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Ciclocross stagione 2022/3
Testo
<blockquote data-quote="bradipus" data-source="post: 7218375" data-attributes="member: 17208"><p>Uno sguardo anche ai / alle possibili protagonisti/e della nuova stagione.</p><p></p><p>In campo maschile, tra gli elite l'interrogativo riguarda i 'soliti due', Wout van Aert e Mathieu van der Poel, se e quanto vorranno impegnarsi nel cross, visto che oramai sono tra le star della strada.</p><p>Mentre per il belga l'annata può quasi definirsi trionfale, sia come risultati individuali (otto vittorie) che come apporto dato alla squadra, per l'olandese (quattro successi) è stata una stagione di chiaroscuri, dopo le vittorie delle Fiandre ed un pimpante inizio Giro c'è stato un Tour deludente.</p><p>E' lecito aspettarsi da parte loro nel cross un impegno un po' a singhiozzo, come fece WVA lo scorso anno (dove comunque vinse nove delle dieci gare a cui prese parte), con magari qualche presenza in più di MVDP per cercare di rinnovare gli stimoli; probabilmente i risultati del finale di stagione su strada saranno decisivi nell'orientare le scelte invernali per entrambe.</p><p></p><p>Discorso diverso per Tom Pidcock, che ha avuto un'annata così così su strada (una sola, bella vittoria al Tour), mentre si è tolto qualche soddisfazione in più fuori dall'asfalto: immagino che vorrà sfoggiare la sua maglia iridata in più occasioni possibili, con un'occhio magari alla classifica di CdM. La tappa inglese potrebbe essere uno stimolo in più ad affrontare la stagione in maniera regolare.</p><p></p><p>Per quanto riguarda gli altri, vedremo se Iserbyt si accontenterà di essere il primo degli 'umani', o se cercherà di scrollarsi di dosso la 'sudditanza psicologica' nei contronti dei tre citati, come del resto gli era riuscito nei confronti dell'inglese nell'ultima tappa di CdM a Hoogerheide.</p><p>In declino Toon Aerts, vedremo se Quentin Hermans vorrà dedicarsi ancora a fondo al cross, oppure se vede il suo futuro nella strada, dove peraltro ha disputato una buonissima stagione (una vittoria, più il secondo posto alla Liegi, terzo al giro del Belgio e diversi altri piazzamenti); Lars van der Haar e Michael Vanthourenhout sono una garanzia di solidità e continuità, mentre vedremo se la generazione degli ex U23 (Nys, Weysure, Verstrynge, Vandeputte, Kamp, Hendrikx, Ronhaar, Kuhn, Mason) riuscirà a fare qualcosa di meglio rispetto all'ultima, deludente stagione, dove si sono visti solo episodicamente nelle classifiche top 10, nelle quali sono invece apparsi con maggior regolarità i 'maturi' Soete, Adams, Sweeck e addirittura lo spagnolo Ortis Lloret.</p><p>Tenendo conto che è in arrivo la generazione dei giovanissimi, con in testa lo svizzero campione del mondo (e fresco europeo su strada) Christen, accompagnato dai vari Haverdings, Dockx, Smith...</p><p></p><p>In chiave azzurra, mi accontenterei di vedere in gara regolarmente in CdM i nostri giovani (Fontana, Toneatti, Masciarelli, Leone, Agostinacchio, Paletti...).</p><p></p><p>In campo femminile, vale per la Vos lo stesso discorso fatto sopra per WVA e MVDP: ennesima stagione superlativa la sua su strada, in venticinque giorni di corse otto vittorie, e solo sei volte non è entrata nella top10! Speriamo di vederla spesso nei circuiti con la sua maglia iridata addosso, ricordando che lo scorso anno, tra CdM, mondiali e nazionali si è presentata dieci volte sui campi di gara portando a casa sei successi ed un secondo posto (ed un sesto come peggior risultato). Lunga vita a Marianne, è sempre un piacere vederla correre!</p><p></p><p>Tra le altre 'senatrici' è lecito attendersi ancora una Lucinda Brand ai vertici, dato che ha fatto una stagione su strada non lunghissima (impreziosita dal successo al Tour de Suisse e dal terzo posto alla Roubaix), mentre Denise Betsema, arrembante ad inizio stagione, è apparsa in netto calo nelle ultime gare di CdM. Ma è ancora giovane, 30 anni a gennaio, e immagino la troveremo tra le protagoniste. Per Sanne Cant, temo invece sia iniziata la parabola discendente (anche se vorrei mi smentisse).