Ciclismo e fibrillazione atriale

Robertigno

Novellino
17 Marzo 2019
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Pinarello
Mi intrometto anche io nella discussione, mi ritrovo molto in questo post. Tutto nasce dal momento in cui ho comprato un ciclocomputer gps dignitoso: faccio una salita della mia zona e appena scollinato sento come un affanno, guardo il Bryton e vedo 225 che subito scende a numeri più normali, il tutto sarà durato qualche secondo al massimo, episodio che si è poi ripetuto molto saltuariamente negli anni successivi. Premetto che alla visita sportiva sono sempre stato un osservato speciale causa extrasistole, insomma durante la prova da sforzo si ripresenta (quindi è ufficialmente registrata) e il dottore mi fa interrompere subito, niente idoneità e un sacco di esami ( scintigrafia con contrasto, ecg e holter) anche abbastanza impegnativi come la risonanza con contrasto dalla quale esce che ho avuto un'infezione nel passato, asintomatica e mi ritrovo una fibrosi anche se non molto importante. Visita in un centro di eccellenza della mia regione, mi appioppano un betabloccante con la formula di non fare "sforzi eccssivi" che vuol dire nulla o tutto, lì mi sono sentito trattato come un fissato di bici, cosa che rifuggo molto. Col betabloccante è stata una convivenza dura: pochissimi mg mi hanno reso la vita dura ma sono dei salvavita e quindi... Parlando con un dottore, mi aveva suggerito di rivolgerrmi presso un altro centro aritmologico, col covid i tempi si sono dilatati ma insomma alla fine i sono trovato su un tavolo operatorio a fare l'ablazione che si compone di tre fasi, nelle prime due mappaggio e studio elettrofisiologico viene studiato il cuore e tramite uno stimolante viene indotta la fibrillazione allo scopo di individuare il punto preciso su cui procedere con l'ablazione vera e propria, cosa che nel mio caso nonè avvenuta, no aritmia no ablazione. Ormai sono ormai più di due anni che combatto per venirne a capo, sto preparando altri esami in vista di un controllo nei prossimi mesi che spero possa chiarire la situazione.
Un appunto ad alcuni dottori incontrati durante il mio peregrinare: molti non si sono interessati ad eventuali miei comportamenti non corretti, vedi l'uso dl caffè che ho completamente abolito:cry ed anche, l'aggiungerei alla lista di Robertigno, la cura di disturbi gastrici tipo ernia iatale di cui soffro. Né il medico sportivo né il primo aritmologo si sono interessati alla cosa, soprattutto il primo a cui mi sono rivolto per una decina di anni causa idoneità agonistica. Scusate per la prolissità, solo per portare una testimonianza.
Nel libro che ho acquistato parlano chiaramente della perenne difficoltà di individuare il punto in cui fare l'ablazione. Lo scrittore raccoglie la sua e le altrui esperienze al riguardo e riporta che dopo aver tentato sul tavolo operatorio l'induzione della fibrillazione per ben tre volte, in tre sedute distinte, si è stufato e ha abbandonato l'intento cercando di convivere con le crisi e adottando i rimedi fatti in casa quando queste arrivano. Alcuni suoi intervistati, invece, hanno ricevuto l'ablazione ma non hanno risolto il problema perchè evidentemente non era stato colto con precisione assoluta il punto esatto in cui intervenire.
L'atteggiamento di alcuni dottori è davvero "superficiale" nel senso che si focalizzano sul rischio infarto e non c'è verso di convincerli a valutare i tuoi sintomi o sensazioni. Un'eminente cardiologa della mia zona mi ha detto in modo secco e stizzito che è una questione patologica e che non c'è da leggere nessuna letteratura alla ricerca di risposte. Eh certo, ma se nessun cardiologo, tantomeno lei, si prende la briga di risolvermi sto benedetto problema e tutti continuano a dire che ho un cuore sanissimo, mentre invece io nel petto ho un Freccia Rossa, certo che mi vado a cercare altrove eventuali risposte o input.
 

