Acciaio, quale futuro?

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tzimbar1

Guest
Sono convinto che il futuro dell'artigianato italiano, quello vero in cui ci si sporca le mani, non sia molto incoraggiante.
Se "noi" amati di tali manufatti non riusciremo a dare una scossa all'ambiente saremmo costretti a vivere di ricordi.
Nel ricordo dei "vecchi" maestri.
Ora, lamentarsi di tale situazione può anche andar bene, ma certamente non aiuta a crescere. Per questo dobbiamo fare proposte costruttive, magari "insieme".
Certo è molto più comodo vendere carbonio visto che in tutte le riviste c'è solo quello,
i prof corrono con carbonio,
i giornali quando fanno test su bici in carboni le esaltano (che siano pagati dalle aziende?),
ecc....
Quello che servirebbe, a mio avviso, è una maggiore visibilità.
Ma come fare?
Proviamo a fare dei raduni a noi riservati. cerchiamo di coinvolgere qualche editore per creare una rivista dedicata (ce ne sono molte di nicchia, eppure vendono).
Se ricreiamo la cultura del vero artigianato italiano su misura, certamente il lavoro sarà molto più alettante e incoraggerebbe i giovani a seguire i nostri maestri.
Un' idea potrebbe essere fare stage da parte dei VERI artigiani,
ricreare un mercato farebbe comodo a tutti.
Poi sarebbe opportuno fare dei distinguo tra chi assembla telai e chi li crea.
ragioniamoci insieme.
CIAO A TUTTI.;nonzo%
 

diego83

Apprendista Passista
18 Settembre 2005
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Io la penso come voi,e non si può essere molto ottimisti,almeno nel futuro prossimo.
Il discorso vale per quasi tutti i tipi di produzione,negli ultimi anni i piccoli produttori(quelli che puntano non sui numeri ma sulla qualità) sono stati colpiti dalla produzione su larga scala e dall'omologazione,resa ancora più forte dal martellamento pubblicitario e da una cultura basata sempre più sull'apparire che sulla sostanza.
Quello che mi fa i........e è che stiamo buttando via decenni di tradizioni,i vari Confente,De Rosa,Galmozzi,Masi,Pogliaghi,..solo per citarne alcuni hanno insegnato al mondo l'arte della costruzione dei telai,sono arrivati dall'estero per imparare da loro,e fra un pò,saremo noi ad andare ad imparare da loro.
Vedo che negli USA pullula di piccoli costruttori artigiani,dall'esterno mi piacerebbe capire come questa realtà si sia man mano estesa,se per questioni culturali o semplicemente per pubblicità.
La mia speranza di cambiamento si basa su un paradosso:queste folate di crisi che stanno arrivando potrebbero ribaltare la situazione,riproporre un sistema produttivo basato sulla conoscenza,sulla qualità e sulla sostanza delle cose
 
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tzimbar1

Guest
vorrei che anche da parte "NOSTRA" il vivere l' acciaio artigianale fosse qualcosa di più che far rivivere vecchi (sicuramente gloriosi) marchi.
io la vedrei una cosa più orientata al presente.
anche se siamo in pochi non vuol dire che dobbiamo sparire,
portiamo avanti il nostro pensiero e chiediamo aiuto ai nostri veri artigiani.
converrebbe anche a loro se si riaprisse il mercato.
io ho fiducia, perchè anche se pochi, abbiamo la passione dalla nostra parte.
quando si tocca il fondo si può solo migliorare, o no?
è ora il tempo dell?acciaio.
 

diego83

Apprendista Passista
18 Settembre 2005
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portiamo avanti il nostro pensiero e chiediamo aiuto ai nostri veri artigiani.
converrebbe anche a loro se si riaprisse il mercato.

In che modo e che proposte avanzeresti?
A livello europeo qualcosa sembra muoversi,quest'anno dovrebbe esserci una fiera in Germania(non ricordo dove) organizzata per i piccoli costruttori artigiani..staremo a vedere se avrà successo o meno,magari qualcuno nel nostro paese potrebbe trarne spunto per il futuro.
 
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tzimbar1

Guest
non vedrei male una rivista dedicata.
il passa parola oggi come oggi non mi sembra sufficiente.
poi non so, ma pensandoci in tante teste magari qualcosa di buono viene fuori.
 

diego83

Apprendista Passista
18 Settembre 2005
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non vedrei male una rivista dedicata.
il passa parola oggi come oggi non mi sembra sufficiente.
poi non so, ma pensandoci in tante teste magari qualcosa di buono viene fuori.