</p><p></p><p>Curiosità per come si comporteranno le 'ragazzine terribili' ventenni emerse la scorsa stagione: annata su strada da incorniciare per Shirin van Anrooij (oro in linea ed a cronometro agli europei U23, miglior giovane al TdF), mentre la stagione è stata un po' difficile per Blanka Vas, con compiti di apprendistato nello squadrone della SD Workx. Fem van Empel si è vista molto poco su strada, a parte il bronzo europeo U23, mentre Puck Pieterse (secondo me la più talentuosa delle quattro nel cross) si è dedicata esclusivamente alla mtb, dove ha portato a casa qualche buon risultato nelle gare delle U23 (tra cui il campionato europeo). Credo che le ultime due citate faranno la stagione completa nel cross, mentre nel caso di van Anrooij e Vas dipenderà molto dai programmi strada per il 2023.</p><p></p><p>Messe un po' in ombra dalle ventenni, vedremo se la prossima sarà la stagione del riscatto per quelle della 'generazione di mezzo': Worst, Alvarado, Kastelijn (buona la sua annata su strada), Bakker, oltre che per le giovani emerse negli anni scorsi ma che non hanno ancora trovato continuità di risultati (van Alphen, van der Heijden, Norbert Riberolle, Crabbè); occhio alle francesi (Burquier, le sorelle Clauzel, Fouquenet), hanno un movimento in crescita nel cross oltre che su strada, mentre per le 'extraeuropee' Rochette (due podi per lei la scorsa stagione) e Honsinger (rivelazione 2020/1, ma deludente nell'ultimo anno, sia nel cross che su strada) stiamo a vedere se sapranno riproporsi.</p><p></p><p>Per quanto riguarda le azzurre, vedremo se Silvia Persico riuscirà a replicare l'ottima annata che ha fatto (e che sta facendo anche su strada); la ragazza ha delle grandi qualità, si è sbloccata con la vittoria ai campionati italiani, spero voglia continuare a lottare anche nel cross, mentre buone cose mi aspetto anche dalle giovanissime Federica Venturelli, Sophie Auer e Valentina Corvi, ed anche da Gaia Realini, Lucia Bramati, Sara Casasola e Francesca Baroni. Temo che invece non vedremo più ad alti livelli sia Eva Lechner (a cui dovremmo comunque essere grati per aver tenuta alta la bandiera per oltre dieci anni) che Alice Arzuffi (come vorrei però che mi smentisse...).</p><p></p><p>Il tutto, ovviamente, in attesa che arrivi il preannunciato 'ciclone' Zoe Backstedt (18 anni a settembre): se rispetta le aspettative, sarà durissima per tutte.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="bradipus, post: 7218375, member: 17208"] Uno sguardo anche ai / alle possibili protagonisti/e della nuova stagione. In campo maschile, tra gli elite l'interrogativo riguarda i 'soliti due', Wout van Aert e Mathieu van der Poel, se e quanto vorranno impegnarsi nel cross, visto che oramai sono tra le star della strada. Mentre per il belga l'annata può quasi definirsi trionfale, sia come risultati individuali (otto vittorie) che come apporto dato alla squadra, per l'olandese (quattro successi) è stata una stagione di chiaroscuri, dopo le vittorie delle Fiandre ed un pimpante inizio Giro c'è stato un Tour deludente. E' lecito aspettarsi da parte loro nel cross un impegno un po' a singhiozzo, come fece WVA lo scorso anno (dove comunque vinse nove delle dieci gare a cui prese parte), con magari qualche presenza in più di MVDP per cercare di rinnovare gli stimoli; probabilmente i risultati del finale di stagione su strada saranno decisivi nell'orientare le scelte invernali per entrambe. Discorso diverso per Tom Pidcock, che ha avuto un'annata così così su strada (una sola, bella vittoria al Tour), mentre si è tolto qualche soddisfazione in più fuori dall'asfalto: immagino che vorrà sfoggiare la sua maglia iridata in più occasioni possibili, con un'occhio magari alla classifica di CdM. La tappa inglese potrebbe essere uno stimolo in più ad affrontare la stagione in maniera regolare. Per quanto riguarda gli altri, vedremo se Iserbyt si accontenterà di essere il primo degli 'umani', o se cercherà di scrollarsi di dosso la 'sudditanza psicologica' nei contronti dei tre citati, come del resto gli era riuscito nei confronti dell'inglese nell'ultima tappa di CdM a Hoogerheide. In declino Toon Aerts, vedremo se Quentin Hermans vorrà dedicarsi ancora a fondo al cross, oppure se vede il suo futuro nella strada, dove peraltro ha disputato una buonissima stagione (una vittoria, più il secondo posto alla Liegi, terzo al giro del Belgio e diversi altri piazzamenti); Lars van der