il rifugio Genziana (2051 m), alla fine della Val Martello, partendo da casa mia.
GoooooogleMaps mi dice che sono circa 75 km...e altrettanti a tornare; quindi 150 km e ca 1800 m di dislivello. Ad una media di 22/23 km/h dovrei impiegarci ca. 7 ore, compresa una irrinuciabile pausa strudel. Quindi se parto alle 13:00, dovrei essere a casa per le 20:00, prima del grande buio.
Venerdì pomeriggio, 21 agosto è il giorno giusto e puntuale come un orologio....cinese, sono in sella solo alle 13:25
Parto e tengo una velocità di crociera superiore di quella cui sono abituato, per recuperare il tempo perduto in caxxeggiamenti. Infatti raggiungo l'imbocco della Val Martello addirittura in anticipo a quel che pensavo. Ma i 55 km e i 550m di dislivello percorsi ad un ritmo probabilmente eccessivo per me, mi segnano: infatti sono "stanchino".
L'inizio della salita della Val Martello è ben pedalabile ma dopo un paio di km la pendenza si inasprisce passando progressivamente all'8%, poi al 9% per stabilizzarsi al 10%. Tengo duro, perchè mi pareva di ricordare che dopo spianasse. Cacchio, ma quando??
Solo dopo un paio di km la pendenza scende al 9%. Mi aspettavo una specie di falsopiano, non la continuazione della salita dura. Decido per una arrendevole pausa di qualche minuto per gustarmi il panorama sottostante (1° foto).
Poi riparto, incrociando diversi gruppi di MTBikers teutonici, bardati con ginocchiere e caschi integrali, tutti con full-suspension che sembrano più moto senza motore che biciclette.
Com'è cambiata la MTB in questi anni. La preferisco hard tail, come la mia.
Mi consolo: almeno in salita la mia Scapin con i suoi 7.2 kg non è un macigno come quelle. Subito dopo, effettivamente la strada spiana, anzi addirittura scende un po'. Ma poi riprende la salita. Penso a Nairo Quintana che due anni fa qui "volava" verso la vittoria di tappa e in definitiva del Giro d'Italia. Ma lui è lui e io sono io....e faccio tanta fatica. Evidentemente non è giornata. Ma quando mai è giornata per me? Porca vacca è da troppo tempo che la salita diventa sofferenza, per me, che in vece le adoro. Cerco di distrarmi ammirando diversi masi antichi (foto 2)
Passo davanti al locale-pasticceria Hölderle che mi ispira, ma ora non posso fermarmi. E invece mi fermo e chiedo a due persone del posto quanto manca ancora alla mia meta. Si consultano e il verdetto è ca. 10 km. E, penso io, 500 m di dislivello. Guardo l'ora: sono le 17:15....rapido calcolo e concludo che non ce la posso fare.
Decido di proseguire almeno fino alla caratteristica chiesetta di Santa Maria alla Fonderia, giusto per fare una foto da inviare a degli amici che la conoscono. Eccola finalmente, molto carina. Faccio 'sta benedetta foto cercando di mascherare la fatica. (foto 3) Poi mi siedo su una panchina e mi riposo un po'. Sono le 17.35, la temperatura è scesa anche a causa delle nubi minacciose che si stanno addensando. Un tuono non troppo lontano mi convince a ripartire. Ma ripassando davanti al Hölderle, le mie mani hanno una contrazione automatica e tirano i freni. Mi tocca fermarmi
Ordino il solito strudel con Coca Cola grande, che mi viene servito in maniera "scenografica". (foto 4) me lo gusto con calma...forse troppa visto che son diventate le 18:15 e sono distante una 60ina di km da casa. OK, diversi tratti in discesa, ma tanta tanta pianura con probabile vento contro.
Pago l'onestissima cifra di 6 Euro e parto. In poco tempo raggiungo la Val Venosta e inizia la pianura, con qualche "contentino" in lieve discesa (che all'andata invece mi pareva salita vera...mah, misteri). Il vento è ovviamente contro, ma per fortuna non è fortissimo. Però ora sono veramente stanco e darei non so cosa per essere già a casa. Invece è ancora lontana, quindi mi tocca pedalare e di buona lena, pure.
La ciclabile scorre veloce e supero numerosi turisti germanici che procedono lentissimi. Ma in fondo fanno bene: che fretta hanno? Sono in ferie!
Raggiungo Merano il cui attraversamento tra semafori, pedoni, incroci etc etc mi fa perdere un sacco si tempo.
Alle 20:00 sono ancora a 15km da casa e incomincia ad imbrunire. Non voglio accendere il mini LED, anche perchè non illumina 'na mazza, quindi aumento l'andatura.
Arrivo a casa alle 20:20 decisamente stanco, tanto che la prima cosa che faccio è sedermi sullo sdraio in giardino con una bottiglia di acqua minerale fresca in mano. Non mi alzerei più, da bene che sto.
Penso alla condizione che vorrei avere, e che non ho mai; a quanta fatica in meno farei se perdessi almeno 5 dei maledetti kg in più. Ma poi i pensieri positivi si fanno strada e penso che comunque 138 km e 1.500 m di dislivello in un pomeriggio, dopo che la mattina ho lavorato, in fondo non sono male. E perchè "non sono male" passo dall'acqua minerale ad una birretta, che sorseggio sempre seduto in giardino, ormai al buio, puzzando di sudore tanto che neppure le zanzare osano avvicinarsi.
Prosit.
