letto oggi sul giornale di Brescia,
mentre lo leggevo ridevo (anche se pensavo ad un finale diverso)
EDUCAZIONE STRADALE
Ciclisti amatoriali, buon autunno e al prossimo anno
Lettere al direttore
Oggi, 14:00
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Lo spunto per cui scrivere mi arriva dal fatto che con lavvicinarsi dellautunno alcuni fenomeni estivi si dissolveranno per lasciare il posto ad altri. In particolar modo il fenomeno in questione è ciò che in primavera/estate accade sulle nostre strade e alla quale noi automobilisti dobbiamo dare sempre una particolare attenzione. Mi riferisco al «ciclista in allenamento» cioè non alluomo medio che inforca la bicicletta come mezzo di trasporto comodo ed ecologico ma a quella persona in tuta variopinta e attillata, incollata ad una (presumo) costosissima bicicletta (spesso costruita su misura in materiale ultra tecnologicamente avanzato) che da sola o in gruppo percorre chilometri su chilometri per le strade destinate alla viabilità normale. Penso che a tutti sia capitato di incontrarli: non si fermano mai nemmeno davanti ad un semaforo rosso anzi di fronte a questo ostacolo attivano strategie alternative come il passare ugualmente con una certa indifferenza alzando un braccio quasi a dire allautomobilista: «Fermati perché io non mi fermo» oppure se si fermano, eccoli in «surplace» (tecnica che ai meno giovani fa ritornare alla memoria il grande Antonio Maspes sui velodromi come il mitico Vigorelli di Milano in quel periodo sportivo un po bohémien, quando rimaneva fermo in equilibrio su quelle curve in forte pendio finché puntualmente lavversario cedeva per primo) altrimenti iniziano a zigzagare tra le auto ferme o in alcuni casi i meno dotati tecnicamente o forse solo un po più stanchi, si appoggiano con il palmo della mano alle capotte, tutti comunque sfoggiando una certa apparente tranquillità salvo poi, allo scattare del verde, scattare a loro volta come per iniziare una cronometro e in un attimo dileguarsi allorizzonte. A volte si incontrano anche quelli che, credo, stiano defaticandosi: per lo più stanno in mezzo alla strada, seduti sul sellino, schiena dritta e senza le mani sul manubrio, che mangiano uno snack per rifocillarsi, qualcuno sembra addirittura che parli da solo ma in realtà è solo impegnato, tramite auricolare, in una conversazione telefonica: già scorgendoli da lontano, cominci a preoccuparti che passandogli accanto potrebbero sbandare e finirti sotto le
ruote e ci si guarda bene dallavvertirli con un colpo di clacson perché magari potresti spaventarli e farli cadere proprio davanti alla tua automobile! Tuttaltra strategia da adottare, invece, è se davanti ci si trova il classico «gruppone» di 15-20 ciclisti che si stanno allenando tutti insieme, che si superano, che non si mettono mai in fila indiana neanche al sopraggiungere delle automobili e quindi con il malcapitato guidatore che può decidere se fare «strike» (ma è solo il pensiero di un attimo) oppure gestire linconveniente come si faceva un tempo quando si incontravano le greggi e pazientemente si aspettava il loro passaggio o lentamente ci si affiancava e si superavano con lunica piccola differenza è che questi atleti corrono (e quanto corrono!) e quindi il superarli è sicuramente un po più impegnativo rispetto alle bianche e mansuete pecore il cui unico pericolo era rappresentato dal feroce cane e dal persuadente bastone del pastore. Affiancandosi al «gruppo» nel- loperazione di sorpasso, con la propria auto a quel punto in buona parte ormai sulla corsia opposta, li senti «urlare» tra loro per scambiarsi dati tecnici o caratteristiche del percorso che devono ancora fare, vedi che si passano la borraccia oppure un integratore di energie e in tutto questo complesso scenario capita anche che ci sia lammiraglia da superare completa di coach sporto dal finestrino mentre guida!!! Ecco, con il sopraggiungere della stagione autunnale essi svaniranno dalle nostre strade per lasciar posto ad altri «pericoli» ben più gravi come la nebbia, il ghiaccio, la neve, lasfalto bagnato e a noi automobilisti che un po ci lamentavamo nellincrociarli, ci verrà quel tanto di nostalgia ripensando a tutte quelle tutine variopinte che, attraverso lo specchietto retrovisore, guardavamo (finalmente superate) allontanarsi alle nostre spalle ed insieme a loro ci verrà da rimpiangere anche quelle belle giornate soleggiate e dai colori intensi, il frinire delle cicali e le punture delle zanzare che solo la primavera e lestate sanno donarci
Buon autunno cari ciclisti, ci mancherete, arrivederci alla prossima bella stagione
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