Spartano

Apprendista Velocista
19 Aprile 2007
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Nel libro che ho acquistato parlano chiaramente della perenne difficoltà di individuare il punto in cui fare l'ablazione. Lo scrittore raccoglie la sua e le altrui esperienze al riguardo e riporta che dopo aver tentato sul tavolo operatorio l'induzione della fibrillazione per ben tre volte, in tre sedute distinte, si è stufato e ha abbandonato l'intento cercando di convivere con le crisi e adottando i rimedi fatti in casa quando queste arrivano. Alcuni suoi intervistati, invece, hanno ricevuto l'ablazione ma non hanno risolto il problema perchè evidentemente non era stato colto con precisione assoluta il punto esatto in cui intervenire.
L'atteggiamento di alcuni dottori è davvero "superficiale" nel senso che si focalizzano sul rischio infarto e non c'è verso di convincerli a valutare i tuoi sintomi o sensazioni. Un'eminente cardiologa della mia zona mi ha detto in modo secco e stizzito che è una questione patologica e che non c'è da leggere nessuna letteratura alla ricerca di risposte. Eh certo, ma se nessun cardiologo, tantomeno lei, si prende la briga di risolvermi sto benedetto problema e tutti continuano a dire che ho un cuore sanissimo, mentre invece io nel petto ho un Freccia Rossa, certo che mi vado a cercare altrove eventuali risposte o input.
Concordo sulla faccenda dell'atteggiamento, alcuni sono mooolto cautelativi nei propri confronti, dimenticando il fatto che hanno davanti delle persone. Il primo aritmologo mi ha dato l'impressione di avermi preso per un "ciclorimbombato", ossia per uno che pensa solo alla bici h24 e che non è in fondo interessato alla propria salute. Dove mi hanno tentato l'ablazione invece ho trovato un'altra considerazione.
 
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il gamba

Pignone
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Da quello che ho capito io, da profano mi sento di dire che caffè o altri cibi o bevande, oppure implicazioni gastrointestinali come ernia iatale e altro, possono far scaturire la fa, ma alla base c'è sempre una anomalia elettrica che molto probabilmente alla lunga uscirà fuori anche senza altri "stimoli" per cronicizzarsi.
Poi ognuno di noi
fa storia a sé e per quanto riguarda le ablazioni non sempre sono risolutive, e alcuni ne hanno fatte anche tre. Poi se cercate in rete troverete anche quei medici che praticano l'ablazione sia interna che esterna al cuore per i casi più complicati.
 

Spartano

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Da quello che ho capito io, da profano mi sento di dire che caffè o altri cibi o bevande, oppure implicazioni gastrointestinali come ernia iatale e altro, possono far scaturire la fa, ma alla base c'è sempre una anomalia elettrica che molto probabilmente alla lunga uscirà fuori anche senza altri "stimoli" per cronicizzarsi.
Poi ognuno di noi
fa storia a sé e per quanto riguarda le ablazioni non sempre sono risolutive, e alcuni ne hanno fatte anche tre. Poi se cercate in rete troverete anche quei medici che praticano l'ablazione sia interna che esterna al cuore per i casi più complicati.
Non sono medico ma , in soldoni, è così. Personalmente spero di essere una specie di Bitossi de noantri;pirlùn^, credo abbia un problema un po differente ma ha passato l'ottantina....
 