Sottovalutazione....del tempo a disposizione rapportato al distanza
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Era da tempo che volevo raggiungere il rifugio Genziana (2051 m), alla fine della Val Martello, partendo da casa mia.
GoooooogleMaps mi dice che sono circa 75 km...e altrettanti a tornare; quindi 150 km e ca 1800 m di dislivello. Ad una media di 22/23 km/h dovrei impiegarci ca. 7 ore, compresa una irrinuciabile pausa strudel. Quindi se parto alle 13:00, dovrei essere a casa per le 20:00, prima del grande buio.
Venerdì pomeriggio, 21 agosto è il giorno giusto e puntuale come un orologio....cinese, sono in sella solo alle 13:25
Parto e tengo una velocità di crociera superiore di quella cui sono abituato, per recuperare il tempo perduto in caxxeggiamenti. Infatti raggiungo l'imbocco della Val Martello addirittura in anticipo a quel che pensavo. Ma i 55 km e i 550m di dislivello percorsi ad un ritmo probabilmente eccessivo per me, mi segnano: infatti sono "stanchino".
L'inizio della salita della Val Martello è ben pedalabile ma dopo un paio di km la pendenza si inasprisce passando progressivamente all'8%, poi al 9% per stabilizzarsi al 10%. Tengo duro, perchè mi pareva di ricordare che dopo spianasse. Cacchio, ma quando??
Solo dopo un paio di km la pendenza scende al 9%. Mi aspettavo una specie di falsopiano, non la continuazione della salita dura. Decido per una arrendevole pausa di qualche minuto per gustarmi il panorama sottostante (1° foto).
Poi riparto, incrociando diversi gruppi di MTBikers teutonici, bardati con ginocchiere e caschi integrali, tutti con full-suspension che sembrano più moto senza motore che biciclette.
Com'è cambiata la MTB in questi anni. La preferisco hard tail, come la mia.
Mi consolo: almeno in salita la mia Scapin con i suoi 7.2 kg non è un macigno come quelle. Subito dopo, effettivamente la strada spiana, anzi addirittura scende un po'. Ma poi riprende la salita. Penso a Nairo Quintana che due anni fa qui "volava" verso la vittoria di tappa e in definitiva del Giro d'Italia. Ma lui è lui e io sono io....e faccio tanta fatica. Evidentemente non è giornata. Ma quando mai è giornata per me? Porca vacca è da troppo tempo che la salita diventa sofferenza, per me, che in vece le adoro. Cerco di distrarmi ammirando diversi masi antichi (foto 2)
Passo davanti al locale-pasticceria Hölderle che mi ispira, ma ora non posso fermarmi. E invece mi fermo e chiedo a due persone del posto quanto manca ancora alla mia meta. Si consultano e il verdetto è ca. 10 km. E, penso io, 500 m di dislivello. Guardo l'ora: sono le 17:15....rapido calcolo e concludo che non ce la posso fare.
Decido di proseguire almeno fino alla caratteristica chiesetta di Santa Maria alla Fonderia, giusto per fare una foto da inviare a degli amici che la conoscono. Eccola finalmente, molto carina. Faccio 'sta benedetta foto cercando di mascherare la fatica. (foto 3) Poi mi siedo su una panchina e mi riposo un po'. Sono le 17.35, la temperatura è scesa anche a causa delle nubi minacciose che si stanno addensando. Un tuono non troppo lontano mi convince a ripartire. Ma ripassando davanti al Hölderle, le mie mani hanno una contrazione automatica e tirano i freni. Mi tocca fermarmi
Ordino il solito strudel con Coca Cola grande, che mi viene servito in maniera "scenografica". (foto 4) me lo gusto con calma...forse troppa visto che son diventate le 18:15 e sono distante una 60ina di km da casa. OK, diversi tratti in discesa, ma tanta tanta pianura con probabile vento contro.
Pago l'onestissima cifra di 6 Euro e parto. In poco tempo raggiungo la Val Venosta e inizia la pianura, con qualche "contentino" in lieve discesa (che all'andata invece mi pareva salita vera...mah, misteri). Il vento è ovviamente contro, ma per fortuna non è fortissimo. Però ora sono veramente stanco e darei non so cosa per essere già a casa. Invece è ancora lontana, quindi mi tocca pedalare e di buona lena, pure.
La ciclabile scorre veloce e supero numerosi turisti germanici che procedono lentissimi. Ma in fondo fanno bene: che fretta hanno? Sono in ferie!
Raggiungo Merano il cui attraversamento tra semafori, pedoni, incroci etc etc mi fa perdere un sacco si tempo.
Alle 20:00 sono ancora a 15km da casa e incomincia ad imbrunire. Non voglio accendere il mini LED, anche perchè non illumina 'na mazza, quindi aumento l'andatura.
Arrivo a casa alle 20:20 decisamente stanco, tanto che la prima cosa che faccio è sedermi sullo sdraio in giardino con una bottiglia di acqua minerale fresca in mano. Non mi alzerei più, da bene che sto.
Penso alla condizione che vorrei avere, e che non ho mai; a quanta fatica in meno farei se perdessi almeno 5 dei maledetti kg in più. Ma poi i pensieri positivi si fanno strada e penso che comunque 138 km e 1.500 m di dislivello in un pomeriggio, dopo che la mattina ho lavorato, in fondo non sono male. E perchè "non sono male" passo dall'acqua minerale ad una birretta, che sorseggio sempre seduto in giardino, ormai al buio, puzzando di sudore tanto che neppure le zanzare osano avvicinarsi.
Prosit.
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