Diario di ronnie, data astrale 1.4.2016
Ore 5am, sveglia, ultimi preparativi, riempimento a tappo dell sacca in previsione di qualsiasi condizione climatica e pronto per l'appuntamento delle 6.
Ore 6am, puntuali sotto casa mia Sgagna, Alberto e Michela belli piazzati sul furbone e il mio prode compagno di equipaggio [MENTION=38285]batstone79[/MENTION] con la sua batstonemobile.
Ore 7pm dopo un viaggio interminabile (autostrada interrotta, passaggi a livello, traffico, vallonati interminabili) accompagnati da freddo e pioggia che scompaiono mano a mano che saliamo a nord, arriviamo a Oudenaarde! Ritiro del numero di gara e via verso Gand
Ore 8pm, arrivo agli alloggi, sistemazione e relax
Ore 9pm pronti per assaggiare la cucina tipica belga, ci diamo appuntamento al ristorante "La Dolce Vita" dove mangiamo un piatto di pasta e cassate/tiramisù
Ore 12pm Dopo aver preparato i mezzi, le sacche, aver consultato per la centesima volta il meteo e fatto progetti sulla vestizione del giorno dopo, andiamo a letto
Diario di ronnie, data astrale 2.4.2016
Ore 6am, sgagnasveglia, colazione a base di torta salata agli spinaci,
barrette, miele e the.
Ore 7am, ultimi preparativi, vestizione definitiva (per me corto sotto, sopra intimo lungo + estivo + manicotti + smanicato - abbigliamento che non cambierà in tutta la giornata) e via
Ore 8am, arrivo ad Oudenaarde, il furbone e la batstonemobile di separano nel traffico e non ci troviamo più. Panico, madonne varie, la bici mia e di [MENTION=38285]batstone79[/MENTION] sono sul furbone, parte una caccia a piedi tra i parcheggi di Oudenaarde che si conclude con successo grazie al fiuto di Andrea.
Ore 8.45am partenza!!! Diversamente da una gran fondo, la partenza alla francese evita il contatto ravvicinato con spericolati, maniaci suicidi e sportellatori (categoria di cui [MENTION=6017]PORFI[/MENTION] è gran visir - in questo contesto però sembra un agnellino). La gente chiacchiera, nessun invasato, si pedala tranquilli. Mi guardo in giro a bocca aperta, forse ancora non ci credo. E' poesia. Arrivano i primi muri, le cobblestones, le stradine di campagna, i continui saliscendi, sempre in mezzo a centinaia di persone. Si arriva al Koppenberg, non si riesce a salire in bici, troppa gente, ma è bello lo stesso. E' bello esserci, è bello vedere tutti contenti solo per il fatto di essere lì. Ce l'avrei fatta in bici? Non lo so, difficile dirlo, non tanto per la pendenza ma per il pavè che lì è particolarmente infame e scivoloso (la zona più ripida è abbastanza ombreggiata e c'è fanghiglia). Si va avanti, ci fermiamo regolarmente ad ogni ristoro dove ci ingolliamo acqua e waffles e via così muro dopo muro, sezioni di pavè dopo sezioni di pavè. Da segnalare Oude Kwaremont e Paterberg. Sul primo riesco a salire in bici slalomeggiando tra gente che saliva a piedi o arrancava e schivando borracce disperse per i saltellamenti. Onestamente una salita non difficile ma scenario da leggenda. Sul secondo (che viene poco dopo) tento la salita ma appena prima del punto più duro mi trovo un irriducibile che prima rallenta chiudendomi contro la transenna, poi mette piede a terra quasi cadendo. Mi fermo anche, io salgo un pezzo a piedi e poi riesco a ripartire in bici. Muro difficile ma fattibilissimo (con fatica ma fattibilissimo) e con fondo migliore del Koppenberg. Superato il Paerbeg ci sono gli ultimi 10km controvento che affronto con il coltello tra i denti. Mi sento ancora bene, salto da un gruppetto all'altro e finalmente mi accodo ad un gruppo di marziani che mi porta al traguardo. Nel finale resto con tre spagnoli, sto a ruota fino ai 100m poi esco di scia e con una poderoso sprint onoro la volata e li anticipo al traguardo mentre loro probabilmente mi guardavano pensando "ma dove pensa di andare sto pirla?"
Vi risparmio la cena serale in un finto ristorante tipico belga e le 10 ore di macchina rientro a milano.
In sintesi un'esperienza indimenticabile
Final comments:
I cobblestones: una parola per descriverli: massacranti. Forse avevo gonfiato troppo le gomme ma la bici saltellava qua e là, sembrava si potesse rompere da un momento all'altro emettendo rumori sinistri di ogni genere. In pianura si faceva fatica come su una salita. Se vai piano o vai veloce non cambia. Dolore ai polsi, alle mani, e vibrazioni infernali. In salita, andando molto piano, si ha meno fastidio. Ogni tanto passava qualche treno di locals a 35 all'ora e non capivi come facessero. Non voglio pensare con il bagnato...
L'atmosfera: fantastico, gente da tutto il mondo, anziani, giovani, grassi, magri, una vera festa della bici. E' un giro nel paese dei balocchi non una gara.