Fleappo
Passista
Fino a metà degli anni 90 l'amatore FCI poteva correre le gare agonistiche, a qualsiasi età, ricordo un quarantenne che partecipava alle gare dilettantistiche in provincia di BG. Poi iniziarono a limitare la partecipazione alle gare della sola regione di appartenenza, infine chiusero totalmente la porta.
Io iniziai a correre nel 1994, a 20 anni. Troppo tardi per entrare in una squadra agonistica, quindi entrai come amatore. Provai a disputare una gara degli allora "dilettanti di 2a serie", a momenti mi piazzavo. Disputai anche altre gare, un paio di squadre mi avevano già opzionato per l'anno successivo, ma per vari motivi non riuscirono a proseguire l'attività e restai amatore anche nel 1995, anno durante il quale disputai tutta la stagione correndo tra i dilettanti, cogliendo anche qualche piazzamento, con il solo veto di partecipazione alle gare internazionali. E poi finalmente l'anno successivo riuscii ad essere tesserato a tutti gli effetti come Under 23 (perchè dal 1996 la suddivisione da meritoria in Dilettanti di 1a e 2a serie passò ad anagrafica in Elite e Under 23).
Allora esistevano squadre dilettantistiche simili ai team amatoriali attrezzati di oggi, ora invece dagli juniores in avanti sono tutti professionisti, e non è ammessa l'intrusione di altri, ai tempi nella maggior parte dei casi bastava una telefonata agli organizzatori per iscriversi alla gara, oggi occorrono formulari, bollettini d'ingaggio ed altre pratiche che solo una squadra organizzata può permettersi.
La soluzione al problema dell'"età di mezzo" tra termine delle categorie giovanili e inizio delle categorie amatoriali più consistenti sarebbe il ritorno al passato, in modo che un giovane a seconda delle condizioni del momento possa autonomamente decidere dove correre. Mi rendo conto che per uno studente (visto che oggigiorno l'ingresso nel mondo del lavoro è sempre più posticipato) sia impossibile seguire una squadra agonistica per tutta la stagione, mentre se potesse farlo solo nei periodi liberi potrebbe capire di che pasta è fatto e se valga la pena di tentare la carriera sportiva, rallentando o posticipando quella scolastica, o addirittura portando avanti in parallelo le due attività, dedicandosi a quella sportiva solo per una parte della stagione, cosa fattibile con un fisico giovane capace di entrare in forma in breve tempo. Se poi scopre di essere un campione, tanto vale che giochi le sue carte, senza montarsi la testa e cercando di prepararsi un futuro post-agonistico.
Ineccepibile.