Quest'anno sono attratto dalla Val d'Isarco, che per motivi sconosciuti ho sempre snobbato. Ed evidentemente non solo io, dato che il traffico "ciclistico" è minimo in confronto alla Val d'Adige a Sud ed Est di Bolzano.
Forse il fatto che la valle è stretta e rende "claustrofobici", sta di fatto che la stupenda (veramente) nuova ciclabile è vuota.
Percorrendo l'autostrada del Brennero, a Chiusa, si vede il convento di Sabiona dominare la Valle da una rupe. Ci si concentra su questo, e non si nota che dietro questa rupe c'è una piccola valle che si addentra tra i monti e una minuscola stradina asfaltata. Io mi ritengo un buon conoscitore dell'Alto Adige e spesso studio cartine alla ricerca di nuovi percorsi. E per la verità, pur non avendola mai percorsa sapevo anche di questa stradina. Ma ora mi interessava ciclisticamente.
Quindi sabato 24 giugno, anno domini 2011, parto all 7.45 da Settequerce e percorro i 42 km pianeggianti fino a Chiusa (tutti controvento, porca miseria). E da qui mi inoltro, curioso come un gatto, nella valle sconosciuta, che ho scoperto chiamarsi Val Tina (Thinnetal).
Sale dolcemente, con a fianco sempre i torrente con delle belle cascatelle artificiali. Dopo ca 4 km la strada si impenna e le pendenze sono quelle cui siamo abituati noi montanari altoatesini: 8-9% con punte al 13 e 16%. Ad un certo punto mi trovo davanti un castello, che sembra trovarsi in un posto sbagliato. Ma come: un castello cosí bello in un posto così sconosciuto? Scoprirò poi, a casa, che si tratta di Castel Garnstein (castel Tina) risalente al 1200 e ottimamente conservato. Ci abita qualche fortunato castellano moderno, che non vuole visite. Pazienza. Continuo pedalare tra prati verdissimi, profumi di fieno, muschio e...letame. In dieci km di salita non mi ha superato neppure un'auto (!). Incredibile che esistano ancora posti cosí in questa societá frenetica. I contadini che tagliano il fieno a mano, tanto sono scosciesi i prati, mi fanno un cenno di saluto che ricambio. Poi improvvisamente la salita si addolcisce e si intravede il cartello "Grüss Gott in Latzfons" (Benvenuti a Latzfons). Solo in tedesco, ma siamo abituati a queste "dimenticanze.
Beh, non ero mai stato a Latzfons e mi vergogno di averlo scoperto solo ora. È un paesino magnifico, baciato dal sole e con una vista strepitosa.
Mangio una barretta e mi butto in discesa verso Chiusa per la strada principale, dove ovviamente qualche auto c'é. Ad un certo punto c'è un cartello che indica Pradello! Ora che ricordo, quando salivo per la valle "incantata" c'era una stradina asfalta che portava a Pradello, quindi se svolto ritorno alla Thinnetal. Infatti: torno nella solitudine. Eccomi di nuovo a Chiusa, dove c'è un mercato della pulci. Un banchetto vende una vecchia bici da corsa marcata Moser deglia anni 70-80, è messa discretamente. Chiedo quanto vuole. 80 Euro, trattabili...non male, se fossi qui in auto la caricherei.
Proseguo perchè il rientro a casa prevede il Paesino di Sant'Osvaldo, una piccola frazioncina di Siusi, che ricordo di aver visto quando ero bambino, poi mai più. A ponte Gardena prendo la strada per Castelrotto, quella che mi aveva fatto soffrire una decina di giorni fa. Dopo 4 km ca, però, devio a destra seguendo le indicazioni (marroni) per Sant'Osvaldo. Ma come? mi fanno scendere, facendomi perdere il dislivello guadagnato? Li possino.....:rosik:. Infatti dopo ca un km di discesa, si attraversa il ruscello e si risale l'altro versante, in maniera cattiva: sono un paio di km durissimi 13-16%. Poi finalmente si sbuca a Sant'Osvaldo. Poche case, una chiesa sproporzionata per i pochi abitanti della frazione e il "Tschötscherhof", un albergo tipico, il cui proprietario è Norbert Rier, il cantante dei Kastelruther Spatzen. I miei gusti musicali sono molto diversi, ma ho rispetto per tutti i dischi d'oro, di platino etc vinti da questo Gruppo folk e per gli oltre 10 milioni (!!) di dischi venduti solo nel 1999. Riparto e non è finita la strada continua a salire, in maniera "umana" ma faccio fatica. L'ultimo sforzo e sono a Siusi, da dove raggiungerò in discesa Prato Isarco, poi BZ e settequerce.
Continuo a non comprendere tutti quei ciclisti che si ostinano a percorrere sempre e solo le stesse strade: alcuni per timore di perdersi, altri per confrontarsi con altri ciclisti. Anzi meglio così, continuate pure così e lasciate che queste stradine amene e solitarie, le scopra io.
