Bikepacking: da Tübingen a Bergamo, il racconto del mio viaggio

fulvosam

Apprendista Passista
3 Settembre 2016
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Ecco il racconto del mio (nostro) primo viaggio della breve carriera da ciclista.
Avendo un cugino (ciclista anche lui) che abita in Germania, più precisamente a Tübingen , sud Stoccarda, decidiamo di organizzare questo viaggio che ci riporterà a casa attraverso le alpi.
Purtroppo causa covid il tempo per l'allenamento è stato un po' risicato, ma alla fine possiamo dire sufficiente per poter portare a termine la nostra mini impresa.
Partenza domenica 9 in flixbus da Milano, per circa 9 ore di viaggio notturno, in cui si dorme poco e niente, con bus troppo pieno, pieno di odori nauseanti. Arrivo in tarda mattinata a Tübingen, pranzo tipico di carne e patate e visita della città, l'indomani si parte di buon ora per la tappa più lunga di tutta la vacanza.

1a tappa Tübingen>Konstanz 170km 1900m d+ (circa) strava link
Dopo aver dormito comunque molto poco, colazione abbondante e partenza ore 8. Bisogna superare le colline del Baden-Württemberg, quindi si parte in salita, in realtà salite molto brevi con pendenze anche importanti e relative ridiscese- Si sale a strappi, anche con tratti sterrati, in mezzo ai boschi, per cui abbastanza freschi. Per andare a costeggiare il Danubio si ridiscende la collina e percorriamo un bel tratto poco trafficato in falsopiano, dove bisogna tenere un buon ritmo per non allungare troppo le ore in sella. Siamo al 100mo chilometro, la fatica e il caldo torrido iniziano a farsi sentire mentre con gli occhi godiamo dello splendido paesaggio.
Per arrivare al lago di Costanza bisogna però superare la valle con 2 brevi salite, ma che a questo punto fanno male, complice il sole cocente. Verso il lago la strada è in discesa e di comune accordo decidiamo di costeggiarlo da nord per poi prendere il traghetto che ci porterà dal lato di Konstanz. Bagnetto rigenerante nel lago, attraversamento e le fatiche non sono finite, con le energie al lumicino percorriamo gli ultimi 15km per arrivare in città. A 500 metri dalla meta il patatrac, un'incertezza ad una svolta mi fa scontrare con mio cugino, ad uscirne male è il copertone anteriore e la pista frenante, il primo squarciato pensiamo dalla corona e la seconda scalfita dalla stessa. Procedo mestamente a piedi ed ecco la seconda sorpresa di giornata, abbiamo sbagliato il giorno di prenotazione della camera... Sono già le 7 di sera e siamo senza un posto per dormire. Aiutati dal locatore (con chiamate ai vari alberghi) scopriamo che ormai è tutto pieno e quindi quest'ultimo, per compassione, ci prepara 3 materassi nell'ufficio del suo negozio (con bagno fortunatamente) e doccia con la canna dell'acqua del giardino :))): .

Si va a cena in centro, città molto carina, con edifici storici e lungolago con diversi locali.

2a tappa: Konstanz>Chur 130km 700m d+ strava link
La sera riparo il copertone con una pezza, in modo da potersi muovere liberi la mattina, in cerca di un negozio che apra. Dopo la colazione spendo ben 62€ per un continental gp5000 (unico disponibile) che devo pure montare da solo perchè il meccanico non è ancora arrivato... Con della carta vetrata liscio la pista frenante del cerchio e siamo pronti a ripartire.
Già dalle prime ore sento un po' di stanchezza, con un leggero mal di testa che mi accompagna per tutta la mattinata. Si costeggia dapprima il lago poi il fiume Reno, su una liscia e rettilinea pista ciclabile che viaggia parallela al fiume. Il caldo è ancora tremendo e dopo mezzogiorno il sudore sgorga a fiumi. Passato il mal di testa riesco a dare il mio contributo in testa, mentre sullo sfondo si intravedono le alpi. Il paesaggio è carino ma alquanto monotono, per cui non ci resta che abbassare la testa e darci dentro (senza esagerare ovviamente). Sul finale decidiamo di inserire una piccola salitella che taglia in 2 il confine col Liechtenstein, Lutzisteigpass, che più che una salita diventa un calvario, per il caldo estremo. Finita la successiva discesa si prosegue in saliscendi verso Chur, città antica dei grigioni svizzeri, veramente molto bella e caratteristica. Stavolta non ci sono sorprese, una bella camminata serale e poi a letto presto.

