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Ciclocross stagione 2020-2021
Testo
<blockquote data-quote="dinute" data-source="post: 6863714" data-attributes="member: 15666"><p>Per correre a buon livello il cx non ci vuole molto, basta correre la coppa del mondo (8 tappe fino allo scorso anno, quest'anno avrebbero dovuto essere 12, a regime dovrebbero essere 14) , circuiti con una buona partecipazione come quello svizzero (non trasferte onerose e partecipazione di corridori benelux di medio livello e i francesi), i pochi internazionali italiani (Cross del Ponte, Guerciotti), europei, nazionali e mondiali: parliamo già di 25 gare circa. Naturalmente servono soldi per la logistica, per pagare meccanici e tecnici. Squadre italiane non ci sono (io credo che Guerciotti metta a malapena bici, ruote e divisa), i corpi militari non stanziano soldi per correre all'estero, fanno il giro d'italia ciclocross e basta.</p><p>Quindi se la Federazione italiana vuole crescere nella disciplina deve metterci risorse, individuare una manciata di atleti e supportarli e pagarli. Non ci sono soldi? Allora che lo dicano invece di sputtanare quei pochi che hanno per portare Aru ai mondiali (notizia di oggi la Qhubeka gli ha dato via libera - probabilmente la stagione su strada comincerà in ritardo - e il sardo si preparerà al mondiale con la prova del cross di Variano (UD, praticamente una gara amatoriale....ci sarebbe da ridere ma è vero).</p><p>Il cross non è olimpico, che puntino sulla pista visto che il ciclismo di pista è una delle specialità con più medaglie olimpiche a disposizione. E allora investano in velodromi coperti, investano nelle specialità della pista ora completamente scoperte.</p><p><strong>Insomma al di là delle solite "tirate" sui vantaggi della multidisciplinarietà ci sono da mettere dei soldi</strong>.</p><p></p><p>Di Elia Silvestri non ho notizie.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="dinute, post: 6863714, member: 15666"] Per correre a buon livello il cx non ci vuole molto, basta correre la coppa del mondo (8 tappe fino allo scorso anno, quest'anno avrebbero dovuto essere 12, a regime dovrebbero essere 14) , circuiti con una buona partecipazione come quello svizzero (non trasferte onerose e partecipazione di corridori benelux di medio livello e i francesi), i pochi internazionali italiani (Cross del Ponte, Guerciotti), europei, nazionali e mondiali: parliamo già di 25 gare circa. Naturalmente servono soldi per la logistica, per pagare meccanici e tecnici. Squadre italiane non ci sono (io credo che Guerciotti metta a malapena bici, ruote e divisa), i corpi militari non stanziano soldi per correre all'estero, fanno il giro d'italia ciclocross e basta. Quindi se la Federazione italiana vuole crescere nella disciplina deve metterci risorse, individuare una manciata di atleti e supportarli e pagarli. Non ci sono soldi? Allora che lo dicano invece di sputtanare quei pochi che hanno per portare Aru ai mondiali (notizia di oggi la Qhubeka gli ha dato via libera - probabilmente la stagione su strada comincerà in ritardo - e il sardo si preparerà al mondiale con la prova del cross di Variano (UD, praticamente una gara amatoriale....ci sarebbe da ridere ma è vero). Il cross non è olimpico, che puntino sulla pista visto che il ciclismo di pista è una delle specialità con più medaglie olimpiche a disposizione. E allora investano in velodromi coperti, investano nelle specialità della pista ora completamente scoperte. [B]Insomma al di là delle solite "tirate" sui vantaggi della multidisciplinarietà ci sono da mettere dei soldi[/B]. Di Elia Silvestri non ho notizie. [/QUOTE]
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