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Paolo166

Novellino
29 Settembre 2021
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Kona sutra ltd
Nel libro che ho acquistato parlano chiaramente della perenne difficoltà di individuare il punto in cui fare l'ablazione. Lo scrittore raccoglie la sua e le altrui esperienze al riguardo e riporta che dopo aver tentato sul tavolo operatorio l'induzione della fibrillazione per ben tre volte, in tre sedute distinte, si è stufato e ha abbandonato l'intento cercando di convivere con le crisi e adottando i rimedi fatti in casa quando queste arrivano. Alcuni suoi intervistati, invece, hanno ricevuto l'ablazione ma non hanno risolto il problema perchè evidentemente non era stato colto con precisione assoluta il punto esatto in cui intervenire.
L'atteggiamento di alcuni dottori è davvero "superficiale" nel senso che si focalizzano sul rischio infarto e non c'è verso di convincerli a valutare i tuoi sintomi o sensazioni. Un'eminente cardiologa della mia zona mi ha detto in modo secco e stizzito che è una questione patologica e che non c'è da leggere nessuna letteratura alla ricerca di risposte. Eh certo, ma se nessun cardiologo, tantomeno lei, si prende la briga di risolvermi sto benedetto problema e tutti continuano a dire che ho un cuore sanissimo, mentre invece io nel petto ho un Freccia Rossa, certo che mi vado a cercare altrove eventuali risposte o input.
Ho finito di leggere il libro, interessantissimo e molto scientifico. Ne è valsa veramente la pena.
L'autore è un medico che conosce il problema personalmente e non cerca di dare facili e chimeriche soluzioni. Il suo punto di vista è che alla fine ogni caso è diverso e ognuno di deve provare la propria strada. Per fare ciò però è bene essere informati e conoscere le dinamiche che possono essere alla base di questi malesseri.
Essendo poi egli stesso uno sportivo non tralascia tutti gli aspetti che riguardano appunto il senso di identità legato al fatto di vivere il proprio corpo in un certo modo, voler vedere dei progressi, fare sforzi che la media della gente normale non si sognerebbe mai di fare. Tutto ciò rende lo sportivo un soggetto diverso da tutti gli altri e un buon medico dovrebbe capire tutto questo. Purtroppo la maggior parte delle volte non è cosi.
Il discorso fisiologico della genesi di questi disturbi è trattato in maniera approfondita. Forse anche troppo per un non addetto ai lavori.
Non mancano consigli e rimedi, non ultimo quello filosofico.
Insomma, lo consiglio vivamente
 

joings

Novellino
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Buongiorno a tutti, dopo aver letto varie discussioni anche io mi trovo a postare la mia esperienza. Dopo 7 anni di bici e visite medico/sportive con cadenza annuale, quest'anno a causa di un dolore al torace mi son trovato costretto ad effettuare delle visite cardiologiche. Prima di recarmi dal cardiologo preso da un senso di ansia, mi son ritrovato diagnosticata una FA monitorata sia con ECG che con ECOCOLORDOPPLER. Una mazzata improvvisa che mi ha costretto (causa paranoie) ad abbandonare per qualche mese la bici. Ho interpellato vari cardiologi e dopo tutta una serie di esami e utilizzo Holter 24h la FA non si è mai ripresentata, tranne qualche giorno fa metà novembre, mentre passeggiavo senza nessun tipo di sforzo. Ora sono in cura farmacologica con Betabloccante e Anticoaugulanti, e ho ripreso la bici pedalando in maniera blanda, uscendo per godermi il panorama ed evitando sforzi notevoli. Ho un controllo la prima settimana di dicembre per capire se posso sospendere gli Anticoaugulanti e convertire il betabloccante con quale antiaritmico. Purtroppo due casi di FA creano abbastanza scompiglio dal punto di vista emotivo, magari avendo la consapevolezza che forse in passato ne ho avuti di casi ma mai diagnosticati o percepiti. Comunque attendiamo il follow up e vediamo se qualcuno mi dica se posso procedere ad andare in bici senza problemi. Ho voluto condividere con voi questa esperienza poichè a volte solo condividendo le varie emozioni ci si riesce a capirne qualcosa di più dettagliato.
 

Spartano

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Daccordi blè, Tommasini rossa, Olmo bordò, mtb bigia
Credo che nessuno sul forum possa dirti se andare in bici o meno, concordo col fatto che l'incertezza sullo stato di salute sia psicologicamente deleteria, per lo sport e non solo, la sola cosa in grado di mettere chiarezza è il compimento di complete indagini cliniche. Può essere anche una cosa lunga, io ci ho messo quasi tre anni, anche causa covid, ma è strettamente necessario, la vita è una. Solo un grosso in bocca al lupo, tienici informati.
 