3a tappa: Chur>Davos 60km 1300m d+ strava link
La 3a tappa l'abbiamo impostata corta per cercare di ricaricare un po' le pile, dopo i primi due giorni molto lunghi. Purtroppo in questi 60km non c'è un metro di discesa, quindi salita costante fino a Kloster-PLatz per poi andare ad affrontare la prima vera salita della vacanza, il Wolfgang pass 6km al 7% medio. Il paesaggio inizia a diventare montano e finalmente iniziamo a godere delle alpi da vicino. Pian piano che si sale, l'aria si raffresca anche se le gambe sono ancora tremolanti dalle giornate precedenti (sopratutto la prima). Teniamo il ritmo appositamente basso, cercando di preservare le energie per il giorno successivo. La vista finale sul lago di Davos ripaga della fatica e una bella dormita ai 1500m di quota risana un po' fisico e morale.

4a tappa: Davos>Nauders 75km 1400m d+ strava link
In realtà l'idea iniziale era quella di arrivare a Mustair sempre in Svizzera, ma i prezzi esorbitanti della nazione elvetica (il giorno prima 3 caffè + 3 cocacola 24€) ci hanno fatto optare per la vicina Austria.
In questa tappa si inizia a fare sul serio, partendo da quota 1500, si sale da subito per il Flüelapass 2383m, 12km al 7% medio. La vegetazione lascia ben presto spazio ad ampi prati e rocce, tipici dell'alta quota, con picchi innevati sullo sfondo. L'aria si fa più rarefatta ed il freddo inizia a farsi sentire. Arrivati in cima un po' in affanno posso finalmente dire di aver superato per la prima volta quota 2000m slm in sella ad un a bici. La discesa è molto veloce, larga e mai pericolosa, il panorama guardandosi indietro lascia a bocca aperta e in pochi minuti si raggiunge la vallata, dove ci aspettano molti chilometri in leggera discesa che ci porteranno al confine con l'Austria. L'ultima salita che credevamo molto semplice è in realtà una vera salita, Norbertshöhe 6km al 6% medio, partenza da Martina. Arrivati a Nauders abbastanza presto, ma anche abbastanza stanchi, iniziamo a programmare la giornata successiva che prevede il passo dello Stelvio. Sfortunatamente (o anche no) il 14 danno brutto tempo con temporali molto probabili e non ce la sentiamo di salire così in alto ed affrontare la discesa bagnata. Decidiamo quindi in un giorno di riposo, utile per sciogliere un po' i "garùn" e non usciamo neanche per far girare le gambe perchè in effetti piove tutto il giorno.
 

fulvosam

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5a tappa: Nauders-Bormio 85km 2000m d+ strava link
La giornata si preannuncia soleggiata, calda e decisamente tosta, con la salita al passo dello Stelvio 2758m 25km al 7% medio. Si parte in leggera salita per superare il passo di Resia, ed entrare finalmente in Italia (4a e ultima nazione attraversata). La discesa porta al suggestivo lago di Resia, dove si può vedere il vecchio campanile che sbuca dalle acque del lago artificiale, superato il lago si scende ancora velocemente verso Prato allo Stelvio, partenza di una delle salite più iconiche per il ciclismo. La partenza è tranquilla ma man mano che si sale la fatica si accumula nelle gambe. Brevi pause per le foto ci aiutano a recuperare fiato mentre il paesaggio si apre sulle maestose alpi dell'Otles, con cime innevate e ghiacciai perenni. La seconda parte e la più tosta ma anche la più bella, con una infinita serie di tornanti (48) che si susseguono senza sosta e la pendenza che sale al 9% medio. All'arrivo sembra di essere in centro a Milano,con tantissima gente, bici, moto e macchine. Un'aria fredda cerca di entrare nelle ossa mentre la soddisfazione è immensa e la vista dei tornanti dall'alto ti ripaga di tutta la fatica. Consiglio di portarsi una maglietta di ricambio in modo da levare quella bagnata e scendere belli asciutti per la tortuosa discesa che resta fredda per parecchi minuti.
L'arrivo a Bormio lascia la consapevolezza di essere saliti dove sono saliti e hanno vinto i più grandi, giornata indimenticabile.