(poi, sicuramente un ciclista che abita Chiusa la conoscerà come le sue tasche....spero)
Qui un piccolo resoconto fotografico:http://bdc-forum.it/album.php?albumid=4249
Forse il fatto che la valle è stretta e rende "claustrofobici", sta di fatto che la stupenda (veramente) nuova ciclabile è vuota.
Percorrendo l'autostrada del Brennero, a Chiusa, si vede il convento di Sabiona dominare la Valle da una rupe. Ci si concentra su questo, e non si nota che dietro questa rupe c'è una piccola valle che si addentra tra i monti e una minuscola stradina asfaltata. Io mi ritengo un buon conoscitore dell'Alto Adige e spesso studio cartine alla ricerca di nuovi percorsi. E per la verità, pur non avendola mai percorsa sapevo anche di questa stradina. Ma ora mi interessava ciclisticamente.
Quindi sabato 24 giugno, anno domini 2011, parto all 7.45 da Settequerce e percorro i 42 km pianeggianti fino a Chiusa (tutti controvento, porca miseria). E da qui mi inoltro, curioso come un gatto, nella valle sconosciuta, che ho scoperto chiamarsi Val Tina (Thinnetal).
Sale dolcemente, con a fianco sempre i torrente con delle belle cascatelle artificiali. Dopo ca 4 km la strada si impenna e le pendenze sono quelle cui siamo abituati noi montanari altoatesini: 8-9% con punte al 13 e 16%. Ad un certo punto mi trovo davanti un castello, che sembra trovarsi in un posto sbagliato. Ma come: un castello cosí bello in un posto così sconosciuto? Scoprirò poi, a casa, che si tratta di Castel Garnstein (castel Tina) risalente al 1200 e ottimamente conservato. Ci abita qualche fortunato castellano moderno, che non vuole visite. Pazienza. Continuo pedalare tra prati verdissimi, profumi di fieno, muschio e...letame. In dieci km di salita non mi ha superato neppure un'auto (!). Incredibile che esistano ancora posti cosí in questa societá frenetica. I contadini che tagliano il fieno a mano, tanto sono scosciesi i prati, mi fanno un cenno di saluto che ricambio. Poi improvvisamente la salita si addolcisce e si intravede il cartello "Grüss Gott in Latzfons" (Benvenuti a Latzfons). Solo in tedesco, ma siamo abituati a queste "dimenticanze.
Beh, non ero mai stato a Latzfons e mi vergogno di averlo scoperto solo ora. È un paesino magnifico, baciato dal sole e con una vista strepitosa.
Mangio una barretta e mi butto in discesa verso Chiusa per la strada principale, dove ovviamente qualche auto c'é. Ad un certo punto c'è un cartello che indica Pradello! Ora che ricordo, quando salivo per la valle "incantata" c'era una stradina asfalta che portava a Pradello, quindi se svolto ritorno alla Thinnetal. Infatti: torno nella solitudine. Eccomi di nuovo a Chiusa, dove c'è un mercato della pulci. Un banchetto vende una vecchia bici da corsa marcata Moser deglia anni 70-80, è messa discretamente. Chiedo quanto vuole. 80 Euro, trattabili...non male, se fossi qui in auto la caricherei.
Proseguo perchè il rientro a casa prevede il Paesino di Sant'Osvaldo, una piccola frazioncina di Siusi, che ricordo di aver visto quando ero bambino, poi mai più. A ponte Gardena prendo la strada per Castelrotto, quella che mi aveva fatto soffrire una decina di giorni fa. Dopo 4 km ca, però, devio a destra seguendo le indicazioni (marroni) per Sant'Osvaldo. Ma come? mi fanno scendere, facendomi perdere il dislivello guadagnato? Li possino.....:rosik:. Infatti dopo ca un km di discesa, si attraversa il ruscello e si risale l'altro versante, in maniera cattiva: sono un paio di km durissimi 13-16%. Poi finalmente si sbuca a Sant'Osvaldo. Poche case, una chiesa sproporzionata per i pochi abitanti della frazione e il "Tschötscherhof", un albergo tipico, il cui proprietario è Norbert Rier, il cantante dei Kastelruther Spatzen. I miei gusti musicali sono molto diversi, ma ho rispetto per tutti i dischi d'oro, di platino etc vinti da questo Gruppo folk e per gli oltre 10 milioni (!!) di dischi venduti solo nel 1999. Riparto e non è finita la strada continua a salire, in maniera "umana" ma faccio fatica. L'ultimo sforzo e sono a Siusi, da dove raggiungerò in discesa Prato Isarco, poi BZ e settequerce.
Continuo a non comprendere tutti quei ciclisti che si ostinano a percorrere sempre e solo le stesse strade: alcuni per timore di perdersi, altri per confrontarsi con altri ciclisti. Anzi meglio così, continuate pure così e lasciate che queste stradine amene e solitarie, le scopra io.
(poi, sicuramente un ciclista che abita Chiusa la conoscerà come le sue tasche....spero)
Qui un piccolo resoconto fotografico:http://bdc-forum.it/album.php?albumid=4249
Ultima modifica: