DA TUTTO BICI DEL MESE DI FEBRRAIO 2007
Profilo Basso: gli angeli di Ivandi Pier Augusto Stagi
Tengono tutti un profilo basso, ma sono tutti per Ivan. Una piccola squadra nella squadra, che si adopera per il campione di Cassano Magnago, che va alla ricerca della stagione del riscatto dopo mesi di tormenti e burrascose attese.
Tengono tutti un profilo basso, misurato, privo di protagonismi, nonostante ognuno di loro abbia per Ivan un ruolo importante, diciamo pure strategico. Tengono tutti e quattro per Ivan Basso, sono al suo fianco, lo seguono da tempo e ognuno di loro ha il proprio ruolo, il proprio compito. Siamo andati ad incontrarli, uno per uno, per sapere dalla loro viva voce cosa fanno per il campione di Cassano Magnago, per conoscere il loro rapporto con Ivan, sogni e opinioni su questo ragazzo che è atteso ad una grande stagione in maglia Discovery Channel, la formazione americana che vede in lui luomo di riferimento per le corse a tappe, luomo più adatto a ricoprire il ruolo di nuovo Armstrong.
Una volta alla settimana.
Lo conosce da sempre, da quando Ivan aveva sei anni e ha cominciato a correre in bicicletta con la maglia del Gs San Pietro. «Ha cominciato a correre con una mia bicicletta, una Benati di colore blu - racconta Emilio Benati, titolare di una piccolissima bottega di biciclette in
via Fermi 15, a Cassano Magnago -. Sono stato in pratica il suo primo meccanico e ancora oggi, tutti i venerdì, mi porta la bicicletta da pulire e sistemare. È quasi un rito, che si tiene una volta alla settimana da quando Ivan corre in bicicletta. Durante la settimana si allena, fa tutti i suoi lavori, alla fine me la porta e io gli sistemo un po tutte le cose. Una bella pulita, una bella ingrassata ai movimenti, una bella manutenzione ordinaria come piace a lui che è sempre tanto preciso e scrupoloso».
Di Ivan ha seguito un po tutta la carriera, lo conosce davvero bene questo ex ragazzino prodigio diventato campione.
«È un ragazzo splendido - ci dice senza tanti giri di parole -. Come si fa a non voler bene ad un ragazzo come Ivan? Certo, per molti le mie parole possono suonare come frasi di circostanza, ma io dico solo una cosa a chi non lo conosce: frequentatelo, provate a stare con lui una mezza giornata, e capirete di che pasta è fatto. Educato, misurato, rispettoso come pochi, ma anche tenace, caparbio, testone come nessunaltro. Fin da piccino voleva emergere, vincere. Mi diceva: Emilio, non riesco a vincere, mi battono sempre
. E io a tranquillizzarlo in continuazione: Ivan, stai tranquillo, hai grandi doti e alla fine le qualità vengono fuori. Ve lo giuro, io sono tra quelli che hanno sempre creduto nelle doti di Ivan. Ho sempre pensato che aveva una marcia in più. Ma nonostante abbia le gambe e il cuore del campione, lui la differenza la fa con la testa: nessuno è come lui».
E se gli si chiede che tipo è Ivan dal punto di vista tecnico, Emilio Benati non esita a rispondere: «Preciso, scrupoloso come pochi. È davvero un grande professionista, che non lascia mai nulla di intentato. Ama i particolari, cura tutti i minimi dettagli. Ivan è davvero bravo».
A Gallarate per un pit stop.
Se Ivan si trova ad avere qualche guaio meccanico in corso dopera, qualche piccolo problema tecnico durante lallenamento, la meta fissa è a Gallarate, corso Sempione 5, alla Cicli Turri.
«Viene qui quando vede che ha qualcosa che non gli quadra, che ha qualche problema al cambio, piuttosto che ai pedali o alle
ruote - ci spiega Alberto Turri -. Ivan lo conosco dal 1998, quando si laureò campione del mondo dei dilettanti a Valkenburg e passò alla Riso Scotti di Davide Boifava a maggio del 99 -. Noi siamo rivenditori Carrera e da allora non ci siamo più lasciati. Tra noi cè un rapporto di grande amicizia e stima reciproca. Io lavoro benissimo con lui e lui si fida ciecamente di me. Quante volte passa dal nostro negozio? Difficile dirlo: quando ha bisogno passa. Ci sono delle volte che si ferma un attimo solo per un saluto, e altre che si ferma perché cè da dare unocchiata alla bicicletta. Da noi fa dei pit stop: unocchiata e via. Che tipo è? Tranquillo, disponibile, educatissimo, ma è anche molto esigente, pignolo e scrupoloso. Lavora tantissimo sulla posizione: deve essere perfetta. È un maniaco».