6a tappa: Bormio>Malonno 71km 1450m d+ strava link
Visto che siamo in ballo, balliamo. Il giorno successivo si parte per il Gavia 2618m 24km al 6% medio, altra salita storica e cara ai ciclisti nostrani. Purtroppo da Bormio si parte subito in salita e non c'è tempo per scaldarsi un po'. Questo si fa sentire subito alle prime pendenze dove fatico a trovare il ritmo. Fortunatamente ci viene incontro la spianata nel paese di S.Antonio, anche se non mi sembra sufficiente. Da Santa Caterina la salita si inerpica per stretti tornanti in breve successione e la stretta carreggiata mai rettilinea sembra più un sentiero che non una strada per automobili, la pendenza non è costante con alcuni tratti di recupero e sezioni dalle pendenze importanti. In cima il paesaggio è molto diverso da quello dello Stelvio, un pianoro ci porta allo scollinamento del passo dove anche il traffico è decisamente inferiore. La neve vicina ci fa capire di essere ancora un'altra volta in alta quota e il vento freddo lo ribadisce ulteriormente. Purtroppo la nebbia in alta quota non ci permette di godere appieno del panorama, quindi si scende per la stretta e veramente troppo dissestata discesa che porta a ponte di legno (attenzione alla galleria buia ma rettilinea che c'è dopo pochi minuti della discesa, procedere con molta cautela). Da Ponte di legno a Edolo la strada si fa larga e riusciamo a far girare le gambe con i rapportoni, cosa che aiuta a sciogliere i muscoli irrigiditi dalla salita. Sul finale piccola sopresa, muro di 500m al 14% che ci riporta sulla terra :mrgreen: . Consiglio per chi volesse dormire in zona, agriturismo Pettirosso, siamo stati trattati molto bene, con ottima colazione.

7a tappa: Malonno>Casa 144km 2200m d+ strava link
Siamo partiti forte e abbiamo voluto finire ancora più forte. Con lo sguardo sempre sul meteo decidiamo in mattinata di affrontare Vivione e Presolana e poi verso casa (bassa pianura bergamasca) costeggiando il lago d'Iseo. Scaldiamo velocemente le gambe fino a Forno Allione e si parte subito per l'ultima salita Hors Categorie della vacanza, il Passo del Vivione 1828m 20km al 7% medio. Questa salita è forse poco conosciuta per i ciclisti che non sono della zona, ma si presenta molto lunga e impegnativa, posso affermare (non me ne vogliate) di difficoltà simile al Gavia da Bormio, difficoltà attenuata dalla quota decisamente più bassa. La pendenza non è costante e presenta alcuni tratti in cui riposare e altri dove spingere bene, per gran parte del percorso siamo immersi nel bosco e godiamo del fresco delle piante. All'ultimo giorno posso dire che le gambe girano bene (era ora) quindi riusciamo a salire belli spediti. Il tempo non è dei migliori, ma non prendiamo acqua e la quota bassa non ci fa prendere freddo. Sono rimasto piacevolmente colpito da questa salita, che non presenta i panorami delle alte montagne ma offre comunque una bella vista sulle orobie bergamasche. La discesa verso Schilpario è stretta ma molto divertente, con fondo non ottimale (ma lontanissimo dal disastro del gavia). Le nubi corrono minacciose sopra di noi, ma ancora una volta evitiamo i brevi scrosci che bagnano la strada.
Arrivati a Dezzo di Scalve si parte per l'ultima ed impegnativa salita, Passo della Presolana 1297m 8km al 6% medio. La strada parte in leggera salita, con tratti anche pianeggianti, ciò preannuncia un finale scoppiettante. Dalla metà infatti le pendenze impennano con alcuni cartelli che indicano tratti al 14% che si sentono tutti nelle gambe. In assoluto il settore più impegnativo della vacanza, ma sappiamo che allo scollinamento le asperità saranno terminate. Foto di rito in cima e giù in picchiata verso Clusone. Ci fermiamo in un panificio-pasticceria per ricaricare le forze e mettere a tacere lo stomaco e giù ancora verso Lovere. Nel lungo lago ci raggiungono 2 compagni del nostro team di scapestrati (Grest Barbera) e procediamo spediti verso le lande desolate della pianura bergamasca, dove ci aspettano famigliari ed una cena con i fiocchi o-o

