Chip antidoping

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Pedivella
7 Gennaio 2011
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Fano(PU)
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Bici
colnago Gbsystem e advanced
ROMA - Il doping del futuro potrebbe nascondersi in uno dei 6mila farmaci attualmente in sviluppo, o nelle centinaia di terapie geniche in sperimentazione nel mondo, o ancora in sostanze 'vecchie' ma rese invisibili grazie a nuovi trucchi, ma allo studio c'e' un'arma che ha l'obiettivo di smascherarli tutti. La speranza di mettere la parola fine alle pratiche illecite nello sport, descritta durante una sessione del congresso mondiale di Medicina Sportiva, sta in un piccolo chip capace di studiare la 'firma molecolare' di ogni atleta e scoprire qualsiasi tentativo di alterarla.

"La fisiologia di una persona e' determinata dall'espressione dei suoi geni, che regolano tutti i parametri, dalla muscolatura alla quantita' di ossigeno trasportato dal sangue - ha spiegato Olivier Rabin, Science Director della World Antidoping Agency (Wada) - in futuro non cercheremo piu' le singole sostanze proibite, ma guarderemo se la fisiologia corrisponde a quella 'scritta' nel Dna, o se invece c'e' stata qualche manipolazione.

Questo puo' essere fatto con un 'gene chip', che analizza simultaneamente un gran numero di geni, e permette di trovare qualsiasi tipo di doping. I primi test sono molto positivi".

La terapia genica, che 'corregge' un gene difettoso, e' ancora in fase altamente sperimentale, ma ha gia' mostrato che ad esempio i topi in cui viene inserito il Dna che codifica di un fattore di crescita hanno una muscolatura superiore: "Non ci sono prove di un uso nello sport - ha sottolineato Rabin - ma questo e' il futuro, e dobbiamo essere preparati".

In attesa dell'arma 'definitiva' la lotta al doping nei prossimi anni passa per un'estensione del 'passaporto biologico', il monitoraggio dei parametri del sangue gia' applicato nel ciclismo: "Stiamo studiando l'allargamento ad altri sport - spiega Rabin - ma anche altri tipi di 'passaporto', che controllino tutti i parametri 'sensibili', come gli steroidi nel sangue".

Nei sistemi attuali ci sono probabilmente delle 'falle': "Le statistiche della Wada dicono che tra il 2001 e il 2009 solo l'1,6% degli atleti positivi aveva usato ormoni, e nessuno metodi che aumentano il trasporto di ossigeno nel sangue con derivati dell'emoglobina - ha affermato Martial Saugy, che dirige il laboratorio antidoping di Losanna, - secondo me sono molti di piu', e questo emerge anche da alcune analisi statistiche che abbiamo fatto. La soluzione sta nell'estensione del passaporto biologico anche ad altri sport 'sensibili' come tutti quelli di resistenza".

Oltre che su nuove sostanze in arrivo l'attenzione e' puntata sui nuovi modi di mascherare quelle 'tradizionali', come ha spiegato Francesco Botrè, che dirige il laboratorio di Roma: "Ci sono due strategie 'promettenti' - ha spiegato - la prima riguarda la possibilita' di nascondere la sostanza proibita ad esempio dentro un liposoma, un 'guscio' fatto di molecole che fa si' che non vengano rilevate. L'altra e' agire sulla velocita' con cui viene metabolizzata la sostanza dopante, assumendo in contemporanea altri farmaci. Ma ci stiamo attrezzando anche su questi fronti".
 

mach1

Passista
4 Marzo 2010
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l'antidoping sarà cronicamente sempre indietro rispetto al doping, indipendentemente da chi ci lavora e indipendentemente dai soldi investiti, se non altro per una questione di pura logica: per inventare il giubbotto antiproiettile uno deve aspettare quantomeno che inventino il proiettile, per inventare la maschera antigas devi prima aspettare che inventino le armi col gas, per inventare il bunker antiatomico devi aspettare che inventino le armi nucleari, Altrimenti prima non si ha ne la necessità ne l'utilità di inventarli.