Dylan Groenewegen racconta le minacce ricevute

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Dillo a quello che sostiene che al giro/tour sono alte 2 metri per questioni di sicurezza...Io l'ho sempre saputo che non è cosi
il punto e' che sono sicure....tu dici di no,che sono le stesse del Polonia in caso di caduta,invece se fossero state queste "basse " 150cm Jakobsen probabilmente si rompeva la clavicola e poco piu'.......poi la sfiga e' pure cieca ( Lambrecht morto per una banale caduta).
Certo perdonare non sara' facile per Jakobsen,ma per il resto dei corridori sono che e' stata piu' una fatalita' con la colpevolezza dell'organizzazione piu' che quella di Groenewegen
 

Maiella

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Dillo a quello che sostiene che al giro/tour sono alte 2 metri per questioni di sicurezza...Io l'ho sempre saputo che non è cosi

Per chi ha voglia di leggere ecco spiegato quanto sono alte le transenne al giro. Riporto la parte di testo che ci interessa....
"In Italia, nelle corse professionistiche, il regolamento impone transenne più alte sul traguardo: al Giro d’Italia, per esempio, gli ultimi 500 mt del rettilineo d’arrivo sono messi in sicurezza con transenne di circa 2 metri, scomode certamente per il pubblico ma molto più sicure per i corridori".

Non sono di 2 metri, ma di circa 2 metri. E comunque io avevo sparato una grandezza approssimativa. Nell'articolo é riportato che nelle gare italiane le transenne all'arrivo, negli ultimi 500 metri, sono alte circa 2 metri. Ma non é questo il punto. Possono essere anche 150 cm, ma sono legate insieme e sono più pesanti. In Polonia hanno usate transenne non adeguate.
 

Maiella

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Il fatto grave, almeno per come la vedo io, é che se passa il principio che gli organizzatori di una gara non hanno responsabilità sulla sicurezza, in futuro vedremo altri incidenti gravi. In questo modo, inoltre, si gravano i corridori di responsabilità sproporzionate con sanzioni prese con un metro di valutazione non più ogettivo.
 
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Se dovessero procedere per ogni cosa scritta sul web ci vorrebbero centinaia di procure che si occupano solo di questo al netto del fatto che risalire all'identità di una persona sul web non è cosi facile come sembra e ci sono vari modi per essere praticamente anonimi e irraggiungibili.
Poi per l'ultima parte del tuo ragionamento per me è chiaro che se ha commesso una grave scorrettezza è evidentemente responsabile anche do tutto il resto, oppure quando Tyson stacco l'orecchio ad Holyfield si tratto' solo di una scorrettezza sportiva senza nessuna responsabilità penale?
Metti che io e te usciamo insieme in bici e ti combino una cosa del genere rovinandoti a vita con dei testimoni, tu cosa faresti?
Se tutto questo diventa giustificabile perché avvenuto in ambito sportivo allora alzo le mani e mi arrendo di fronte ad una cosa che non capisco
La rete non è terreno franco, i comportamenti che configurano reati sono gli stessi che li configurano nelle strade. E se i reati sono minimamente seri ed ovviamente la vittima denuncia stai tranquillo che le procure si muovono. Guarda caso a Gronewegen dettero una scorta, non gli dissero "eh, te lo dovevi aspettare, cimportanasega".

Quanto allae responsabilità, quelle penali e civili le decidono i tribunali civili e penali e non il tribunale del popolo in piazza (reale o virtuale). Il verdetto della giustizia sportiva può avere un peso (soprattutto in sede civile) ma non è una automatica certezza di condanna. Abbiamo un lunghissimo elenco di sportivi condannati a livello sportivo ed assolti in sede penale.
Non si tratta di giustificare nessuno, si tratta di rimarcare che la giustizia sportiva e quella penale e civile viaggiano su piani molto differenti e non necessariamente coincidenti.
 
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Il fatto grave, almeno per come la vedo io, é che se passa il principio che gli organizzatori di una gara non hanno responsabilità sulla sicurezza, in futuro vedremo altri incidenti gravi. In questo modo, inoltre, si gravano i corridori di responsabilità sproporzionate con sanzioni prese con un metro di valutazione non più ogettivo.
Ancor più grave che degli imbecilli minaccino poi uno dei corridori implicati.
E che qualcuno trovi degli alibi agli imbecilli di cui sopra...
 

Ser pecora

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Il fatto grave, almeno per come la vedo io, é che se passa il principio che gli organizzatori di una gara non hanno responsabilità sulla sicurezza, in futuro vedremo altri incidenti gravi. In questo modo, inoltre, si gravano i corridori di responsabilità sproporzionate con sanzioni prese con un metro di valutazione non più ogettivo.

