ecco ... @Alessiuccio ha tradotto terra terra e ottimamente il concetto
vai tra, si scherza eh
Ti sei spiegato benissimo, anzi l'avevo già intuito. Andare al massimo delle proprie possibilità in salita è normale per chi è all'inizio. Io non lo considero neanche un errore, è quel che viene naturale. Si cerca di vincere una difficoltà in più e si va oltre le proprie possibilità, vuoi perché l'allenamento non è ancora tanto, vuoi perché non si sa come dosare lo sforzo. Ci sono passato anche io, stessa cosa, non riuscivo a prendere "piano" una salita. Partivo a tutta e poi, inesorabilmente, calavo.
Lo so che di istinto verrebbe da farle tutte così. Tu però prova per una volta a concentrarti e fare quest'esperimento, su una delle salite che ormai conosci bene. Appena attacca, metti subito il rapporto più agile che hai e non pensare a nulla se non a farla al minimo possibile. Fregatene di cadenze, battiti, eccetera. Falla piano e basta. Ti sembrerà stranissimo e innaturale, dopo poco ti verrà da spingere di più. RESISTI. E continua piano. La sensazione di strano si tramuterà in sorpresa, perché ti accorgerai che, dove di solito ti sembra di stare appena una tacca sotto all'esplosione, stavolta invece ti sentirai più tranquillo e vigile di quello che hai intorno. Non come andare in pianura, ma poco lontano. Se qualcuno ti rivolgesse una domanda, riusciresti persino a rispondere.
Benvenuto alla tua prima salita al medio.
Se hai fatto tutto bene, dalla metà in poi può iniziare il bello, se vuoi. Ti sentirai talmente in forze che l'idea ti buttare giù un paio di pignoni (quello di cui parlavo prima) diventerà sempre più insistente. Magari ti verrà di alzarti sui pedali e partire all'andatura che tieni di solito. Sai che puoi farlo, perché prima la stessa salita la facevi TUTTA così. Gli ultimi duecento metri, se ancora ne hai, spara tutto quello che ti rimane. Poi arriva su, fai un urlo disumano, riprenditi e prova a non ridere e a non pensare a quanto è bello questo sport.
Lupo solitarioPenso che ci siamo passati un pò tutti me compreso.
Ora con più "esperienza" ho imparato a gestirmi meglio e ad usare meglio il cambio frutto forse anche delle continue uscite in gruppo dove guardavo gli altri più forti e/o con più esperienza di me.
Ecco ora mi chiedo una cosa:
esci da solo o in gruppo?
Se sei uscito da solo ti è mai capitato di stare in gruppo? se ti capitasse di stare in gruppo e hai modo cerca di notare come "camminano" gli altri.
D'accordissimo e ti sei anche spiegato bene. Ma sono d'accordo se sussistono le seguenti condizioni :1 se ci si trova su salite conosciute dove quindi sappiamo bene lunghezza e pendenze, 2 ci si trova ad affrontare tracciati con pendenze sopportabili dal nostro fisico, anzi nei quali possiamo scegliere se farle a tutta alla frequenza di pedalata nella quale sviluppiamo più potenza o al medio con una cadenza ottimale a discapito della velocità pura nel primo tratto, 3 se il fisico del ciclista ha già sviluppato quel minimo di "serbatoio" che serve a mettere in pratica ciò che è al punto 2.vai tra, si scherza eh
Ti sei spiegato benissimo, anzi l'avevo già intuito. Andare al massimo delle proprie possibilità in salita è normale per chi è all'inizio. Io non lo considero neanche un errore, è quel che viene naturale. Si cerca di vincere una difficoltà in più e si va oltre le proprie possibilità, vuoi perché l'allenamento non è ancora tanto, vuoi perché non si sa come dosare lo sforzo. Ci sono passato anche io, stessa cosa, non riuscivo a prendere "piano" una salita. Partivo a tutta e poi, inesorabilmente, calavo.
Lo so che di istinto verrebbe da farle tutte così. Tu però prova per una volta a concentrarti e fare quest'esperimento, su una delle salite che ormai conosci bene. Appena attacca, metti subito il rapporto più agile che hai e non pensare a nulla se non a farla al minimo possibile. Fregatene di cadenze, battiti, eccetera. Falla piano e basta. Ti sembrerà stranissimo e innaturale, dopo poco ti verrà da spingere di più. RESISTI. E continua piano. La sensazione di strano si tramuterà in sorpresa, perché ti accorgerai che, dove di solito ti sembra di stare appena una tacca sotto all'esplosione, stavolta invece ti sentirai più tranquillo e vigile di quello che hai intorno. Non come andare in pianura, ma poco lontano. Se qualcuno ti rivolgesse una domanda, riusciresti persino a rispondere.
Benvenuto alla tua prima salita al medio.
Se hai fatto tutto bene, dalla metà in poi può iniziare il bello, se vuoi. Ti sentirai talmente in forze che l'idea ti buttare giù un paio di pignoni (quello di cui parlavo prima) diventerà sempre più insistente. Magari ti verrà di alzarti sui pedali e partire all'andatura che tieni di solito. Sai che puoi farlo, perché prima la stessa salita la facevi TUTTA così. Gli ultimi duecento metri, se ancora ne hai, spara tutto quello che ti rimane. Poi arriva su, fai un urlo disumano, riprenditi e prova a non ridere e a non pensare a quanto è bello questo sport.
