Continuo a non capire perché te e samuelgol volete imporre la certificazione etica all'enorme mondo del cicloturismo solo per avere il tesserino.
O meglio.
Samuelgol lo capisco perché lui "no sa" (cit.)
Ma te?
un attimo
fosse per me io estenderei il requisito etico a tutti
ma già s'è dibattuto molto sull'eventuale regolarità di tale decisione, quindi non voglio tornare indietro a quei dibattimenti (non ne sarei neanche in grado perchè si è andati sul tecnico e io sono totalmente fuori campo)
Ma nel momento in cui si introduce una nuova categoria io mi aspetto che, data comunque la possibiltà ai non etici di "partecipare" alle manifestazioni, essa preveda il rispetto del noto requisito. Ma mi sembra una cosa talmente ovvia!
Poi, di quali enormi folle stiamo parlando? La maggioranza dei tesserati e dei partecipanti alle manifestazioni sono agonisti, i cicloturisti sono una minoranza, e i ciclosportivi sarano una minoranza ancoa più esigua, ridotta appunto ai non etici e poco più. Chi è in grado di sostenere manifestazioni di 120km fa la tessera da cicloamatore perchè si vuole vedere in classifica, lo sappiamo tutti.
Per me è una presa in giro, senza contare che la norma etica senza controlli e squalifiche risulta totalmente depotenziata.
Vogliamo passare oltre?
C'è modo di fare pulizia nel mondo amatoriale?
Per fare pulizia bisogna individuare lo sporco, è ben noto cosa è sporco e cosa no?
C'è la volontà di fare pulizia, c'è la possibilità?
Queste sono domande attuali, i discorsi sulla normativa etica imho sono superati dai fatti. Lle metodologie che alterano le prestazioni (farmacologiche e tecnologiche) sono sempre più facilmente accessibili, il livello aumenta, i numeri da circo e le medie di pari passo, così come le disparità tra chi è stipendiato per andare in bici e chi no. Ma rispetto alle migliaia di partecipanti tutto questo ha un peso? O è un problema che riguarda solo la minoranza di gente che arriva poco dietro per cui assolutamente trascurabile?