lele57

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28 Marzo 2007
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Faccio parte anch'io del club "cuori matti", disturbo che ho da molto tempo, probabilmente ero predisposto (mia mamma ne soffriva) e i tanti anni di ciclismo forse hanno anticipato l'insorgere della malattia.
Io me ne accorgevo quando durante uno sforzo intenso avvertivo un colpo di tossse, guardavo il cardio e se i battiti erano schizzati in alto e non regolari rallentavo, di solito tornava tutto normale in poco tempo.
Se invece la fibrillazione non rientrava entro un paio di ore mi facevo portare al PS e con la cardioversione farmacologica ritornavo in ritmo sinusale, di solito entro 24 ore.
Alla fine la FA è diventata sempre presente e sono 11 anni che ci convivo assumento betabloccanti e anticoagulanti NAO.
L'ablazione mi è stata sconsigliata causa atri dilatati che quasi sicuramente avrebbero portato a recidive, dovendo poi ripetere l'intervento, poi perchè il mio cuore sopportava abbastanza bene la FA ho deciso di rinunciare.
Nonostante questi anni con il cuore sempre in fibrillazione al momento mi sento fortunato, sintomi quasi zero, è calata solo la forza, in bdc ho smesso fare i "lunghi" come le rando che facevo prima, ma i miei 10/12 mila km annui ho continuato a farli.
Sembra un paradosso ma esco in bici più tranquillo ora rispetto a prima quando avevo solo episodi, ma sempre pronti ad arrivare, spero continui così ancora per qualche anno.
 
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Credo che nessuno sul forum possa dirti se andare in bici o meno, concordo col fatto che l'incertezza sullo stato di salute sia psicologicamente deleteria, per lo sport e non solo, la sola cosa in grado di mettere chiarezza è il compimento di complete indagini cliniche. Può essere anche una cosa lunga, io ci ho messo quasi tre anni, anche causa covid, ma è strettamente necessario, la vita è una. Solo un grosso in bocca al lupo, tienici informati.
Diciamo che nessun Cardiologo allo stato attuale delle cose si sbilancia.
Ho fatto tutti i controlli ematici, rx polmoni e esami tiroidei e tutto nella norma, quindi si tratta di un problema non derivante da fattori clinici, anche se sono convinto che lo stress e i vari bruciori di stomaco dovuti alla freneticità della vita hanno contribuito.
Tra i vari cardiologi che ho interpellato qualcuno mi diceva di stare attento soprattutto alle cadute, poichè assumendo anticoaugulanti, c'era un forte rischio emorraggico (di solito si sta sempre attenti a non cadere quando si esce in bici). Per il resto a tutti e tre medici interpellati ho fatto domande specifiche e tutti dicevano di non esagerare anche perchè fare uscite fuori soglia è pericoloso anche per chi non ha problemi dal punto di vista cardiologico.
 

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Faccio parte anch'io del club "cuori matti", disturbo che ho da molto tempo, probabilmente ero predisposto (mia mamma ne soffriva) e i tanti anni di ciclismo forse hanno anticipato l'insorgere della malattia.
Io me ne accorgevo quando durante uno sforzo intenso avvertivo un colpo di tossse, guardavo il cardio e se i battiti erano schizzati in alto e non regolari rallentavo, di solito tornava tutto normale in poco tempo.
Se invece la fibrillazione non rientrava entro un paio di ore mi facevo portare al PS e con la cardioversione farmacologica ritornavo in ritmo sinusale, di solito entro 24 ore.
Alla fine la FA è diventata sempre presente e sono 11 anni che ci convivo assumento betabloccanti e anticoagulanti NAO.
L'ablazione mi è stata sconsigliata causa atri dilatati che quasi sicuramente avrebbero portato a recidive, dovendo poi ripetere l'intervento, poi perchè il mio cuore sopportava abbastanza bene la FA ho deciso di rinunciare.
Nonostante questi anni con il cuore sempre in fibrillazione al momento mi sento fortunato, sintomi quasi zero, è calata solo la forza, in bdc ho smesso fare i "lunghi" come le rando che facevo prima, ma i miei 10/12 mila km annui ho continuato a farli.
Sembra un paradosso ma esco in bici più tranquillo ora rispetto a prima quando avevo solo episodi, ma sempre pronti ad arrivare, spero continui così ancora per qualche anno.
Avere consapevolezza della FA ti porta a monitorare spesso i bpm, il fatto che non si possa gestire una crisi in maniera autonoma è problematico, anche io una volta mi sono recato al PS ma solo perchè avevo un dolore al torace e ciò ti porta a correre ai ripari, ma alla fine se si segue uno stile di vita regolare (cosa alquanto impossibile ai tempi nostri) credo che si possa convivere senza problemi.
Per l'ablazione anche a me l'hanno sconsigliata poichè avendo un cuore sano era più dannosa che risolutiva, effettuare un intervento al cuore è sempre una questione delicata e comporta i suoi rischi.
 