Turri da ragazzo corre fino alla categoria juniores, poi pianta lì tutto a causa di un cuore bizzoso.
«Ho il cuore matto come Franco Bitossi - dice divertito -, così ho dovuto lasciar perdere lagonismo e dedicarmi alla tecnica».
Saronniano convinto, oggi è tutto per Ivan Basso
«Io spero solo che si riprenda ciò che gli hanno tolto. Non vi nascondo che mi sarebbe piaciuto vedere uno scontro tra lui e Ullrich, è stato davvero un peccato rimandarli a casa in quel modo, senza uno straccio di prova. Limportante, però, è guardare avanti e andare in giro a testa alta. Ivan è fortissimo, e questanno dimostrerà a tutti tutto il suo valore. LOperacion Puerto lha reso più forte, più forte di prima».
L«americano».
È stato tra primi a credere negli americani. È rivenditore
Trek da tredici anni e conosce Ivan da quindici.
«Abitiamo vicino, e spesso ci siamo incontrati al ristorante LAragosta, che è vicinissimo a casa sua, dove il New Team, la nostra squadra amatoriale ha sede - ci racconta Felice Bisco, titolare della cicli Bieffe di via Ronchetti 939, a Cavaria (Varese) -. Da quando poi ha firmato per la Discovery è diventato anche un cliente privilegiato, perché viene da me a sistemare la Trek, a chiedere materiale e a fare assistenza».
Bisco ha il negozio da sedici anni, da quando un amico del cognato di Amedeo Colombo - il signor
Shimano -, lha portato nel mondo della bicicletta.
«E mi sono trovato benissimo, tanto è vero che sono felice del lavoro che faccio», dice.
Ma come è Ivan sul lavoro?
«Squisito. È forse lunico corridore che ancora ti chiede per favore. Di bravissimi ragazzi e di bravissimi professionisti ne conosco, ma Ivan ha qualcosa di più: è davvero unico. Diciamo che
fino a qualche mese fa per me era un amico, una persona con la quale era un piacere poter parlare e scambiare due parole, oggi che ci siamo incontrati per esigenze di lavoro posso solo dire che è ancora meglio».
Questione di misure.
Con i corridori ha imparato a prendere le misure, e anche con Ivan Basso è andata così: si sono visti, conosciuti e dal 98 non si sono più persi di vista. Lui è Roberto Pavarin, figlio darte (papà Silvio è stato per anni il meccanico di Antonio Maspes, ndr), titolare della cicli Pavarin in via Vespucci 19 a Calcinate del Pesce (Varese), con un passato da meccanico della nazionale di Giosué Zenoni, sia tra gli juniores che tra i dilettanti.
«Ho lavorato in azzurro per tredici anni, chiudendo con loro olimpico di Barcellona di Fabio Casartelli e largento della cento chilometri - ci spiega -. Poi sono tornato in azzurro due volte, per i mondiali canadesi di Hamilton e per quelli di Verona 2004».
Un negozio seminascosto in un vicoletto poco accessibile, ma nonostante tutto riconosciuto e riconoscibile.
«Siamo piccolissimi artigiani, ma è bello fare delle sfide impossibili. Ci difendiamo, ci togliamo le nostre soddisfazioni e siamo felici lo stesso. La mia bottega, perché di bottega si tratta, è meta di tantissimi corridori. Sistemiamo, montiamo, registriamo tutto e poi vendo anche qualche bella bicicletta con il mio nome. Non siamo una potenza nel mondo dellindustria delle due ruote, ma ci difendiamo, ci siamo ricavati il nostro spazio».
E soprattutto felice e orgoglioso del rapporto che dal 98 ha con Basso.
«È venuto da me immediatamente, quando gli è arrivata la bicicletta dallAmerica. Io ho il compito di trasferire le misure della bicicletta vecchia su quella nuova. Ho il compito tuttaltro che semplice di riportare al millimetro le misure ideali. Sono quello delle tacchette per le scarpe: insomma, quando cè da essere precisi, Ivan è qui da me. Ho tutte le sue misure, ho le apparecchiature giuste per prendere le misure antopometriche e quelle della bicicletta. Lui è molto meticoloso, preciso come pochi. Io cerco di fare del mio meglio, con i nostri strumenti, messi a punto dopo anni di esperienze. Si fida, e per certi lavori di assoluta precisione viene qui. Come è Ivan? È un professionista appassionato ed esigente. È uno di quei corridori che ti propone, esplora, chiede, dà idee. Vedrete, con lui la Trek ha fatto un grande affare, perché contribuirà allo sviluppo della bicicletta. Anche in questo Ivan è un fuoriclasse».