Infatti questo è un punto secondo me focale a cui si gira intorno: ci sono le responsabilità dell'organizzatore, ma soprattutto degli enti preposti a controllare che l'organizzatore abbia fatto le cose a norma: e questi enti sono l'UCI e la CPA, che hanno delegati incaricati di controllare queste cose e farle rispettare.

L'equilibrio però è sottile, perché l'esistenza di questi enti dipende dalle corse, e per gli organizzatori -per la specificità del ciclismo che non si corre in strutture apposite, ma su strade aperte e facendo affidamento a strutture (transenne) messe a disposizione da enti locali- diventa spesso molto difficile trovare alternative. O coprire i costi. Facendo le cose "a puntino" in gare come le classiche monumento servirebbero centinaia di persone per controllare ogni punto pericoloso, intersezione, cancello, etc.. per evitare episodi come quello di Schachmann al Lombardia (o altri finiti peggio nel passato). O per "mettere in sicurezza" chilometri di guardrail del tipo sul quale la Dygert ad esempio si stava amputando una gamba. Etc.

Quindi alla fine meglio dare una bella punizione esemplare al corridore e poi fare un po' lo scaricabarile, un po' lo gnorri, e tutto continua come prima.
 
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Infatti questo è un punto secondo me focale a cui si gira intorno: ci sono le responsabilità dell'organizzatore, ma soprattutto degli enti preposti a controllare che l'organizzatore abbia fatto le cose a norma: e questi enti sono l'UCI e la CPA, che hanno delegati incaricati di controllare queste cose e farle rispettare.

L'equilibrio però è sottile, perché l'esistenza di questi enti dipende dalle corse, e per gli organizzatori -per la specificità del ciclismo che non si corre in strutture apposite, ma su strade aperte e facendo affidamento a strutture (transenne) messe a disposizione da enti locali- diventa spesso molto difficile trovare alternative. O coprire i costi. Facendo le cose "a puntino" in gare come le classiche monumento servirebbero centinaia di persone per controllare ogni punto pericoloso, intersezione, cancello, etc.. per evitare episodi come quello di Schachmann al Lombardia (o altri finiti peggio nel passato). O per "mettere in sicurezza" chilometri di guardrail del tipo sul quale la Dygert ad esempio si stava amputando una gamba. Etc.

Quindi alla fine meglio dare una bella punizione esemplare al corridore e poi fare un po' lo scaricabarile, un po' lo gnorri, e tutto continua come prima.
Si va bene non poter fare le cose a puntino su 250 km di percorso, ma almeno gli ultimi 200 metri di percorso che si arriva in volata in discesa a 80 kmh, qualcosa la si può fare a puntino!!!!!!!! Questo si è sfracellato su delle transenne scandalose e gli è andata pure bene, perchè mezzo metro in là c'era un bolognino di cemento della ferrovia e i binari. Se ci finiva con la testa o con la schiena e moriva, e poteva accadere, si dava dell'omicida a Grönewegen?
Ma sul serio qualcuno ancora pensa (non te) che il principale responsabile delle lesioni è quel poveraccio?
 

Ser pecora

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Si va bene non poter fare le cose a puntino su 250 km di percorso, ma almeno gli ultimi 200 metri di percorso che si arriva in volata in discesa a 80 kmh, qualcosa la si può fare a puntino!!!!!!!! Questo si è sfracellato su delle transenne scandalose e gli è andata pure bene, perchè mezzo metro in là c'era un bolognino di cemento della ferrovia e i binari.

Si, ma sono anni che c'è quell'arrivo, e nessuno ha mai protestato formalmente, a partire dai corridori.
Poi immagino che l'organizzatore avesse solo quelle transenne, che gli forniva chissà chi, e allora si chiude un occhio, etc...
 

samuelgol

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Si, ma sono anni che c'è quell'arrivo, e nessuno ha mai protestato formalmente, a partire dai corridori.
Questo è stato il secondo errore (il primo è stato degli organizzatori).
Poi immagino che l'organizzatore avesse solo quelle transenne, che gli forniva chissà chi, e allora si chiude un occhio, etc...
Guarda.....nemmeno alla MdD ci sono transenne ridicole in quella maniera....ed è transennato da entrambe le parti come minimo l'ultimo km. Mo una gara di professionisti, manco di seconda schiera, ma UCI World Tour non trova i soldi per delle transenne all'arrivo? Non è ammissibile accettarlo nè crederlo, secondo me.
 

Ser pecora

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Questo è stato il secondo errore (il primo è stato degli organizzatori).

Guarda.....nemmeno alla MdD ci sono transenne ridicole in quella maniera....ed è transennato da entrambe le parti come minimo l'ultimo km. Mo una gara di professionisti, manco di seconda schiera, ma UCI World Tour non trova i soldi per delle transenne all'arrivo? Non è ammissibile accettarlo nè crederlo, secondo me.