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grynch

Pedivella
3 Marzo 2005
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Gazzo padovano
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Trek Madone 7S
Ciao riporto anch'io la mia esperienza... a maggio sono stato sottoposto all'intervento di ablazione ( mi hanno anche trovato un difetto congenito al cuore chiamato ponte cardiaco...giusto per non farsi mancare nulla)
A seguito di episodi di FA mi sono sottoposto a varie visite cardiologiche ed è molto difficile che qualche cardiologo si sbilanci a dirti qualcosa per quanto riguarda l'attività sportiva se gli racconti per filo e per segno cosa avviene durante un'uscita in bici...si buttano dalla finestra
Io fortunatamente ne ho trovato uno abbastanza "comprensivo" che mi ha dato come indicazione i 130 battiti massimi (assumendo betabloccanti corrispondono all'incirca ai 150 battiti di prima...)
C'è da dire che l'anno scorso in questi giorni ero ricoverato in cardiologia con la prospettiva di non fare più sport e quindi mi va più che bene
 
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Novellino
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Ciao riporto anch'io la mia esperienza... a maggio sono stato sottoposto all'intervento di ablazione ( mi hanno anche trovato un difetto congenito al cuore chiamato ponte cardiaco...giusto per non farsi mancare nulla)
A seguito di episodi di FA mi sono sottoposto a varie visite cardiologiche ed è molto difficile che qualche cardiologo si sbilanci a dirti qualcosa per quanto riguarda l'attività sportiva se gli racconti per filo e per segno cosa avviene durante un'uscita in bici...si buttano dalla finestra
Io fortunatamente ne ho trovato uno abbastanza "comprensivo" che mi ha dato come indicazione i 130 battiti massimi (assumendo betabloccanti corrispondono all'incirca ai 150 battiti di prima...)
C'è da dire che l'anno scorso in questi giorni ero ricoverato in cardiologia con la prospettiva di non fare più sport e quindi mi va più che bene
Dopo l'intervento hai più avuto episodi di FA? Per curiosità, dopo l'ablazione bisogna continuare a vita a prendere farmaci Antiaritmici?
 

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Pedivella
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Dopo l'intervento hai più avuto episodi di FA? Per curiosità, dopo l'ablazione bisogna continuare a vita a prendere farmaci Antiaritmici?
Ho avuto ancora qualche episodio ma me l'avevano anticipato (era emersa una seconda aritmia durante l'intervento..) a me si sono stati prescritti i betabloccanti a vita ma anche in virtu' della seconda aritmia credo sia normale
 

Spartano

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Diciamo che nessun Cardiologo allo stato attuale delle cose si sbilancia.
Ho fatto tutti i controlli ematici, rx polmoni e esami tiroidei e tutto nella norma, quindi si tratta di un problema non derivante da fattori clinici, anche se sono convinto che lo stress e i vari bruciori di stomaco dovuti alla freneticità della vita hanno contribuito.
Tra i vari cardiologi che ho interpellato qualcuno mi diceva di stare attento soprattutto alle cadute, poichè assumendo anticoaugulanti, c'era un forte rischio emorraggico (di solito si sta sempre attenti a non cadere quando si esce in bici). Per il resto a tutti e tre medici interpellati ho fatto domande specifiche e tutti dicevano di non esagerare anche perchè fare uscite fuori soglia è pericoloso anche per chi non ha problemi dal punto di vista cardiologico.
L'aritmologo dell'ospedale Monzino, all'ultimo controllo, mi ha spiegato che il reflusso gastrico è ben peggiore dell'uso del caffè, dobbiamo pensare che i succhi gastrici risalenti sono molto acidi e passano veramente vicino al cuore, visto che parli di bruciori di stomaco..... Il caffè l'ho comunque tristemente abbandonato, anche per scrupolo forse eccessivo, mi sono lasciato una tazzina alla settimana la domenica dopo pranzo, tanto per non dimenticarmene.
 

Spartano

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Ho avuto ancora qualche episodio ma me l'avevano anticipato (era emersa una seconda aritmia durante l'intervento..) a me si sono stati prescritti i betabloccanti a vita ma anche in virtu' della seconda aritmia credo sia normale
Per curiosità, se ti va di dirmelo, dove ti hanno eseguito l'ablazione?