Riviste,fiere,..potrebbero essere tutte buone idee.
Però,chi ci mette il grano?
Facendo un analisi del mercato della bici,almeno nel nostro paese,nessuno,se non un appassionato idealista a cui non importa un tornaconto economico(almeno nell'immediato),salterebbe in mente di cimentarsi in un impresa del genere
 

ema815

Velocista
7 Agosto 2007
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ciriè
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bell'argomento, comque personalmente dato che ritengo il carbonio si un ottimo prodotto, però personalmente non è alla pari dell'acciaio e alluminio, le aziende ma soprattutto gli artigiani dovrebbero investire su questi ultimi due materiali, ricercando nuove soluzioni più leggere e rigide ma allo stesso tempo con la stessa robustezza
 
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tzimbar1

Guest
Credo che un'altra cosa che aiuterebbe il settore, sia non identificare l'artigianato italiano con i famosi marchi storici, ma con quelli attuali, per quanto pochi siano.
e poi siamo sicuri che siano veramente pochi?
chiedo aiuto ai più esperti, quanti artigiani (che saldano conoscete?)
altrimenti portando avanti solo il vintage ci escludiamo automaticamente dal mercato attuale. fermo restando che le bdc di una volta hanno ispirato il mondo e sono bellissime.
 

riccardod

Novellino
16 Novembre 2007
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bell'argomento, comque personalmente dato che ritengo il carbonio si un ottimo prodotto, però personalmente non è alla pari dell'acciaio e alluminio, le aziende ma soprattutto gli artigiani dovrebbero investire su questi ultimi due materiali, ricercando nuove soluzioni più leggere e rigide ma allo stesso tempo con la stessa robustezza

Penso anche io che il carbonio sia un ottimo prodotto e possa essere di alto artigianato. In molti campi (sci, snowboard per citare 2 esempi sportivi) ci sono numerosi esempi di microattivita' di giovani italiani che fanno con i materiali compositi le loro esperienze e penso che in futuro questo possa rilanciare l' artigianato italiano (che non e' solo acciaio .. questo vorrei ricordarlo a tutti).
Per cio' che riguarda l' acciaio, fermo restando che il materiale mi richiama alla mente Vulcano ed il "fare" pratico con le mani e con il fuoco (ma questo e' legato alla mia formazione) e che ritengo sia un materiale sempre attuale, la vedo un po' dura ... banalmente perche' non tira sul grande mercato e quindi non si puo' chiedere agli artigiani di immolarsi ad un credo che non gli porta pane.
Penso comunque che rimarra un prodotto di nicchia per intenditori e continuera' ad aver un proprio sviluppo se si aggancera' a qualche treno modaiolo (le fisse possono essere un esempio di questa rivitalizzazione). A quel punto chi puo' dire che non possa ripartire un nuovo ciclo?
Penso che altra prospettiva possa essere l' autocostruzione: ma qui il discorso diventa piu' complesso e non mi riferisco solo alle saldature ma a tutto cio' che deve essere fatto per fare un oggetto di qualita'.

Bye


Riccardo
 
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tzimbar1

Guest
sono convinto che l'artigianato non sia solo acciaio, ma visto che parliamo di questo.
io non voglio rinnegare la storia, anzi seguire le sue radici è indispensabile, ma forse è l'immagine che noi tutti (forse non tutti) abbiamo portato avanti delle bici in acciaio che non è più attuale.
la bici in acciaio non deve per forza essere la bici di una volta!
per quel che riguarda le riviste, ce ne sono tante free press che vivono solo con la pubblicità.
 

mauricio

Apprendista Passista
24 Agosto 2005
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Scapin e Vetta di ferro
Scusatemi se dirò delle stupidaggini, ma del resto in questa sezione sono l'ultimo in fatto di competenza.
Non riesco a spiegarmi la piega che ha preso il discorso improntato ad un desiderio di un'ulteriore leggerezza dell'acciaio.
Un Eom 16,5 o uno Spirit (solo per fare due esempi) vi sembrano pesanti? Credete si possano ancora ridurre gli spessori dei tubi?
Ed anche se questo fosse possibile, un telaio in acciaio più leggero di 150-200gr sarebbe "migliore" di un telaio di 1600gr?
 

Lanerossi

Maglia Iridata
22 Settembre 2004
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Recoaro Terme (VI)
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A mio parere ci sono due cose molto legate fra di loro, la ricerca del carbonio (moda) e della massima leggerezza (moda pure). Se ci sarà mai un ritorno all'acciaio, ci sarà anche il ritorno alla ricerca di altre qualità in un telaio che non siano esclusivamente la leggerezza.

Merckx fece un record dell'ora con una bici di meno di 6 chilogrammi, ma dopo di allora le bici hanno avuto sempre un peso superiore, anche se magari c'era la tecnologia per farle altrettanto leggere. Perchè si capì che per una specialità come il record dell'ora la leggerezza non era certo tutto (ed un aneddoto racconta che lo stesso Merckx se ne rese subito conto).

Purtroppo il problema non è quello di creare prodotti validi, di quelli ce ne sono. Il problema sta nel creare la domanda di prodotti validi più che di prodotti di moda (leggeri, in carbonio oppure colorati in bianco-rosso-nero secondo le solite grafiche).

Creare però questa domanda significa andare contro il trend del mercato, che crea invece la domanda contraria. Un gran bel rischio, insomma.