Allo Skoda Tour si è visto anche di peggio per sicurezza in generale.
 
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Maiella

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L'equilibrio però è sottile, perché l'esistenza di questi enti dipende dalle corse, e per gli organizzatori -per la specificità del ciclismo che non si corre in strutture apposite, ma su strade aperte e facendo affidamento a strutture (transenne) messe a disposizione da enti locali- diventa spesso molto difficile trovare alternative. O coprire i costi. Facendo le cose "a puntino" in gare come le classiche monumento servirebbero centinaia di persone per controllare ogni punto pericoloso, intersezione, cancello, etc.. per evitare episodi come quello di Schachmann al Lombardia (o altri finiti peggio nel passato). O per "mettere in sicurezza" chilometri di guardrail del tipo sul quale la Dygert ad esempio si stava amputando una gamba. Etc.

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Vediamo che succede prossimamente, ma se si ripetono cadute con conseguenze gravi, non si può sempre dare la colpa ai corridori. Faccio notare, inoltre, che al Polonia in 2 anni un corridore é morto e un altro ha rischiato la pelle. Altra situazione degna di nota è che, purtroppo, nel pubblico estemporaneo si sta insinuando un approccio pericoloso a questo sport, con l'equazione che nel ciclismo la caduta é sinonimo di spettacolo.
 

jan80

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Si, ma sono anni che c'è quell'arrivo, e nessuno ha mai protestato formalmente, a partire dai corridori.
Poi immagino che l'organizzatore avesse solo quelle transenne, che gli forniva chissà chi, e allora si chiude un occhio, etc...
ovviamente ci si rende conto quando qualcosa capita.......comunque anche io sono per non dare tutta la colpa al corridore ( ha sbagliato ) ma di certo e' stato pure sfigato,per il resto in volata si sa' che i rischi sono alti.
Comunque sara' dura anche per lui ritornare e fare le volate come nulla fosse
 

velocity

via col vento
8 Gennaio 2014
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Rocky mountain e Santacruz
Ma per me ci fa... perché mette sempre faccine sorridenti a tutto...non è colpa sua se non ci arriva...
Grazie per i complimenti e per i giudizi drastici su una persona che non conosci... o-o
Visto che non capisco provo a farmi capire:
Gronewegen ha fatto una mossa azzardata e pericolosa che ha quasi ammazato un suo collega e per la quale è stato squalificato pesantemente e rischia pure un processo (semina vento...) Per questi motivi ed essendo un personaggio pubblico qualche pazzo l'ho ha minacciato a lui e ai figli (raccoglie tempeste)...Se avessi letto tutto ho anche scritto che sono comportamenti ingiustificabili e non leggittimati dal comportamento scorretto del ciclista.
Saluti e scusa se non sono riuscito a farmi intendere anche questa volta :eek:xxxx
 
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golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
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Ci sono responsabilità dell'organizzazione e non ci piove ma se partissimo dal fatto che prevenire è meglio che curare si eviterebbe anche un iter complesso e che comporta costi non indifferenti che altro non fanno che aggravare un bilancio che spesso viaggia nei limiti.
Un azione come quella di Gronewegen va sanzionata senza se e senza ma in modo pesante per far capire che quelle azioni non ci possono/dovrebbero essere (poi sicuro la fatalità ci mette del suo ma son sviste Non volute)
Poi che ci sia lo scaricabarile è un classico in manifestazioni di questo tipo -ciò non toglie che la responsabilità delle varie organizzazioni resta determinate- ma io sarei per evitarle alla fonte, crei un danno volontario ad un tuo rivale.. fuori per 2 anni, chissà che non ti passi la voglia di fare scorrettezze.
 

samuelgol

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.......... crei un danno volontario ad un tuo rivale.. fuori per 2 anni, chissà che non ti passi la voglia di fare scorrettezze.
Rubi un maglione di cashmere in una boutique, 15 anni di lavori forzati alla Cayenna, chissà che non ti passi la voglia di rubare.
Vai a 70 kmh col limite 50, 5 anni senza patente, chissà che non ti passi la voglia di infrangere i limiti.
Viaggi con la bicicletta senza campanello. Sequestrata la bici, chissà che non ti passi la voglia di girare senza campanello.
Devo andare avanti?
Una pena giusta non è mai esemplare. Esemplare e giusta non fanno rima. La sanzione deve essere commisurata al gesto. In questo caso il gesto è stato normalissimo (pur scorretto), non particolarmente violento, sicuramente agevolato dalla vena (umanamente) tappata di Jackoben che ha voluto provare a passare lo stesso (in mille casi molli la pedalata, gesticoli con disappunto e non succede nulla) ed enormemente amplificato da colpe altrui, ossia quelle degli organizzatori.