Hai spiegato in maniera più chiara quello che intendevo dire io ...D'accordissimo e ti sei anche spiegato bene. Ma sono d'accordo se sussistono le seguenti condizioni :1 se ci si trova su salite conosciute dove quindi sappiamo bene lunghezza e pendenze, 2 ci si trova ad affrontare tracciati con pendenze sopportabili dal nostro fisico, anzi nei quali possiamo scegliere se farle a tutta alla frequenza di pedalata nella quale sviluppiamo più potenza o al medio con una cadenza ottimale a discapito della velocità pura nel primo tratto, 3 se il fisico del ciclista ha già sviluppato quel minimo di "serbatoio" che serve a mettere in pratica ciò che è al punto 2.
Se parliamo di salite dure, con pendenze medie al 10% o peggio, lunghe 10 km o più, lì non c'è frequenza di pedalata o santo che tenga per un ciclista medio o medio scarso. In quelle salite vai su con la forza di volontà ed ho notato che partire subito agile ti leva quel poco di sollievo che hai ad alleggerire dopo 3,4 km di maggior patimento usando un 34/25. Almeno io se parto subito agile a metà salita tendo a non averne più esattamente come quando parto più duro e non ho neanche il salvagente psicologico del 30 da mettere per gli ultimi chilometri.
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perdona ma non si tratta di conoscere o meno la salita ma di essere abituati o meno alle alte cadenzeSe parliamo di salite dure, con pendenze medie al 10% o peggio, lunghe 10 km o più, lì non c'è frequenza di pedalata o santo che tenga per un ciclista medio o medio scarso. In quelle salite vai su con la forza di volontà ed ho notato che partire subito agile ti leva quel poco di sollievo che hai ad alleggerire dopo 3,4 km di maggior patimento usando un 34/25. Almeno io se parto subito agile a metà salita tendo a non averne più esattamente come quando parto più duro e non ho neanche il salvagente psicologico del 30 da mettere per gli ultimi chilometri.
non insisto, anche perchè avrai ormai capito che le tue teorie vanno contro quella che è la teoria\pratica consolidata del ciclismo, ma proprio in questo tipo di salite è importante allenare e tenere alte cadenze: altrimenti arranchi e basta (tra l'altro se arranchi sempre difficilmente migliori nel tempo)Però voglio anche provare il metodo del partire subito agile ... magari le mie teorie sul salvagamba vengono smentite ...
Comunque il punto secondo me è quello ... su una salita di 6km al 9.5% di media come è la Salute, il discorso del calcolare come salire conta poco ...li è tutto più un "si salvi chi può " ... la salita sarà anche corta ... ma ti manda rasoiate non indifferenti...
Forse perchè probabilmente sali agile ma alla stessa velocità con la quale saliresti con il rapporto più duro.Se parliamo di salite dure, con pendenze medie al 10% o peggio, lunghe 10 km o più, lì non c'è frequenza di pedalata o santo che tenga per un ciclista medio o medio scarso. In quelle salite vai su con la forza di volontà ed ho notato che partire subito agile ti leva quel poco di sollievo che hai ad alleggerire dopo 3,4 km di maggior patimento usando un 34/25. Almeno io se parto subito agile a metà salita tendo a non averne più esattamente come quando parto più duro e non ho neanche il salvagente psicologico del 30 da mettere per gli ultimi chilometri.
Sì è no. Come si può fare una salita alla massima cadenza si può anche scegliere di iniziare un po' più duri ed alleggerire durante. Con duro non intendo 50 rmp comunque.. Non sarà l'ottimo ma per un fisico come il mio, 183 cm per 74 kg, trovo sia un buon compromesso. Ovviamente parlo per me, ma quando su salite lunghe e dure tento di lavorare troppo sulla cadenza mi rendo conto che ho più svantaggi che vantaggi. Sarà che forse ho un passato di palestra che mi ha portato ad avere più resistenza agli sforzi intensi. Difficilmente mi vengono crampi. Se tento di frullare troppo mi si alzano troppo i battiti e vado in acido.perdona ma non si tratta di conoscere o meno la salita ma di essere abituati o meno alle alte cadenze
insistere coi rapporti duri significa solo soffrire di più, rischiare di non farcela, farsi venire i crampi, un infortunio nel peggiore dei casi, avere un recupero più lungo ecc
ovvio che l'agilità vada allenata altrimenti succede quello che dici ma la soluzione non è perseverare con l'andare più duri ma imparare ad andare più agili
Oooops . Mi sono accorto di avere schiacciato per sbaglio un 9 al posto dell 8 ... la pendenza media è 8.5% (dati grimpeur.it) anche se secondo me è un po' sottostimata ... comunque 8.5 o 9.5 poco cambia ... su 6km le gambe te le taglia... almeno a me ...Però voglio anche provare il metodo del partire subito agile ... magari le mie teorie sul salvagamba vengono smentite ...
Comunque il punto secondo me è quello ... su una salita di 6km al 9.5% di media come è la Salute, il discorso del calcolare come salire conta poco ...li è tutto più un "si salvi chi può " ... la salita sarà anche corta ... ma ti manda rasoiate non indifferenti...
Credo anche io.e credo che valga a qualcosa