TOTALE VACANZA
747km 11158m d+, 40:29 ore di pedalata, 4 nazioni attraversate



PS: mi scuso per errori e strafalcioni, ma adesso non ho voglia di rileggere tutto
PPS: domani metterò un po' di foto
PPPS: domani metterò anche l'equipaggiamento che ho usato
 

fulvosam

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Assetto da bikepacking, con pernottamento in strutture.
Purtroppo la borsa sottosella che era data per 9L si è poi rivelata molto più piccola, ho quindi dovuto correre ai ripari con una piccola borsa al manubrio. Il materiale era così disposto.
Borsa sottosella giant: termica corta per la sera, cambio completo per bici (salopette, maglietta, calzini), giacca invernale da bici che ho utilizzato la sera nei paesi in quota ed utilizzabile per discese molto fredde, scarpe leggere e piegabili, mutande e calzini. Mantellina pioggia nella cordicella sopra.
Borsa telaio alpikit analoko 4L: ben arrotolati, maglietta per la sera, maglietta per dormire, altra termica corta, pantaloncini tecnici da montagna, manicotti. Nella zip opposta piccola ho messo 2 sacchetti di plastica per emergenza.
Borsa top tube topeak 1.5L: caricatore due prese per smartphone, power bank, simil gopro pattona, kit lavaggio denti, crema solare
Borsa manubrio amazon 3L: secondo paio di mutande e calzini, barrette e cibo vario, batterie per garmin etrex, mascherine, adesivi #grestbarbera, portafogli, kit camera d'aria e bomboletta, pacchetto fazzoletti.
Il multitol è nel portaborraccia topeak ninja, con levette agganciate.
Lo smanicato lo tenevo o nella tasca o nella cordicella dietro. Telefonino o in tasca o nella top tube, manicotti o dietro o nella borsa telaio.

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Valle del danubio + castello di Sigmaringen

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Valle del reno + Burg Gutenberg in liechtenstein

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Salita per il Wolfgang pass

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Panorama dal Fluelapass

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Lago di resia con il campanile di Curòn

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Vista dal passo dello Stelvio

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Laghetto prima del passo Gavia

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Al passo del Vivione + Vista sulla valle di Scalve dalla salita della Presolana
 

fulvosam

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Canyon Endurace
BRAVISSIMI !!!

Rifarete cose simili ? Mi sembra di capire di sì, dal tono generale
Grazie.
Sicuramente avendo già l'attrezzatura, se ci sarà l'occasione, ci si rimette in sella.
Devo dire che prima di partire pensavo di arrivare molto più devastato, invece impostando un programma con uscite non troppo lunghe, tra le 4-5 ore di pedalata, si può sentire sì la fatica, ma rimanere anche rilassati e godersi la sera tranquilli.
 

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Canyon Endurace
Bravissimo !
Ogni volta che leggo un resoconto di una "avventura" del genere mi viene l'ispirazione che però , purtroppo, non si concretizza mai....
puoi provare anche con qualcosa di più breve. Se fai come noi, dormendo in struttura e sempre su strade asfaltate, gli inconvenienti possono essere pochi, più o meno gli stessi di quando si esce la domenica insomma. Basta che non ci vai ad agosto che fai più fatica a trovare posto e ci sono prezzi molto alti
 
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