Haar e Michael Vanthourenhout sono una garanzia di solidità e continuità, mentre vedremo se la generazione degli ex U23 (Nys, Weysure, Verstrynge, Vandeputte, Kamp, Hendrikx, Ronhaar, Kuhn, Mason) riuscirà a fare qualcosa di meglio rispetto all'ultima, deludente stagione, dove si sono visti solo episodicamente nelle classifiche top 10, nelle quali sono invece apparsi con maggior regolarità i 'maturi' Soete, Adams, Sweeck e addirittura lo spagnolo Ortis Lloret. Tenendo conto che è in arrivo la generazione dei giovanissimi, con in testa lo svizzero campione del mondo (e fresco europeo su strada) Christen, accompagnato dai vari Haverdings, Dockx, Smith... In chiave azzurra, mi accontenterei di vedere in gara regolarmente in CdM i nostri giovani (Fontana, Toneatti, Masciarelli, Leone, Agostinacchio, Paletti...). In campo femminile, vale per la Vos lo stesso discorso fatto sopra per WVA e MVDP: ennesima stagione superlativa la sua su strada, in venticinque giorni di corse otto vittorie, e solo sei volte non è entrata nella top10! Speriamo di vederla spesso nei circuiti con la sua maglia iridata addosso, ricordando che lo scorso anno, tra CdM, mondiali e nazionali si è presentata dieci volte sui campi di gara portando a casa sei successi ed un secondo posto (ed un sesto come peggior risultato). Lunga vita a Marianne, è sempre un piacere vederla correre! Tra le altre 'senatrici' è lecito attendersi ancora una Lucinda Brand ai vertici, dato che ha fatto una stagione su strada non lunghissima (impreziosita dal successo al Tour de Suisse e dal terzo posto alla Roubaix), mentre Denise Betsema, arrembante ad inizio stagione, è apparsa in netto calo nelle ultime gare di CdM. Ma è ancora giovane, 30 anni a gennaio, e immagino la troveremo tra le protagoniste. Per Sanne Cant, temo invece sia iniziata la parabola discendente (anche se vorrei mi smentisse). Curiosità per come si comporteranno le 'ragazzine terribili' ventenni emerse la scorsa stagione: annata su strada da incorniciare per Shirin van Anrooij (oro in linea ed a cronometro agli europei U23, miglior giovane al TdF), mentre la stagione è stata un po' difficile per Blanka Vas, con compiti di apprendistato nello squadrone della SD Workx. Fem van Empel si è vista molto poco su strada, a parte il bronzo europeo U23, mentre Puck Pieterse (secondo me la più talentuosa delle quattro nel cross) si è dedicata esclusivamente alla mtb, dove ha portato a casa qualche buon risultato nelle gare delle U23 (tra cui il campionato europeo). Credo che le ultime due citate faranno la stagione completa nel cross, mentre nel caso di van Anrooij e Vas dipenderà molto dai programmi strada per il 2023. Messe un po' in ombra dalle ventenni, vedremo se la prossima sarà la stagione del riscatto per quelle della 'generazione di mezzo': Worst, Alvarado, Kastelijn (buona la sua annata su strada), Bakker, oltre che per le giovani emerse negli anni scorsi ma che non hanno ancora trovato continuità di risultati (van Alphen, van der Heijden, Norbert Riberolle, Crabbè); occhio alle francesi (Burquier, le sorelle Clauzel, Fouquenet), hanno un movimento in crescita nel cross oltre che su strada, mentre per le 'extraeuropee' Rochette (due podi per lei la scorsa stagione) e Honsinger (rivelazione 2020/1, ma deludente nell'ultimo anno, sia nel cross che su strada) stiamo a vedere se sapranno riproporsi. Per quanto riguarda le azzurre, vedremo se Silvia Persico riuscirà a replicare l'ottima annata che ha fatto (e che sta facendo anche su strada); la ragazza ha delle grandi qualità, si è sbloccata con la vittoria ai campionati italiani, spero voglia continuare a lottare anche nel cross, mentre buone cose mi aspetto anche dalle giovanissime Federica Venturelli, Sophie Auer e Valentina Corvi, ed anche da Gaia Realini, Lucia Bramati, Sara Casasola e Francesca Baroni. Temo che invece non vedremo più ad alti livelli sia Eva Lechner (a cui dovremmo comunque essere grati per aver tenuta alta la bandiera per oltre dieci anni) che Alice Arzuffi (come vorrei però che mi smentisse...). Il tutto, ovviamente, in attesa che arrivi il preannunciato 'ciclone' Zoe Backstedt (18 anni a settembre): se rispetta le aspettative, sarà durissima per tutte. [/QUOTE]
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